Final Fantasy: the 4 Heroes of Light

di Fabio Fundoni
Eravamo quattro amici...
Torna Final Fantasy e lo fa su Nintendo DS, dove ormai le apparizioni della saga si contano con il pallottoliere. Nuovamente al timone il team Matrix, già visto all'opera nei sontuosi remake del terzo e del quarto capitolo della serie, sempre sulla console portatile Nintendo. I Matrix hanno avuto però l'occasione per provare nuovamente a dare maggior sfogo alle proprie idee, grazie allo sviluppo di Final Fantasy: The 4 Heroes of Light, nuovo spin-off che vede adottare un canone estremamente tradizionale, pescando direttamente dalla formula dei primissimi JRPG. Trama quasi nulla, personaggi ai limiti dell'anonimato, ma un mondo da esplorare con accanto il meccanismo basato su combattimenti casuali e battaglie a turni, tra dungeon e cittadine di vario tipo, naturalmente con una impostazione fantasy classica.



Ecco qui The 4 Heroes of Light che ci vedrà prendere la guida del giovane protagonista (con tanto di nome preimpostato o editabile come tutti i suoi compagni principali) con un incipit estremamente spiccio, il classico colloquio col re per poter passare l'iniziazione della maggiore età. Da qui inizia la nostra avventura che, a ben vedere, si tramuta nel vagare tra una location e l'altra alla ricerca dei vari obiettivi postici. Il tutto con un party attivo composto da quattro personaggi, sebbene le situazioni che dovremo affrontare ci metteranno nelle condizioni di vivere situazioni che ci costringeranno a più di una variazione a riguardo.

Inutile dirlo, il mondo ha bisogno di noi, quindi meglio mettersi subito nell'ordine d'idee di imparare per bene come muoverci contro le forze del male, visto che nessuno o quasi ci aiuterà. Nemmeno gli sviluppatori che hanno deciso di eliminare ogni sorta di tutorial e limitarsi a inserire qualche leggero suggerimento per bocca dei personaggi non giocanti che incontreremo nel nostro peregrinare. Quando si dice “voler bene ai neofiti”. Men che meno a quelli italiani, visto che il titolo non ha goduto di nessuna tradizione e dovremo vedercela con un inglese non certo difficilissimo, ma comunque presente in massa tra menù e dialoghi. Non vorrete mica la pappa pronta, giusto?

Mirino automatico
Non che poi ci sia troppo da imparare sul metodo di gioco, ma alcune cose sarebbe stato meglio spiegarle in modo più chiaro. Logicamente molto gravita attorno al combat system, tradizionale si, ma con alcune leggere variazioni sul tema. L'utilizzo dei turni é abbastanza sistematico e ci chiederà di scegliere le nostre mosse in base a dei punti azione. Ogni cosa che faremo avrà un dato costo di punti, tranne naturalmente saltare il turno che li farà aumentare e, ogni volta che toccherà a noi, guadagneremo sistematicamente un punto. Logicamente tutto si baserà sul decidere la propria strategia e capire se sarà meglio lanciarci a testa bassa o attendere di ricaricarci per sferrare una magia o simili, cosa che comprenderemo con un po' di esperienza e conoscendo i vari avversari che incontreremo.

Abbastanza inconcepibile però che, dopo aver deciso la mossa da fare, sarà l'intelligenza artificiale del gioco a scegliere quale dei nemici colpire cosa che, sebbene segua una discreta logica, in diverse occasioni ci ha lasciati spiazzati, avendo noi preferito attaccare un antagonista differente rispetto a quello selezionato dalla CPU. Sorge spontaneo chiedersi il perché di questa scelta che, di fatto, va a rovinare la vena strategica dei combattimenti. Peccato perché lo scivolone, sebbene non epocale, era ampiamente evitabile. Avremmo capito se si fosse tratto di un qualcosa per semplificare la vita dei giocatori meno abituati al genere, ma l'aver deciso di non inserire tutortial o simili dimostra che non era proprio questa l'intenzione degli sviluppatori. Mistero.



Appare però variegato e affascinante il job-system, cioé la possibilità di scegliere il “mestiere” da assegnare ai nostri personaggi, il tutto tramite la simpatica possibilità di calzare particolari cappelli, tutti legati ad una diversa classe. In base alle vostre scelte avrete quindi a disposizione in buon numero di opzioni (quasi trenta, di cui però molte da sbloccare durante il gioco). Insomma, a voi scegliere come gestire il gruppo: qualche formazione equilibrata o tattiche estreme? La sperimentazione non é poi da sottovalutare, perché potrete sbloccare abilità di tutto rispetto in grado di migliorare non di poco le vostre capacità di combattimento. Per il resto nulla di troppo innovativo, tra equipaggiamenti standard e la solita trafila di oggetti di supporto come pozioni curative e similari.

Dipingo su due schermi
Il primo impatto visivo con The 4 Heroes of Light ha qualcosa di magico. Lo stile grafico utilizzato dipinge gli schermi del Nintendo DS con lievi pennellate estremamente colorate e vivaci, enfatizzando la sensazione di stare osservando una “favola”, grazie anche al design lievemente stilizzato, dove i personaggi godono di caratteri bambineschi, quasi caricaturali. Molto bello da vedere, anche se l'impegno dell'hardware non ci é parso particolarmente “tirato”. Buona modellazione poligonale e presenza di particolari, nonostante alcune aree risultino troppo spoglie, come alcuni dungeon o la mappa del mondo. Stesso discorso per il comparto sonoro che, volendo naturalmente essere in linea con il resto dell'opera, punta a richiamare alla mente le musiche care all'epoca 8&16 Bit, riuscendo nell'intendo senza però regalare temi epici cari alla saga.

Buona la longevità che, tendenzialmente, si aggira tra le venti e le trenta ore di gioco, anche se si deve assolutamente rimarcare che molto dipenderà da quanto vorrete addentrarvi tra l'esplorazione e la ricerca dei vari segreti sparsi dagli sviluppatori. Segnaliamo anche un livello di difficoltà abbastanza elevato, soprattutto in alcune situazioni, dove il giocatore potrebbe essere costretto a spendere qualche oretta nel combattere in giro per i dungeon in modo da far salire il livello dei protagonisti, pena una sequela impietosa di game over. Il fattore, sebbene sia abituale per i giocatori di vecchia data, potrebbe essere un motivo per portare molti alla noia, cosa abbastanza comprensibile. Poteva essere un'ottima cura al tutto il multiplayer, ma dobbiamo registrarne l'esistenza unicamente in locale. O avrete quattro amici disposti a visitare il vostro mondo a pochi metri di distanza, o dovrete accontentarvi di giocare da soli. Capiamo bene che in Giappone sia molto semplice trovare compagni d'avventura, ma nel nostro caso la cosa si rivela abbastanza complicata. Peccato.

Tirando le somme, Final Fantasy The 4 Heroes of Light non é affatto un brutto prodotto, ma pecca da diversi punti di vista. Anche volendolo prendere come chiaro omaggio alle tradizioni del gioco di ruolo di stampo giapponese, alcune scelte in fase di sviluppo finiscono per minarne la bontà, anche in maniera poco comprensibile. Sorretto comunque da una buona impalcatura tecnica, il gioco potrebbe fare al caso di chi cerca un'esperienza “retrò” anche se é impossibile dimenticare che, proprio dal punto di vista dei JRPG, il Nintendo DS offre ben di meglio, anche rimanendo sotto l'ala della Square Enix. Principalmente adatto agli irriducibili che hanno già giocato i capisaldi del genere sui due schermi di questa sorprendente macchina portatile.