FlatOut
di
Alessandro 'Alenet' Cossu
Periodo d'oro, quello che riguarda i videogames a sfondo automobilistico. Mentre il principe delle quattro ruote, Colin McRae, giunto alla sua quinta edizione, si contende il titolo con Richard Burns Rally, ecco che i signori della BugBear si affacciano al cromatico mondo delle macchine, con questo FlatOut che, sulla carta, aveva promesso gioia & gaudio per tutti gli amanti del cruscotto digitale, magari con una forte dose dell'elisir Arcade.
Il titolo in esame, ormai completo e pronto per essere sviscerato, ci porta nel mondo delle gare automobilistiche "alternative", ovvero spericolate corse a bordo di auto truccate su percorsi accidentati dove l'unica regola è: "Non ci sono regole". Le auto, in piena tradizione "a stelle e strisce", sono tutte a trazione posteriore e viaggiano sempre su quella sorta di border line fra slittamento e linee rette; le piste disponibili, brevi ma abbondanti, spaziano dal campeggio alla strada cittadina, dall'arena stile "Destruction Derby" alla zona boscosa, finendo con una interessante e macabra attività a sfondo olimpionico.
Infatti, durante le nostre scorribande a patto di arrivare sempre fra i primi tre su otto - potremo selezionare una modalità particolarissima che ci consentirà di usare il nostro alter ego digitale come una sorta di giavellotto: prendendo la dovuta rincorsa e premendo l'apposito tasto al momento giusto, vedremo lo sfortunato pilota sfondare il parabrezza e volare su un campo che ricorda appunto la specialità olimpica appena citata, con tanto di segnali che indicano l'entità del nostro...volo, espressa in metri. Non manca anche un macabro salto in lungo, dove lo scopo e far finire il povero autista nella bocca spalancata di un clown; dulcis in fundo, è possibile utilizzare il malcapitato come una freccetta, cercando di fare centro nell'apposito tabellone che vedete nelle foto qui attorno...parte il dubbio gusto dell'intera faccenda, questa modalità, chiamata Stunt, non pare comunque esaltante. Nelle gare più ortodosse, invece, si tratta di guidare al meglio delle nostre possibilità cercando di arrivare su un inesistente podio, cosa questa che ci permetterà di sbloccare le piste successive.
Il primo impatto con FlatOut, è decisamente gradevole: l'ottimo comparto grafico, capace di girare al meglio anche su computer di un paio di stagioni fa, ci mostra il sapiente lavoro dei programmatori guidati da Alan Bunker, leader storico dei BugBear. In particolare, sono state utilizzate le più avanzate tecniche di pixel shader e vertex shader per regalarci un livello di dettaglio da fare invidia anche a produzioni più blasonate. Il lunotto posteriore sembra coperto di polvere e fango in strati assolutamente non uniformi ed è qui che si vede il pixel shader - così come le tracce dei pneumatici, le vetture, e gli oggetti sparsi nelle piste variano, si incrinano e si modellano in tempo reale grazie al possente motore fisico, una variante del famoso engine Havok. Ogni urto genera incredibili cambiamenti sulle nostre vetture, grazie al sapiente uso del vertex shader. Le auto si deformano in maniera convincente in base al tipo di impatto, i vetri si incrinano, le portiere si aprono e si staccano rispettando le ferree leggi della fisica.
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Spettacolare, l'incendio del motore quando sottoposto ad illeciti urti e pressioni. Anche i movimenti del pilota, quando viene sbalzato fuori dall'abitacolo, ricordano proprio quelli di un perfetto manichino da crash test, il quale, schiantandosi contro quello che trova durante il suo tragico volo, ci mostrerà il tutto con toccante e violenta perfezione. Il risultato, però, oltre ad essere totalmente inutile anche ai fini di un gameplay inesistente come quello di FO, è quanto meno disturbante, soprattutto se si è davvero passati per una esperienza simile...ma transeat. Osservando meglio il titolo in tutta la sua stravagante completezza, la gioia e il gaudio promessi in apertura di articolo svaniscono rapidamente, affossati da un gameplay, come detto, inesistente, almeno in singolo. Tutto quello che dovremo fare è cercare di tenere in pista la nostra auto su piste medio piccole, per almeno tre giri. Tre giri (in rari casi, quattro). Al termine del primo, la curiosità di vedere la pista sarà già sfumata nella profonda irritazione della non perfetta risposta ai comandi del nostro bolide (in ogni caso, ci sono molti mezzi, ma tutti identici in termini di guidabilità) e si avanzerà aspettando di vedere la prossima gara, ammesso che la noia non prenda il sopravvento.
Il fascino di vedere la cinghia del motore o il rifinitissimo interno del bagagliaio, si sfilaccerà quando ci accorgeremo che l'apparentemente perfetto quadro d'insieme si perde in un pessimo sistema di checkpoint obbligatori, qualche baco di troppo in caso che la macchina si capovolga e una libertà d'azione promessa e non mantenuta, proprio a causa dei checkpoint. Se aggiungiamo qualche baco di troppo nella gestione dei menù alla totale mancanza di personalizzazione dei comandi, perde punti anche la possibilità di acquistare parti di ricambio modificate per i nostri mostri a quattro ruote a patto, ovviamente, di avere i soldini per comprarle.
Altra nota non esattamente convincente è il sonoro, che pare poco ispirato, con gli fx dei motori poco realistici e una colonna sonora tutto sommato mediocre e decisamente invasiva.
Il vero punto forte di questo titolo sarà sicuramente il lato multigiocatore, con arene ampie e variegate dove risulterà particolarmente avvincente la classica corsa tutti contro tutti. Insomma, tirare le somme per FO è decisamente un compito arduo, poiché il titolo che tanto bene prometteva quando era solo una voce di corridoio, si è rivelato essere una sorta di delusione ambulante. Certo, la sensazione di velocità, coadiuvata da quattro possibili visuali è forte e adrenalinica, ed i replay delle nostre gare sono spettacolari. Tuttavia, ci sono molti aspetti che andrebbero rivisti, ma per questo non c'e' più tempo. Sfortunatamente, i signori della BugBear non sono riusciti a dare profondità ad un titolo che pare, purtroppo, destinato al limbo delle occasioni mancate...Prima di derapare sul commento finale, ricordo a tutti che FO è stato tradotto, per quello che riguarda i menù, nella lingua del BelPaese e che, data la sua natura arcade, è un gioco adatto a tutte le fasce d'utenza.
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Il titolo in esame, ormai completo e pronto per essere sviscerato, ci porta nel mondo delle gare automobilistiche "alternative", ovvero spericolate corse a bordo di auto truccate su percorsi accidentati dove l'unica regola è: "Non ci sono regole". Le auto, in piena tradizione "a stelle e strisce", sono tutte a trazione posteriore e viaggiano sempre su quella sorta di border line fra slittamento e linee rette; le piste disponibili, brevi ma abbondanti, spaziano dal campeggio alla strada cittadina, dall'arena stile "Destruction Derby" alla zona boscosa, finendo con una interessante e macabra attività a sfondo olimpionico.
Infatti, durante le nostre scorribande a patto di arrivare sempre fra i primi tre su otto - potremo selezionare una modalità particolarissima che ci consentirà di usare il nostro alter ego digitale come una sorta di giavellotto: prendendo la dovuta rincorsa e premendo l'apposito tasto al momento giusto, vedremo lo sfortunato pilota sfondare il parabrezza e volare su un campo che ricorda appunto la specialità olimpica appena citata, con tanto di segnali che indicano l'entità del nostro...volo, espressa in metri. Non manca anche un macabro salto in lungo, dove lo scopo e far finire il povero autista nella bocca spalancata di un clown; dulcis in fundo, è possibile utilizzare il malcapitato come una freccetta, cercando di fare centro nell'apposito tabellone che vedete nelle foto qui attorno...parte il dubbio gusto dell'intera faccenda, questa modalità, chiamata Stunt, non pare comunque esaltante. Nelle gare più ortodosse, invece, si tratta di guidare al meglio delle nostre possibilità cercando di arrivare su un inesistente podio, cosa questa che ci permetterà di sbloccare le piste successive.
Il primo impatto con FlatOut, è decisamente gradevole: l'ottimo comparto grafico, capace di girare al meglio anche su computer di un paio di stagioni fa, ci mostra il sapiente lavoro dei programmatori guidati da Alan Bunker, leader storico dei BugBear. In particolare, sono state utilizzate le più avanzate tecniche di pixel shader e vertex shader per regalarci un livello di dettaglio da fare invidia anche a produzioni più blasonate. Il lunotto posteriore sembra coperto di polvere e fango in strati assolutamente non uniformi ed è qui che si vede il pixel shader - così come le tracce dei pneumatici, le vetture, e gli oggetti sparsi nelle piste variano, si incrinano e si modellano in tempo reale grazie al possente motore fisico, una variante del famoso engine Havok. Ogni urto genera incredibili cambiamenti sulle nostre vetture, grazie al sapiente uso del vertex shader. Le auto si deformano in maniera convincente in base al tipo di impatto, i vetri si incrinano, le portiere si aprono e si staccano rispettando le ferree leggi della fisica.
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Spettacolare, l'incendio del motore quando sottoposto ad illeciti urti e pressioni. Anche i movimenti del pilota, quando viene sbalzato fuori dall'abitacolo, ricordano proprio quelli di un perfetto manichino da crash test, il quale, schiantandosi contro quello che trova durante il suo tragico volo, ci mostrerà il tutto con toccante e violenta perfezione. Il risultato, però, oltre ad essere totalmente inutile anche ai fini di un gameplay inesistente come quello di FO, è quanto meno disturbante, soprattutto se si è davvero passati per una esperienza simile...ma transeat. Osservando meglio il titolo in tutta la sua stravagante completezza, la gioia e il gaudio promessi in apertura di articolo svaniscono rapidamente, affossati da un gameplay, come detto, inesistente, almeno in singolo. Tutto quello che dovremo fare è cercare di tenere in pista la nostra auto su piste medio piccole, per almeno tre giri. Tre giri (in rari casi, quattro). Al termine del primo, la curiosità di vedere la pista sarà già sfumata nella profonda irritazione della non perfetta risposta ai comandi del nostro bolide (in ogni caso, ci sono molti mezzi, ma tutti identici in termini di guidabilità) e si avanzerà aspettando di vedere la prossima gara, ammesso che la noia non prenda il sopravvento.
Il fascino di vedere la cinghia del motore o il rifinitissimo interno del bagagliaio, si sfilaccerà quando ci accorgeremo che l'apparentemente perfetto quadro d'insieme si perde in un pessimo sistema di checkpoint obbligatori, qualche baco di troppo in caso che la macchina si capovolga e una libertà d'azione promessa e non mantenuta, proprio a causa dei checkpoint. Se aggiungiamo qualche baco di troppo nella gestione dei menù alla totale mancanza di personalizzazione dei comandi, perde punti anche la possibilità di acquistare parti di ricambio modificate per i nostri mostri a quattro ruote a patto, ovviamente, di avere i soldini per comprarle.
Altra nota non esattamente convincente è il sonoro, che pare poco ispirato, con gli fx dei motori poco realistici e una colonna sonora tutto sommato mediocre e decisamente invasiva.
Il vero punto forte di questo titolo sarà sicuramente il lato multigiocatore, con arene ampie e variegate dove risulterà particolarmente avvincente la classica corsa tutti contro tutti. Insomma, tirare le somme per FO è decisamente un compito arduo, poiché il titolo che tanto bene prometteva quando era solo una voce di corridoio, si è rivelato essere una sorta di delusione ambulante. Certo, la sensazione di velocità, coadiuvata da quattro possibili visuali è forte e adrenalinica, ed i replay delle nostre gare sono spettacolari. Tuttavia, ci sono molti aspetti che andrebbero rivisti, ma per questo non c'e' più tempo. Sfortunatamente, i signori della BugBear non sono riusciti a dare profondità ad un titolo che pare, purtroppo, destinato al limbo delle occasioni mancate...Prima di derapare sul commento finale, ricordo a tutti che FO è stato tradotto, per quello che riguarda i menù, nella lingua del BelPaese e che, data la sua natura arcade, è un gioco adatto a tutte le fasce d'utenza.
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FlatOut
6
Voto
Redazione
FlatOut
Un giochino interessante al primo impatto, che mostra però il fianco a pesanti critiche dopo i primi minuti di gioco. Piste mediamente piccole e banalmente tutte uguali strizzano l'occhio malevolo a un sistema di controllo da rivedere e una intrinseca noia che inevitabilmente fa capolino dopo pochi minuti di gioco. Come dire: non tutti gli Havoc riescono col Payne. Tempo per migliorare ce ne è stato molto, ma sfortunatamente non è bastato. FlatOut rimane un titolo consigliato solo a chi vive di pane e quattroruote; per tutti gli altri, puntare altrove lo sguardo è caldamente consigliato.