Forbidden Siren
di
Luca 'Lord Axl' Gambino
Dieci piccoli indiani...gialli
Sebbene il nuovo titolo Sony risponda per alcuni versi a quelli che sono i moderni canoni dei survival horror, prima fra tutte la classica visuale in terza persona, sono non pochi gli elementi di innovazione che pongono Forbidden Siren su un piano differente rispetto ad altre serie. Innanzi tutto i 10 personaggi che andremo a comandare sono profondamente caratterizzati e differenti tra loro per attitudini e personalità. Al fianco di protagonisti giovani e veloci, troveremo personaggi in età avanzata e quindi più lenti e più difficilmente controllabili. Inoltre non saranno poche le occasioni in cui il personaggio principale dovrà fare da balia ad una seconda persona che spesso si rivela essere un elemento che tende a rallentare il nostro cammino. Potremo comunque dare dei comandi a questa "comparsa", tramite lo stesso menù che utilizzeremo quando andremo ad interagire con gli elementi degli scenari. E "interazione" è uno degli elementi fondamentali di questo gioco.
I personaggi di Forbidden Siren, infatti, nel portare a termine le missioni assegnate, andranno a compiere alcune azioni all'apparenza senza senso, che però si riveleranno di estrema importanza per un altro personaggio che si ritroverà successivamente ad operare nella stessa locazione. Tutta questa interazione " a distanza " tra i personaggi è comunque documentata in un pratico pannello che permette in qualsiasi momento di vedere quali missioni sono state portate a termine con un determinato personaggio e quali sono invece i collegamenti tra i dieci protagonisti. Oltre a tutto ciò, in qualsiasi momento potremo andare a consultare tutti i documenti trovati durante il nostro percorso e che ci daranno un quadro sempre più chiaro degli eventi in corso, permettendoci di capire meglio quanto ci sta accadendo intorno, grazie anche all'ausilio di ottimi cut-scenes realizzati con lo stesso motore grafico
Le missioni che saremo chiamati a compiere, per un totale di oltre settanta scenari, saranno le più disparate, dal semplice sottrarsi dalla grinfie di uno Shibito in divisa da poliziotto, fino all'eliminazione di uno Shibito in particolare, che dovremo tenere sotto controllo tramite il Sight-Jack, per individuarne la posizione precisa. Alcune missioni conterranno poi, oltre agli obbiettivi primari, anche alcuni obbiettivi secondari di estrema importanza e soprattutto si svolgeranno in locazioni vaste e pregne di elementi da esplorare. Il problema, però, spesso arriva proprio qui. Data la difficoltà di fondo, di cui abbiamo già parlato (aggiungerei anche il fatto che anche se colpiti dalle nostre armi gli Shibito non muoiono, ma semplicemente si "eclissano" per qualche minuto per poi risorgere), spesso il giocatore è talmente impegnato a portare in salvo la pellaccia che non si sente spinto a procedere alla fase di esplorazione, trovandosi a portare a termine lo scenario con la consapevolezza quasi matematica di aver tralasciato qualche elemento di particolare importanza. L'ottima giocabilità di Forbidden Siren è garantita anche dalla mappatura pressoché perfetta del pad della PS2 che accompagna senza la minima incertezza le azioni consentite dal gioco.
Forbidden Siren
8.5
Voto
Redazione
Forbidden Siren
Sony vuole ridefinire il genere dei survival horror e ci riesce in pieno, grazie ad una sapiente miscela di quella leggendaria propensione nipponica nel sottile piacere della sofferenza, al continuo ed incessante senso di incertezza che ci accompagnerà durante tutto il gioco e anche grazie ad alcune trovate che danno una "mano di bianco" al genere, sollevando di un gradino (o forse di più), le aspettative per i prossimi titoli del genere. Sia chiara una cosa: se pensate che Forbidden Siren sia un survival horror alla Resident Evil o Silent Hill e non siete disposti a rimettere in discussione quanto appreso da questi due capisaldi del genere, potreste ritrovarvi con il dover abbandonare fin troppo presto un gioco che richiede necessariamente una certa dedizione e concentrazione per essere goduto fino in fondo.