Fifa 11

di Luca Gambino
We are 11. La novità maggiore, Fifa la evidenzia subito nel claim che da settimane spopola per tutto il web. Siamo in 11 ed é il caso di dirlo forte e chiaro. Si, perché quest'anno Electronic Arts riesce a far incastrare l'ultimo tassello rimasto fuori da decenni di produzioni calcistiche, permettendoci non solo di indossare i soliti scarpini chiodati, ma anche di infilare gli scomodi guanti dell'estremo difensore (e anche il caschetto, nel caso di Petr Cech). Un ruolo scomodo, difficile ma estremamente affascinante su cui EA Sports punta i riflettori per lanciare la sua annuale interpretazione del calcio elettronico. Sarebbe però ingiusto pensare che l'unica novità di Fifa 11 sia nella possibilità di poter giocare nei panni della colonna portante di qualsiasi squadra di rango. Un'analisi più profonda testimonia infatti il certosino lavoro fatto negli studi canadesi per affinare e smussare una formula di gioco che già da qualche anno si rivela vincente praticamente sotto (quasi) tutti i punti di vista.



E' indubbio però che dopo anni di programmazione incentrata sulle meccaniche d'attacco, a questo giro Electronic Arts abbia deciso di incentrare molte delle sue attenzioni sul versante difensivo che ora forse riesce a dare più armonia ed equilibrio a tutta la manovra di gioco, specialmente nei momenti più topici dell'azione. Merito non solo di una rivista intelligenza artificiale dell'intero comparto ma anche di qualche sapiente ritocco al sistema di passaggi, divenuto ora meno filoguidato e più incline a quegli errori tipici di una reale azione sul campo. Potenza e angolazione corretti saranno requisiti necessari, ora più che mai, per padroneggiare al meglio quella stessa ragnatela di passaggi che solo un anno fa erano gestiti con matematica precisione dal sistema, lasciando al giocatore la semplice pressione del tasto corretto. Nel frattempo i difensori avversari si sono fatti più arguti. Sanno anticipare le vostre mosse, chiudono meglio gli spazi e sembrano aver sviluppato un vero e proprio radar che gli permette di capire in anticipo la direzione dei vostri assist per reagire di conseguenza.

Lo sviluppo dell'azione, soprattutto nei livelli di difficoltà più elevato, si é fatto sicuramente più complicato e aperto a soluzioni meno pre-confezionate, a vantaggio di un giusto impegno da porre sul campo per scardinare le arcigne linee difensive avversarie. Sia chiara una cosa: nell'ottica di riprodurre al meglio una sensata e realistica simulazione calcistica, i valori espressi sul campo si differenziano da squadra a squadra, così da rendere più complicato saltare la linea di difesa del Real Madrid piuttosto che quella dell'Albinoleffe (Squadre e fatti realmente accaduti sono puramente casuali, ovviamente). Il comportamento sul campo dei difensori si é fatto sicuramente più veritiero con giocatori che preferiscono tergiversare piuttosto che gettarsi a peso morto sull'avversario con il rischio di essere lasciato sul posto e più in generale una linea di difesa che non segue compatta i movimenti avversari ma cercare di “leggere” sempre i possibili sviluppi del gioco per chiudere in anticipo i possibili spazi di manovra.




Detto così potrebbe sembrare che Fifa 11 sia un continuo “muro contro muro” svolto in un incessante rimpallo tra difesa e attacco ma ovviamente non é così. Passaggi filtranti, lanci smarcanti e più in generale l'incessante movimento delle punte saranno sempre armi a nostra disposizione per trovare la via del gol, ma di sicuro la pratica si é fatta un po' più complicata rispetto all'anno passato. Il nostro attacco infatti sembra risentire della migliorata disposizione della difesa avversaria e quei movimenti smarcanti e così tanto efficaci visti in Fifa 10 si sono tramutati in un più prudente giocare a ridosso della linea difensiva, senza azzardare troppi movimenti in profondità con il rischio di finire nella trappola del fuorigioco. Il tutto si traduce nella richiesta di una manovra meno lineare ma comunque fluida e costante nell'avvicinare la linea del centrocampo verso l'attacco, dal momento che la maggiore richiesta di impegno nel completare con sicurezza il passaggio verso il compagno richiede anche verosimilmente di diminuire la distanza tra i giocatori.

A questo dobbiamo aggiungere anche un rinnovato set di interventi da parte dell'estremo difensore, mai attento come questa volta. Al solito corredo di tuffi di varia natura, la cui efficacia é stata sicuramente rafforzata, si segnala anche un raffinamento delle tecniche di uscita a chiudere lo specchio della porta che portano ad un nuovo livello il concetto di portiere all'interno di un titolo calcistico. Ovviamente anche in questo caso si segnalano naturali svarioni e situazioni lontane dalla perfezione ma comunque il tutto sembra essere coerente con una casistica quantomeno veritiera.

Sarà però la corretta disposizione in campo dei giocatori e il giusto amalgama tra di loro a fare la vera differenza in termini pratici. Una lezione che Electronic Arts ha probabilmente imparato da Ultimate Team, l'espansione che segue da ormai due anni le uscite di Fifa, dove la creazione del proprio Dream Team passa soprattutto nel saper affiancare nel modo più corretto possibile le caratteristiche peculiari di ogni singolo elemento. Un concetto che in questo caso viene amplificato dal “Personality +”, un sistema sviluppato grazie al network di oltre 1700 osservatori di cui si serve Electronic Arts che hanno seguito i giocatori più rappresentativi di ogni squadra per carpire non solo le qualità tecniche di ognuno di loro, ma anche per scavare più a fondo nel loro carattere e tirare fuori quei valori che possono fare realmente differenza sul campo, al di là del talento e della preparazione tecnica. “Palle” le chiamerebbe qualcuno. Sta di fatto però che le impressioni avute sul campo sono quelle di un lavoro svolto con minuzia, lasciando da parte nomi altisonanti per concentrarsi maggiormente sulla “ciccia” per trasporre in freddi numeri la natura del calciatore-uomo.

Prendere il comando degli undici sul campo non é mai stato così divertente e appagante, con un sistema di controllo a 360 gradi perfettamente modellato nelle vostre mani. Potenza e controllo a portata di bottoni, trigger, levette e bumper. Anche se una volta preso in mano il pad ci si troverà come a casa, dal momento che i movimenti di base non saranno cambiati, una volta in campo capirete quanto il gameplay si sia raffinato rendendovi più partecipi e responsabili di quanto riprodotto sullo schermo. Dai passaggi, ai dribbling, ai tiri in porta, tutto sarà più legato al vostro operato e meno a impostazioni precalcolate del sistema. Un operato messo a dura prova anche da una rinnovata intelligenza artificiale avversaria il cui gioco sul campo si dimostra ora meno "scolastico" lasciandosi spesso andare ad azioni travolgenti e prove di tecnica individuale spettacolari ed efficaci al contempo.