Final Fantasy X
di
Dunque è arrivato. La Square ci propone l'ultimo nato della saga degli RPG più longeva della storia e i giocatori ritrovano quell'amato, sofferto, odiato mondo in cui i sogni prendono forma e la mente si lascia trasportare verso nuovi orizzonti. Confini inimmaginabili, realtà ogni volta diverse l'una dall'altra ma connesse e unite da quel sottile filo che le accomuna quasi a renderle parallele, e ad andare a costituire l'universo di Final Fantasy.
Ma c'è molto di più dietro questo gioco: ci sono la passione di milioni di videogiocatori, ci sono quei valori che oramai, in un mondo dove purtroppo i media la fanno da pedagoghi, non fanno mai male, e soprattutto, c'è quell'alone di magia che lo avvolge. Altrimenti non si spiegherebbe perché mai questo sia il titolo più atteso che in ogni sua puntata riesce a catalizzare gli animi di milioni di appassionati e viene seguito da tutte le riviste del settore per quella che alla fine risulta una lunga attesa, spasmodica, ma capace di ricompensarci sempre del tempo aspettato.
Probabilmente perché Final Fantasy più di un gioco, è un
mondo fantastico dove una volta entrati, difficilmente ci si riesce a staccare. E forse più che un modo di definirlo, bisognerebbe usare una sensazione, quella che solitamente mi capita di provare dopo aver finito un prodotto simile: non una semplice frase "oh no, è già finito", bensì la consapevolezza che quel che è finito è perduto e la nostalgia delle ore di gioco passate coi cari personaggi, nelle ambientazioni fantasy e tutta quella magia, sia terminata. E ogni volta tocca riattendere il prossimo, aspettato e indiscutibilmente capolavoro Square.
CRONACA DI UN SUCCESSO ANNUNCIATO
E' veramente difficile valutare, in sola sede di recensione, un titolo mastodontico come Final Fantasy X, vuoi perché per via del suo effettivo valore merita uno sguardo parecchio più approfondito rispetto a quello che merita la concorrenza, vuoi perché GameSurf non lascerebbe mai a bocca asciutta i suoi lettori che non si accontenterebbero di una semplice recensione: da qui l'idea di accompagnare questa recensione con un approfondimento dove potrete trovare tutti quei particolari che qua verranno giusto accennati, dato che ci soffermeremo soprattutto sul giudizio del gioco.
Dopo questa piccola ma doverosa premessa ci siamo; dopo aver sbavato dietro alle varie immagini rilasciate, agli assaggi forniti dalla demo presente in Final Fantasy 6, o guardando gli incredibili dati di vendite in Giappone e Nord America, ci ritroviamo finalmente tra le mani quella che rappresenta una vera e propria killer application del 2002, forse la più importante per PS2. Così, dopo aver requisito la copia redazionale davanti alla faccia invidiosa del Taz (il poverello ancora è privo della ps2) mi appresto a parlarvi di quel che effettivamente è un capolavoro, una sublime espressione artistica.
Dopo l'insuccesso del film The Spirits Within, Square non avrebbe di certo fatto un altro buco nell'acqua e in un certo senso questo decimo capitolo della saga rappresenta una riscossa nei confronti di un piccolo insuccesso. Il gioco infatti rasenta il perfezionismo, è curato sotto tutti gli aspetti e nulla è lasciato al caso. FFX si presenta così: bello, divertente e appassionante, capace di offrire una tale profondità di gioco che va a scindere quella sottile linea di demarcazione tra gioco e realtà, perchè quando passate ore ed ore davanti al monitor senza rendervi conto del trascorrere del tempo reale, allora vuol dire che Square è ancora riuscita nel suo intento, farvi immergere nel mondo di Final Fantasy.