Freedom Wars
Al Servizio del Panopticon
Siamo nell'anno 102.014 (esatto: a 100.000 anni da oggi). Sul nostro pianeta le risorse necessarie alla sopravvivenza della specie umana si sono assottigliate oltre ogni misura: gli uomini sopravvivono solo all'interno di colossali complessi decadenti denominati Panopticon, al di sopra dei quali domina la “società perfetta” di Excelsia. I Panopticon, inoltre, sono in guerra tra loro per accaparrarsi le ultime risorse disponibili, nonché la collaborazione asservita dei Cittadini, ossia gli umani in grado di produrre benessere. In fondo alla scala gerarchica ci sono invece i Peccatori: il termine indica i criminali, i parassiti... quelli insomma che non contribuiscono al benessere, e a cui il Panopticon rinnega anche i diritti più elementari: parlare, camminare, sdraiarsi...
I Peccatori possono però guadagnare nuovi diritti dimostrandosi degni di fiducia e meritevoli delle cure che il Panopticon elargisce loro. Come? Semplice: combattendo per il Panopticon contro gli altri Panopticon, rapendo o salvando i Cittadini dalle grinfie del nemico e riducendo così la propria pena. Persino perdere la memoria é un reato, e tra i più gravi: nullifica infatti tutte le risorse che il Panopticon ha investito sul Peccatore. E ciò che succede al (o alla) protagonista, che di punto in bianco scopre di dover ricominciare da capo, dal gradino più basso e da 1.000.000 di anni di pena da scontare. Ma da quando ha subito l'incidente, ha anche strani sogni in cui una ragazza annuncia un'imminente “Grande Trasformazione”.
Monster Hunter secondo Orwell
Raramente ci soffermiamo così tanto nelle descrizione dell'incipit di trama di un gioco, ma per Freedom Wars abbiamo voluto fare un'eccezione. L'idea di fondo, la quale si ispira a svariati romanzi fantascientifici e fantapolitici - primo tra tutti 1984 di Orwell (quello del “Grande Fratello”, ma senza le nomination...) - é infatti molto affascinante e dà al gioco un taglio che non troverete da nessun'altra parte, oltre che motivare in maniera molto coerente le varie “limitazioni” a cui il protagonista é sottoposto (per esempio, nella scelta dell'equipaggiamento) e che potrete scrollarvi di dosso man mano che “fate carriera”.
Dovrete scontare 1.000.000 di anni di pena
Tolta l'impalcatura storica/ambientativa, ed addentrandosi maggiormente nella filosofia di gioco, Freedom Wars appartiene indubbiamente al filone degli Action-RPG, più specificamente ancora agli Hunter Games, quel genere fortemente legato allo scontro con grossi boss che ha in Monster Hunter il capostipite ma che é già presente su PS Vita con Soul Sacrifice (realizzato sempre da Japan Studio, anche se insieme a Comcept) o Toukiden. Rispetto al filone, però, gli sviluppatori hanno deciso di tentare nuove strade, di cui la scelta di un'ambientazione fantascientifica, in cui quindi sono disponibili armi da fuoco, é solo la prima.
Automi, Rovi e Armi Varie
Cominciamo subito col dire che in tutta la vostra esperienza di gioco sarete accompagnati da un Automa, un robot antropomorfo che ha il compito di sorvegliarvi e segnalare le vostre mancanze al comitato centrale (il ché farà aumentare la vostra pena), ma anche di assistervi in missione, ossia quando finalmente imbraccerete le armi e andrete a meritarvi il rispetto del Panopticon. Queste si svolgeranno sempre in arene ben delimitate, dall'estensione contenuta (ma non parliamo di fazzoletti di terra, tranquilli) che varieranno dalla struttura interna, all'ambiente cittadino, fino alle aree desertiche.
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Alcune di queste tenderanno anche a esprimersi in verticale, e a questo proposito tornerà utile un gadget fondamentale: il Rovo. Si tratta di una sorta di frusta spinata che il Peccatore tiene attorcigliata al braccio e che può estendere fino a una certa distanza aggrappandosi a praticamente qualsiasi cosa: a quel punto é possibile lanciarsi verso il bersaglio o talvolta “tirarlo a sé” (se mobile), in entrambi i casi riavvolgendo il rovo. La prima utilità pratica é quella di aggrapparsi ad una parte specifica del corpo del nemico in modo da sferrare vari attacchi prima di essere “scrollati via”, ma la seconda é quella di potersi arrampicare su palazzi e piattaforme, dando alle arene uno sviluppo anche in altezza.
Gli effetti del Rovo non si limiteranno alla libertà di movimento: essi saranno divisi infatti in tre tipi, i quali potranno rispettivamente imprigionare temporaneamente i nemici, oppure incrementare le difese di un alleato, oppure ancora guarire le ferite. Ovviamente, le battaglie non si vincono con il solo Rovo: il Peccatore scenderà in campo con un equipaggiamento composto da due armi, scelte tra quelle disponibili nel suo personale inventario - per quanto potrà raccattarne altre sul campo requisendole ai nemici sconfitti. Le armi sono organizzate in svariate sotto-categorie, ma sommariamente si dividono in “armi da mischia” e “armi da fuoco”: i tasti per utilizzarle saranno comunque i medesimi, laddove nelle prime indicheranno attacchi veloci e attacchi potenti, nelle seconde il fuoco e la ricarica.
Cambierà anche l'utilizzo del tasto “inquadratura” : imbracciando un'arma da mischia, infatti, potrete fissarla su un nemico o, nel caso di grossi avversari, su una specifica parte del loro corpo; con un'arma a distanza, invece, passerete a una semi-soggettiva che vi permetterà di mirare meglio. Con la croce direzionale potrete scorrere le armi e gli oggetti dell'inventario; completano la parata un tasto per l'utilizzo di questi ultimi e uno per la corsa e le schivate (a differenza di altri giochi, in Freedom Wars non c'é la fatica).
Obiettivi per il Singolo e per il Gruppo
Gli obiettivi in missione, come s'é detto, possono spaziare: di norma, abbattere qualsiasi cosa vi si parerà davanti sarà sempre una buona politica, ma non é detto che costituisca lo scopo. Sebbene le missioni di eliminazione di nemici di vario tipo abbondino, non mancheranno quelle in cui bisognerà - come accennato - recuperare gli inermi Cittadini e trasportarli fino ai dispositivi d'estrazione. Particolarmente importanti in queste missioni sono i robot “Rapitori” nemici, i quali spesso trasportano i Cittadini all'interno di apposite capsule da cui bisognerà estrarli (non é necessario distruggere interamente il Rapitore, ma talvolta é la via più facile).
Altre volte i Cittadini saranno semplicemente distribuiti sulla mappa e occorrerà recuperarne un certo numero prima della squadra avversaria; altre volte ancora, per vincere occorrerà “controllare” determinate zone della mappa, le quali cambiano proprietario in base agli occupanti. I più esperti di multiplayer da FPS non faticheranno a notare in queste modalità dei “classici”: una delle caratteristiche interessanti di Freedom Wars é infatti la robusta commistione proveniente dal genere sparatutto.
Alla luce di questa considerazione non stupisce, ma comunque colpisce, la varietà di modalità multiplayer presenti: sebbene i giocatori possano organizzare semplicemente delle partite co-op in cui affrontare, fino in 4, gli scenari della trama, il gioco offre anche la possibilità di sfidare una squadra avversaria in una delle succitate modalità. Stiamo parlando di un multiplayer online 4 contro 4, in cui ciascuno é accompagnato dal proprio Automa (per un totale di 16 unità sul campo): qualcosa che decisamente non si vede tutti i giorni su PS Vita.
Tecnicamente Parlando
Luci ed ombre sul comparto grafico: la realizzazione dei modelli é certamente interessante, soprattutto quando si parla di personaggi principali (Mattias, Beatrice, o il/la protagonista, frutto dell'Editor) e dei Rapitori, questi ultimi tra l'altro studiati in modo da poter essere “smembrati”. Buona anche la cura degli ambienti e abbondanti gli effetti speciali. Ciò che però fa difetto nel gioco é una gestione ottimale delle inquadrature, tanto che spesse - troppe - volte l'azione si fa confusa o la visuale viene ostruita da qualche ostacolo. Le animazioni dei personaggi sono gradevoli in battaglia, ma un po' impacciate durante i dialoghi.
Discreto il comparto sonoro: le musiche tengono compagnia senza essere invadenti, anche se il feeling generale é di sufficienza. I doppiaggi sono disponibili solo in lingua Giapponese in una discreta qualità, ma i testi sono interamente tradotti in Italiano; divertente il fatto di poter assegnare all'automa la voce maschile o femminile a prescindere dall'aspetto esteriore scelto.
Non c'é Rovo senza Spine
Se non si fosse capito, Freedom Wars offre un intreccio di trama, personaggi, situazioni e soprattutto ambientazione decisamente suggestiva, appassionante e in una parola BELLA. Le citazioni abbondano (come la storia d'amore tra Elvino e Giulia, con ovvi riferimenti a Winston e Julia di 1984), ma anche i riferimenti mistici (la società di Excelsia e i criminali denominati “Peccatori”) e, dopo un certo tempo, anche scelte importanti (“chi salvare tra questi due alleati in pericolo?”). Anche nello sviluppo il gioco é “ispirato”, dato che potrete decidere di mantenere le risorse per il vostro utilizzo oppure di “donarle per il bene comune” ottenendo così sconti di pena e punti-diritto.
Il sapore complessivo risulta scialbo
E' dunque un vero peccato che a un simile sforzo immaginifico non sia seguita una realizzazione altrettanto pregnante in termini di gameplay. Intendiamoci: il sistema di gioco é lungi dal poter essere definito “brutto”, ma se proviamo a paragonarlo ad altri Hunter-Games ne esce piuttosto maltrattato. Indubbiamente, l'implementazione delle armi da fuoco, l'introduzione del Rovo e la presenza costante di una squadra di PG/PNG/Automi a supporto, la varietà delle missioni (assalto, conquista e recupero) e il sistema di diritti e progresso delle armi sono tutti elementi vincenti. Allora cosa c'é che non convince?
Tanto per cominciare, le aree di gioco circoscritte a una singola Arena per missione, certamente vasta ma anche con chiari limiti. In secondo luogo, i succitati problemi di inquadratura che generano spesso volentieri situazioni confuse. A questi si può aggiungere una certa erraticità delle armi, anche da mischia, che raramente costituisce un problema contro gli enormi rapitori ma che in multiplayer causa disagio. La cosa peggiora con le armi da fuoco, data una configurazione dei tasti maggiormente incentrata sulla mischia. L'intelligenza artificiale, inoltre, non sempre riesce a sostenerci a dovere: capita troppe volte che l'Automa, nel cieco tentativo di intervenire su un giocatore abbattuto, si faccia abbattere a sua volta.
Per ultima la trama, che da bravo JRPG segue un canovaccio lineare ed in cui le digressioni sono piuttosto limitate: alla fine, tutto si riassume in una serie di missioni successive correlate da una manciata di opzionali, in cui tutti i filoni di storia procedono parallelamente. In conclusione, nonostante le molte ottime idee messe nel calderone, Freedom Wars sembra mancare di “sale”, cosicché il “sapore” complessivo risulta un po' “scialbo”. Se però riuscirete a venire a patti col sistema di inquadrature e saprete cogliere le sottigliezze del gameplay, allora preparatevi ad un'esperienza piuttosto lunga e corposa, con un multiplayer che di rado si é visto su PS Vita.
Freedom Wars
7.5
Voto
Redazione
Freedom Wars
Freedom Wars ci cala in un'ambientazione assolutamente splendida, che traendo ispirazione da 1984 di Orwell - e altre fonti - ci fa vivere una vicenda interessante ed alternativa. In questo contesto, troviamo un Hunter-Game che tenta svariati esperimenti, primo fra tutti l'utilizzo massiccio delle armi da fuoco e il multiplayer competitivo. Il risultato non é affatto brutto ma risulta un po' “scialbo”, complici anche alcune imperfezioni tecniche o di gameplay. Non per questo, però, un titolo da prendere sottogamba.