FlatOut 4: Total Insanity
C’è stato un tempo in cuoi i giochi alla Destruction Derby andavano fortissimo. Giochi squisitamente arcade, ricchi di scontri, gare su piste improbabili, lamiere che si contorcevano creando forme assurde e tanto, tanto divertimento.
L’erede spirituale di questo genere è stata sicuramente la serie FlatOut che, nonostante capitoli non proprio brillanti, continua imperterrita la sua corsa. Eccoci quindi a parlare di Fl4at Out:Total Insanity, quarto capitolo della saga sviluppato dal team dei Kylotonn. Sarà riuscita la serie a risollevarsi dopo il disastro del capitolo precedente? Salite in macchina e scopritelo.
Pazzia su quattro ruote
La struttura su cui si poggia questo nuovo capitolo è alquanto semplice: una modalità carriera oppure la modalità FlaOut che, come da tradizione, mette il giocatore davanti ad una serie di mini giochi discretamente divertenti ma soprattutto difficili da padroneggiare al meglio.
Nel primo caso, invece, possiamo dirvi che la carriera procede in maniera tutto sommato piatta, con pochissimi sussulti, tendendo ad annoiare abbastanza in fretta. Ci sono tre categorie di auto, da quelle più “scassone” a bolidi esagerati sia sotto l'aspetto delle prestazioni che dal punto di vista estetico.
Vincendo i vari eventi (composti solitamente da una serie di gare) avremo la possibilità di guadagnare del denaro che è possibile spendere sia per potenziare il mezzo che stiamo usando in quel dato momento, oppure per comprare un nuovo “mostro” per il nostro garage personale.
Alle gare classiche, pian piano si aggiungeranno una serie di varianti che ricordano da una parte le classiche arene da Destruction Derby, dall’altra gare alla “Mario Kart”. Vi parliamo del titolo Nintendo perché in alcuni eventi sarà possibile utilizzare dei power up per ostacolare gli avversari ed eliminarli definitivamente dalla competizione.
Purtroppo, come dicevamo, la progressione all’interno della carriera offre davvero pochi stimoli, e spesso vi ritroverete a passare all’altra modalità di gioco principale, ovvero la modalità FlatOut. Qui i mini giochi saranno diversi e sarà anche possibile competere con altri giocatori all’interno di leaderboards mondiali. Alcuni mini giochi ricordano molto da vicino quelli giocatori nel passato, a cui se ne aggiungono di nuovi. Lo scopo sarà comunque quello di sparare il nostro piloto fuori dalla macchina per fargli compiere le più disparate attività: curling, freccette, una sorta di Angry Birds in cui bisogna distruggere un castello e molto altro ancora. Sebbene il divertimento sia relegato a poche ore di gioco, questa è sicuramente la componente meglio riuscita dell’intero pacchetto.
A questo si aggiungono le ovvie gare veloci e la possibilità di di giocare online sia in gare classiche che nella modalità party. Niente di trascendentale e più varianti di contorno che un vero e proprio valore aggiunto.
Bene, ma non benissimo
Sotto l’aspetto tecnico il titolo offre alcuni elementi piacevoli ma altri davvero disastrosi. Tra quest’ultimi dobbiamo segnalarvi il più grande difetto del gioco: la fisica dei mezzi. Sebbene la presenza di una fortissima componente arcade porti la guidabilità a pendere verso un sistema piuttosto permissivo, abbiamo trovato i mezzi davvero troppo leggeri.
Basta davvero poco per andare in testa coda: una sportellata improvvisa, un repentino cambio di direzione, ma anche l’impatto contro degli impercettibili elementi che fanno da contorno alle piste. Il tutto viene poi amplificato nelle gare in cui sono presenti i sopracitati power up. In quel caso la nostra macchina diventa spesso ingestibile, e basta un niente per vederla roteare in aria manco fosse un foglio di carta velina.
Leggermente meglio se la cava l’intelligenza artificiale che alterna momenti di assoluta caparbietà, ad altri in cui ci è sembrata fin troppo permissiva. Nel complesso comunque, rispetto al capitolo passato, l’IA i miglioramenti sono pienamente percepibili.
Passando al design delle piste possiamo dirvi di essere rimasti moderatamente soddisfatti. La lunghezza e la complessità dei tracciati è ottima, così come una discreta varietà all’interno di ambienti che, comunque, sono per lo più urbani. Meno soddisfatti della quantità, con gli sviluppatori che spesso hanno giocato la carta del tracciato speculare o invertito per aumentare il numero delle piste su cui correre (altro elemento che vi porterà ad annoiarvi abbastanza spesso all’interno della carriera) .
Arriviamo infine a parlare della componente visiva del titolo. Anche sotto questo aspetto ci troviamo davanti ad un titolo senza infamia e senza lode. I modelli poligonali sono piuttosto puliti, così come i contorni delle piste. Avremmo voluto vedere qualche dettaglio in più nella deformazione della carrozzeria, ma tutto sommato non è una componente da “buttare via”. La soundtrack è in linea con lo stile del prodotto e propone pezzi punk rock piuttosto orecchiabili.