Fifa 2004
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Anche quest'anno, la Ea ci delizia con la sua serie calcistica, una delle più longeve di tutto il panorama videoludico. Per l'occasione qualcosa è cambiato: con dieci candeline da spegnere (il primo Fifa risale al lontano 1994) e una modalità multiplayer che gioca le sue carte sul gioco online, i programmatori tentano il tutto per tutto sfoderando le loro carte migliori. Il risultato finale? Leggete con noi.
I meriti a chi spettano.
Pargola di una concezione calcistica incentrata più sulla spettacolarità che sul rigore agonistico, la serie Fifa si è sempre concessa numerose lacune a livello di gameplay in nome di una marcata componente arcade, tutt'altro che realistica, che via via ha cercato di spostare il baricentro su quest'ultimo indirizzo, in modo molto discutibile. I giorni in cui giocatori tecnicamente poco dotati quali Gattuso riuscivano a involarsi in fascia più veloci del Garrincha dei tempi d'oro sono finiti: consci che per regalare emozioni forti la via da seguire è quella simulativa, Fifa ancora una volta tenta il passo verso questa filosofia di gioco, ma mentre il caro PES fa passi da gigante, il gioco EA inciampa sui suoi stessi errori, proponendo tanta carne al fuoco ma mal cotta, senza rigirare e quindi migliorare la parte bruciacchiata, e tirandosi quindi dietro problematiche che han visto luce secoli or sono e che ancora trovano posto d'onore in questo "nonsoquantesimo" capitolo. Il risultato appare ancora troppo altalenante, e le aspirazioni dei programmatori troppo ambiziose.
Un passo avanti comunque c'è stato. La strada per migliorarsi, hanno pensato i programmatori, è quella di aggiungere nuove "soluzioni" in campo, prima tra tutte la possibilità di poter controllare un giocatore privo di palla, smarcarlo, quindi effettuare l'azione più consona (sistema Off the Ball). Un modo come un altro per movimentare un'azione troppo monotona e scontata di gioco, ma che d'altra parte non trova semplice attuazione specie nelle situazioni più complicate. Un punticino comunque a favore: palla al centro e si riparte.
Gameplay e derivati.
Ha dieci anni, e non li porta nemmeno bene: parliamo di un gioco che ha dovuto cambiare in corsa il suo orientamento arcade e puntare su alcune velleità simulative, ma per qualcosa degno di nota dovremo aspettare che spenga ancora altre candeline. La nostra allusione è indirizzata principalmente al gameplay di Fifa: a conti fatti, è vero che già dovendo chiudere un occhio per un azione di gioco lenta, a tratti stagnante, macchinosa e incapace di ricreare assolutamente le azioni del calcio reale, risulta ancora più difficile chiuderlo per una giocabilità che mostra numerose altre lacune. In campo, di tutti gli automatismi che in giochi quali PES sono oliati a puntino, qua non si trova traccia: ne derivano squadre dalla tutt'altro che chiara fisionomia e incapaci di proporre una buona fluidità di manovra. Questo per via della scarsa IA, con giocatori che non attaccano gli spazi, non si sovrappongono nelle fasce e che non riescono a togliere punti di riferimento alle difese avversarie che d'altra parte, sono quasi sempre efficientissime e non ballano mai, nemmeno di fronte alle rapidissime trame di prima. Quel che più pesa è la mancanza di una piena padronanza del giocatore, si aggiunge poi un sistema di passaggi impreciso ed inefficace dove le verticalizzazioni si rivelano utopia per il 98% dei casi e facili prede dei difensori. La lentezza dei giocatori e la difficoltà dei passaggi in verticale causa lunghe ed estenuanti fasi "a flipper" caratterizzate da passaggi in orizzontale, roba da far impallidire anche le partite di calcio a 5. L'intelligenza artificiale dei giocatori gestiti dalla cpu rasenta il drammatico, con colossali dormite ai livelli di difficoltà inferiori e reti di passaggi stucchevoli ai livelli superiori. In generale traspare una ripetitività e una monotonia estesa a tutti i tipi di azione.
Anche dal punto di vista tecnico il risultato non è certo edificante. I giocatori pur proponendo texture discrete, difettano per numero di poligoni. Inoltre è doveroso dire che apparentemente le facce dei calciatori sono somiglianti, ma male assemblate. È come se avessero staccato la pelle facciale dai vari giocatori e l'avessero riattaccata su strutture poligonali scarne e mal rifinite: come risultato si hanno facce troppo schiacciate, con pochi rilievi, strutture poligonali ellissoidali con appiccicate le figurine dei nostri beniamini.