Frontline Fields of Thunder
di
Patrick Grioni
Con la serie Panzers, uno dei titoli in assoluto più venduti in Germania, gli Rts pc a sfondo bellico, seconda guerra mondiale, hanno conosciuto un nuovo periodo di gloria, anche perché supportati dall'ottima qualità e dalla fedeltà sia storica sia grafica. (e non a caso Gamesurf ha sempre premiato con bei voti suddetti videogiochi). Paradox, la casa distributrice di Frontline Fields of Thunder, si è resa famosa per la serie di Europa Universalis (bellissimo strategico storico) e Heart of Iron (simile a Europa ma ambientato nel periodo bellico) e a memoria mai si è cimentata in un RTS 3D.
Vediamo insieme se, pur con poca esperienza specifica, è riuscita comunque a confezionare un titolo degno di nota, come da sempre ci offre.
Ruvido incipit
Come i soldati mandati allo sbaraglio, con poche e spesso fasulle informazioni, così, dopo l'installazione del gioco, ci sentiremo noi videogiocatori. Un tutorial testuale, poco convincente e per nulla esplicativo, sarà tutto quello che avremo tra le mani prima della nostra missione iniziale, che è possibile scegliere tra campagna Tedesca o Russa. Diciamo ciò perché, a differenza della già citata serie di Panzers, Frontline bada pochissimo alla trama scenografica, ma moltissimo all'acume rappresentato: avremo quindi una ricostruzione fedele sia storica sia dinamica in game.
Questo modus operandi, tipico di Paradox, per chi come noi la frequenta da anni nasconde il sospetto che il titolo sia un accuratissimo meccanismo di difficile comprensione iniziale, ma di piacevole sollazzo una volta apprese le meccaniche di base. Difatti le prime missioni ci insegneranno come la guerra sia fatta di intelligenza e acume tattico piuttosto che di baldanzosi arrembaggi, pena l'annientamento repentino anche del più numeroso degli eserciti.
Modus Bellandi
Leggendo tra le righe di questa introduzione si capirà come la struttura del titolo sia estremamente complessa, riassumibile in 3 fasi: perlustrazione, azione e trinceramento. I campi di battaglia rappresenteranno insidie sempre aperte, la posizione rivestirà un ruolo fondamentale e lo studio del terreno sarà essenziale: campi minati, agguati, bersagliamenti di artiglieria possono, per un nostro errore, far danni vastissimi, difficilmente recuperabili.
Tutte le unità, come ogni buona ricostruzione storica di Paradox, che siano fanteria o corazzati, possono adottare reali tattiche di guerra, che, a differenza di altri strategici, devono essere sfruttate per avere la meglio sul nemico.
Conoscere i mezzi sarà un primo passo per una buona gestione delle truppe, limitate e non ricostruibili e riparabili all'infinito come in altri prodotti, con in più un occhio al munizionamento e una varietà molto ampia di danni che possiamo infliggere.
I carri possono essere impostati per un fuoco più lento ma più efficace, alcuni possono bombardare zone pericolose, altri si possono trincerare, con altri ancora è utile trasportare sminatori.
Conterà la posizione per infliggere un danno decisivo (ad esempio colpendo i cingoli il carro rimarrà fermo), ma anche il terreno influenzerà la velocità di spostamento e la fanterà potrà utilizzare torri o caseggiati a suo piacimento per stabilire un avamposto.
E' inoltre possibile richiamare l'aviazione per perlustrare il terreno o per dare obiettivi visibili all'artiglieria.
Tutta questa complessità, insieme a una costante inferiorità numerica, incide gravemente sul livello di difficoltà che, prendendo ad esempio un C&C o un Panzers risulta notevolmente più elevato e spesso estremamente frustrante. Dall'altra parte, se coccolato, saprà garantire soddisfazione sopra la media.L'Ia artificiale è di tipo posizionale e episodica, raramente attacca a meno di non entrare nel proprio campo utile nel qual caso mostra una ferocia inaudita a scagliarvi contro attacchi ben coordinati.
Dinamica
Ma come è strutturata concretamente una missione? Non vi è miglior esempio di descrivere una delle prime per poter così valutare meglio la fase ludica vera e propria. A inizio partita ci vengono forniti alcuni mezzi e alcune unità di fanteria, che è bene studiare nel dettaglio per poter poi agire sfruttandone le prerogative. Ci troviamo in una città assediata, con gli obici sui fianchi e una prima missione che ci viene imposta dal quartier generale, conquistare una cittadina. Come detto lo scontro diretto non paga, meglio mandare avanti alcuni uomini per studiare la posizione del nemico o richiamare l'aviazione. Una volta individuate le truppe, o il grosso di esse, sfruttare la capacità di fuoco di sbarramento di alcuni tank può essere una buona idea per sfoltirne le linee, per poi col grosso avere il sopravvento e entrare senza grosse perdite in città. Una volta conquistata, un altro agglomerato attenderà le nostre cure, il problema è che per raggiungerlo da una parte ci sarà un campo minato con tanto di artiglieria a lungo raggio a sua difesa dall'altro una stazione ferroviaria estremamente difesa.
Intanto dal quartier generale, vista la nostra prima vittoria ci sono state mandate altre truppe a rinforzo, decidiamo quindi di utilizzare gli sminatori per raggiungere velocemente l'artiglieria cercando di restare lontani dall'avanguardia nemica. Da posizione ormai dominante e alle spalle del nemico sarà facile conquistare il nostro obiettivo e dopo un intenso scontro a fuoco ci troviamo vittoriosi in città. L'ultimo obiettivo che ci resta è la stazione ferroviaria, che presa dal lato giusto non rappresenterà un problema. Tutto questa preparazione sarà fondamentale ogni volta, essendo ogni errore pagato a caro prezzo se non addirittura con un repentino game over.
Vediamo insieme se, pur con poca esperienza specifica, è riuscita comunque a confezionare un titolo degno di nota, come da sempre ci offre.
Ruvido incipit
Come i soldati mandati allo sbaraglio, con poche e spesso fasulle informazioni, così, dopo l'installazione del gioco, ci sentiremo noi videogiocatori. Un tutorial testuale, poco convincente e per nulla esplicativo, sarà tutto quello che avremo tra le mani prima della nostra missione iniziale, che è possibile scegliere tra campagna Tedesca o Russa. Diciamo ciò perché, a differenza della già citata serie di Panzers, Frontline bada pochissimo alla trama scenografica, ma moltissimo all'acume rappresentato: avremo quindi una ricostruzione fedele sia storica sia dinamica in game.
Questo modus operandi, tipico di Paradox, per chi come noi la frequenta da anni nasconde il sospetto che il titolo sia un accuratissimo meccanismo di difficile comprensione iniziale, ma di piacevole sollazzo una volta apprese le meccaniche di base. Difatti le prime missioni ci insegneranno come la guerra sia fatta di intelligenza e acume tattico piuttosto che di baldanzosi arrembaggi, pena l'annientamento repentino anche del più numeroso degli eserciti.
Modus Bellandi
Leggendo tra le righe di questa introduzione si capirà come la struttura del titolo sia estremamente complessa, riassumibile in 3 fasi: perlustrazione, azione e trinceramento. I campi di battaglia rappresenteranno insidie sempre aperte, la posizione rivestirà un ruolo fondamentale e lo studio del terreno sarà essenziale: campi minati, agguati, bersagliamenti di artiglieria possono, per un nostro errore, far danni vastissimi, difficilmente recuperabili.
Tutte le unità, come ogni buona ricostruzione storica di Paradox, che siano fanteria o corazzati, possono adottare reali tattiche di guerra, che, a differenza di altri strategici, devono essere sfruttate per avere la meglio sul nemico.
Conoscere i mezzi sarà un primo passo per una buona gestione delle truppe, limitate e non ricostruibili e riparabili all'infinito come in altri prodotti, con in più un occhio al munizionamento e una varietà molto ampia di danni che possiamo infliggere.
I carri possono essere impostati per un fuoco più lento ma più efficace, alcuni possono bombardare zone pericolose, altri si possono trincerare, con altri ancora è utile trasportare sminatori.
Conterà la posizione per infliggere un danno decisivo (ad esempio colpendo i cingoli il carro rimarrà fermo), ma anche il terreno influenzerà la velocità di spostamento e la fanterà potrà utilizzare torri o caseggiati a suo piacimento per stabilire un avamposto.
E' inoltre possibile richiamare l'aviazione per perlustrare il terreno o per dare obiettivi visibili all'artiglieria.
Tutta questa complessità, insieme a una costante inferiorità numerica, incide gravemente sul livello di difficoltà che, prendendo ad esempio un C&C o un Panzers risulta notevolmente più elevato e spesso estremamente frustrante. Dall'altra parte, se coccolato, saprà garantire soddisfazione sopra la media.L'Ia artificiale è di tipo posizionale e episodica, raramente attacca a meno di non entrare nel proprio campo utile nel qual caso mostra una ferocia inaudita a scagliarvi contro attacchi ben coordinati.
Dinamica
Ma come è strutturata concretamente una missione? Non vi è miglior esempio di descrivere una delle prime per poter così valutare meglio la fase ludica vera e propria. A inizio partita ci vengono forniti alcuni mezzi e alcune unità di fanteria, che è bene studiare nel dettaglio per poter poi agire sfruttandone le prerogative. Ci troviamo in una città assediata, con gli obici sui fianchi e una prima missione che ci viene imposta dal quartier generale, conquistare una cittadina. Come detto lo scontro diretto non paga, meglio mandare avanti alcuni uomini per studiare la posizione del nemico o richiamare l'aviazione. Una volta individuate le truppe, o il grosso di esse, sfruttare la capacità di fuoco di sbarramento di alcuni tank può essere una buona idea per sfoltirne le linee, per poi col grosso avere il sopravvento e entrare senza grosse perdite in città. Una volta conquistata, un altro agglomerato attenderà le nostre cure, il problema è che per raggiungerlo da una parte ci sarà un campo minato con tanto di artiglieria a lungo raggio a sua difesa dall'altro una stazione ferroviaria estremamente difesa.
Intanto dal quartier generale, vista la nostra prima vittoria ci sono state mandate altre truppe a rinforzo, decidiamo quindi di utilizzare gli sminatori per raggiungere velocemente l'artiglieria cercando di restare lontani dall'avanguardia nemica. Da posizione ormai dominante e alle spalle del nemico sarà facile conquistare il nostro obiettivo e dopo un intenso scontro a fuoco ci troviamo vittoriosi in città. L'ultimo obiettivo che ci resta è la stazione ferroviaria, che presa dal lato giusto non rappresenterà un problema. Tutto questa preparazione sarà fondamentale ogni volta, essendo ogni errore pagato a caro prezzo se non addirittura con un repentino game over.
Frontline Fields of Thunder
7.5
Voto
Redazione
Frontline Fields of Thunder
Provato su un Athlon x2 3600+, 2 Gb di ram e una scheda video Ati Radon 1650 XT si è dimostrato fluidissimo al massimo dettaglio a 1280x1024, presentando un buon comparto grafico vicino idealmente a quello di Panzers. Stupisce positivamente il numero di truppe che riesce a gestire contemporaneamente e la discreta dinamica delle esplosioni. Dal lato sonoro l'eco dei mortai è reso degnamente, non vi è narrazione in game ma solo lunghe pagine da leggere, ottima la caratterizzazione nella loro lingua originale delle truppe.