Final Fantasy X

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru

E così dopo aver lasciato le ambientazioni fantasy, medievali e cyber punk, ci ritroviamo sommersi in un ricostruzione scenica futuristica che fa da sfondo ad una delle trame più curate di tutta la saga che vedrà come protagonista Tidus, un giocatore di Blitzball, sport molto in voga nel pianeta Spira.

E' logico che più che presentarsi come il punto d'arrivo di un lento e faticoso processo di affinamento e perfezionamento dello stile di gioco cominciato col settimo episodio e inoltratosi fino al nono, FFX si distacca e va ad appoggiarsi a nuove concezioni di gioco che lo vogliono più cinematografico che mai: una minore libertà di gioco a favore di una maggiore linearità che scorre senza intoppo come un placido fiume (come disse Cicerone di Erodoto), sarà questo il prezzo da pagare? Ma si, già dalle prime ore dell'avventura ci si rende conto che, almeno inizialmente tutto sia molto lineare, e ci si sente soffocati per via della mancanza di libertà, quella offerta da tutti i precedenti capitoli: anche la carenza iniziale della mappa tridimensionale è sintomo di questo cambiamento, una scelta ovviamente voluta dai programmatori che a nostro parere va a dividere l'avventura in due distinte parti, dove la prima si dimostra più scorrevole e non pare mostrare intoppi, mentre nel finale ritrova le abitudini lasciateci dai predecessori riguardanti la possibilità di andare a bighellonare per tutto il globo.

In questo senso i programmatori si sono preoccupati di delineare l'immagine di un gioco che si uniformi ai canoni che uniscono tutti i final fantasy e che diverga però contemporaneamente da questi, ritenuti troppo liberi e irregolari. A questo senso la convinzione di realizzare un videogioco, quasi un film, dove benché la libertà d'azione rimanga nelle mani del giocatore, si ha quasi la sensazione che qualcosa in più potesse essere fatto: intrappolati in rigidi schemi da seguire, tutto appare meno libero ma più scorrevole, più cinematografico per poi solo alla fine ritrovare il cuore degli altri FF, la mappa 3d, la libertà e la voglia di migliorarsi.

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Questo dualismo, non può essere certamente valutato come un difetto, anzi, non va minimamente a rovinare l'avventura ma sarà sicuramente un trampolino di lancio per le prossime produzioni, dove se in questa magari è ancora una semplice "prova", nelle altre andrà a contrassegnare tutto il gameplay, che vuole sempre più punti di comunanza tra i giochi e il cinema, a favore di una maggiore spettacolarità, di dialoghi di maggior spessore e di trame sempre più articolate e scorrevoli, appassionanti e al tempo stesso godibili. E di questi pregi gode infatti FFX che si presenta come un vero e proprio film interattivo se non in tutte le fasi del gioco, almeno in quella iniziale, ma che nell'insieme si rivela fantastico e degno della saga a cui appartiene.

Ma una simile affermazione, "l'essere solamente degno di appartenere alla saga a cui appartiene", lo sminuirebbe molto, e a dover di cronaca va subito affermato che FFX è un vero e proprio capolavoro, di quelli al pari di Metal Gear Solid 2, una di quelle produzioni che purtroppo escono raramente e che nessuno dovrebbe farsi mai sfuggire.

Anche il punto di vista grafico, è una di quelle magnificenze che permea ogni singolo aspetto di quest'opera d'arte. Finalmente lasciati alle spalle i vecchi fondali bidimensionali, il giocatore si ritrova catapultato in un mondo completamente 3d, dove questa soluzione non sminuisce il coinvolgimento offerto, anzi lo eleva a potenza: ogni singola texture pare perfettamente inserita con armonia e grazia nel contesto generale al fine di un effetto finale stravolgente che riesce a ricreare perfettamente il mondo idealizzato dalle folli menti dei programmatori, rei non solo di aver creato un mondo fantastico, ma anche eccelso dal punto di vista di tutte le ambientazioni che si pongono in netto contrasto da quelle dei precedenti capitoli, ma che come mamma square vuole vanno a buttarsi in quelle atmosfere apocalittiche che insieme alla magia, ai cari personaggi e alla magnificenza intrinseca del titolo, formano quei fattori di comunanza tra tutti i vari FF che hanno visto luce dalla notte dei tempi.

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