Final Fantasy IV

di Fabio Fundoni
Due schermi e tre dimensioni

Dopo anni d'onorata produzione, il nome di Final Fantasy é ormai considerato dal grande pubblico come un vero e proprio sinonimo del genere dei giochi di ruolo di stampo giapponese. Mentre il mondo legato ai videogame é in fibrillazione per l'attesa del prossimo Final Fantasy XIII, Square-Enix continua nella suo progetto parallelo volto a riproporre al nuovo mercato i titoli che hanno saputo creare la leggenda del suo franchise più famoso. Oltre al produrre versioni legate ai canoni dei primi capitoli usciti su Nintendo NES e Super Famicom, dopo la riedizione di Final Fantasy III su Nintendo DS, anche Final Fantasy IV rinnova i suoi fasti approdando alla piccola console dotata di due schermi, sfruttandone l'hardware capace di gestire una piacevole grafica in tre dimensioni.

L'occasione si presenta ghiotta, sia per chi non ha mai potuto provare il titolo (il cui esordio porta la data del 1991), sia per coloro che tanto hanno amato la avventure dei protagonisti, da volerle rivivere in una nuova veste e con diverse piacevoli novità. Un “semplice” esponente della serie? Non solo, il gioco é ricordato da molti per essere il primo esemplare del nobile marchio a portare con se alcuni dei tratti distintivi che ne hanno fatto la fortuna.



Dopo trame decisamente sotto tono e personaggi altrettanto abbozzati, per la prima volta l'intreccio narrativo godeva di un ruolo di primaria importanza, dove i protagonisti recitavano la loro parte, in seguito a un sostanzioso lavoro di caratterizzazione in grado di donare ad ognuno di loro una personalità più o meno complessa, non più “manichini” da gestire a proprio piacimento tra un job e l'altro, ma esseri dotati quasi di vita propria, capaci di suscitare nel giocatore reazioni di simpatia, ammirazione o persino odio, con una interazione sempre presente, ma votata in primis a scoprire l'evoluzione delle avventure dei nostri eroi.

Il cielo sul regno di Baron é limpido, ma lo stesso non si può dire dell'animo di Cecil, capitano del glorioso esercito delle Ali Rosse ricoperto da una oscura armatura. Mentre l'aeronave costruita dal geniale Cid sta solcando la volta celeste sulla via del ritorno a casa, Cecil e i suoi soldati, , orgoglio di Baron e fedeli al Re sino alla morte, non possono fare a meno che constatare quanto sia cambiato il loro signore, un tempo giusto e leale con tutti e adesso pronto a mandare le proprie milizie a devastare villaggi di innocenti in nome della ricerca dei cristalli elementari. Il legame con il proprio sovrano é tanto forte da convincere il giovane comandante ad eseguire anche ordini così ingloriosi, ma una volta sceso a terra, non riesce a trattenersi dal chiedere spiegazioni di questa ferocia apparentemente immotivata allo stesso monarca.

Il Re di Baron non sembra però aver intenzione di dare spiegazioni a nessuno, nemmeno a Cecil, allevato sin dalla tenera età lui stesso. In risposta alle proteste, il guerriero viene così allontanato dalla capitale con la scusa di portare un anello magico nel vicino paese di Mist accompagnato da Cain, suo amico fraterno e capitano del corpo armato dei dragoni. Il compito si rivela però ben peggiore rispetto alla missione di secondaria importanza che pareva essere: giunti a destinazione, l'anello sprigiona una magia in grado di uccidere e devastare gran parte di Mist, lasciando nei due combattenti la consapevolezza che il re che tanto avevano rispettato ed ammirato, ha lasciato il posto ad una personalità malvagia.

Con un peso insopportabile nel cuore, entrambi giurano di fare chiarezza sull'accaduto, a partire dall'arrivo a corte di Golbez, indecifrabile personaggio che ha saputo ritagliarsi un posto di spicco tra le fila degli uomini di “fiducia” di Baron, e per farlo, ripartono da Mist assieme Rydia, giovanissima ragazza rimasta organa proprio a causa della loro involontaria strage. Inizia così un'epica avventura fatta di colpi di scena e combattimenti, dove Cecil scoprirà la verità sul suo passato, in un turbine di accadimenti che si dipaneranno tra amicizie, amore, tradimenti e la ricerca di se stesso.


Il futuro ha un cuore antico

La nuova incarnazione di Final Fantasy IV porta in dote una “medaglia” che, come spesso accade, é composta da due facce diverse tra loro, ma non per quanto incompatibili. Se da un lato fa bella mostra di se un comparto tecnico che spreme il Nintendo Ds come pochi altri titoli, dall'altro un gameplay più che classico continua a essere il cemento su cui si regge tutta l'esperienza ludica in questione. Come vuole la tradizione del genere, saremo chiamati a guidare Cecil lungo la strada che lo porterà al fatidico momento in cui tutti i nodi verranno al pettine, muovendoci per la mappa del mondo e passando a visuali più ravvicinate nei momenti in cui entreremo in città o altri luoghi di particolare importanza.

Sempre nella mappa e nei dungeon, sarà il momento di sfoderare le armi per sconfiggere i nemici di turno, rigorosamente presenti con il cliché degli scontri casuali, quindi non visibili a schermo ma possibili in qualsiasi momento dell'esplorazione. Le battaglie si svolgeranno grazie all'ormai famoso sistema denominato Active Time Battle, in cui ogni personaggio in campo (potremo schierare sino ad un massimo di 5 elementi nel nostro party, da suddividere tra prima e seconda linea) avrà una barra che si riempirà con il passare del tempo la quale, una volta colmata, permetterà di eseguire un'azione. A questo punto, si dovrà decidere se attaccare, difendersi, sfruttare i poteri magici, fuggire, usare qualche oggetto o affidarsi alle proprie abilità speciali. E' proprio su questo fattore che si costruisce la novità più strategica messa in campo dal team di sviluppo, inserendovi le cosiddette “sublimazioni”.

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Oltre alle skill di ogni singolo, in particolari momenti della storia sarà possibile ricevere queste sublimazioni, cioé la capacità di assegnare ad uno e uno solo dei membri del proprio gruppo, la mossa distintiva di un compagno. La questione non é un fattore di mera scelta, ma va a ricoprire una situazione di discreta natura tattico-strategica, poiché avere Cecil, ad esempio, in grado di unire la capacità contrattaccare, cantare inni bardici o cos'altro, darà vita a combinazioni che, se studiate con la dovuta attenzione, potranno donarci notevoli vantaggi.

Mentre si prosegue nella ricerca della verità legata a Golbez, si rimane letteralmente rapiti dalla nuova veste grafica che in casa Square-Enix hanno saputo dare a Final Fantasy IV. Se già ci eravamo piacevolmente sorpresi dei risultati raggiunti con Final Fantasy III, adesso il motore grafico é stato ulteriormente sfruttato, non solo per quanto riguarda l'impatto visivo, ma anche per quel che concerne l'ottimizzazione che, tolto qualche poligono “ballerino”, non mostra rallentamenti di sorta e offre caricamenti rapidi tra le varie zone visitabili.

Qualcuno potrebbe storcere il naso davanti alla scelta di rappresentare i protagonisti con fattezze super deformed, ma anche non amando il genere, resta difficile muovere altre critiche al lavoro svolto. Se l'occhio vuole la sua parte (e la riceve in maniera “ottima e abbondante”), non é sicuramente da meno l'audio che, come era logico attendersi, gode di pregevoli riarrangiamenti dei temi musicali originali creati da Nobuo Uematsu, sempre capaci di instillare nel giocatore la giusta emozione per ogni situazione. Riserviamo un plauso particolare anche per il doppiaggio, presente in diversi intermezzi e realizzato in inglese (con sottotitoli in italiano, come in tutto il gioco), dando un risultato piacevole, grazie alle voci azzeccate per ogni personaggio.

Un'evocazione per amico

Ma del Nintendo DS non si sono sfruttate solo le capacità tecniche, si é anche trovata un'ottima soluzione per l'uso dei sue schermi, dove quello superiore mostrerà il vero e proprio gioco, mentre quello inferiore ci permetterà di tenere costantemente sott'occhio la mappa, mentre in battaglia ci mostrerà lo status del nostro party. Il touch screen permette di navigare nei menù e soprattutto muove il personaggio, il quale, ricordiamo, ogni qual volta avrà completato l'esplorazione di un'area, riceverà oggetti più o meno preziosi in regalo. Non sono finite qui le novità: interessante passatempo é rappresentata da Pochka, simpatica evocazione richiamabile in battaglia da Rydia, solo che a differenza delle classiche invocazioni, Pochka sarà completamente customizzabile a nostro piacimento, grazie a determinate aree contrassegnate da un chocobo in sovrappeso (per chi non lo sapesse, i chocobo sono enormi gallinacci dell'universo di Final Fantasy, dove svolgo un ruolo simile a quello dei nostri cavalli).

Se queste locazioni permettono di accedere a bonus particolari come la visualizzazione del bestiario o l'ascolto della colonna sonora (anche a console spenta), le si può usare anche per accedere alla gestione del nostro piccolo amico, che potremo modellare come meglio vorremo, a partire dal nome sino ad arrivare all'aspetto visivo, grazie all'apposita schermata in cui disegneremo di nostro pugno, con lo stilo del DS, le fattezze di Pochka. Oltre al mero aspetto estetico, per far diventare forte il nostro amico, dovremo sottoporci ad alcuni minigiochi, molto simili a quelli che hanno reso famosi brand come Brain Training, tra sfide di concentrazione, matematica e simili. Certo, far diventare il nostro beniamino realmente competitivo in battaglia richiede grande impegno, ma potremo sempre usarlo per sfidare i Pochka dei nostri amici, grazie alla modalità multiplayer in wireless presente nella cartuccia, opzione non divertentissima ma comunque capace di farci passare qualche ora spensierata, a patto che ogni giocatore possegga un Nintendo DS e una propria cartuccia di gioco.

La trama di Final Fantasy IV, vive a cavallo tra una buona cura infusa nella creazione degli intrecci narrativi e il naturale invecchiamento che, dopo ben 17 anni dal suo esordio, hanno inevitabilmente subito alcuni suoi fattori. Certo, forse diversi passaggi ci sembreranno triti e ritriti, ricordandoci decine di altre produzioni, ma non bisogna mai dimenticare che, contestualizzando il prodotto nella sua reale data d'uscita, non ci troviamo davanti a difetti veri e propri, ma a parti integranti del DNA stesso del gioco. In ogni caso, la bellezza dei personaggi e la voglia di vedere come proseguirà il peregrinare di Cecil, mantiene continuamente alto lo stimolo ad andare avanti.

D'altro canto la longevità é più che buona, come da sempre in tutti i capitoli della serie, visto che sarà possibile arrivare alle battute conclusive della storia in diverse decine di ore, senza contare le tante altre occasioni di divertimento per chi vorrà esplorare a dovere tutto il mondo disponibile o cimentarsi con le novità inserite di cui parlavamo poco sopra. Nell'altalena tra il voler riproporre la magia di un gioco che ha fatto scuola e cercare di presentarlo al meglio delle attuali tecnologie portatili, Final Fantasy IV raggiunge un punto elevatissimo nel mischiare entrambi i fattori, rendendosi appetibile sia a chi ha già potuto giocarlo in passato in altre edizioni, sia a chi ha conosciuto il mondo dei jrpg in tempi più recenti. Se invece siete tra coloro che non hanno mai amato il genere... forse potrebbe venirvi la curiosità di provare il Final Fantasy che tanto slancio ha saputo dare a una delle saghe più fortunate del l'universo dei videogame. E in questa sua nuova incarnazione, lo vedreste bello e affascinante come non mai.