Final Fantasy VI
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Eccoci qua, giunti al sesto capitolo della serie. Una frase che pronunciata parecchi anni or sono sarebbe risultata ad effetto, ma che ora non stupisce minimamente, o almeno non desta clamore. E' molto facile snobbare un prodotto simile, per quanto la sua qualità raggiunga livelli incredibili, e per quanto sia forse il tassello che più ha contribuito a rendere questa saga bella come nessun'altra in circolazione. Forse un giudizio un po' azzardato, si, ma i pareri sono soggettivi e su questo non ci piove. Soggettive sono anche le previsioni, e non stiamo parlando di quelle metereologiche o pioverebbe davvero: è vero, è facile snobbare un prodotto simile, per svariati motivi. Accecati dalle nuove tecnologie è lecito chiedersi cosa ci faccia al giorno d'oggi sul mercato un simile prodotto, e il discorso si farebbe complicato. Meglio risolverlo così: un titolo indirizzato ai puristi del genere o a coloro che sono dei fan della saga di FF, vivamente consigliato a chi riesce a non storcere il naso dinnanzi a una realizzazione tecnica retrò e vuole qualcosa di sostanzioso dato dall'essenza del gioco in sé, e sconsigliato a coloro che non digeriscono proprio un reparto grafico datato.
Fatta questa piccola premessa la strada si fa in discesa. La Square, benevolente software house che ama i suoi utenti più di chiunque altro, ha deciso di offrirci la riedizione del sesto capitolo della serie e in aggiunta ha inserito anche il demo di FFX: ringraziamo a gran voce. Cosa vi ritroverete tra le mani? Bèh, è presto detto: il gioco non è altro che la copia spiccicata dell'originale, con l'aggiunta di qualche filmato in FMV inserito qua e là. Se è lecito storcere il naso sul fatto che non valga la pena acquistare un gioco che girava su un supernintendo, e che è rimasto semi invariato, è anche vero che sono non poche le qualità insite in questo prodotto, tali da consentire all'utente di andare oltre ed ignorare una grafica datata (ma pur sempre d'effetto) e fargli apprezzare quella che è l'essenza stessa del gioco: immensa. Questo gioco infatti è stato qualcosa in più che il precursore dei soliti più noti 3 episodi usciti sulla scatola grigia Sony che tutti conosciamo: conscio del fatto di trattare temi più seri, più impegnativi, più adulti, ha staccato e cambiato passo rispetto ai toni degli episodi precedenti risultando non solo un gioco originale, ma anche un prodotto squisitamente giocabile per via di altre novità: non solo il controllo di un semplice personaggio, ma di più personaggi le cui storie concatenandosi vanno a infoltire una trama già di per se ricca e stupefacente, ma che riesce ancor più a stupire per via di tante sfaccettature. Tanti personaggi, una caratterizzazione di questi eccellente e un boss finale degno di tal nome chiudono il quadro di quella che è stata sicuramente la storia più bella di tutti gli rpg mai visti finora.
Ma andiamo con calma, che è la virtù dei forti, nonché dei calmi. La storia ha inizio la bellezza di 1000 anni or sono, quando il pianeta fu scosso dalla terribile guerra dei Magi, combattuta dall'impero contro le terribili fazioni nemiche, che spazzò via una buona parte della tecnologia e determinò l'oblio della magia. Ora, a mille anni di distanza, l'impero vuole impossessarsi della magia per spadroneggiare con la forza e toccherà ad un manipolo di prodi combattenti riportare la pace e limitare l'uso della suddetta magia a scopi benefici.
Il titolo fece la sua apparizione in Europa per la prima volta sul supernintendo nel lontano 1994: in Giappone il suddetto gioco aveva il titolo originale in Final Fantasy 6, mentre in Europa uscì col titolo Final Fantasy 3, per una semplice ragione, e cioè che fu il terzo capitolo della saga che veniva convertito per il mercato europeo. E così, nel 2002, anno in cui gli utenti europei di Ps2 attendono con spasmodica impazienza il decimo, strabiliante capitolo della serie, per PSOne arriva nei negozi questo FF6, un pò in sordina e destinato ad una strettissima minoranza di malinconici che hanno apprezzato questa saga anche alle sue prime apparizioni sulle piattaforme a 16 bit. Questo gioco, purtroppo va detto ma così va il mondo, lascerà però indifferenti e anzi farà storcere il naso a tutta quella schiera di possessori della console grigia di casa SONY abituati ai fasti di FF7, FF8, FF9, ovvero i primi tre della serie ad abbandonare il vecchio ed in certi casi obsoleto bitmap per una rinnovata veste grafica 3d. I programmatori della Square, forse dedicandolo ai nostalgici, hanno deciso di riproporre quella che al tempo fu considerata una delle pietre miliari della storia degli RPG con alcune aggiunte che però non servono poi a molto a svecchiare una grafica ormai datata come quella di questo gioco. Il motore grafico, per l'occasione riesce ad usufruire di una buona parte delle potenzialità della peraltro oramai vecchia consolle a 32 bit ed è addirittura migliorata se la si fa girare su PS2, ma rimane sempre e soltanto del bitmap, neanche tanto curato e che in più di un'occasione risulta essere alquanto ripetitivo. Infatti alcune delle scelte cromatiche, non tanto azzeccate, degli sfondi, rendono svariati tratti del paesaggio caotici, anche se nei vecchi tempi potevano anche piacere o almeno ci si passava sopra. I personaggi, esattamente come nella controparte per supernintendo non godono certo di enorme enfasi nello sviluppo delle animazioni. I combattimenti, anzi sembrano realizzati da fogli di giornale inerti che si avvicinano e allontanano per scagliarsi colpi energetici e magie, esattamente come fu nel lontano '94. Esattamente allora quali sono le migliorie apportate alla grafica rispetto all'originale? E' presto detto: la risoluzione è certamente più alta e la grafica è più pulita, come d'altronde si aspettava utilizzando una piattaforma più potente. Inoltre i filmati in FMV presenti nel gioco sono totalmente nuovi e risultano di un'ottima qualità, pari a quella degli altri Final Fantasy su PSone. Da questa prospettiva il gioco appare ridimensionato: va pur sempre ricordato che il reparto grafico ai tempi che furono, era veramente eccezionale, nulla da eccepire, ma sta di fatto che qualche ritocco qua e là non avrebbe certamente guastato.
Il sistema di controllo e i menù sono alquanto semplici, e sono riprodotti fedelmente rispetto all'originale, non offrendo assolutamente nulla di nuovo.
Parametro che è stato relativamente migliorato è quello del sonoro. Infatti tutti i suoni e le belle musiche sono state perfezionate, anche se ad essere sinceri sono di una spanna abbondante inferiori qualitativamente rispetto alle splendide colonne sonore che abbiamo apprezzato negli altri capitoli playstationiani (de gustibus). Quella forgiata da Nobuo Uematsu è stata una colonna sonora lussuosa, e il confronto tra le altre contenute nei vari capitoli della serie si gioca sul filo di lana.
La giocabilità e la longevità del titolo in questione sono, è bene metterlo in chiaro, i due fattori più curati del gioco. È questo infatti uno dei primi RPG che non si sviluppa su binari prestabiliti, ma che presenta tutta una serie di strade secondarie, segreti e sottoattività che lo rendono tutt'altro che piatto. Il fattore tattico dell'uso di oggetti, abilità e magie e l'impostazione delle battaglie sono caratteristiche degne dei Final Fantasy di più nuova concezione. Non è infatti consigliato sprecare come fossero semplici bibite, le preziose pozioni, gli elementi curativi e tutta quella serie di oggetti utili per curare status anormali e problemi fisici, anzi bisognerà farne buon uso. Le battaglie dovranno essere affrontate con la stessa attenzione con cui si affrontano quelle di FF7, 8, 9: bisognerà settare a dovere l'armamentario e gli oggetti giusti per un buon approccio e il combattimento vero e proprio non si ridurrà ad una semplice gragnola di attacchi e magie sparate a casaccio, bensì sarà più che utile seguire per ognuna delle battaglie una strategia oculata, mirata sia a compiere gli attacchi più efficaci, sia a far subire il minor numero di danni possibili ai membri del party, che per la prima volta potrà contare, nello stesso combattimento, un numero di quattro personaggi, fattore assolutamente all'avanguardia per la serie di FF. La longevità, infine garantisce al giocatore un ottimo numero di ore di gioco (più di cinquanta se giocato a dovere), che per il 1994 erano davvero qualcosa di incredibile.
Una delle note dolenti del gioco è la lingua con cui esso è realizzato, ovvero l'inglese. Infatti, alla Square, forse consci del fatto che il titolo in questione sarebbe stato acquistato solo da pochi, irriducibili romantici, ha deciso di non tradurre il gioco nelle altre lingue della comunità causando le ire di coloro che si erano accaparrati, per la loro scarsa conoscenza della lingua d'Albione, soltanto FF8 e FF9, unici due giochi finora tradotti in italiano della serie. A mio avviso però la conoscenza della lingua universalmente intesa come "internazionale" è quantomeno indispensabile.
Ma tiriamo le somme.
Abbiamo già anticipato più volte come questo sia un capolavoro. L'originalità e la freschezza della trama sono doti che ha già avuto modo di dimostrare a suo tempo, per questo non offre poi tanto su cui discutere: tutta la realizzazione tecnica è rimasta invariata, tranne l'aggiunta di vari filmati in full motion che impreziosiscono il tutto quasi a renderlo un cofanetto ricamato stracolmo di vecchi ricordi sbiaditi di un tempo che fù. Considerato ciò, la domanda che viene naturale porsi è: perché far uscire un remake di un gioco che, seppur di buona giocabilità, possiede tuttavia una veste grafica così datata? I fattori che hanno favorito questa scelta, sicuramente azzardata per il mercato attuale non dovrebbero essere poi molti: probabilmente una delle cause può essere quella di voler sfruttare l'immagine di una delle più grandi e splendide saghe della storia dei videogiochi e passando sopra al fatto che la grande massa di videogiocatori non sappiano distinguere un gran titolo da una minestra riscaldata di tale fatta; oppure, facendo affidamento sul fattore nostalgico dei videogiocatori, rivivere e celebrare i bei tempi andati con il remake di uno dei più begli RPG vecchia scuola, oppure nella più ottimistica delle ipotesi, un regalo della Square che mai avrebbe lasciato i suoi utenti senza proporgli di rispendere altri soldi per la riedizione di un titolo, che avrebbe potuto contenere nello stesso cd non solo il sesto capitolo, ma anche gli altri che ancora non hanno visto luce sulla console sony.
Lungi dall'avanzare delle critiche verso alcuno, spostiamo la nostra indagine e valutiamo il contesto secondo un ottica differente: il punto su cui bisognerebbe fare chiarezza riguarda i bisogni e i desideri degli utenti playstation, che guardano già con un po' di lacrime agli occhi la macchina che ha dato loro tante soddisfazioni sfornare titoli col contagocce e peraltro di qualità non eccelsa, gente che guarda con bramosia al futuro e considera ogni giorno di più l'ipotesi di acquistare una piattaforma più potente. Il mercato, è inutile negarlo, è teso al futuro e non guarda al passato, come invece i puristi e i grandi estimatori vogliono farci credere, perciò non posso che consigliare questo titolo alla stretta, strettissima cerchia di coloro che, passando sopra ad una grafica scadente, vogliano ricordare i bei tempi andati.
Superata la questione riguardante l'indirizzo del prodotto, il problema più che altro si pone nel valutare questo gioco: come va valutato? Certo, se immesso nel contesto ludico del suo tempo questo Final Fantasy si presenterebbe come un prodotto completo, un must nel suo genere, una pietra miliare: ma adesso? Viene da tutti considerato come il migliore capitolo della serie, e se questo appunto lo si può fare per la trama, la caratterizzazione dei personaggi e il resto, posso anche essere d'accordo, ma come è lecito aspettarsi gli altri capitoli usciti in seguito surclassano il titolo in questione, poiché avendo anche loro trame da oscar, possiedono una veste grafica stupefacente, il trionfo del 3d e della computer grafica sull'ormai trapassato bitmap. Non sono d'accordo con coloro che affibbiano voti altissimi a questo gioco solo per quello che è stato, perché questo titolo va valutato adesso, inserito nel nostro panorama ludico attuale, pur sempre tenendo conto che si tratta di un retrogame. Il mistero del retrogaming sta qua: quale è la molla, o meglio cosa spinge tanti a fare un viaggio a ritroso nel tempo e a buttarsi in questo antico rito? Mah, non sono un nostalgico. Sarebbe stupido dare un voto altissimo a questo capitolo e darne uno più basso per esempio a final fantasy VII: perché? Se non fosse così, sarebbe stupido usufruire di nuove tecnologie che ci offrono nuovi spunti e tutto quant'altro può essere fatto per rendere un semplice gioco una gioia per gli occhi o una vera e propria opera d'arte. Ovviamente si potrebbe obiettare che è un'assurdità paragonare un titolo di quasi una decade fa a prodotti attuali, e allora tornerebbe in auge il concetto che è stato un gran gioco, ma i tempi purtroppo o meno male cambiano.
Per chi si aspettava una recensione nostalgica, che avrebbe trattato questo gioco con un minimo di riguardo, così non è stato: certo, ho sottolineato che questo è un gran gioco, che se paragonato in relazione ai tempi d'uscita potrebbe essere anche il migliore della serie, ma adesso l'idillio è finito, c'è di meglio in giro, è bene metterlo in chiaro. La trama e la caratterizzazione della storia dei personaggi sono particolari, anzi oserei dire speciali: si potrebbero spendere milioni di parole a riguardo, ma solo questo è quello che rimane di una vecchia tipologia di gioco, e solo questo è quello che potrebbe stupirvi: a me non ha stupito. Se vi affacciate per la prima volta in questo panorama ludico, vi consiglio di prendere il settimo capitolo, oramai trovabile allo stesso prezzo, decisamente migliore sotto molti aspetti.
Dulcis in fundo.
Oltre al disco di FFVI troverete allegato il demo di FFX uno dei giochi più attesi della stagione per PS2: da giocare c'è ben poco, una mezz'ora al massimo, ma potrete pur sempre gustarvi il filmatone iniziale e qualche battaglia che vi delizierà con delle sorpresine.
Fatta questa piccola premessa la strada si fa in discesa. La Square, benevolente software house che ama i suoi utenti più di chiunque altro, ha deciso di offrirci la riedizione del sesto capitolo della serie e in aggiunta ha inserito anche il demo di FFX: ringraziamo a gran voce. Cosa vi ritroverete tra le mani? Bèh, è presto detto: il gioco non è altro che la copia spiccicata dell'originale, con l'aggiunta di qualche filmato in FMV inserito qua e là. Se è lecito storcere il naso sul fatto che non valga la pena acquistare un gioco che girava su un supernintendo, e che è rimasto semi invariato, è anche vero che sono non poche le qualità insite in questo prodotto, tali da consentire all'utente di andare oltre ed ignorare una grafica datata (ma pur sempre d'effetto) e fargli apprezzare quella che è l'essenza stessa del gioco: immensa. Questo gioco infatti è stato qualcosa in più che il precursore dei soliti più noti 3 episodi usciti sulla scatola grigia Sony che tutti conosciamo: conscio del fatto di trattare temi più seri, più impegnativi, più adulti, ha staccato e cambiato passo rispetto ai toni degli episodi precedenti risultando non solo un gioco originale, ma anche un prodotto squisitamente giocabile per via di altre novità: non solo il controllo di un semplice personaggio, ma di più personaggi le cui storie concatenandosi vanno a infoltire una trama già di per se ricca e stupefacente, ma che riesce ancor più a stupire per via di tante sfaccettature. Tanti personaggi, una caratterizzazione di questi eccellente e un boss finale degno di tal nome chiudono il quadro di quella che è stata sicuramente la storia più bella di tutti gli rpg mai visti finora.
Ma andiamo con calma, che è la virtù dei forti, nonché dei calmi. La storia ha inizio la bellezza di 1000 anni or sono, quando il pianeta fu scosso dalla terribile guerra dei Magi, combattuta dall'impero contro le terribili fazioni nemiche, che spazzò via una buona parte della tecnologia e determinò l'oblio della magia. Ora, a mille anni di distanza, l'impero vuole impossessarsi della magia per spadroneggiare con la forza e toccherà ad un manipolo di prodi combattenti riportare la pace e limitare l'uso della suddetta magia a scopi benefici.
Il titolo fece la sua apparizione in Europa per la prima volta sul supernintendo nel lontano 1994: in Giappone il suddetto gioco aveva il titolo originale in Final Fantasy 6, mentre in Europa uscì col titolo Final Fantasy 3, per una semplice ragione, e cioè che fu il terzo capitolo della saga che veniva convertito per il mercato europeo. E così, nel 2002, anno in cui gli utenti europei di Ps2 attendono con spasmodica impazienza il decimo, strabiliante capitolo della serie, per PSOne arriva nei negozi questo FF6, un pò in sordina e destinato ad una strettissima minoranza di malinconici che hanno apprezzato questa saga anche alle sue prime apparizioni sulle piattaforme a 16 bit. Questo gioco, purtroppo va detto ma così va il mondo, lascerà però indifferenti e anzi farà storcere il naso a tutta quella schiera di possessori della console grigia di casa SONY abituati ai fasti di FF7, FF8, FF9, ovvero i primi tre della serie ad abbandonare il vecchio ed in certi casi obsoleto bitmap per una rinnovata veste grafica 3d. I programmatori della Square, forse dedicandolo ai nostalgici, hanno deciso di riproporre quella che al tempo fu considerata una delle pietre miliari della storia degli RPG con alcune aggiunte che però non servono poi a molto a svecchiare una grafica ormai datata come quella di questo gioco. Il motore grafico, per l'occasione riesce ad usufruire di una buona parte delle potenzialità della peraltro oramai vecchia consolle a 32 bit ed è addirittura migliorata se la si fa girare su PS2, ma rimane sempre e soltanto del bitmap, neanche tanto curato e che in più di un'occasione risulta essere alquanto ripetitivo. Infatti alcune delle scelte cromatiche, non tanto azzeccate, degli sfondi, rendono svariati tratti del paesaggio caotici, anche se nei vecchi tempi potevano anche piacere o almeno ci si passava sopra. I personaggi, esattamente come nella controparte per supernintendo non godono certo di enorme enfasi nello sviluppo delle animazioni. I combattimenti, anzi sembrano realizzati da fogli di giornale inerti che si avvicinano e allontanano per scagliarsi colpi energetici e magie, esattamente come fu nel lontano '94. Esattamente allora quali sono le migliorie apportate alla grafica rispetto all'originale? E' presto detto: la risoluzione è certamente più alta e la grafica è più pulita, come d'altronde si aspettava utilizzando una piattaforma più potente. Inoltre i filmati in FMV presenti nel gioco sono totalmente nuovi e risultano di un'ottima qualità, pari a quella degli altri Final Fantasy su PSone. Da questa prospettiva il gioco appare ridimensionato: va pur sempre ricordato che il reparto grafico ai tempi che furono, era veramente eccezionale, nulla da eccepire, ma sta di fatto che qualche ritocco qua e là non avrebbe certamente guastato.
Il sistema di controllo e i menù sono alquanto semplici, e sono riprodotti fedelmente rispetto all'originale, non offrendo assolutamente nulla di nuovo.
Parametro che è stato relativamente migliorato è quello del sonoro. Infatti tutti i suoni e le belle musiche sono state perfezionate, anche se ad essere sinceri sono di una spanna abbondante inferiori qualitativamente rispetto alle splendide colonne sonore che abbiamo apprezzato negli altri capitoli playstationiani (de gustibus). Quella forgiata da Nobuo Uematsu è stata una colonna sonora lussuosa, e il confronto tra le altre contenute nei vari capitoli della serie si gioca sul filo di lana.
La giocabilità e la longevità del titolo in questione sono, è bene metterlo in chiaro, i due fattori più curati del gioco. È questo infatti uno dei primi RPG che non si sviluppa su binari prestabiliti, ma che presenta tutta una serie di strade secondarie, segreti e sottoattività che lo rendono tutt'altro che piatto. Il fattore tattico dell'uso di oggetti, abilità e magie e l'impostazione delle battaglie sono caratteristiche degne dei Final Fantasy di più nuova concezione. Non è infatti consigliato sprecare come fossero semplici bibite, le preziose pozioni, gli elementi curativi e tutta quella serie di oggetti utili per curare status anormali e problemi fisici, anzi bisognerà farne buon uso. Le battaglie dovranno essere affrontate con la stessa attenzione con cui si affrontano quelle di FF7, 8, 9: bisognerà settare a dovere l'armamentario e gli oggetti giusti per un buon approccio e il combattimento vero e proprio non si ridurrà ad una semplice gragnola di attacchi e magie sparate a casaccio, bensì sarà più che utile seguire per ognuna delle battaglie una strategia oculata, mirata sia a compiere gli attacchi più efficaci, sia a far subire il minor numero di danni possibili ai membri del party, che per la prima volta potrà contare, nello stesso combattimento, un numero di quattro personaggi, fattore assolutamente all'avanguardia per la serie di FF. La longevità, infine garantisce al giocatore un ottimo numero di ore di gioco (più di cinquanta se giocato a dovere), che per il 1994 erano davvero qualcosa di incredibile.
Una delle note dolenti del gioco è la lingua con cui esso è realizzato, ovvero l'inglese. Infatti, alla Square, forse consci del fatto che il titolo in questione sarebbe stato acquistato solo da pochi, irriducibili romantici, ha deciso di non tradurre il gioco nelle altre lingue della comunità causando le ire di coloro che si erano accaparrati, per la loro scarsa conoscenza della lingua d'Albione, soltanto FF8 e FF9, unici due giochi finora tradotti in italiano della serie. A mio avviso però la conoscenza della lingua universalmente intesa come "internazionale" è quantomeno indispensabile.
Ma tiriamo le somme.
Abbiamo già anticipato più volte come questo sia un capolavoro. L'originalità e la freschezza della trama sono doti che ha già avuto modo di dimostrare a suo tempo, per questo non offre poi tanto su cui discutere: tutta la realizzazione tecnica è rimasta invariata, tranne l'aggiunta di vari filmati in full motion che impreziosiscono il tutto quasi a renderlo un cofanetto ricamato stracolmo di vecchi ricordi sbiaditi di un tempo che fù. Considerato ciò, la domanda che viene naturale porsi è: perché far uscire un remake di un gioco che, seppur di buona giocabilità, possiede tuttavia una veste grafica così datata? I fattori che hanno favorito questa scelta, sicuramente azzardata per il mercato attuale non dovrebbero essere poi molti: probabilmente una delle cause può essere quella di voler sfruttare l'immagine di una delle più grandi e splendide saghe della storia dei videogiochi e passando sopra al fatto che la grande massa di videogiocatori non sappiano distinguere un gran titolo da una minestra riscaldata di tale fatta; oppure, facendo affidamento sul fattore nostalgico dei videogiocatori, rivivere e celebrare i bei tempi andati con il remake di uno dei più begli RPG vecchia scuola, oppure nella più ottimistica delle ipotesi, un regalo della Square che mai avrebbe lasciato i suoi utenti senza proporgli di rispendere altri soldi per la riedizione di un titolo, che avrebbe potuto contenere nello stesso cd non solo il sesto capitolo, ma anche gli altri che ancora non hanno visto luce sulla console sony.
Lungi dall'avanzare delle critiche verso alcuno, spostiamo la nostra indagine e valutiamo il contesto secondo un ottica differente: il punto su cui bisognerebbe fare chiarezza riguarda i bisogni e i desideri degli utenti playstation, che guardano già con un po' di lacrime agli occhi la macchina che ha dato loro tante soddisfazioni sfornare titoli col contagocce e peraltro di qualità non eccelsa, gente che guarda con bramosia al futuro e considera ogni giorno di più l'ipotesi di acquistare una piattaforma più potente. Il mercato, è inutile negarlo, è teso al futuro e non guarda al passato, come invece i puristi e i grandi estimatori vogliono farci credere, perciò non posso che consigliare questo titolo alla stretta, strettissima cerchia di coloro che, passando sopra ad una grafica scadente, vogliano ricordare i bei tempi andati.
Superata la questione riguardante l'indirizzo del prodotto, il problema più che altro si pone nel valutare questo gioco: come va valutato? Certo, se immesso nel contesto ludico del suo tempo questo Final Fantasy si presenterebbe come un prodotto completo, un must nel suo genere, una pietra miliare: ma adesso? Viene da tutti considerato come il migliore capitolo della serie, e se questo appunto lo si può fare per la trama, la caratterizzazione dei personaggi e il resto, posso anche essere d'accordo, ma come è lecito aspettarsi gli altri capitoli usciti in seguito surclassano il titolo in questione, poiché avendo anche loro trame da oscar, possiedono una veste grafica stupefacente, il trionfo del 3d e della computer grafica sull'ormai trapassato bitmap. Non sono d'accordo con coloro che affibbiano voti altissimi a questo gioco solo per quello che è stato, perché questo titolo va valutato adesso, inserito nel nostro panorama ludico attuale, pur sempre tenendo conto che si tratta di un retrogame. Il mistero del retrogaming sta qua: quale è la molla, o meglio cosa spinge tanti a fare un viaggio a ritroso nel tempo e a buttarsi in questo antico rito? Mah, non sono un nostalgico. Sarebbe stupido dare un voto altissimo a questo capitolo e darne uno più basso per esempio a final fantasy VII: perché? Se non fosse così, sarebbe stupido usufruire di nuove tecnologie che ci offrono nuovi spunti e tutto quant'altro può essere fatto per rendere un semplice gioco una gioia per gli occhi o una vera e propria opera d'arte. Ovviamente si potrebbe obiettare che è un'assurdità paragonare un titolo di quasi una decade fa a prodotti attuali, e allora tornerebbe in auge il concetto che è stato un gran gioco, ma i tempi purtroppo o meno male cambiano.
Per chi si aspettava una recensione nostalgica, che avrebbe trattato questo gioco con un minimo di riguardo, così non è stato: certo, ho sottolineato che questo è un gran gioco, che se paragonato in relazione ai tempi d'uscita potrebbe essere anche il migliore della serie, ma adesso l'idillio è finito, c'è di meglio in giro, è bene metterlo in chiaro. La trama e la caratterizzazione della storia dei personaggi sono particolari, anzi oserei dire speciali: si potrebbero spendere milioni di parole a riguardo, ma solo questo è quello che rimane di una vecchia tipologia di gioco, e solo questo è quello che potrebbe stupirvi: a me non ha stupito. Se vi affacciate per la prima volta in questo panorama ludico, vi consiglio di prendere il settimo capitolo, oramai trovabile allo stesso prezzo, decisamente migliore sotto molti aspetti.
Dulcis in fundo.
Oltre al disco di FFVI troverete allegato il demo di FFX uno dei giochi più attesi della stagione per PS2: da giocare c'è ben poco, una mezz'ora al massimo, ma potrete pur sempre gustarvi il filmatone iniziale e qualche battaglia che vi delizierà con delle sorpresine.
Final Fantasy VI
8
Voto
Redazione
Final Fantasy VI
Un gran bel gioco, oserei dire un capolavoro, che a suo tempo in una scala di valori da 1 a 10 sarebbe riuscito ad avvicinarsi a quel fatidico numero a due cifre, sempre a indiscrezione del recensore. Ancora oggi questo Final Fantasy VI è una leggenda, un mito che ha la fama di possedere una tra le trame più incredibili di tutta la saga square ed un certo gradevole smalto che lo rende innegabilmente fantastico: ed è tutto vero. Bello, bello, bello. Vecchio, vecchio, vecchio. Dispiace dirlo, ma il passare degli anni si fa sentire: certo, la qualità del titolo a parecchi anni dalla sua uscita riecheggia ancora, è pur sempre un prodotto che per quanto retrò riesce ad offrire a chi va oltre il lato tecnico un'esperienza unica, e già questo non è poco, ma non per tutti. Una grafica onesta e un sonoro che ha fatto storia sono due fattori che potevano sbalordire sul caro SNES, non di certo su una playstation, ma una giocabilità a livelli stratosferici e una longevità che vi assicurerà una 40ina di ore di gioco, reggono ancora il confronto. Un gioco quindi che ha fatto storia, un tassello di un mosaico stupefacente, un mattone di una delle sette meraviglie del mondo o l'incarnazione del gdr perfetto? Ai posteri l'ardua sentenza, e la storia continua sempre...