Final Fight One
di
Redazione Gamesurf
Buonissima parte, poi, del fascino che si prova giocando oggi a Final Fight One, é innegabile, proviene in presa diretta dalla parte della nostra materia grigia adibita alla conservazione dei ricordi. Degli anni che furono. Le 200 lire per una partita, la grafica allora insormontabile... Insomma, un mix di ricordi e di effettive qualità (che comunque ci sono e sono ben visibili) rendono Final Fight One non solo un titolo estremamente consigliato a tutti i possessori di un Game Boy Advance, ma anche assolutamente obbligato per gli aficionados del genere e chi spese svariate paghette settimanali nei bari tra l'89 e il '91
EXTRA 2001
Fortunatamente Final Fight One non é unicamente una conversione pari pari del gioco che ha ormai tanti e tanti anni sulle spalle. Questa edizione del gioco offre difatti alcune migliorie grafiche immediatamente visibili come le dimensioni degli sprite, la velocità di gioco, il maggior numero di nemici (rispetto alla versione SNES), alcuni diversi posizionamenti degli avversari rispetto al coin-op (dato che il gioco si basa, come detto, sulla prima conversione per home console) e una serie di piccole e veloci illustrazioni che compaiono prima degli scontri con i boss di fine livello. Non si tratta, effettivamente di nulla di particolarmente impressionante, ma svolgono la loro funzione introducendo un maggiore studio negli artwork dedicati ai personaggi principali e, nonostante il giapponese impedisca di capire alcunché dei dialoghi, potrebbero addirittura dare maggiore spessore al gioco (ma ne dubitiamo alquanto, vista la tradizione delle "sceneggiature" made in Capcom)
Con tutta probabilità il pregio maggiore di questa versione é la presenza di una schermata, all'interno delle opzioni di gioco, chiamata Battle Point. Similarmente a quanto successo con gli ultimi picchiaduro a incontri realizzati da Capcom per Dreamcast, infatti, in Final Fight One una serie di segreti viene sbloccata tanto più si gioca. Più si picchia, maggiore é il numero di Battle Point guadagnati: tali Battle Point permettono di accedere a:
Nuovi livelli di difficoltà
Le versioni Z di Guy e Cody
La possibilità di selezionare il livello di partenza
La possibilità di selezionare il numero di vite
Tre nuovi costumi per ogni personaggio
La possibilità di settare il rapid punch (un auto fire applicato ai pugni insomma)
Va da sé che le introduzioni di maggiore interesse siano rappresentate da Z-Guy e Z-Cody, ovvero le evoluzioni dei due eroi di Final Fight come presenti nella serie Street Fighter Zero (Street Fighter Alpha in occidente). Rimangono fondamentalmente invariate le mosse a disposizione, cambiano invece gli sprite, le animazioni e una generale maggior potenza sia in attacco che in difesa. Ovviamente sono dei gioiellini per gli occhi, con Cody in versione detenuto (come mai? Studiare per saperlo...) e Guy in una veste particolarmente cool
EXTRA 2001
Fortunatamente Final Fight One non é unicamente una conversione pari pari del gioco che ha ormai tanti e tanti anni sulle spalle. Questa edizione del gioco offre difatti alcune migliorie grafiche immediatamente visibili come le dimensioni degli sprite, la velocità di gioco, il maggior numero di nemici (rispetto alla versione SNES), alcuni diversi posizionamenti degli avversari rispetto al coin-op (dato che il gioco si basa, come detto, sulla prima conversione per home console) e una serie di piccole e veloci illustrazioni che compaiono prima degli scontri con i boss di fine livello. Non si tratta, effettivamente di nulla di particolarmente impressionante, ma svolgono la loro funzione introducendo un maggiore studio negli artwork dedicati ai personaggi principali e, nonostante il giapponese impedisca di capire alcunché dei dialoghi, potrebbero addirittura dare maggiore spessore al gioco (ma ne dubitiamo alquanto, vista la tradizione delle "sceneggiature" made in Capcom)
Con tutta probabilità il pregio maggiore di questa versione é la presenza di una schermata, all'interno delle opzioni di gioco, chiamata Battle Point. Similarmente a quanto successo con gli ultimi picchiaduro a incontri realizzati da Capcom per Dreamcast, infatti, in Final Fight One una serie di segreti viene sbloccata tanto più si gioca. Più si picchia, maggiore é il numero di Battle Point guadagnati: tali Battle Point permettono di accedere a:
Nuovi livelli di difficoltà
Le versioni Z di Guy e Cody
La possibilità di selezionare il livello di partenza
La possibilità di selezionare il numero di vite
Tre nuovi costumi per ogni personaggio
La possibilità di settare il rapid punch (un auto fire applicato ai pugni insomma)
Va da sé che le introduzioni di maggiore interesse siano rappresentate da Z-Guy e Z-Cody, ovvero le evoluzioni dei due eroi di Final Fight come presenti nella serie Street Fighter Zero (Street Fighter Alpha in occidente). Rimangono fondamentalmente invariate le mosse a disposizione, cambiano invece gli sprite, le animazioni e una generale maggior potenza sia in attacco che in difesa. Ovviamente sono dei gioiellini per gli occhi, con Cody in versione detenuto (come mai? Studiare per saperlo...) e Guy in una veste particolarmente cool
Final Fight One
7
Voto
Redazione
Final Fight One
Final Fight One è indubbiamente uno dei migliori giochi per GBA attualmente acquistabile. Non solo per via di una veste grafica splendida e capace di rasentare la perfezione (perlomeno in qualità di conversione di un coin-op), ma anche grazie a una giocabilità e a un "sapore" che, nonostante i dodici anni passati, sanno ancora intrattenere e divertire come pochi. Il titolo Capcom presenta, oltretutto, un fattore di "rigiocabilità" particolarmente alto, trattandosi di un titolo arcade fino al midollo. Indovinati anche i bonus presenti grazie al sistema Battle Point, anche se ci si poteva aspettare forse qualche cosa di più sotto questo punto di vista. Final Fight One si conferma comunque come un gioco indispensabile quanto l'aria per gli appassionati di un tempo e sempre consigliatissimo per chiunque altro. Oltretutto un picchiaduro a scorrimento e una console portatile si sposano alla perfezione, anche grazie al sistema di salvataggio automatico che permette d'interrompere e riprendere a piacimento una partita.