Fuga da Monkey Island
di
Diversamente dai precedenti episodi, dunque, ogni azione é abbinata a un tasto e ci si trova così a gestire una decina di pulsanti. Esaminare, raccogliere e usare sono fondamentalmente le uniche azioni disponibili ogniqualvolta Guybrush si trovi nei pressi di oggetti o persone con cui é possibile interagire; l'inventario tridimensionale infine mostra gli oggetti raccolti, permettendo con la semplice pressione di un tasto di unirli tra di loro qualora ce ne fosse bisogno. Decisamente sintetico e poco appariscente il sistema di controllo risulta comunque in grado di gestire il gioco, risultando oltretutto di facile apprendimento una volta superato l'iniziale sconforto per la mancanza del mouse. Decisamente meno vincente si é dimostrato il controllo dei movimenti di Guybrush, il quale, guidato attraverso le frecce direzionali della tastiera, si destreggia tra gli ostacoli fin troppo goffamente
Esattamente come succedeva in Grim Fandango, infatti, riuscire a muovere il proprio personaggio all'interno dello scenario é un'operazione estremamente macchinosa e si ha sempre l'impressione che ci si trovi a correre attraverso corridoi invisibili, contro le pareti dei quali Guybrush immancabilmente sbatte senza riuscire a procedere. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che per ruotare su se stessi si impiegano diversi secondi il risultato é un controllo impreciso, lento e spesso frustrante, soprattutto in quei momenti di stallo in cui si rivisitano continuamente le stesse locazioni alla ricerca di un valido indizio
SUONI E COLORI PER UN RITORNO AL PASSATO
Fortunatamente, nonostante il drastico passaggio al 3D, i disegnatori di Fuga da Monkey Island sono riusciti magistralmente nell'intento di mantenere intatta l'atmosfera del gioco, dando vita a scenari che nulla hanno da invidiare ai piatti fondali dei passati episodi. L'uso dei colori, i disegni fumettosi e le architetture irregolari fanno da contorno perfetto a una trama già di per sé capace di trasportare il giocatore nel piratesco Mar dei Carabi
Esattamente come succedeva in Grim Fandango, infatti, riuscire a muovere il proprio personaggio all'interno dello scenario é un'operazione estremamente macchinosa e si ha sempre l'impressione che ci si trovi a correre attraverso corridoi invisibili, contro le pareti dei quali Guybrush immancabilmente sbatte senza riuscire a procedere. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che per ruotare su se stessi si impiegano diversi secondi il risultato é un controllo impreciso, lento e spesso frustrante, soprattutto in quei momenti di stallo in cui si rivisitano continuamente le stesse locazioni alla ricerca di un valido indizio
SUONI E COLORI PER UN RITORNO AL PASSATO
Fortunatamente, nonostante il drastico passaggio al 3D, i disegnatori di Fuga da Monkey Island sono riusciti magistralmente nell'intento di mantenere intatta l'atmosfera del gioco, dando vita a scenari che nulla hanno da invidiare ai piatti fondali dei passati episodi. L'uso dei colori, i disegni fumettosi e le architetture irregolari fanno da contorno perfetto a una trama già di per sé capace di trasportare il giocatore nel piratesco Mar dei Carabi