Forza Horizon 4
Un paio di anni fa avevamo accolto con entusiasmo Forza Horizon 3, un racing prettamente arcade basato su un open world ambientato in una Australia capace di regalarci splendidi paesaggi, in cui una buona varietà di competizioni e un modello di guida convincente erano stati gli ingredienti fondamentali di un risultato eccellente, capace di convincere sia critica, sia pubblico.
Per quanto fosse inevitabile un seguito a cotanto successo, l’insidia maggiore era rappresentata dall’aspettativa elevatissima che il prequel ha generato. E a mezzo di un effetto speciale gli sviluppatori di Playground Games sono riusciti nell’intento di stupirci ancora una volta. Vediamo come.
Giocare in casa
La prima differenza che salta all’occhio è l’ambientazione: abbandonate le lande esotiche del continente ai nostri antipodi, in Forza Horizon 4 vi toccherà correre per le strade del Regno Unito che comprende percorsi in aperta campagna, autostrade, villaggi, zone industriali in mezzo a fabbriche abbandonate e zone cittadine all’interno di una Edimburgo riprodotta in scala. L’impegno speso dal team di sviluppo è evidente, forse galvanizzati dall’’idea di giocare in casa, fatto sta che la valorizzazione dell’ambientazione è riuscita particolarmente bene.
L’ambientazione è stata propedeutica nell’introduzione della seconda (e più importante) novità di questo Forza Horizon 4, ovvero l’alternarsi delle stagioni. La primissima parte del gioco sarà infatti una breve introduzione al concetto di evoluzione temporale che vede il passaggio dalla calda e secca estate al piovoso autunno, in cui le foglie cadranno rendendo l’asfalto più viscido del solito, così come gli sterrati diventeranno ancora più insidiosi per la presenza ulteriore di fango e pozze d’acqua a intralciare il vostro cammino.
Metamorfosi di colori
Quindi giunge l’inverno con le sue temperature rigide e le sue nevicate, tali da trasformare il lago di Derwent in una lastra di ghiaccio, ideale per una gara di drift.
Infine si riprende con la primavera, piovosa e caratterizzata da una miriade di colori e germogli, in cui spesso e volentieri i rigagnoli si trasformano in rigogliosi torrenti.
Se da un lato l’evoluzione del tempo trasforma il gameplay imponendo al giocatore di adattarsi alle nuove condizioni di aderenza degli pneumatici, dall’altro risalta con un tripudio di colori, forte di un sistema di illuminazione che subisce una metamorfosi, rinnovandosi periodicamente. Il risultato è sorprendente, capace di donare freschezza, superando i limiti del già eccellente prequel.
Il gioco, in sé, è un open world in cui potrete girovagare allegramente in lungo e in largo per la vasta ambientazione alla ricerca di eventi da completare, piuttosto che spendere i punti accumulati per l’acquisto di proprietà come villette in riva al lago, case in aperta campagna piuttosto che veri e propri castelli, i quali diventeranno utili hub in cui potrete mettere a punto la vostra vettura all’interno del garage.
Varietà di eventi
Ogni garage infatti rappresenta un luogo dove potrete personalizzare la vostra vettura verniciandola, applicandoci decalcomanie, piuttosto che potenziandole o modificarle nell’assetto.
Il Festival Horizon, questa volta, abbandona ogni velleità organizzativa che avevamo dovuto affrontare nel prequel, per farvi concentrare al 100% sulle gare: in questo caso voi siete un semplice concorrente che ambisce a diventare il campione di turno, senza alcuna intenzione di promuovere il vostro festival. Qui dovrete solamente correre, e possibilmente arrivare primi.
Le gare sono di molteplici tipologie, tra gare in strada, fuoristrada, accelerazione, cross country, senza dimenticare le attività parallele, che comprendono ad esempio lavorare per una compagnia di taxi piuttosto che completare delle missioni da stunt. Se a tutto ciò aggiungiamo improbabili sfide contro hovercraft, treni d’epoca, moto e aerei, così come la possibilità di accumulare punti con acrobazie come derapate, salti, autovelox, cartelloni da abbattere, sorpassi sverniciando l’avversario e così via, si capisce come la varietà regni sovrana in questo titolo.
Gameplay rodato
Ma passiamo al cuore del gioco, ovvero al gameplay. Si tratta di una splendida evoluzione del già ottimo prequel, un racing arcade perfettamente scalabile a mezzo degli aiuti alla guida, che se disattivati non ambiscono a proporre un’esperienza di guida simulativa. Il gioco infatti non rinnega la sua natura, ovvero quella di spin off dell’altro fratello Forza, in cui la caratteristica principale è una spiccata nota arcade.
Forza Horizon 4 include oltre 450 vetture suddivise tra 10 produttori, tra cui Lamborghini, Ferrari, Porche, Mercedes, Ford, Audi, Chevrolet, Jaguar, Aston Martin e tante altre, dalle contemporanee appena uscite alle vetture storiche, per un tripudio di varietà, con un’ottima diversificazione delle auto, tutte capaci di donare il giusto senso di pesantezza. Visivamente le auto sono praticamente identiche alle controparti reali, apprezzabili da vicino a mezzo della modalità Forza Vista che vi consentirà anche di aprire gli sportelli ed apprezzare gli interni.
Se la rappresentazione delle vetture è promossa a pieni voti, altrettanto si può dire di tutto il resto, dalle ambientazioni agli effetti particellari per finire con il sistema di illuminazione. Il tutto si rivel splendidamente ricreato, capace di convincere anche in termini di frame rate, che solo su Xbox tradizionale incespica un po’ di tanto in tanto, mentre la One X propone anche la possibilità di scegliere se privilegiare i 60 fps a 1080p, oppure la pulizia grafica del 4k a 30 fps.
Sonoro d’eccezione
Anche il sonoro è di alto livello, con l’ottimo ricampionamento dei ruggiti delle 4 ruote e una colonna sonora d’eccezione che include un centinaio di brani ad allietare le vostre orecchie.
Finiamo con il multiplayer, che propone lobby affollate da 72 utenti che possono sfidarsi mappa con la stessa alternanza delle stagioni, trasformandosi di fatto in un MMO dove gli utenti si faranno compagnia anche a mezzo della chat che vi consentirà di scambiare messaggi preconfezionati o editabili per organizzare gare piuttosto che scambiarsi commenti sulle auto.
Le sfide sono varie e numerose, e spicca una modalità cooperativa 6v6 in cui il gioco di squadra si rivela particolarmente importante.
Tornando offline i giocatori vengono sostituiti dai drivatar, ovvero la CPU arricchite da statistiche che si ispirano allo stile di guida di giocatori reali.
Voto
Redazione