Ferrari F355 Challenge

Ferrari F355 Challenge
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Ferrari F355 Challenge

Yu Suzuki, un genio
Nel 1999, al geniaccio di Iwate balenò, improvvisa e luminosa alla mente, l'idea di ritornare al genere racing che gli aveva regalato la notorietà all'inizio della carriera (sacrilegio non citare alcune pietre miliari che corrispondono al nome di Out Run e Hang On). Da quest'idea nasce Ferrari F355 Challenge, coin op che riuscì a toccare l'apice del realismo nelle produzioni di quel tempo, grazie anche ad un notevole cabinato provvisto di tre monitor, di cui uno centrale e due laterali, volante a 6 marce, sedile sportivo, Arbre Magique al mango, senza tralasciare poi un impatto grafico devastante e un sonoro da capogiro, al fine di un senso di immedesimazione quasi totale. Immancabile quindi, a non troppa distanza di tempo, la fedele conversione per Dreamcast, console che ormai è già un vecchio ricordo. Ora, a parecchio tempo di distanza, ripercorrendo una strada già intrapresa da altri titoli quali Rez, Ecco the dolphin e Head Hunter, anche F355 si appresta al porting sulla console di casa Sony.

Prestigio, tradizione, e orgoglio. E' qui che tutto ha inizio...
Già con l'arrivo di Virtua Fighter 4 mi ritrovai a tessere elogi per il gran lavoro svolto dal team di Yu Suzuki, che sebbene alla fine non riuscì a realizzare una trasposizione senza pecche dalla versione coin-op, tuttora può tranquillamente vantarsi di aver prodotto uno dei migliori beat em up di tutti i tempi. Arriva ora la conversione di F355, titolo arcade già convertito per Dreamcast e uscito parecchio tempo fa. E in questa occasione, di elogi da tessere ce ne sono un tantino di meno, visto e considerato che il gioco, pur dimostrandosi un buon gioco, a livello tecnico non mostra alcuna miglioria rispetto alla versione DC uscita molto prima.



L'ANTI-ALIASING: QUESTO SCONOSCIUTO
Cominciamo allora a parlare della grafica. Per quanto la PS2 risulti "più potente" del Dreamcast, la conversione non è avvenuta senza problemi di sorta, e il risultato finale parla chiaro. Parole del grande Yu Suzuki dicevano che l'architettura degli engine grafici delle due console era parecchio differente, condizione che offriva problemi soprattutto nel convertire le texture dal DC alla PS2.
Difficoltà o no, conversione fedele riuscita oppure no, non cambia di molto il discorso. Graficamente infatti F355 si dimostra non all'altezza, facendo sfoggio di una grafica "datata", tranquillamente surclassata a livello qualitativo da un giocone come GT3 che non è proprio annoverabile tra le ultime novità.

Evidenti poi, problemi di flickering e di aliasing, per intenderci le odiate scalettature. L'anti-aliasing infatti pare sia un lusso che la ps2 non è in grado di permettersi: questa tecnica viene utilizzata per ridurre la scalettatura dei bordi degli oggetti. Consiste nel realizzare un'interpolazione tra i pixel che rappresentano il confine di un oggetto e quelli esterni ad esso: i colori così ottenuti vengono utilizzati per sfumare il contorno dei poligoni e ridurre il contrasto con le zone di colore diverso. Tecnica particolarmente in voga nelle console di nuova generazione, ma la play2 pare non poterne beneficiare a dovere, o per pigrizia dei programmatori, o per limitazioni tecniche. Chiudiamo il quadro del reparto grafico citando la presenza di una nuova visuale esterna, assente nella versione DC, e di un senso di velocità non troppo elevato: per il resto non ci sono grossi intoppi, e il titolo si lascia giocare senza problemi.

Ferrari F355 Challenge
8

Voto

Redazione

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Ferrari F355 Challenge

F355, nella tradizione di quasi tutti i giochi in cui Yu Suzuki ha messo lo zampino, ha contribuito non poco a "nobilitare" una console come il Dreamcast: una conversione quindi importante, la conversione di un must, di un gran gioco. Questo infatti, appartiene al magico filone che ha fatto diventare grande il DC, se non a livello di vendite, a livello di qualità di titoli offerti.
Purtroppo però, è il caso di dirlo, ci saremmo aspettati qualcosa di più. Non siamo di fronte a un brutto gioco, giammai, ma le migliorie a livello di gameplay sono praticamente pari a zero, mentre dal punto di vista tecnico le cose non vanno tanto meglio.
Il perché, di come questa conversione non raggiunga i fasti di quella per Dreamcast, è difficile da ricercarsi. La mancanza di feeling dei programmatori con l'hardware della PS2, o la carenza di prestazioni della stessa console, non sono sicuramente delle giustificazioni valide per un prodotto "datato", ripubblicato solo ora senza alcuna miglioria grafica, anzi per certi versi addirittura peggiore.
Anche a livello di modalità e gameplay, come prima accennato, le cose non migliorano: quel che rimane però è un buon prodotto, che sebbene abbia qualche ruga può ancora stare dietro a produzioni più recenti.

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