Fist of the North Star: Ken's Rage
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Per quanto riguarda il sonoro, piuttosto che utilizzare i temi originali si é optato per una colonna sonora nuova made-in-Koei - si riconosce infatti lo stile adottato nei vari titoli della serie Musou. Abbiamo quindi dei brani di J-rock particolarmente adatti alla e fasi più concitate, ma in realtà un po' assenti nelle altre, e che spesse volte rischiano di divenire un po' ripetitivi. Buoni i doppiaggi, presenti sia in Inglese sia nell'originale Giapponese. L'intero gioco é sottotitolato discretamente in Italiano. Prendere confidenza col sistema di controllo é abbastanza semplice, sebbene dovrete fare qualche piccola prova giusto per districarvi tra le mosse speciali, le aure e le supermosse. Non possiamo però fare a meno di segnalare che nei combattimenti si avverte una certa legnosità: molto spesso l'esecuzione di una mossa é seguita da qualche istante di “pausa”, e oltretutto i personaggi hanno non pochi problemi a gestire il direzionamento dei colpi: laddove in altri titoli é sufficiente premere attacco+direzioni perché il personaggio si volti e colpisca, in FotNS:KR dovrete prima girarvi e poi colpire, pena il colpo andato a vuoto.
Le cose poi peggiorano dal momento che i nemici, anche quelli comuni, hanno l'antipatica tendenza a colpirvi con attacchi che vi mandano gambe all'aria. Non che i tipi di nemico siano poi tanti, tra l'altro: tolti i punk comuni, le cui uniche variazioni sul tema sono gli artigli e il lanciafiamme, e quattro tipi di comandanti, non avrete niente di più strano di cui preoccuparvi. Se alcuni personaggi dinamici, come Rei, Mamiya o Shin, riescono a supplire in qualche modo con la loro agilità a questa sensazione di legnosità, le cose si fanno più rognose con combattenti più tecnici come Toki o, é triste dirlo, Ken: va bene che il protagonista é noto per la sua calma olimpionica nel farsi strada tra i nemici, ma é anche vero che il suo modo di combattere é veramente troppo pesante per l'unico personaggio con cui dovrete sciropparvi 14 capitoli di Storia.
Modalità Storia che tra l'altro presenta dei livelli la cui difficoltà non é legata solo ai valori di attacco/difesa dei nemici, ma anche alla quantità di oggetti curativi che potrete rinvenire in giro: finché giocate con Ken la progressione é abbastanza lineare, ma provando le storie di altri personaggi vi troverete probabilmente con troppi pochi curativi rispetto al livello attuale (il primo livello di Toki é un incubo per questo motivo). Infine, per quanto sia possibile ripetere i livelli in modo da accumulare più esperienza, la pratica é sconsigliata dal fatto che, dopo la prima passata, i boss richiedono delle combinazioni di QTE molto ma molto più complesse, il ché mina parecchio la rigiocabilità. Per aumentare le skill é dunque meglio ricorrere alla modalità Sogno, in cui i boss non richiedono QTE (ma naturalmente alcuni hanno accesso al Sogno solo DOPO aver terminato la Storia...).
Per fortuna per superare i famosi 14 capitoli, completare le altre storie, superare la modalità Sogno con tutti i personaggi e cimentarvi nella modalità Sfida (che compare solo dopo i titoli di coda) avrete bisogno di ben più di una manciata di ore; se poi potete avvalervi di un amico - rigorosamente in locale - le cose possono anche divenire un po' più divertenti, sebbene lo split-screen verticale rubi molto al campo visivo. In conclusione possiamo dire che Fist of the North Star: Ken's Rage é un gioco alla fin fine piacevole, soprattutto se siete appassionati tanto del Manga/Anime quanto dello stile picchiaduro made-in-Koei, e a conti fatti costituisce probabilmente la più dignitosa conversione videoludica della saga di Tetsuo Hara. Questo però non é sufficiente a fare di lui un capolavoro, quanto piuttosto un gioco gradevole - sempre dietro ai succitati presupposti...
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Le cose poi peggiorano dal momento che i nemici, anche quelli comuni, hanno l'antipatica tendenza a colpirvi con attacchi che vi mandano gambe all'aria. Non che i tipi di nemico siano poi tanti, tra l'altro: tolti i punk comuni, le cui uniche variazioni sul tema sono gli artigli e il lanciafiamme, e quattro tipi di comandanti, non avrete niente di più strano di cui preoccuparvi. Se alcuni personaggi dinamici, come Rei, Mamiya o Shin, riescono a supplire in qualche modo con la loro agilità a questa sensazione di legnosità, le cose si fanno più rognose con combattenti più tecnici come Toki o, é triste dirlo, Ken: va bene che il protagonista é noto per la sua calma olimpionica nel farsi strada tra i nemici, ma é anche vero che il suo modo di combattere é veramente troppo pesante per l'unico personaggio con cui dovrete sciropparvi 14 capitoli di Storia.
Modalità Storia che tra l'altro presenta dei livelli la cui difficoltà non é legata solo ai valori di attacco/difesa dei nemici, ma anche alla quantità di oggetti curativi che potrete rinvenire in giro: finché giocate con Ken la progressione é abbastanza lineare, ma provando le storie di altri personaggi vi troverete probabilmente con troppi pochi curativi rispetto al livello attuale (il primo livello di Toki é un incubo per questo motivo). Infine, per quanto sia possibile ripetere i livelli in modo da accumulare più esperienza, la pratica é sconsigliata dal fatto che, dopo la prima passata, i boss richiedono delle combinazioni di QTE molto ma molto più complesse, il ché mina parecchio la rigiocabilità. Per aumentare le skill é dunque meglio ricorrere alla modalità Sogno, in cui i boss non richiedono QTE (ma naturalmente alcuni hanno accesso al Sogno solo DOPO aver terminato la Storia...).
Per fortuna per superare i famosi 14 capitoli, completare le altre storie, superare la modalità Sogno con tutti i personaggi e cimentarvi nella modalità Sfida (che compare solo dopo i titoli di coda) avrete bisogno di ben più di una manciata di ore; se poi potete avvalervi di un amico - rigorosamente in locale - le cose possono anche divenire un po' più divertenti, sebbene lo split-screen verticale rubi molto al campo visivo. In conclusione possiamo dire che Fist of the North Star: Ken's Rage é un gioco alla fin fine piacevole, soprattutto se siete appassionati tanto del Manga/Anime quanto dello stile picchiaduro made-in-Koei, e a conti fatti costituisce probabilmente la più dignitosa conversione videoludica della saga di Tetsuo Hara. Questo però non é sufficiente a fare di lui un capolavoro, quanto piuttosto un gioco gradevole - sempre dietro ai succitati presupposti...