Final Fight One

di Redazione Gamesurf
Mancano ormai pochi giorni al lancio del Game Boy Advance negli Stati Uniti (prima) e in Europa (poi), ma la situazione della nuova console portatile Nintendo per quel che riguarda il mercato giapponese non potrebbe essere migliore. Il gioco da acquistare per il mese di giugno é Final Fight One. E con questo eliminiamo alla radice il problema della valutazione generale del gioco
Il GBA é visto da più parti come una sorta di piccolo cancello con il recente passato dei videogiochi: un portale portatile (ehr...) che permette a una certa cultura dei videogiochi di rivivere nell'era del mip mapping, delle texture in alta risoluzione e dell'anti aliasing. In questo senso Capcom non potrebbe essere nella migliore posizione: il famoso marchio giapponese ha indubbiamente rappresentato uno dei punti di forza dell'era a 16 bit, forte del suo Street Fighter II e dei tanti picchiaduro realizzati su Super Nintendo e non solo. Con Final Fight One ormai arrivato nei negozi e Super Street Fighter II' Turbo Revival in fase di avvicinamento, le cose non potrebbero andare meglio per il GBA. Ed é solo l'inizio

EVERLONG
Dal 1989 a oggi di acqua sotto i ponti ne é passata fin troppa, soprattutto per gli amanti dei picchiaduro a scorrimento, genere che ha ormai toccato il fondo e non può far altro che iniziare una lenta ma inesorabile risalita. L'inizio di una simile inversione può arrivare proprio grazie a Final Fight One, versione (leggermente) riveduta e (quasi per nulla) ricorretta dell'originale da sala giochi, poi anche convertito per SNES e vittima, suo malgrado, di una di quelle conversioni-multiple-inutili per PC/C64/Amiga/Atari ST che risalgono all'epoca in cui US Gold esisteva ancora. E oltretutto si permetteva pure di rovinare bellamente titoli di questo calibro
Final Fight One é quindi la riproposizione del primissimo di una serie che conta quattro uscite, tutte su Super Nintendo, se si escludono le conversioni sopra appena citate. L'intento di Capcom in una conversione simile é comunque piuttosto evidente: in primis rispolverare un nome che su GBA potrebbe trovare un suo nuovo habitat vitale e in secondo luogo ricordare a tutti gli amanti del genere da dove arrivano i vari Streets of Rage et similia