Field Commander
di
Marco Modugno
"Gridate sterminio e sciogliete i mastini della guerra", l'ora della battaglia è arrivata! La citazione virgolettata, per chi non è già su Google ad informarsi, è dello shakespeariano Giulio Cesare. La frase passata alla storia, pronunciata da Marco Antonio dopo l'assassinio dello zio, ci sembra appropriata ad annunciare l'attesa uscita, proprio a ridosso di questa calda estate 2006, del primo strategico realizzato esclusivamente per la piccola console targata Sony.
L'idea stessa di un tipo di gioco dove i tempi delle partite, di solito, si contano in ore e dove l'interfaccia mouse tastiera non viene messa in discussione da nessuno, pena la scomunica informatica, sviluppato e dedicato in modo specifico al formato portatile farà rabbrividire i veterani di Command & Conquer e Starcraft dell'intera penisola.
Perplessità più che legittime, d'altronde, dopo il successo a metà di Advance Wars, il cui look eccessivamente "cartoonoso" non è riuscito a conquistare un numero soddisfacente di appassionati nemmeno tra il pubblico, in media giovanissimo, del Nintendo DS per il quale è stato reso disponibile.
Il consiglio è di dimenticare, per un momento, il concorrente e di concentrarvi su quello che stiamo per dirvi. Field Commander, nel suo genere, è un piccolo capolavoro che non vi farà venir voglia di giocarlo su nessun altro supporto che sull'UMD che gira nel cuore della vostra amata compagna di passeggiate e attese dal dentista. Tutto gira alla perfezione, dall'interfaccia dei comandi, semplice e in grado di essere padroneggiata in meno di mezz'ora, all'implementazione a turni del gioco che vi dà modo di salvare e riprendere in ogni istante, fino all'idea, poco meno che geniale, di supportare una modalità multiplayer simile al play-by-mail, dove ciascuno, similmente a quanto si fa con le scacchiere elettroniche, trasmette la propria mossa all'avversario su uno dei server Sony Online, salvo poi attendere che quello, anche a distanza di giorni, comunichi la sua "replica" e così via.
Nemmeno gli affezionati del genere avranno di che lamentarsi, non appena avranno cominciato a cimentarsi con la prima delle 30 missioni della campagna che, da sola, è abbastanza lunga da garantire almeno una dozzina d'ore d'intrattenimento.
La trama del gioco, come spesso accade per gli strategici, non brilla per originalità. Ancora una vota, non dite che l'avevate già sentita da qualche parte, dovrete assumere il comando di una forza multinazionale privata (ATLAS) impegnata in una guerra senza quartiere contro una bieca organizzazione terroristica (Shadow Nation). L'obiettivo, di volta in volta, sarà la distruzione di ogni unità nemica presente sulla mappa o la conquista della base avversaria, con qualche variazione sul tema (scorta a convogli, distruzione d'obiettivi specifici, ecc.).
Ce n'è comunque da tenervi sempre ben occupati, costringendovi di volta in volta a spremere con attenzione le meningi dal momento che, una volta dato il via alle mosse del turno, rièn ne va plus! Soprattutto visto che, a discapito dalle dimensioni del supporto e della console, FC vanta un numero di opzioni capace di dare dei punti a parecchi concorrenti blasonati, usciti per il mercato PC. A partire dalle numerose e differenti unità di terra, mare ed aria, ciascuna dotata delle sue peculiarità, che la rendono più o meno adatta a percorrere o a combattere in un dato tipo di terreno (la foresta è impenetrabile a tutti meno che alla fanteria, la palude è inibita ai veicoli ruotati mentre i cingolati ne vengono rallentati, ecc.) e di un "potere speciale", spesso al limite della bizzarria. Per esempio, alcune unità aeree sono capaci di una sorta di attacco kamikaze che le porta a schiantarsi volontariamente sullo spazio della mappa occupato, danneggiandolo, non prima di aver paracadutato lo sventurato pilota, con la barra della salute a metà, lì accanto.
table1
Oltre ai mezzi e ai fanti impiegabili, i giocatori possono usufruire di edifici capaci di fornire risorse economiche, piuttosto che produrre nuove unità da combattimento. Visti in quest'ottica, essi si trasformano in obiettivi ambiti che possono essere conquistati, occupandoli con unità di fanteria, oppure inibiti, parcheggiandovi sopra un proprio veicolo. Oltre a basi ed aeroporti, sono inoltre presenti speciali quartieri generali in grado di attivare, ciclicamente, micidiali attacchi di massa come bombardamenti al napalm o attacchi aerei strategici.
Alcune unità, nella migliore scuola degli strategici, saranno disponibili da subito mentre molte altre potranno essere sbloccate un po' alla volta, procedendo con la campagna principale. Un'altra interessante opzione dagli evidenti risvolti strategici, inoltre, permette di interagire con il terreno, ad esempio "sfoltendo una foresta" a cannonate e rendendola attraversabile per i propri mezzi corazzati, oppure dando una ripassata alle città nemiche a suon di esplosivo e diminuendone le capacità produttive.
Unici nei nella quasi impeccabile implementazione tecnica di FC, che si avvale tra l'altro di un'eccellente colonna sonora e di un comparto effetti speciali davvero ragguardevole (meno bella la qualità recitativa delle voci di amici e nemici, ascoltate durante i briefing e ingame), sono una grafica non eccellente e un'IA dei nemici decisamente migliorabile.
Per quanto riguarda il primo aspetto, inutile nascondersi dietro un dito. In questo primo anno di vita gli sviluppatori PSP sono riusciti a dimostrare senza smentite che la piccola console è in grado di non sfigurare di fronte all'ormai vetusta cugina "da tavolo" PS2. In quest'ottica, i pixel e le texture un po' troppo tutte uguali e spesso imprecise di FC lasciano un po' perplesso chi, giocandolo, crede di trovarsi di fronte ancora una versione Beta del prodotto. Tra l'altro, ogni volta che si combatte, la telecamera scende impietosa a zoomare sulle unità impegnate, mostrando agli occhi dei giocatori più esigenti "rughe e smagliature" del motore grafico, senza possibilità di censura.
Quanto alla "stupidità artificiale" degli avversari nel gioco singolo, l'eccezione da muovere è che anche qui si sarebbe potuto istruire meglio i nostri nemici virtuali, impedendo loro di compiere imperdonabili leggerezze che tendono a renderci la vita, talvolta, davvero troppo facile.
La SOE si fa perdonare, però, quando, una volta terminata la comunque bella campagna in single player, si comincia a cimentarsi contro avversari in carne ed ossa. La molteplicità di opzioni del comparto multiplayer, infatti, è così vario e a tratti innovativo da meritarsi un box apposito di approfondimento.
Adatto per la sua gradualità ai principianti, così come ovviamente allo zoccolo duro dei giocatori appassionati di strategici che non aspettavano altro, FC riuscirà nell'intento di tenervi occupati per un sacco di tempo. Se si vuole tacere di qualche imperfezione comunque evitabile, ma non per questo imperdonabile, infatti, il gioco SOE sembra un'eccellente scusa per restarsene sotto l'ombrellone in compagnia della nostra PSP, invece di perdere tempo a rincorrere, con un racchettone di legno in mano, una pallina di gomma dura che sembra stregata!
L'idea stessa di un tipo di gioco dove i tempi delle partite, di solito, si contano in ore e dove l'interfaccia mouse tastiera non viene messa in discussione da nessuno, pena la scomunica informatica, sviluppato e dedicato in modo specifico al formato portatile farà rabbrividire i veterani di Command & Conquer e Starcraft dell'intera penisola.
Perplessità più che legittime, d'altronde, dopo il successo a metà di Advance Wars, il cui look eccessivamente "cartoonoso" non è riuscito a conquistare un numero soddisfacente di appassionati nemmeno tra il pubblico, in media giovanissimo, del Nintendo DS per il quale è stato reso disponibile.
Il consiglio è di dimenticare, per un momento, il concorrente e di concentrarvi su quello che stiamo per dirvi. Field Commander, nel suo genere, è un piccolo capolavoro che non vi farà venir voglia di giocarlo su nessun altro supporto che sull'UMD che gira nel cuore della vostra amata compagna di passeggiate e attese dal dentista. Tutto gira alla perfezione, dall'interfaccia dei comandi, semplice e in grado di essere padroneggiata in meno di mezz'ora, all'implementazione a turni del gioco che vi dà modo di salvare e riprendere in ogni istante, fino all'idea, poco meno che geniale, di supportare una modalità multiplayer simile al play-by-mail, dove ciascuno, similmente a quanto si fa con le scacchiere elettroniche, trasmette la propria mossa all'avversario su uno dei server Sony Online, salvo poi attendere che quello, anche a distanza di giorni, comunichi la sua "replica" e così via.
Nemmeno gli affezionati del genere avranno di che lamentarsi, non appena avranno cominciato a cimentarsi con la prima delle 30 missioni della campagna che, da sola, è abbastanza lunga da garantire almeno una dozzina d'ore d'intrattenimento.
La trama del gioco, come spesso accade per gli strategici, non brilla per originalità. Ancora una vota, non dite che l'avevate già sentita da qualche parte, dovrete assumere il comando di una forza multinazionale privata (ATLAS) impegnata in una guerra senza quartiere contro una bieca organizzazione terroristica (Shadow Nation). L'obiettivo, di volta in volta, sarà la distruzione di ogni unità nemica presente sulla mappa o la conquista della base avversaria, con qualche variazione sul tema (scorta a convogli, distruzione d'obiettivi specifici, ecc.).
Ce n'è comunque da tenervi sempre ben occupati, costringendovi di volta in volta a spremere con attenzione le meningi dal momento che, una volta dato il via alle mosse del turno, rièn ne va plus! Soprattutto visto che, a discapito dalle dimensioni del supporto e della console, FC vanta un numero di opzioni capace di dare dei punti a parecchi concorrenti blasonati, usciti per il mercato PC. A partire dalle numerose e differenti unità di terra, mare ed aria, ciascuna dotata delle sue peculiarità, che la rendono più o meno adatta a percorrere o a combattere in un dato tipo di terreno (la foresta è impenetrabile a tutti meno che alla fanteria, la palude è inibita ai veicoli ruotati mentre i cingolati ne vengono rallentati, ecc.) e di un "potere speciale", spesso al limite della bizzarria. Per esempio, alcune unità aeree sono capaci di una sorta di attacco kamikaze che le porta a schiantarsi volontariamente sullo spazio della mappa occupato, danneggiandolo, non prima di aver paracadutato lo sventurato pilota, con la barra della salute a metà, lì accanto.
table1
Oltre ai mezzi e ai fanti impiegabili, i giocatori possono usufruire di edifici capaci di fornire risorse economiche, piuttosto che produrre nuove unità da combattimento. Visti in quest'ottica, essi si trasformano in obiettivi ambiti che possono essere conquistati, occupandoli con unità di fanteria, oppure inibiti, parcheggiandovi sopra un proprio veicolo. Oltre a basi ed aeroporti, sono inoltre presenti speciali quartieri generali in grado di attivare, ciclicamente, micidiali attacchi di massa come bombardamenti al napalm o attacchi aerei strategici.
Alcune unità, nella migliore scuola degli strategici, saranno disponibili da subito mentre molte altre potranno essere sbloccate un po' alla volta, procedendo con la campagna principale. Un'altra interessante opzione dagli evidenti risvolti strategici, inoltre, permette di interagire con il terreno, ad esempio "sfoltendo una foresta" a cannonate e rendendola attraversabile per i propri mezzi corazzati, oppure dando una ripassata alle città nemiche a suon di esplosivo e diminuendone le capacità produttive.
Unici nei nella quasi impeccabile implementazione tecnica di FC, che si avvale tra l'altro di un'eccellente colonna sonora e di un comparto effetti speciali davvero ragguardevole (meno bella la qualità recitativa delle voci di amici e nemici, ascoltate durante i briefing e ingame), sono una grafica non eccellente e un'IA dei nemici decisamente migliorabile.
Per quanto riguarda il primo aspetto, inutile nascondersi dietro un dito. In questo primo anno di vita gli sviluppatori PSP sono riusciti a dimostrare senza smentite che la piccola console è in grado di non sfigurare di fronte all'ormai vetusta cugina "da tavolo" PS2. In quest'ottica, i pixel e le texture un po' troppo tutte uguali e spesso imprecise di FC lasciano un po' perplesso chi, giocandolo, crede di trovarsi di fronte ancora una versione Beta del prodotto. Tra l'altro, ogni volta che si combatte, la telecamera scende impietosa a zoomare sulle unità impegnate, mostrando agli occhi dei giocatori più esigenti "rughe e smagliature" del motore grafico, senza possibilità di censura.
Quanto alla "stupidità artificiale" degli avversari nel gioco singolo, l'eccezione da muovere è che anche qui si sarebbe potuto istruire meglio i nostri nemici virtuali, impedendo loro di compiere imperdonabili leggerezze che tendono a renderci la vita, talvolta, davvero troppo facile.
La SOE si fa perdonare, però, quando, una volta terminata la comunque bella campagna in single player, si comincia a cimentarsi contro avversari in carne ed ossa. La molteplicità di opzioni del comparto multiplayer, infatti, è così vario e a tratti innovativo da meritarsi un box apposito di approfondimento.
Adatto per la sua gradualità ai principianti, così come ovviamente allo zoccolo duro dei giocatori appassionati di strategici che non aspettavano altro, FC riuscirà nell'intento di tenervi occupati per un sacco di tempo. Se si vuole tacere di qualche imperfezione comunque evitabile, ma non per questo imperdonabile, infatti, il gioco SOE sembra un'eccellente scusa per restarsene sotto l'ombrellone in compagnia della nostra PSP, invece di perdere tempo a rincorrere, con un racchettone di legno in mano, una pallina di gomma dura che sembra stregata!
Field Commander
8
Voto
Redazione
Field Commander
Strategici, ultima frontiera. Solo per i vostri occhi, ecco il resoconto dell'avventura di una software house blasonata, la SOE, capace di spingersi con il suo nuovo titolo strategico là dove nessuno sviluppatore per console portatili si era mai spinto prima. Qualcuno ha detto Advance Wars? Acqua ragazzi, non ci siamo. Il titolo uscito per la concorrente Nintendo DS, a confronto con la completezza di Field Commander, sembra davvero un "gioco da ragazzi". Ancora una volta PSP segna il suo primato nelle tascabili, regalandoci una perla più unica che rara che ci terrà incollati al suo compatto schermo a 16:9 per tanto, tanto tempo. Peccato che qualche pecca tecnica, superabile in un eventuale ed auspicabile seguito, non ci permetta d'assegnare al gioco il voto stellare che altrimenti avrebbe meritato.