Full Spectrum Warrior
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
L'M203 è la soluzione più immediata per stanare un nemico dietro a un riparo: ordiniamo al nostro granatiere di sparare un colpo, la visuale passa in prima persona, spostiamo il mirino in modo che la bomba colpisca il malcapitato di turno e il gioco è fatto. Ovviamente la presenza di più nemici nell'area circostante pretenderà una maggiore pianificazione del nostro modus operandi: snidare i nemici dietro a un riparo non è sempre facile, anche perché il numero di granate, vera cartina al tornasole per sbrogliare la situazione, è ragionevolmente esiguo. Anche le banalità quali distrarre un nemico mentre la squadra effettua uno spostamento, andando avanti nel gioco diventano di più rara applicazione, complice un level design particolarmente riuscito e la necessità di avere sempre un riparo sotto mano per gli eventuali nemici che potrebbero inavvertitamente sopraggiungere.
[PFC. SILVERMAN: M203 ON HIT]
[GPL. DEVEREUX: COME ON OUT HEAR ZAKIE BOV]
FSW è tattica, strategia, oculata pianificazione delle possibilità offerte dall'ambiente e, prima di tutto, vera simulazione di guerriglia urbana. Nonostante le numerose incongruenze o alcune sviste dei programmatori, il grado di realismo raggiunto dai Pandemic Studios non ha eguali in tutto l'universo videoludico guerresco. L'intelligenza artificiale che muove i nostri soldati, anni luce avanti a quella che caratterizza i compagni di Ding Chavez (Rainbow Six 3, Ubi Soft), e le tattiche di guerriglia applicabili in ogni situazione tramite le nostre linee direttive, danno vita ad uno spettacolo senza eguali, militarmente parlando. Il grado di immedesimazione, complice la cura maniacale profusa dai programmatori in ogni frangente, sale alle stelle, la tensione non cala mai e l'attenzione richiesta è davvero alta. Mai esporre una squadra al fuoco ostile, mai uscire avventatamente oltre un riparo, mai girare l'angolo prima di aver eliminato la minaccia nemica. In questo senso gioca un ruolo fondamentale la collaborazione tra le due squadre. L'utilizzo contemporaneo dei due team, celermente switchabili tramite pressione del tasto y, è imprescindibile per superare alcuni passaggi, considerato anche il numero limitato di munizioni a corredo di ognuno di essi.
Ogni livello di FSW è un enorme scacchiera. Il reticolo invisibile sopra la pavimentazione di ogni stage, percepibile attraverso l'indicatore per lo spostamento dei nostri soldati, serve a posizionare quest'ultimi nella maniera più consona. Non servono molti panegirici per celebrare la bontà del gameplay, la cui componente puramente tattica per certi versi potrebbe essere lontanamente paragonata al gioco degli scacchi. Alcuni fattori, coesistono in tutti e due i giochi: controllo, studio approfondito del campo di gioco (una città quanto una scacchiera può essere infida di pericoli), tattica, rischio e un pizzico di fortuna (che non guasta mai). Una scacchiera però comprende 64 quadrati, le dimensioni delle cittadine di FSW sono nettamente più grandi: in questo senso ci viene in aiuto la presenza del GPS, grazie al quale avere una visione costante dell'ambiente di gioco e vedere indicata la posizione dei nemici e i vari obiettivi. Poi, ogni qual volta raggiungeremo il SITREP (una sorta di checkpoint dove salvare) sarà necessario richiedere un giro di perlustrazione all'elicottero per aggiornare il GPS, e avere quindi nuove informazioni utili ai fini del proseguo della missione. E il grado di realismo continua a crescere.
Full Spectrum Warrior
8.5
Voto
Redazione
Full Spectrum Warrior
Quella di RTS (real-time strategy) è una qualifica che gli calza stretta. Full Spectrum Warrior è molto di più: pur non privo di difetti, è encomiabilmente corriere di freschezza e originalità, ma prima di tutto portatore di un realismo che lo erge al rango di "simulatore di guerra definitivo". Meritatamente. Da avere.