Frontlines: Fuel of War

di Marco Modugno
2024, ultima frontiera dell'FPS online per console? Quel che é certo é che il team Kaos pensa in grande, fin dai tempi della sua collaborazione con Dice per Battlefield 1942. Anche stavolta si parla di mappe enormi, di tanti giocatori (64 nella versione PC, “solo” 32 in quella per console), di veicoli, elicotteri ed aeroplani, di esplosioni ed effetti speciali degni di un film di Hollywood.
L'assalto meccanizzato alla prestigiosa console di Microsoft era stato già tentato un paio d'anni fa dall'accoppiata EA-Dice con Battlefield 2: Modern Combat, versione “light” dell'ineguagliato Battlefield 2 per PC. Il gioco non era niente male, anche se si limitava in fondo ad importare sulla capostipite delle next-gen il gioco uscito per Xbox e PS2, finendo travolto da titoli più accattivanti facenti capo, anche allora, al franchise Call of Duty.


La sfida si ripropone ora tra un COD 4 che, a qualche mese dall'uscita, non mostra ancora nessuna traccia di ruggine ed il nuovissimo Frontlines, pensato con l'intento di riscrivere le regole dell'FPS online da console. Il gameplay di un altro autorevole e blasonato concorrente, Unreal Tournament 3, con le sue piattaforme gravitazionali ed i suoi ragni meccanici armati di cannoni a particelle, infatti, appare un po' troppo futuristico da appagare i palati esigenti di noialtri, soldati virtuali con il pallino del realismo storico.

In realtà Frontlines un salto nel futuro lo fa eccome, ma spostando l'orologio in avanti di soli 15 anni, all'epoca di una paventata e annunciata crisi del greggio che ha spinto la Coalizione Occidentale (USA + Europa) e quella della Stella Rossa (Russia + Cina) sull'orlo di un conflitto globale, combattuto per assicurarsi gli ultimi giacimenti produttivi sulle sponde del Mar Caspio. La campagna in single player si snoda in una manciata di missioni legate fra loro da un mix di filmati in computer grafica e disegni animati, narrata dalla voce di un reporter di guerra “embedded” al seguito di un plotone della 125ma Divisione d'Assalto “Randagi” (“Stray Dogs” nella versione originale). T

roppo breve da giustificare l'acquisto a prezzo pieno del gioco da parte di chi si ostina a non collegare la propria 360 ad Internet, la trama risulta comunque godibile, ben doppiata, sceneggiata e caratterizzata, oltre che di una buona varietà che ci permetterà di impratichirci di tutte le tecniche di gioco prima d'avventurarci sulla rete, di spunti drammatici e cinematici davvero apprezzabili. Uno su tutti l'attacco nucleare tattico che subirete, mentre v'inoltrate nel saliente d'attacco alla testa di una colonna corazzata, realizzato con meravigliosi effetti di luce e di abbagliamento che non mancheranno d'impressionare anche i più smaliziati.

Il bello, però, arriverà quando inizierete a giocare online. I server possono ospitare partite da 32 giocatori alla volta e la dimensione davvero considerevole di parecchie delle mappe disponibili curerà qualsiasi forma anche cronica di claustrofobia da FPS, costringendovi ad adoperare per spostarvi uno dei molti veicoli disponibili in-game. L'assortimento di armi e mezzi é completo e aggiornato agli standard previsti dagli attuali programmi di sviluppo occidentali per i decenni a venire (russi e cinesi sono, nella realtà, un bel po' più indietro ma nel gioco, per par condicio, le dotazioni sono le medesime con poche differenze specie nella forma delle armi). Il piatto forte, però, é costituito dalla possibilità di adoperare droni da ricognizione e d'attacco per rovesciare le sorti degli scontri.

Qualcosa del genere si era già visto nella serie GRAW della UbiSoft, ma non nel multiplayer. Qui non solo sarà possibile avvalersi degli aiuti della robotica nelle battaglie contro altri avversari umani, ma le modalità d'uso andranno ben oltre il già visto drone da ricognizione dotato di telecamere. Potrete servirvi di elicotterini lanciarazzi, mini carrarmati armati di chain-gun a canne rotanti e perfino automobiline kamikaze da infilare e far detonare sotto i mezzi corazzati nemici. Unico neo resta il fatto che, mentre é intento al pilotaggio del drone, il vostro alter ego digitale dovrà rimanere fermo e vulnerabile.

E' consigliabile dunque che, prima di accendere il radiocomando, vi troviate una posizione nascosta o preghiate un amico di coprirvi le spalle alla vecchia maniera.
L'unica modalità di gioco prevista in multigiocatore é quella “Assalto” basata sulla conquista di punti di controllo sulla mappa in modo da far avanzare la linea del fronte (da cui il nome del gioco) ma, a dire la verità, non si sente affatto la mancanza degli ormai ritriti deathmatch e capture the flag, concentrando anzi tutti i giocatori in attesa sulle stesse partite e contribuendo così ad affollare adeguatamente i campi di battaglia online.


Il giocatore, all'inizio e al momento di ciascun respawn, dovrà scegliere una delle sei classi d'equipaggiamento base, Assalto, Assalto Pesante, Tiratore Scelto, Anticarro, Forze Speciali e Combattimento Ravvicinato, e uno dei quattro “ruoli”, che caratterizzeranno il soldato con dotazioni speciali. C'é il Supporto di Terra, capace di piazzare micidiali postazioni fisse di armi automatiche, l'esperto EMP, in grado di bloccare i mezzi nemici con impulsi elettromagnetici micidiali, il Tecnico dei Droni (parla da sé) e il Supporto Aereo che può invocare sull'obiettivo un torrente di alto esplosivo dall'aria.

La varietà di classi e ruoli genera un'infinità di opzioni che ci faranno rimpiangere appena un po' di meno uno dei più grossi difetti del gioco (single e multiplayer): l'impossibilità di raccogliere al volo armi e munizioni cadute ad amici e nemici uccisi. Il rifornimento delle seconde sarà possibile solo dai cassoni situati in prossimità dei punti di controllo mentre per le prime, se avete voglia di cambiare, toccherà aspettare il respawn successivo.

Un altro difetto del gameplay che abbiamo rilevato é la dinamica hit-scan delle armi che sembrano sparare raggi laser piuttosto che proiettili metallici soggetti alle leggi della balistica. L'implementazione di rumori di sparo, poi, che stanno a quelli delle armi vere come il “brum-brum” di un bambino dell'asilo alle giostre sta al suono di un motore Lamborghini non aiuta a tenere alto il livello di realismo.

Né giova il fatto che spesso tocchi vuotare interi caricatori in corpo ad un avversario per abbatterlo. In questo modo, il ruolo del Tiratore Scelto da “one shot one kill”, ad esempio, viene completamente snaturato. I ragazzi di Kaos dovrebbero farsi un giro sui campi di battaglia di Iraq e Afghanistan e farsi spiegare da qualche vero cecchino dei marines americani, o del nostro Battaglione d'Assalto Col Moschin, cosa accade ad un individuo quando viene raggiunto in qualsiasi parte del corpo da un proiettile .338 Lapua Magnum o similare. Piuttosto difficile che sia necessario “raddoppiare” sullo stesso bersaglio...

Vedere i nemici che nella campagna single player si scuotono di dosso colpi ricevuti al “bersaglio grosso” come fossero zanzare fa un po' rabbia e lo stesso vale nel multiplayer, quando vediamo sfuggirci un'uccisione nonostante gli almeno venti colpi messi “in sagoma”. In questo campo, COD 4 resta imbattuto e solo la presenza dei veicoli permette a Frontlines di evitare di prestare eccessivamente il fianco alla quasi perfezione del gameplay del concorrente.
Stesso discorso vale per la grafica. La dimensione delle mappe e la presenza dei mezzi ha obbligato gli sviluppatori, all'evidenza, a non appesantire la domanda di risorse grafiche, mantenendosi su livelli accettabili ma non certo d'eccellenza.

Ottimo, invece, il doppiaggio italiano dei protagonisti, anche se il linguaggio sboccato dei soldati appare talvolta un po' forzato e cinematografico. E la colonna sonora, dotata di pezzi validi e ben implementati, al contrario dei rumori di spari ed esplosioni che, come scrivevo poc'anzi, mi ha lasciato un po'perplesso (il “brrrrrrrt” del fucile d'assalto riusciva meglio a me, quando da ragazzino imitavo l'M-16 dei Berretti Verdi di John Wayne...).

Ed eccomi qua, a decidere quanto Frontlines mi sia piaciuto e quanto mi senta di consigliarvelo. A parte il fatto che, come sempre, non posso che consigliarvi di dare un'occhiata preventiva all'ottima demo presente sul Marketplace di Xbox Live, non nutro dubbi nel confermarvi quanto scritto nel commento. La dimensione delle mappe e il numero di giocatori presenti, i droni, la possibilità di condurre veicoli in battaglia e, in ogni caso, il livello tecnico globale non certo disprezzabile lo rendono un titolo degno di attenzione da parte di tutti gli appassionati di FPS.

Hardcore gamers o meno, visto che, quando la mappa é molto grande e i giocatori tanti, aumentano anche le possibilità per il giocatore occasionale di riuscire a farsi le ossa un po' alla volta.
I puristi in mimetica e fucile d'assalto, lo sappiamo, continueranno a dire che COD 4 non si batte. Rispondiamo loro, però, che si tratta di due giochi diversi e che vale la pena godersi i pregi di entrambi, un po' come l'ascoltare musica non esclude la possibilità di leggere buoni libri.
Vista la demo, lo sappiamo già, ci darete ragione.