Flow Urban Dance Uprising
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I titoli musicali hanno fatto parte, per anni, del solo mercato giapponese, venendo quasi sempre evitati anche da chi non disdegnava acquistare videogiochi con caratteri giapponesi. Il primo esempio di titolo musicale a venir apprezzato in America ed Europa è stato Parappa the Rapper di Sony, nello stesso istante in cui i music game incominciavano ad avere in occidente anche un loro ristretto mercato, in Giappone era scoppiata la mania per i Dance Revolution di Konami. Era il periodo in cui la casa giapponese distribuiva il software creato dalla neo acquisita Bemani, particolare software house che sviluppava programmi fitness per le palestre del Giappone. DDR è riuscito ad invadere le sale giochi orientali, con i suoi tappetini in acciaio, pedane enormi, le musiche commerciali o sviluppate dalla stessa Bemani, a scalzare, nella sua semplicistica meccanica di gioco, titoli ben più corposi come Beatmania, Drumania e Guitar Freaks della stessa Konami / Bemani. Con l'avvento della Playstation 2 e la diffusione sempre maggiore del videogioco, ormai riconosciuto da (quasi) tutti hobby di pari livello rispetto a cinema e musica, i cloni di DDR si sono moltiplicati, ed ogni software house, famosa e non, ne ha proposta una sua versione, puntando in primis più sulle musiche che sul comparto estetico, contrariamente a DDR, caratterizzando i suoi ballerini in modo riconoscibile, come il robottino o il ballerino rasta.
Flow è l'interpretazione Ubisoft di DDR, dove al posto delle musiche J-Pop (Japan Pop), troviamo quelle Hip Hop anglofone che possono, forse, incontrare i favori del videogiocatore occidentale. La meccanica di gioco consiste, come nel titolo Konami, nel premere con il D Pad o sul tappetino (ne basta uno compatibile o l'originale per DDR) il pulsante / freccia apposita, che compare sullo schermo nel momento che si sovrappone con quella corrispondente posta sulla barra direzionale in alto. Lo stile di gioco è elementare ma con alcune tracce, giocando con il tappetino, sembrerà proprio di ballare, grazie anche alla possibilità di muoversi su di esso, oppure creando combo sulla scia della nostra creatività. Per il novizio sarà semplice, dopo un po' di pratica, riuscire a confezionare un ottimo punteggio dopo poche sessioni di gioco, ma forse non comprenderà al meglio le vere potenzialità di questo titolo. Flow: Urban Dance Uprising è infatti un videogioco che da ampio spazio alla creatività del videogiocatore, fantastico per sperimentare movimenti da sala di ballo seguendo sia la musica Hip Hop che la costrizione del dover premere le frecce in un dato momento.
Graficamente il gioco si presenta con colori accattivanti ed effetti luminosi (stupendo il blur che sfoca alcuni elementi, come i costumi, le parti metalliche o le fonti luminose stesse) dall'elevato effetto scenografico, carini anche gli scenari (le strade, le discoteche, ma anche i tetti dei palazzi) che riprendono i temi urbani caratteristici per questa musica "da strada" molto sociale, i cui aspetti, positivi e negativi, hanno caratterizzato spesso anche film e trasmissioni americane, dove il genere è molto apprezzato anche per via di un determinato contesto sociale. I personaggi, dieci in tutto, hanno un elevato grado di customizzazione e si muovono con animazioni realistiche, che fa tanto pensare che alla loro realizzazione abbia contribuito l'ormai famoso e sempre più usato motion capture.
Un comparto estetico di semplice contorno, ad uso e consumo più di chi guarda che di chi gioca, dal momento che quest'ultimo è concentrato sulla sequenza corretta da eseguire. Di fondamentale importanza, invece, la barra dei comandi e le frecce stesse, che dal basso, a velocità più o meno sostenuta, andranno ad occupare lo schermo, nonché i fonts utilizzati per comunicare in modo non troppo invadente le combo ed i passi seguiti correttamente.
L'aspetto sonoro è comunque il più curato, ben 50 sono le tracce presenti nel DVD del gioco (con artisti del calibro di Sugarhill Gang, Eric B. and Rakim), dai brani più recenti a quelli del passato ma sempre orecchiabili e ballabili anche oggi che siamo sul finire del 2005, unica pecca lo loro poca varietà, a differenza del metro di paragone che è il sempre famoso e presente Dance Dance Revolution, nel quale vi erano tracce più varie anche ritmicamente rispetto al prodotto Ubisoft. Nel caso in cui la nostra performance sarà ben apprezzata dal pubblico, saremo ben ripagati con effetti sonori campionati che tenderanno ad omaggiarci, nel caso in cui invece inizieremo a sbagliare saranno i fischi a farla da padrone.
Le modalità di gioco sono indirizzare in primis verso il singolo giocatore, ben tre sono i livelli di difficoltà ed i vari stage si presenteranno sotto l'aspetto di missione, imponendoci di completarli od arrivando alla fine dello stesso con un punteggio minimo giusto per raggiungere la mediocrità della valutazione, sia usando una Special Move durante il quadro stesso. Mosse speciali che ci daranno è vero più punti, ma renderanno il gioco, anche a livello Easy, ben più ostico, mettendoci spesso in fasi di agitazione per la difficoltà delle stesse. Finendo i vari stage potremo sbloccare nuove canzoni, quadri di gioco nonché vestiti per personalizzare uno dei dieci dancer proposti nel gioco. Pur non avendo la stessa varietà di titoli altamente customizzabili come The Sims, questa opzione ci invoglia sia a gustare nelle seguenti sessioni di gioco meglio il comparto scenografico di contorno (e non quello necessario) sia a giocare continuamente il titolo per creare il nostro alter ego digitale. Oltre all' aerobic / diet mode per unire l'utile al dilettevole, avremo anche la modalità multiplayer che ci permetterò di creare veri e proprio tornei in casa portando il numero di videoplayer ad otto, con un massimo di due presenti su schermo.
Sarà interessante quindi creare in casa, con le idonee periferiche, una vera e propria sala giochi (usufruendo magari dei tanto sognati amanti di DDR, tappetini con base metallica dal costo di 100 e più euro), sfruttando anche le ultime periferiche di Playstation 2 come l'Eyetoy, che nel suo piccolo porteranno al massimo il divertimento.
Flow è l'interpretazione Ubisoft di DDR, dove al posto delle musiche J-Pop (Japan Pop), troviamo quelle Hip Hop anglofone che possono, forse, incontrare i favori del videogiocatore occidentale. La meccanica di gioco consiste, come nel titolo Konami, nel premere con il D Pad o sul tappetino (ne basta uno compatibile o l'originale per DDR) il pulsante / freccia apposita, che compare sullo schermo nel momento che si sovrappone con quella corrispondente posta sulla barra direzionale in alto. Lo stile di gioco è elementare ma con alcune tracce, giocando con il tappetino, sembrerà proprio di ballare, grazie anche alla possibilità di muoversi su di esso, oppure creando combo sulla scia della nostra creatività. Per il novizio sarà semplice, dopo un po' di pratica, riuscire a confezionare un ottimo punteggio dopo poche sessioni di gioco, ma forse non comprenderà al meglio le vere potenzialità di questo titolo. Flow: Urban Dance Uprising è infatti un videogioco che da ampio spazio alla creatività del videogiocatore, fantastico per sperimentare movimenti da sala di ballo seguendo sia la musica Hip Hop che la costrizione del dover premere le frecce in un dato momento.
Graficamente il gioco si presenta con colori accattivanti ed effetti luminosi (stupendo il blur che sfoca alcuni elementi, come i costumi, le parti metalliche o le fonti luminose stesse) dall'elevato effetto scenografico, carini anche gli scenari (le strade, le discoteche, ma anche i tetti dei palazzi) che riprendono i temi urbani caratteristici per questa musica "da strada" molto sociale, i cui aspetti, positivi e negativi, hanno caratterizzato spesso anche film e trasmissioni americane, dove il genere è molto apprezzato anche per via di un determinato contesto sociale. I personaggi, dieci in tutto, hanno un elevato grado di customizzazione e si muovono con animazioni realistiche, che fa tanto pensare che alla loro realizzazione abbia contribuito l'ormai famoso e sempre più usato motion capture.
Un comparto estetico di semplice contorno, ad uso e consumo più di chi guarda che di chi gioca, dal momento che quest'ultimo è concentrato sulla sequenza corretta da eseguire. Di fondamentale importanza, invece, la barra dei comandi e le frecce stesse, che dal basso, a velocità più o meno sostenuta, andranno ad occupare lo schermo, nonché i fonts utilizzati per comunicare in modo non troppo invadente le combo ed i passi seguiti correttamente.
L'aspetto sonoro è comunque il più curato, ben 50 sono le tracce presenti nel DVD del gioco (con artisti del calibro di Sugarhill Gang, Eric B. and Rakim), dai brani più recenti a quelli del passato ma sempre orecchiabili e ballabili anche oggi che siamo sul finire del 2005, unica pecca lo loro poca varietà, a differenza del metro di paragone che è il sempre famoso e presente Dance Dance Revolution, nel quale vi erano tracce più varie anche ritmicamente rispetto al prodotto Ubisoft. Nel caso in cui la nostra performance sarà ben apprezzata dal pubblico, saremo ben ripagati con effetti sonori campionati che tenderanno ad omaggiarci, nel caso in cui invece inizieremo a sbagliare saranno i fischi a farla da padrone.
Le modalità di gioco sono indirizzare in primis verso il singolo giocatore, ben tre sono i livelli di difficoltà ed i vari stage si presenteranno sotto l'aspetto di missione, imponendoci di completarli od arrivando alla fine dello stesso con un punteggio minimo giusto per raggiungere la mediocrità della valutazione, sia usando una Special Move durante il quadro stesso. Mosse speciali che ci daranno è vero più punti, ma renderanno il gioco, anche a livello Easy, ben più ostico, mettendoci spesso in fasi di agitazione per la difficoltà delle stesse. Finendo i vari stage potremo sbloccare nuove canzoni, quadri di gioco nonché vestiti per personalizzare uno dei dieci dancer proposti nel gioco. Pur non avendo la stessa varietà di titoli altamente customizzabili come The Sims, questa opzione ci invoglia sia a gustare nelle seguenti sessioni di gioco meglio il comparto scenografico di contorno (e non quello necessario) sia a giocare continuamente il titolo per creare il nostro alter ego digitale. Oltre all' aerobic / diet mode per unire l'utile al dilettevole, avremo anche la modalità multiplayer che ci permetterò di creare veri e proprio tornei in casa portando il numero di videoplayer ad otto, con un massimo di due presenti su schermo.
Sarà interessante quindi creare in casa, con le idonee periferiche, una vera e propria sala giochi (usufruendo magari dei tanto sognati amanti di DDR, tappetini con base metallica dal costo di 100 e più euro), sfruttando anche le ultime periferiche di Playstation 2 come l'Eyetoy, che nel suo piccolo porteranno al massimo il divertimento.