Football Academy
Il rapporto d'amore incondizionato che lega gli italiani al calcio ha conosciuto negli ultimi decenni innumerevoli forme d'espressione. Una delle più note ed apprezzate resta senza dubbio quella delle figurine. Ogni bambino ha provato il gusto di attaccare il proprio campione preferito sull'album gelosamente custodito, o magari di completare tutta la collezione. Rispecchiando quanto visto in una espansione apparsa per Fifa 09, Football Academy si propone l'obiettivo di trasporre in videogame questo tipo di intrattenimento cartaceo.
L'accademia menzionata nel titolo vanta un rettore d'eccezione come Luis Felipe Scolari: il famoso allenatore brasiliano accompagna il giocatore nella creazione di un team personale. I calciatori vengono attinti dai cinque maggiori campionati europei (Serie A, Liga, Bundesliga, Ligue 1, Premier League), attraverso il caratteristico sistema della bustina. Per ottenerne una, é necessario superare un test composto da tre minigames casuali, sui quattordici presenti in totale. Ciascuno di questi, ovviamente a sfondo sportivo, va affrontato rigorosamente col solo pennino. Per la maggior parte, viene saggiata la conoscenza della materia: così in "Divise appese" bisogna abbinare la maglia di un club alla nazione d'appartenenza, in "Migliori 11" scegliere per ogni ruolo l'inteprete migliore fra quattro alternative, in "Scopri lo stemma" indovinare a quale squadra corrisponda il relativo gaiardetto. Non manca qualche variazione sul tema: in "Tiratore esperto", invece della competenza, viene messa alla prova l'abilità a centrare un bersaglio, colpendo con lo stilo un pallone ad effetto. "Missione d'osservazione" richiede un po' di dimestichezza con la geografia, in quanto consiste nell'indicare su una cartina muta l'esatta posizione della città sede di un determinato club.
In "Fai l'arbitro" si emula il direttore di gara, riproducendo i gesti che egli eseguirebbe in specifiche situazioni della partita. Insomma, un elenco di minigames assortito e molto ispirato, con alcuni esponenti che da soli riescono a calamitare l'attenzione dell'utente. Chi ha confidenza col mondo del calcio trova qui una piacevole sfida da affrontare, chi ne é digiuno invece affinerà con naturalezza la sua preparazione. Passato il test, si riceve una bustina: ve ne sono di tre tipi, bronzo, argento e oro (va da sé che il metallo più pregiato rappresenti la scelta preferibile). I giocatori rinvenuti nel pacchetto, oltre ad alimentare la collezione virtuale, possono venire scambiati con altri possessori di Football Academy o inseriti nella squadra. Per ciò che concerne la squadra, bisogna stabilirne il modulo ed i titolari, tenendo presente che ciascuno di essi, oltre ad avere le solite caratteristiche espresse tramite parametri (dribbling, velocità, colpo di testa ecc...) é abituato a svolgere un ruolo in una specifica formazione, e predilige essere affiancato da dei connazionali.
Definiti tutti i dettagli nello spogliatoio, arriva il momento di scendere in campo. L'unica opzione disponibile é un incontro secco contro un avversario fra quelli sbloccati; sorge spontaneo un grosso disappunto nei confronti di chi ha completamente trascurato l'ipotesi di aggiungere una modalità più corposa, qualche bel torneo o coppa. Quando comincia il match, il disappunto cresce e si tramuta in disapprovazione. La partita infatti consiste in un susseguirsi di azioni casuali, sulle quali non si esercita il minimo controllo (non sono consentiti nemmeno cambio tattiche o sostituzioni in corso). Una azione si riduce ad una successione di scontri: ad esempio, un centrocampista che effettua un passaggio contro uno che va a contrasto; un'ala che prova una finta contro un difensore in tackle; un centravanti che spara a rete contro un portiere in tuffo.
Per segnare, occorre che chi attacca vinca tutti gli scontri di una azione. A tale scopo, conta unicamente il parametro chiamato in causa in quel frangente: il che significa, ad esempio, che per un bomber sia sufficiente un punteggio alto nel tiro per segnare molti gol, pure se sotto ogni altro aspetto si dimostri scandalosamente scarso. L'unica scelta riservata al giocatore, quasi ridimensionato a spettatore degli scontri decisi dalla CPU, sta nell'alternativa fra una mossa più prudente ed una più ardita (come un cross morbido o uno tagliato); la seconda presenta maggiori rischi, ma se riesce conduce ad esiti importanti.
La partita, col suo svolgimento mediocre, mette in mostra tutte le difficoltà che le figurine (intese come forma di intrattenimento) incontrano in una trasposizione videoludica. Per ovviare ai problemi, sembra doveroso inserire esse in un impianto di gioco valido, condizione che qui purtroppo non si é verificata.
Il multiplayer, in due, non esercita una degna attrattiva. Data la facilità nel procurarsi le bustine (e dunque i calciatori voluti), gli scambi con un amico non hanno lo stesso fascino della controparte cartacea, mentre per le partite valgono i motivi appena esposti.
Il comparto grafico lascia a desiderare. Le azioni sono raffigurate da immagini statiche e ripetitive, da una squadra all'altra cambiano soltanto i colori delle maglie. Del sonoro non rimane alcuna traccia.
Per concludere, Football Academy schiera in campo qualche bel minigioco e il gusto di collezionare figurine, ma é troppo poco alla luce dei difetti che lo rendono per lunghi tratti insipido e un po' noioso. Consigliabile solo ai patiti del pallone.
L'accademia menzionata nel titolo vanta un rettore d'eccezione come Luis Felipe Scolari: il famoso allenatore brasiliano accompagna il giocatore nella creazione di un team personale. I calciatori vengono attinti dai cinque maggiori campionati europei (Serie A, Liga, Bundesliga, Ligue 1, Premier League), attraverso il caratteristico sistema della bustina. Per ottenerne una, é necessario superare un test composto da tre minigames casuali, sui quattordici presenti in totale. Ciascuno di questi, ovviamente a sfondo sportivo, va affrontato rigorosamente col solo pennino. Per la maggior parte, viene saggiata la conoscenza della materia: così in "Divise appese" bisogna abbinare la maglia di un club alla nazione d'appartenenza, in "Migliori 11" scegliere per ogni ruolo l'inteprete migliore fra quattro alternative, in "Scopri lo stemma" indovinare a quale squadra corrisponda il relativo gaiardetto. Non manca qualche variazione sul tema: in "Tiratore esperto", invece della competenza, viene messa alla prova l'abilità a centrare un bersaglio, colpendo con lo stilo un pallone ad effetto. "Missione d'osservazione" richiede un po' di dimestichezza con la geografia, in quanto consiste nell'indicare su una cartina muta l'esatta posizione della città sede di un determinato club.
In "Fai l'arbitro" si emula il direttore di gara, riproducendo i gesti che egli eseguirebbe in specifiche situazioni della partita. Insomma, un elenco di minigames assortito e molto ispirato, con alcuni esponenti che da soli riescono a calamitare l'attenzione dell'utente. Chi ha confidenza col mondo del calcio trova qui una piacevole sfida da affrontare, chi ne é digiuno invece affinerà con naturalezza la sua preparazione. Passato il test, si riceve una bustina: ve ne sono di tre tipi, bronzo, argento e oro (va da sé che il metallo più pregiato rappresenti la scelta preferibile). I giocatori rinvenuti nel pacchetto, oltre ad alimentare la collezione virtuale, possono venire scambiati con altri possessori di Football Academy o inseriti nella squadra. Per ciò che concerne la squadra, bisogna stabilirne il modulo ed i titolari, tenendo presente che ciascuno di essi, oltre ad avere le solite caratteristiche espresse tramite parametri (dribbling, velocità, colpo di testa ecc...) é abituato a svolgere un ruolo in una specifica formazione, e predilige essere affiancato da dei connazionali.
Definiti tutti i dettagli nello spogliatoio, arriva il momento di scendere in campo. L'unica opzione disponibile é un incontro secco contro un avversario fra quelli sbloccati; sorge spontaneo un grosso disappunto nei confronti di chi ha completamente trascurato l'ipotesi di aggiungere una modalità più corposa, qualche bel torneo o coppa. Quando comincia il match, il disappunto cresce e si tramuta in disapprovazione. La partita infatti consiste in un susseguirsi di azioni casuali, sulle quali non si esercita il minimo controllo (non sono consentiti nemmeno cambio tattiche o sostituzioni in corso). Una azione si riduce ad una successione di scontri: ad esempio, un centrocampista che effettua un passaggio contro uno che va a contrasto; un'ala che prova una finta contro un difensore in tackle; un centravanti che spara a rete contro un portiere in tuffo.
Per segnare, occorre che chi attacca vinca tutti gli scontri di una azione. A tale scopo, conta unicamente il parametro chiamato in causa in quel frangente: il che significa, ad esempio, che per un bomber sia sufficiente un punteggio alto nel tiro per segnare molti gol, pure se sotto ogni altro aspetto si dimostri scandalosamente scarso. L'unica scelta riservata al giocatore, quasi ridimensionato a spettatore degli scontri decisi dalla CPU, sta nell'alternativa fra una mossa più prudente ed una più ardita (come un cross morbido o uno tagliato); la seconda presenta maggiori rischi, ma se riesce conduce ad esiti importanti.
La partita, col suo svolgimento mediocre, mette in mostra tutte le difficoltà che le figurine (intese come forma di intrattenimento) incontrano in una trasposizione videoludica. Per ovviare ai problemi, sembra doveroso inserire esse in un impianto di gioco valido, condizione che qui purtroppo non si é verificata.
Il multiplayer, in due, non esercita una degna attrattiva. Data la facilità nel procurarsi le bustine (e dunque i calciatori voluti), gli scambi con un amico non hanno lo stesso fascino della controparte cartacea, mentre per le partite valgono i motivi appena esposti.
Il comparto grafico lascia a desiderare. Le azioni sono raffigurate da immagini statiche e ripetitive, da una squadra all'altra cambiano soltanto i colori delle maglie. Del sonoro non rimane alcuna traccia.
Per concludere, Football Academy schiera in campo qualche bel minigioco e il gusto di collezionare figurine, ma é troppo poco alla luce dei difetti che lo rendono per lunghi tratti insipido e un po' noioso. Consigliabile solo ai patiti del pallone.
Football Academy
5
Voto
Redazione
Football Academy
Può la figurina, la celebre forma di divertimento cartacea, aspirare ad una autonoma dignità anche in ambito videoludico? La risposta é no. Perché se non é sorretta da una struttura di gioco appagante (verosimilmente di carattere ruolista), la figurina da sola non va da nessuna parte. Il gusto della raccolta e quello dello scambio si perdono inesorabilmente sull'intangibile display di una console. In Football Academy la suddetta struttura é troppo poco curata, così che la figurina rimane sola in un vano tentativo di intrattenere.