Frostpunk 2: la recensione del gestionale sottozero!
Dopo un buon esordio, Frostpunk torna con un secondo capitolo intenzionato a migliorare senza snaturarsi: missione riuscita?
Frostpunk 2: ci sono ancora le mezze stagioni?
Sebbene non abbia raggiunto l'olimpo dei videogame, il primo Frostpunk ha saputo conquistarsi una abbondante fetta di estimatori, grazie a una sapiente miscela capace di mescolare il fascino di elementi come il survival-catastrofico e lo steampunk, declinati con un gameplay gestionale. A distanza di sei anni il team 11Bit torna alla carica con Frostpunk 2, seguito diretto del precedente titolo, a partire dalla trama. Eccoci dunque pronti per la recensione di Frostpunk 2! Sono passati 30 anni dalla grande tempesta che ha cambiato il mondo nel 1888 e il Capitano, che avevamo impersonato, è passato a migliora vita (migliore non saprei, ma sicuramente più calda…).
In Frostpunk 2 vestiamo i panni del sovrintendente scelto per riuscire a mantenere in vita e possibilmente far prosperare Nuova Londra, rifugio intrappolato tra i ghiacci che ambisce a diventare un porto sicuro per i sopravvissuti alla catastrofe ambientale che ha portato sul pianeta una nuova glaciazione. Frostpunk 2 prende il via da premesse molto simili dal suo predecessore, ma non cade nel tranello di essere un “more of the same”, anzi cerca con successo di migliorarsi da tutti i punti di vista. Per quanto il gameplay di Frostpunk 2 abbia alcune novità che lo assimilano maggiormente al mondo dei city builder, ancora una volta il fulcro di tutto è il generatore al centro degli insediamenti, fonte imprescindibile di calore e elettricità, senza le quali le possibilità di sopravvivenza della razza umana sarebbero semplicemente nulle, visto che il panorama somiglia sempre più a una fredda landa desolata.
Come sempre, in un impianto in tempo reale, c'è la necessità di procurarsi le materie prime, a partire dai combustibili per alimentare il generatore e il cibo. Inizialmente le modalità per raggiungere miniere o campi coltivabili sembrano essere più semplici che in passato tanto che abbiamo a disposizione una piccola flotta di rompighiaccio chiamati "spaccagelo" che in breve tempo possono rendere accessibili anche le zone più impervie.
Una volta eliminato il ghiaccio potremo costruire distretti in base alle nostre necessità, tra abitazioni, industrie, sedi di estrazione e via dicendo. Tutto questo va a creare il classico sistema di raccolta e utilizzo di risorse per migliorare sempre più il proprio insediamento e poter sostenere la ricerca di ulteriori tecnologie e formare un circolo virtuoso. Insomma un canovaccio che ricalca molti dei city builder che abbiamo imparato ad amare e conoscere durante la nostra carriera di gamer, con Frastpunk 2 che a una prima occhiata potrebbe sembrare aver abbandonato le tinte survival del per battere una strada più tranquilla.
Invece, con il passare delle ore di gioco ci si rende conto che anche se sono cambiate alcune modalità di gestione della popolazione e di ricerca dei materiali, il protagonista rimane uno solo: il disperato tentativo di far sopravvivere il proprio popolo. Partendo dal prologo con tanto di tutorial, si finisce per essere risucchiati dall'enorme fascino di un gameplay che pian piano si arricchisce sempre più, andando a creare un sistema sofisticato e stratificato che si, va a toccare quasi ogni fattore gestionale della città e della popolazione, ma più che altro sembra volerci soffocare con tutto quello che dovremo gestire per evitare di essere cacciati dalla sovrintendenza.
Più la città crescerà, più saremo in mezzo a due fuochi: i fattori climatici e l'evoluzione del popolo. Parlare degli elementi metereologici potrebbe persino essere ridondante, ma ricordiamo che per riuscire ad avere una cittadinanza produttiva e in salute dovremo fare in modo che ci siano, quantomeno, le condizioni per sopravvivere e lavorare, motivo per cui dovremo preoccuparci di creare alloggi, strutture basilari e mantenere una temperatura accettabile.
Le stagioni che cambieranno e passeranno da periodi freddi ad altri ancora più freddi, in un inverno perenne che, al massimo, potrà mitigarsi per qualche settimana. Sviluppare nuove tecnologie, uscire dalla città per esplorare il mondo che ci circonda, fondare nuove colonie, trovare giacimenti di materiali sconosciuti e via dicendo: a questo si aggiunge, come dicevamo poco sopra, tutto quello che riguarda la popolazione. In Frostpunk 2 non saranno tanto i singoli cittadini a doverci preoccupare, per quanto spesso leggeremo il loro pensiero o avremo report riguardo a specifiche situazioni (principalmente di degrado), ma dovremo fare i conti con le fazioni che si svilupperanno con il passare del tempo.
Queste inizialmente si potranno contare sulle dita di una mano, ma con l'evolversi della situazione potremmo assistere alla comparsa di nuove correnti di pensiero o magari di scismi dentro un gruppo, sempre a causa delle diverse idee su come dovrebbe essere gestita la vita attorno al generatore. Partiremo con i Fedeli, quasi un colto religioso votato alla venerazione del generatore e delle tradizioni, i Nuovi Londinesi promotori della crescita tecnologica e i Domaghiacci, per i quali l'unica via di salvezza è "abbracciare" il gelo e imparare a conviverci. Questi gruppi non saranno omogenei, ma avranno al loro interno diverse correnti di pensiero e in alcune situazioni potremmo assistere alla comparsa di un nuovo gruppo che, naturalmente, vorrà dire la propria nella gestione di Nuova Londra, portando nuovi spunti su come superare le intemperie, ma anche nuove tensioni sociali. Assisteremo a una variegata molteplicità di dilemmi etici e politici che passeranno attraverso il congresso dei deputati della città.
Breve corso per diventare politici col cuore di ghiaccio
Avremo modo di proporre leggi che ci aiuteranno a governare Nuova Londra o ci troveremo a dover gestire le richieste delle fazioni, sempre sfruttando il democratico sistema della votazione. Ad esempio potrebbe servirci una legge funeraria sullo smaltimento dei cadaveri e avremo modo di decidere di portare davanti al consiglio due diverse soluzioni: offrire un servizio funebre completo o estrarre dai cadaveri ogni possibile materiale riciclabile e consegnare alla famiglia solo una parte delle loro ceneri. Naturalmente, qualsiasi delle opzioni decideremo di sottoporre al voto avrà alcune fazioni favorevoli, altre contrarie e alcune titubanti, ma all'interno di queste potrebbero esserci franchi tiratori o consiglieri dubbiosi sulle indicazioni della loro stessa corrente.
Prima di dare il via alla votazione vedremo un grafico che ci potrà dare un'idea su come dovrebbero essere i risultati, ma nulla ci assicura che le cose vadano come previsto, soprattutto perché spesso il numero di dubbiosi sarà importante. A questo punto potremo sfruttare il lato più oscuro della politica e potremo scendere, sottobanco, a patti con alcune fazioni così da comprare i loro voti e assicurarci la vittoria. Naturalmente questo avrà un costo fatto di promesse legate a future leggi o investimenti che dovremo portare a termine in tempi prestabiliti per non far infuriale i nostri alleati. Frostpunk 2 gode di un sistema molto elaborato e ben funzionante legato alla fiducia e ai rapporti con le fazioni e se fuori dalle mura freddo e tempeste ci terranno sempre in tensione, dentro a Nuova Londra questi meccanismi saranno ancora più pericolosi per il benessere della popolazione e potrebbero sfociare in disordini e rivolte che, arrivati ad un certo punto, sfoceranno con la triste fine del nostro mandato di sovrintendente.
Insomma, adesso il senso di "sopravvivenza" è ancora più marcato che in passato e ci costringe a giocare perennemente sul filo del rasoio, consci che gli attuali alleati potrebbero diventare futuri nemici e anche salvare un gruppo di nomadi trovati nei ghiacci esterni potrebbe portarci nuova forza lavoro, ma anche nuovi gruppi con idee radicali e contrarie alla maggioranza che abbiamo curato di mantenere sino a quel momento. Ogni scelta che faremo potrebbe avere delle ripercussioni sull'equilibrio sociopolitico di Nuova Londra e delle colonie che fonderemo e vi assicuro che le variabili sono davvero tantissime: le stesse ricerche scientifiche possono essere indirizzate in diverse direzioni e, per intenderci, istituire una regolamentazione dei rapporti di lavoro creerà reazioni ben diverse: potremo scegliere di gestirla tramite sindacati o con controllori governativi e naturalmente le due strade scaturiranno reazioni diametralmente opposte nei gruppi di pressione politica. Non bisogna però pensare che la politica sia il fulcro di Frostpunk 2 che mantiene parimenti una enorme importanza nella fase gestionale di cui abbiamo già parlato. L'anima del gioco degli 11Bit vede mescolarsi sapientemente entrambi i fattori e riesce a creare un mix estremamente soddisfacente.
In queste righe abbiamo appena scalfito la profondità del gameplay di Frostpunk 2 che si rivela estremamente variegato e offre nuovi spunti con il passare delle ore e il proseguimento delle partite, motivo per cui consigliamo caldamente di dedicarvi inizialmente alla modalità storia con relativo tutorial, prima di lanciarvi nelle sfide degli scenari Utopia in cui dovrete costruire la vostra Nuova Londra in specifiche situazioni dove avrete anche accesso alla modalità Sopravvivenza, in cui non potrete utilizzare la pausa tattica, ma sarete in balia del costante scorrere del tempo.
La longevità di Frostpunk 2 è pressocché infinita, viste le tantissime combinazioni che potremo mettere in atto per portare avanti il nostro ruolo di sovrintendente. Ci sono svariate opzioni per impostare le partite e gestire il livello di difficoltà, ma alla base il livello di sfida è mediamente alto e inizialmente porterà a diversi fallimenti i giocatori meno attenti. Dal punto di vista tecnico è stato fatto un pregevole lavoro, sia dal punto di vista grafico che da quello sonoro, con temi in grado di restituire tensione e angoscia di un modo perennemente sul baratro. L'ottimizzazione è buona e con un Ryzen 7 5700X con 16 giga di ram e una GeForce 3060 sono riuscito a giocare al massimo dei dettagli senza particolari problemi, anche se con il passare del tempo in game e l'aumentare degli elementi da gestire, si è vista qualche indecisione, comunque nulla che non sia migliorato andando ad abbassare le impostazioni grafiche.
Non è mancato qualche bug (vedi il reset delle impostazioni di localizzazione a ogni partita), ma nel complesso l'esperienza di gioco è risultata pulita e godibile. Segnalo con piacere la presenza di tutti i testi a schermo in italiano, ma si sarebbe potuto fare qualcosa di più riguardo la quality of life, magari permettendo di ingrandire gli stessi testi, un po' troppo piccoli. Anche le indicazioni a schermo non sono sempre chiare o immediate e anche dopo svariate ore di gioco ho fatto fatica a tenere sotto controllo ogni elemento, ma stiamo comunque parlando di fattori marginali rispetto alla qualità complessiva di un'opera che ha saputo rinnovarsi moderatamente riuscendo a mantenere una forte componente legata alla sopravvivenza, regalando al giocatore partite emozionanti da cui, nonostante il freddo, sarà difficile staccarsi.