slim & (too) lite Quattro anni or sono, quando iniziarono a trapelare i primi rumors riguardo ad una conversione portatile del manageriale calcistico più conosciuto al mondo, in molti storsero la bocca adducendo alle innegabili difficoltà che un'operazione del genere avrebbe trascinato con se. In pochi, però, si sarebbero aspettati che Football Manager Handheld riuscisse a superare i due principali scogli del passaggio su console portatile: velocità nell'elaborazione ed accessibilità dei menu. Sono ancora in meno coloro che sarebbero stati capaci di prevedere le reali difficoltà alle quali la trasposizione sarebbe andata incontro. Stiamo parlando dell'impoverimento sostanziale di quello che é da sempre il nucleo della serie: la profondità simulativa. All'inevitabile, e più che giustificato, snellimento della struttura ludica, é infatti andato di pari passo un'incomprensibile impoverimento delle dinamiche manageriali. Una involuzione tradottasi nella progressiva semplificazione del titolo. Semplificazione che, pian piano, ha reso Football Manager Handled ben distante da quella filosofia perfezionista capace di fare la fortuna del fratello maggiore.
l'interazione con gli assistenti vi consentirà di individuare al meglio i bisogni della vostra rosa
oltre al grande numero di assetti tattici prestabiliti, ci viene data la possibilità di creare moduli spostando a nostro piacimento i singoli giocatori
la pagina sommario fissa il punto della situazione raccogliendo le informazioni più rilevanti
Certo, la totale mancanza di concorrenza nel palcoscenico delle console da taschino ci spinge a fare almeno un altro paio di considerazioni. In primis va riconosciuto a Sport Interactive il merito di aver tentato la coraggiosa operazione di sdoganamento di un genere, già per sua natura, di nicchia, su di una piattaforma quantomeno inconsueta per questa tipologia di gestionale. In secondo luogo, é banale constatare come la mancanza di alternative ha fatto si che Football Manager Handheld si imponesse come un must per chiunque abbia avuto l'intenzione di provare l'ebrezza dell'estrema portabilità, unita alla spiccata longevità dei manageriali calcistici. E se sul piano della portabilità non si può certamente eccepire niente a quest'ultima incarnazione del brand, dal punto di vista della pura longevità non sono pochi i fattori capaci di guastare una delle formule ludiche più riuscite di sempre.
bisturi e machete Avrete avuto anche voi un amico che, avvicinandosi al vostro monitor, durante una sessione di un qualsivoglia manageriale sportivo, abbia esclamato qualcosa del tipo: “ma che gusto c'é se non scendi in campo in prima persona!?”. Beh, nella risposta a questa domanda c'é la ragione della riuscita o, viceversa, del fallimento di un manageriale. Nello specifico, é proprio nella risposta a questa domanda che troviamo tutto ciò che non ci é piaciuto di questo Football Manager Handheld 2010.
Sport Interactive, ormai da più di dieci anni, ci diverte consentendoci di interpretare la figura dell'allenatore a tutto tondo. Allenamenti, tattica, gestione della rosa e delle finanze, sono solo alcuni delle mansioni che vanno a comporre la quotidianità di un manager sul modello inglese. Il fattore coinvolgimento, quello che per inciso ci fa sentire tutt'altro che inutili durante il corso delle partite vere e proprie, é dovuto alla capacità degli sviluppatori nel rendere vivaci ed influenti questi aspetti gestionali. Ed ecco il punto della questione, Football Manager Handheld 2010 (d'ora in avanti FMH 2010, per comodità), non ci riesce. O perlomeno, é ben lontano dagli standard qualitativi dei corrispettivi su personal computer.
ogni volta che leggeremo una notizia basterà premere il triangolo..
..per avere accesso ai collegamenti inerenti al testo
la visuale 2D in modalità full rischia di affaticare troppo la vista
L'esempio lampante di questa incapacità é rappresentato dalla mancanza di mordente di una delle fasi più intriganti del gioco: il mercato. Detto senza troppi giri di parole, si compra e si vende con una facilità disarmante. I prezzi d'acquisto bassi, una taratura delle reputazioni (quel parametro che impedisce a Messi di firmare con il Pro Sesto) generosa e la mancata implementazione della basilari regole della compravendita (si possono richiamare prestiti in corso, mancano invece le comproprietà), rendono le sessioni di mercato troppo poco accattivanti.
Il discorso non cambia per quanto riguarda la gestione vera e propria della squadra. Eliminate completamente l'interazione con i media, e quella motivazionale con la rosa, non ci resta che aspettare l'avvenimento partita tentando di far sentire il proprio peso con l'aiuto della sola lavagnetta tattica, nella quale continuano a campeggiare le tanto rimpiante frecce direzionali. Insomma, la sensazione di rappresentare un contorno superfluo é spesso in agguato. Per scongiurarla non ci resta che farci coinvolgere il più possibile dalle features presenti, scavando tra le voci disponibili, anche quando non é il gioco stesso a richiedercelo espressamente.
il calcio tra i pollici E' proprio nell'accesso ai numerosi menu di gioco che iniziano i punti di forza di FMH 2010. La configurazione dei tasti, per quanto basica, riesce nel difficile compito di non far rimpiangere troppo l'immediatezza del mouse. In una barra in basso, verranno così indicate le funzioni abbinate di volta in volta ad ognuno dei quattro pulsanti frontali. Il resto lo fanno i due tasti dorsali, con i quali é possibile andare avanti ed indietro tra le schermate, e la croce direzionale, utile alla navigazione tra le voci presenti su schermo.
Anche la ristrutturazione della tabella attributi dei singoli giocatori svolge in pieno il proprio compito, riempiendo il relativamente piccolo schermo della PSP, senza lasciare niente all'immaginazione del tecnico. Soprattutto, é da lodare il percorso di ottimizzazione delle risorse mnemoniche della piccola console nipponica, capace di gestire un'ingente mole di dati, con una fluidità sorprendente, annullando così quei tempi morti che nella controparte casalinga vengono spesso riempiti dalla navigazione in multitasking.
Ad inizio partita potremmo infatti selezionare fino a quattro nazioni giocabili, all'interno delle quali tre includeranno la sola lega principale, mentre per una ci sarà la possibilità di impegnarci fino alle serie minori. Sebbene quest'ultime non brillino per accuratezza nel database, l'introduzione delle categorie di seconda e terza fascia non é un aspetto da dare per scontato. Così come non é da sottovalutare l'implementazione, per la visualizzazione del match, di un engine 2D piuttosto fedele rispetto a quello già visibile nelle passate incarnazioni del titolo, e capace di donare una discreta varietà al susseguirsi delle azioni.
FMH 2010, rispetto ai suoi predecessori, mantiene anche la possibilità di aggiungere del pepe al susseguirsi delle stagioni sfidando un secondo allenatore umano, tramite un'apposita modalità multiplayer. In realtà anche questa, da opportunità per far spiccare il volo alla longevità del titolo, diventa poco più di un'occasione mancata. Difatti, come per la stragrande maggioranza dei titoli PSP, il comparto multigiocatore é relegato al solo gioco in locale, costringendoci così ad andare alla ricerca di sfidanti "a portata di console".
svolge decisamente meglio il suo compito il taglio parziale che focalizza lo zoom sulla metà del campo interessata dall'azione
quando una barra verde traccia il confine tra la fama e la disoccupazione
in ogni momento del match sarà possibile mettere in pausa il gioco per effettuare cambi "al volo" o, più semplicemente, per accedere al paginone statistico
Raramente ci siamo trovati di fronte a titoli così difficili da etichettare con un numero univoco. Difatti, mentre per alcuni la striminzita sufficienza affibbiata a questo FMH 2010 sembrerà quantomeno ingenerosa, siamo certi che ad un'altra fetta di lettori potrebbe apparire perfino troppo accomodante. Come si dice in questi casi, la verità sta nel mezzo. FMH 2010 é un buon punto di partenza sia per coloro i quali non hanno familiarità con il genere, sia per un pubblico che, pur avendo familiarità con i titoli Sport Interactive, si avvicineranno a questo titolo senza troppe pretese. Inutile dire che per la vera e propria schiera di maniaci della versione tradizionale, l'unico modo di conciliare il proprio gioco preferito con la portatilità resterà affidarsi ad un buon laptop.
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