Final Fantasy
di
E pensare che doveva essere la Fantasia Finale...
Piaccia o no, Final Fantasy ha, e sempre avrà, un ruolo di rilievo nella storia dei videogame. Nato nel 1987 dalla fervida mente di Hironobu Sakaguchi, si narra, con toni quasi da leggenda, che dovesse essere l'ultimo tentativo di far successo della Square, software house all'epoca a rischio di chiusura. Ma accadde qualcosa che nessuno poteva prevedere. L'allora NES della Nintendo divenne fertilissimo terreno per il nuovo gioco, che vendette un tale numero di copie capace non solo di mettere a posto i conti della Square, ma di dare l'impulso alla progettazione di altri capitoli, per formare quella che dopo qualche anno si delineava già come una delle saghe ludiche più estese di tutti i tempi. Ed eccoci qui, a festeggiare il ventennale di un universo che ha fatto sognare milioni di giocatori, capace di partorire decine di seguiti e spin-off, senza contare film, fumetti e quant'altro si possa immaginare tra gadget e simili.
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Comprensibilmente, nonostante gli ottimi sequel arrivati sul mercato, il primo episodio continua ad avere un forte appeal sul pubblico, se non altro in quanto iniziale mattone su cui tutto si é costruito. Dopo aver spopolato su NES, é stato riproposto su diverse piattaforme, sempre con discreti esiti. Ed appunto per il ventesimo anniversario, caduto nell'anno appena passato, Square Enix ha deciso di dare nuova vita a Final Fantasy e Final Fantasy II, portandoli su PSP, con l'intento di riproporre lo stesso fascino dell'epoca affiancato da una nuova veste tecnica, resa possibile dalle capacità hardware della console portatile Sony. Analizziamo in questa sede il remake del primo titolo, dove appunto alle stesse meccaniche di gioco di un tempo, fa da cornice una nuova grafica. Basterà questo a far rivivere una favola nata vent'anni or sono?
“Quando l'oscurità avvolgerà il mondo...”
Nel regno di Coneria, pace e tranquillità non sono più di casa. Complice la scomparsa dei quattro cristalli magici che gestivano il potere degli elementi, Terra, Acqua, Fuoco e Vento, il male serpeggia ovunque, al punto che il terribile Garland é riuscito a rapire la principessa Sarah, gettando nel panico tanto la popolazione quando la famiglia reale. Ben poco leniscono il dolore le parole del saggio Lukhan, che profetizzano l'arrivo dei quattro Guerrieri della Luce, eroi capaci di sconfiggere il male dilagante che si stagliava ormai su tutto il mondo. Ma un giorno, l'arrivo di quattro giovani con in mano i cristalli degli elementi e pronti a cercare la principessa a rischio della propria vita, riaccese la fiamma della speranza in ogni abitante di Coneria. Forse era ancora tempo di credere alle leggende. Ecco dunque il prologo che ci porterà a vivere un'avventura tra magia e duelli in punta di spada, tra foreste e deserti, tra oceani e lande ghiacciate. Certo, non serve un fine intenditore per capire che la trama, vista oggi, é quanto di più trito sia mai apparso sui nostri schermi, tra disgrazie incombenti, premonizioni, eroi e principesse da salvare. Trito, certo, ma non ci si deve scordare l'anno di “fabbricazione”. Da segnalare anche che, a differenza di tutti gli altri giochi della serie, i protagonisti saranno “anonimi”: a noi starà sceglierne nome e mestiere, decisione da un lato favorevole alla libertà di strategia e interpretazione del gioco, ma dall'altro limitante per la storia, dove i personaggi giocanti, forzatamente non godono di background di rilievo, come invece in seguito Square si preoccuperà sempre di fare.
Quasi inutile ricordare che ci troviamo di fronte ad un jrpg, dove di volta in volta dovremo esplorare differenti location per raggiungere il nostro obbiettivo. Potremo muoverci sia sulla mappa del mondo, che scendere nel particolare di città, dungeon ed edifici, quando ne troveremo di visitabili. A renderci la ricerca più complicata, saranno i combattimenti, inseriti nel più classico dei metodi “random”. Senza particolari riferimenti, verremo di volta in volta attaccati dai nemici più disparati, che cercheremo di mettere fuori combattimento in schermate apposite, dove lotteremo con un rigido sistema a turni. Di volta in volta dovremo decidere che azione far compiere ad ognuno dei quattro Guerrieri della Luce, scegliendo tra attacchi con le armi, l'uso della magia o degli oggetti e, in casi estremi, la poco dignitosa (ma pur sempre utile) fuga. Vincendo, aumenteremo di livello, con parallela crescita automatica delle varie statistiche; forza, magia e simili parametri. A nostra discrezione, sarà unicamente selezionabile la classe di ogni combattente, decisione da prendere a inizio della partita, dove potremo scegliere tra guerrieri, ladri, monaci, maghi bianchi (dediti alla magia difensiva), maghi neri (addestrati ad incantesimi offensivi) e maghi rossi (un compromesso tra i due precedenti). Andando avanti, ogni classe potrà evolversi, ma scegliere oculatamente sin dalle prime battute, sarà importante per non trovarsi in futuro con un party poco equilibrato.
“...quattro Guerrieri della Luce appariranno...”
Lo schermo della PSP funge da vera e propria lente, con la quale possiamo osservare Final Fantasy sotto una nuova luce. Il lavoro di “upgrade” grafico é ben visibile e salta subito agli occhi, grazie a una maggiore cura nei dettagli e a un rifacimento degli sprite, ad oggi decisamente più profondi e godibili. Sia chiaro, la console portatile Sony ci ha sicuramente abituato a rese migliori, ma non era questo il caso dove si dovevano spreme appieno le capacità hardware della PSP. Visto che stiamo parlando di un remake, appositamente programmato per festeggiare i vent'anni del gioco, si é evidentemente cercato di puntare ad un equilibrio tra nuove possibilità tecniche e mantenimento dello stile storico. Il risultato appare effettivamente piacevole, strizzando l'occhio ai fan di vecchia data e ammorbidendo i contorni di quel che oggi sarebbe apparso troppo spigoloso. Peccato perché in alcune situazioni, soprattutto la mappa del mondo, qualche ulteriore abbellimento sarebbe stato gradito. Ineccepibile invece il lavoro fatto da zero per creare i filmati che in alcune occasioni avremo la gioia di vedere, ben fatti e indubbiamente studiati tenendo ben sott'occhio i disegni originali, al punto da integrarli con l'opera del 1987 senza farli essere mai fuori luogo. Impossibile lesinare lodi per l'impianto sonoro, saggiamente remixato in modo da aggiornare le tracce originali senza stravolgerle, cosa che rende merito al geniale compositore Nobuo Uematsu che, all'epoca, creò musiche e temi ancora oggi amati in tutto il mondo. Gli effetti audio non sembrano invece aver goduto di altrettanto lavoro, ricordandoci talvolta la data in cui furono originariamente creati. Nota di demerito per la traduzione, presente unicamente in lingua inglese e (per i nippofili più irriducibili) in giapponese. Non che il mercato italiano dei jrpg offra sempre prodotti tradotti ma, in questo caso, il difetto acquista importanza in quanto la versione uscita tempo fa per Game Boy Advance, non solo racchiudeva in un'unica cartuccia Final Fantasy e Final Fantasy II, ma li proponeva anche interamente tradotti, sebbene con le dovute limitazioni tecniche.
“Final Fantasy it consumes my life...”
Punti focali della situazione, diventano irrimediabilmente gameplay e longevità. Immutato negli anni, abbiamo uno stile di gioco che racchiude quanto di più tradizionale ci si possa attendere da un jrpg. Un difetto? Chi sconosce la serie che stiamo prendendo in esame, non può non saperne le basi, e chi ha intenzione di accostarvisi solo ora, deve tenere bene a mente che nulla di più classico può esservi, rispetto ai giochi di ruolo di stampo giapponese. Con l'acqua che é passata sotto i ponti del mondo dei videogame, molti potrebbero trovare il titolo troppo lineare e alla lunga ripetitivo, non tanto per la poca bontà dell'impianto ludico, ma più per la perenne sensazione di assistere a qualcosa di già visto. Fulcro del tutto é ricordarsi quel che Square Enix si é imposta di fare con questa produzione: celebrare la genesi di un mito. Operazione riuscita? Per chi ama Final Fantasy, la risposta non può che essere un “si”, mantenendo un certo riserbo per alcuni fattori di cui abbiamo parlato nelle righe sopra, che potevano essere impreziositi maggiormente. Il giocatore “moderno” dovrà invece tenere ben presente che Final Fantasy rappresenta un pezzo di storia videoludica, nel bene e nel male. La sfida é sempre attuale, ma gli scontri casuali, anche se paiono lievemente diminuiti rispetto alcune situazioni dell'originale, in taluni casi risultano frustranti. Vedere però come ancora ad oggi sia gradevole la cura per i particolari e l'attenzione infusi all'epoca, é quantomeno affascinante. Allo stato attuale, questa edizione di Final Fantasy rappresenta una valida occasione per leggere ( o rileggere) la pagina iniziale di una grande epopea. A voi decidere se volerla vivere...
Piaccia o no, Final Fantasy ha, e sempre avrà, un ruolo di rilievo nella storia dei videogame. Nato nel 1987 dalla fervida mente di Hironobu Sakaguchi, si narra, con toni quasi da leggenda, che dovesse essere l'ultimo tentativo di far successo della Square, software house all'epoca a rischio di chiusura. Ma accadde qualcosa che nessuno poteva prevedere. L'allora NES della Nintendo divenne fertilissimo terreno per il nuovo gioco, che vendette un tale numero di copie capace non solo di mettere a posto i conti della Square, ma di dare l'impulso alla progettazione di altri capitoli, per formare quella che dopo qualche anno si delineava già come una delle saghe ludiche più estese di tutti i tempi. Ed eccoci qui, a festeggiare il ventennale di un universo che ha fatto sognare milioni di giocatori, capace di partorire decine di seguiti e spin-off, senza contare film, fumetti e quant'altro si possa immaginare tra gadget e simili.
Comprensibilmente, nonostante gli ottimi sequel arrivati sul mercato, il primo episodio continua ad avere un forte appeal sul pubblico, se non altro in quanto iniziale mattone su cui tutto si é costruito. Dopo aver spopolato su NES, é stato riproposto su diverse piattaforme, sempre con discreti esiti. Ed appunto per il ventesimo anniversario, caduto nell'anno appena passato, Square Enix ha deciso di dare nuova vita a Final Fantasy e Final Fantasy II, portandoli su PSP, con l'intento di riproporre lo stesso fascino dell'epoca affiancato da una nuova veste tecnica, resa possibile dalle capacità hardware della console portatile Sony. Analizziamo in questa sede il remake del primo titolo, dove appunto alle stesse meccaniche di gioco di un tempo, fa da cornice una nuova grafica. Basterà questo a far rivivere una favola nata vent'anni or sono?
“Quando l'oscurità avvolgerà il mondo...”
Nel regno di Coneria, pace e tranquillità non sono più di casa. Complice la scomparsa dei quattro cristalli magici che gestivano il potere degli elementi, Terra, Acqua, Fuoco e Vento, il male serpeggia ovunque, al punto che il terribile Garland é riuscito a rapire la principessa Sarah, gettando nel panico tanto la popolazione quando la famiglia reale. Ben poco leniscono il dolore le parole del saggio Lukhan, che profetizzano l'arrivo dei quattro Guerrieri della Luce, eroi capaci di sconfiggere il male dilagante che si stagliava ormai su tutto il mondo. Ma un giorno, l'arrivo di quattro giovani con in mano i cristalli degli elementi e pronti a cercare la principessa a rischio della propria vita, riaccese la fiamma della speranza in ogni abitante di Coneria. Forse era ancora tempo di credere alle leggende. Ecco dunque il prologo che ci porterà a vivere un'avventura tra magia e duelli in punta di spada, tra foreste e deserti, tra oceani e lande ghiacciate. Certo, non serve un fine intenditore per capire che la trama, vista oggi, é quanto di più trito sia mai apparso sui nostri schermi, tra disgrazie incombenti, premonizioni, eroi e principesse da salvare. Trito, certo, ma non ci si deve scordare l'anno di “fabbricazione”. Da segnalare anche che, a differenza di tutti gli altri giochi della serie, i protagonisti saranno “anonimi”: a noi starà sceglierne nome e mestiere, decisione da un lato favorevole alla libertà di strategia e interpretazione del gioco, ma dall'altro limitante per la storia, dove i personaggi giocanti, forzatamente non godono di background di rilievo, come invece in seguito Square si preoccuperà sempre di fare.
Quasi inutile ricordare che ci troviamo di fronte ad un jrpg, dove di volta in volta dovremo esplorare differenti location per raggiungere il nostro obbiettivo. Potremo muoverci sia sulla mappa del mondo, che scendere nel particolare di città, dungeon ed edifici, quando ne troveremo di visitabili. A renderci la ricerca più complicata, saranno i combattimenti, inseriti nel più classico dei metodi “random”. Senza particolari riferimenti, verremo di volta in volta attaccati dai nemici più disparati, che cercheremo di mettere fuori combattimento in schermate apposite, dove lotteremo con un rigido sistema a turni. Di volta in volta dovremo decidere che azione far compiere ad ognuno dei quattro Guerrieri della Luce, scegliendo tra attacchi con le armi, l'uso della magia o degli oggetti e, in casi estremi, la poco dignitosa (ma pur sempre utile) fuga. Vincendo, aumenteremo di livello, con parallela crescita automatica delle varie statistiche; forza, magia e simili parametri. A nostra discrezione, sarà unicamente selezionabile la classe di ogni combattente, decisione da prendere a inizio della partita, dove potremo scegliere tra guerrieri, ladri, monaci, maghi bianchi (dediti alla magia difensiva), maghi neri (addestrati ad incantesimi offensivi) e maghi rossi (un compromesso tra i due precedenti). Andando avanti, ogni classe potrà evolversi, ma scegliere oculatamente sin dalle prime battute, sarà importante per non trovarsi in futuro con un party poco equilibrato.
“...quattro Guerrieri della Luce appariranno...”
Lo schermo della PSP funge da vera e propria lente, con la quale possiamo osservare Final Fantasy sotto una nuova luce. Il lavoro di “upgrade” grafico é ben visibile e salta subito agli occhi, grazie a una maggiore cura nei dettagli e a un rifacimento degli sprite, ad oggi decisamente più profondi e godibili. Sia chiaro, la console portatile Sony ci ha sicuramente abituato a rese migliori, ma non era questo il caso dove si dovevano spreme appieno le capacità hardware della PSP. Visto che stiamo parlando di un remake, appositamente programmato per festeggiare i vent'anni del gioco, si é evidentemente cercato di puntare ad un equilibrio tra nuove possibilità tecniche e mantenimento dello stile storico. Il risultato appare effettivamente piacevole, strizzando l'occhio ai fan di vecchia data e ammorbidendo i contorni di quel che oggi sarebbe apparso troppo spigoloso. Peccato perché in alcune situazioni, soprattutto la mappa del mondo, qualche ulteriore abbellimento sarebbe stato gradito. Ineccepibile invece il lavoro fatto da zero per creare i filmati che in alcune occasioni avremo la gioia di vedere, ben fatti e indubbiamente studiati tenendo ben sott'occhio i disegni originali, al punto da integrarli con l'opera del 1987 senza farli essere mai fuori luogo. Impossibile lesinare lodi per l'impianto sonoro, saggiamente remixato in modo da aggiornare le tracce originali senza stravolgerle, cosa che rende merito al geniale compositore Nobuo Uematsu che, all'epoca, creò musiche e temi ancora oggi amati in tutto il mondo. Gli effetti audio non sembrano invece aver goduto di altrettanto lavoro, ricordandoci talvolta la data in cui furono originariamente creati. Nota di demerito per la traduzione, presente unicamente in lingua inglese e (per i nippofili più irriducibili) in giapponese. Non che il mercato italiano dei jrpg offra sempre prodotti tradotti ma, in questo caso, il difetto acquista importanza in quanto la versione uscita tempo fa per Game Boy Advance, non solo racchiudeva in un'unica cartuccia Final Fantasy e Final Fantasy II, ma li proponeva anche interamente tradotti, sebbene con le dovute limitazioni tecniche.
“Final Fantasy it consumes my life...”
Punti focali della situazione, diventano irrimediabilmente gameplay e longevità. Immutato negli anni, abbiamo uno stile di gioco che racchiude quanto di più tradizionale ci si possa attendere da un jrpg. Un difetto? Chi sconosce la serie che stiamo prendendo in esame, non può non saperne le basi, e chi ha intenzione di accostarvisi solo ora, deve tenere bene a mente che nulla di più classico può esservi, rispetto ai giochi di ruolo di stampo giapponese. Con l'acqua che é passata sotto i ponti del mondo dei videogame, molti potrebbero trovare il titolo troppo lineare e alla lunga ripetitivo, non tanto per la poca bontà dell'impianto ludico, ma più per la perenne sensazione di assistere a qualcosa di già visto. Fulcro del tutto é ricordarsi quel che Square Enix si é imposta di fare con questa produzione: celebrare la genesi di un mito. Operazione riuscita? Per chi ama Final Fantasy, la risposta non può che essere un “si”, mantenendo un certo riserbo per alcuni fattori di cui abbiamo parlato nelle righe sopra, che potevano essere impreziositi maggiormente. Il giocatore “moderno” dovrà invece tenere ben presente che Final Fantasy rappresenta un pezzo di storia videoludica, nel bene e nel male. La sfida é sempre attuale, ma gli scontri casuali, anche se paiono lievemente diminuiti rispetto alcune situazioni dell'originale, in taluni casi risultano frustranti. Vedere però come ancora ad oggi sia gradevole la cura per i particolari e l'attenzione infusi all'epoca, é quantomeno affascinante. Allo stato attuale, questa edizione di Final Fantasy rappresenta una valida occasione per leggere ( o rileggere) la pagina iniziale di una grande epopea. A voi decidere se volerla vivere...