Front Mission Evolved

di Tommaso Alisonno
L'anno é il 2171. L'economia sulla Terra ormai ruota attorno alla corsa allo spazio, e la costruzione e l'utilizzo di montacarichi orbitanti é uno dei capisaldi di questa politica. Le meganazioni, come l'UCS o l'OCV, si affidano a mezzi corazzati bipedi noti come Wanzer per difendere i propri montacarichi dagli assalti di squadre mercenarie, spesso affiliate a compagnie avversarie. Dylan Ramsey, collaudatore di Wanzer e programmatore dell'IA di Wizard, un nuovissimo modello equipaggiato con la tecnologia sperimentale EDGE, si ritrova suo malgrado coinvolto nella guerra quando cerca, inutilmente, di salvare suo padre da un attacco. Ma le cose tendono a precipitare quando nel conflitto interviene una nuova forza con intenti sconosciuti, e l'EDGE si rivela essere un'arma letteralmente a doppio taglio...



Front Mission Evolved tende a riportare in auge un filone nato e poi sparito in seno alla generazione PS1, che era giunto a un terzo capitolo, ottimo per la critica, prima di essere accantonato dall'allora Squaresoft. Oggi Square Enix riesuma la serie affidando lo sviluppo di questo Evolved ai Double Helix: si tratta essenzialmente di uno shooter in terza persona in cui ci troveremo a pilotare i grossi robottoni noti come Wanzer equipaggiandoli più o meno con le armi che desideriamo, ovviamente rispettando determinati limiti strutturali. Il peso totale delle parti del corpo e dell'equipaggiamento caricato non dovrà infatti superare la “forza” del blocco centrale, pena l'impossibilità di muovere anche solo un passo fuori dall'hangar.

Il sistema di controllo é piuttosto intuitivo, visto che prevede l'uso dei due analogici per il movimento, il direzionamento e la mira, mentre ai quattro tasti dorsali saranno associati i sistemi d'arma, uno per ogni mano e per ogni spalla del Wanzer. Questi potranno andare da fucili mitragliatori, a lanciamissili a ricerca, a fucili pesanti da cecchino (che impiegano entrambe le braccia), a armi per il corpo-a-corpo, fino a scudi per aumentare sensibilmente la difesa. La personalizzazione del Wanzer permette inoltre di scegliere il tipo di propulsione: bipede-classica, fluttante su cuscino d'energia o a quattro “zampe da ragno”, a seconda che vogliate prediligere l'equilibrio, la maneggevolezza o la potenza.
Gli altri comandi permettono di attivare la visuale zoomata, eventualmente con mirino telescopico, lo scatto di velocità o il salto, questi due che consumano energia da un propulsore che però si ricarica piuttosto rapidamente se non mandato in sovraccarico. L'ultimo comando riguarda la famosa modalità EDGE, attivabile solo dopo aver riempito a sufficienza l'apposita barra: quando é in EDGE, Wizard é protetto da particolari scudi che lo rendono pressoché invulnerabile, e contemporaneamente si muove ad altissima velocità (effetto slow-motion) e i suoi attacchi causano danni più devastanti - insomma una sorta di modalità “furia”.

La realizzazione dei Wanzer e la personalizzazione degli stessi é sicuramente l'elemento di punta di FME: ogni singola parte é stata realizzata con un ottimo studio dei particolari, tutte quante si abbinano tra loro alla perfezione e quando si va a modificare un pezzo si “sente” facilmente la differenza in gioco, soprattutto quando é molto marcata in termini di statistiche. Anche il fatto di poter personalizzare la livrea, dal colore base ai particolari, di ogni singola parte equipaggiata é un elemento ottimo, specie per distinguere gli alleati in MultiPlayer.




Il problema é che i punti di forza di FME iniziano e finiscono qui. Per il resto la realizzazione tecnica sa di datato, con ambienti che sono si decisamente ampi e ricchi di elementi, ma che per lo più sono realizzati in maniera affrettata e con una certa dose di ripetitività all'interno dello stesso, senza contare quando taluni, come le fronde della jungla, arrivano a ostruire la visuale. Nel sonoro, invece abbiamo brani discreti, anche se a volte anche eccessivamente “maestosi” per lo scenario in corso, soffocati da effetti ripetitivi e martellanti, come i passi metallici dei Wanzer, veramente poco attutiti. Buoni i doppiaggi in americano, con un traduzione dei testi in Italiano sufficiente.

Nel gameplay il gioco dimostra le sue pecche peggiori: il sistema di controllo e gestione é apparentemente semplice, mentre in pratica si scopre rapidamente come parecchi elementi risultino sbilanciati, come ad esempio le differenze di danno di molte armi o i parametri dei Wanzer avversari. Non sono poche le situazioni in cui, già a livello di difficoltà “Normale”, di punto in bianco ci si ritrova circondati da nemici durissimi sbucati un po' dappertutto con pochissime possibilità di uscirne vivi: non riceveremo alcun warning sullo stato critico del Wanzer se non staccando gli occhi dal mirino per guardare l'indicatore sulla sinistra, e spesso sarà troppo tardi.

Paradossalmente gli scontri boss sono più abbordabili, sia perché di solito i nemici sono meno (ma solo di solito), sia perché si trovano più spesso dei pack rigeneranti: il risultato é quello di scontri penosamente lunghi in cui perlomeno non si muore ogni dieci secondi. Le cose migliorano a livello “Facile”, con una differenza talvolta disarmante, rendendo evidente perlomeno che nell'idea degli sviluppatori c'era il giocare il titolo alla difficoltà minima prima di affrontare, con un Wanzer potenziato, quelle superiori.

Ma per il resto il gioco rimane una sequenza di missioni terribilmente lineari, con come unico diversivo quello di cercare i “segnalatori” nascosti in ogni livello; anche se ogni missione può essere rigiocata liberamente, non potrete far altro che procedere seguendo coscienziosamente la trama, abbastanza gradevole per certi risvolti ma comunque non particolarmente immaginifica. Quando poi, di tanto in tanto, il gioco ci impone di svolgere delle missioni “a terra” (vale a dire senza Wanzer e armati di fucile), allora tocca il suo picco negativo per eccellenza: ambienti ripetitivi, nemici tutti uguali, tre armi disponibili in tutto, mortalità elevata... c'é tutto quello che serve per poterle definire parti “odiose”.

L'unico elemento un po' sostenibile di FME é la longevità: le missioni non sono poche, e in forza dei tre livelli di difficoltà potreste anche rigiocarlo fino a te volte dall'inizio alla fine, se proprio siete fanatici delle lotte sui Mecha. Potrete anche cimentarvi in battaglie online, in quattro modalità MultiPlayer in singolo o a squadre, ma é poco più di un contentino. La verità é che Front Mission Evolved é un gioco approssimativo, fatto tanto per essere fatto sfruttando un brand dai trascorsi ben più nobili, che non ha niente da dire a questa generazione di console e che probabilmente può essere apprezzato solo per l'attuale mancanza di una vera concorrenza in termini di concept e ambientazione. Ciò non basta, però, a fare di lui un bel gioco...