Game of Thrones: Kingsroad, recensione: il Trono di Spade meritava di meglio
Più noia che fuoco e sangue...

Quando si parla di un videogioco ambientato nell’universo di Game of Thrones, l’aspettativa è inevitabilmente altissima. Game of Thrones: Kingsroad, action-RPG sviluppato da Netmarble Neo, si presenta come un’esperienza “potenzialmente” interessante, promettendo un vasto open world, una narrazione originale e il ritorno di volti noti come Jon Snow, Cersei e Ramsay Bolton. Tuttavia, dietro il mantello di Westeros si nasconde un gioco dal potenziale inespresso, incapace di reggere il confronto con le grandi produzioni su PC. Ecco la recensione completa di Game of Thrones: Kingsroad!
- Un mondo vasto, ma poco stimolante
- Combattimenti leggeri come carta velina
- Una trama con buone basi, ma senza mordente
- Un’anima mobile… troppo visibile
- Co-op e attività secondarie: luci e ombre
- Troppi problemi tecnici e cutscene poco ispirate
- Conclusione
Game of Thrones: Kingsroad: un mondo vasto, ma poco stimolante
Non si può negare che Kingsroad riesca a restituire visivamente l’atmosfera di Westeros. Dalla maestosità di Approdo del Re al gelo opprimente della Barriera, il mondo di gioco è esteso e ricco di scorci suggestivi. Eppure, questa vastità risulta sterile. Le missioni secondarie sono per lo più attività banali e ripetitive — “vai lì, uccidi quello, torna indietro” — e raramente incentivano l’esplorazione spontanea. L’open world esiste, ma non invita davvero a essere vissuto.
Il problema non è solo nella struttura delle missioni, ma nella totale assenza di elementi che stimolino la curiosità del giocatore. Non ci sono segreti da scoprire, eventi dinamici rilevanti o ricompense significative che giustifichino le deviazioni dal percorso principale. Questo rende l’esperienza esplorativa piatta, soprattutto se confrontata con altri RPG moderni: in The Witcher 3, ad esempio, ogni deviazione può nascondere una storia secondaria intensa o un incontro interessante; in Red Dead Redemption 2, il mondo stesso reagisce e si trasforma intorno al giocatore. Kingsroad, invece, si limita a essere un grande fondale, bello da vedere, ma povero di contenuti realmente interattivi.
Game of Thrones: Kingsroad, combattimenti leggeri come carta velina
Il sistema di combattimento si ispira a modelli action moderni, con schivate, parate e combo personalizzabili, ma il feeling generale è poco soddisfacente. Gli attacchi mancano di peso, le animazioni sono spesso legnose e la sfida è mal calibrata: si passa da fasi banali a picchi di difficoltà artificiali che sembrano pensati più per rallentare il giocatore che per stimolarlo. Le tre classi — Cavaliere, Mercenario e Assassino — offrono una varietà interessante sulla carta, ma in pratica le differenze sono troppo leggere per influenzare davvero il gameplay in profondità.
Mancano le animazioni di reazione, i feedback visivi e sonori convincenti; persino la fisica sembra disinteressata a restituire peso all’azione. Questo difetto viene amplificato durante gli scontri principali, che dovrebbero rappresentare l’apice del sistema di combattimento, ma che spesso si trasformano in scontri caotici dove si spamma un paio di abilità aspettando il cooldown, senza nessuna vera profondità tattica.
Altri giochi, come Dragon's Dogma o anche Dark Souls, riescono a trasmettere un senso di rischio e controllo durante ogni scontro, mentre Kingsroad si limita a offrire un sistema accessibile, ma privo di soddisfazione.
Game of Thrones: Kingsroad, una trama con buone basi, ma senza mordente
La storia originale — incentrata su un erede illegittimo della Casa Tyre — avrebbe tutte le carte in regola per incuriosire. Ci sono giochi di potere, incontri con personaggi iconici e un contesto storico affascinante (ambientato durante la quarta stagione della serie). Tuttavia, la scrittura risulta spesso piatta e prevedibile, con dialoghi poco ispirati e un ritmo narrativo che fatica a decollare. Si ha l’impressione di assistere a una fanfiction ben confezionata, ma non a un racconto coinvolgente.
Il potenziale c’è: le interazioni con figure come Jon Snow, Cersei Lannister o Petyr Baelish potrebbero essere l’occasione perfetta per dare spessore emotivo e tensione politica all’intreccio. E invece questi momenti vengono sprecati, ridotti a semplici comparse o missioni secondarie poco incisive. I colpi di scena sono telefonati, le scelte morali hanno impatto limitato e, peggio ancora, non si percepisce mai un reale senso di urgenza o pericolo.
Nel panorama degli RPG narrativi, giochi come Mass Effect o The Witcher 3 hanno dimostrato quanto una buona scrittura e la libertà decisionale possano elevare un’avventura. Kingsroad, invece, si limita a guidare il giocatore lungo un binario narrativo già scritto, senza mai sorprenderlo davvero. È un peccato, perché l’universo narrativo di Westeros è ricco di sfumature, intrighi e ambiguità morali, elementi che qui restano solo in superficie.
Un’anima mobile... troppo visibile
Il problema più evidente di Kingsroad su PC è che, a conti fatti, non sembra pensato per questo tipo di piattaforma. Il titolo è chiaramente un porting di un gioco nato per dispositivi mobili: lo si nota dalle interfacce cariche di icone, dai menù confusionari, dalle meccaniche di progressione lente e dilatate, e — soprattutto — da un sistema di monetizzazione invasivo. Microtransazioni, battle pass e valute multiple rendono l’esperienza frustrante, soprattutto considerando che si tratta di un titolo a pagamento in accesso anticipato.
Co-op e attività secondarie in Game of Thrones: Kingsroad: luci e ombre
La modalità cooperativa e le attività PvE con creature leggendarie sono tra gli aspetti più promettenti. Sconfiggere grifoni o ragni di ghiaccio insieme ad altri giocatori regala qualche momento di adrenalina, ma il tutto appare ancora abbozzato e poco integrato. Anche il sistema di crafting e gestione della tenuta nobiliare aggiunge un tocco gestionale, ma affonda nella complessità fine a sé stessa e nel farming esasperato.
Troppi problemi tecnici in Game of Thrones: Kingsroad e cutscene poco ispirate
Uno degli aspetti che più penalizza Kingsroad è la sua realizzazione tecnica. Il gioco soffre di evidenti cali di frame rate, specialmente durante i caricamenti di nuove aree o in presenza di numerosi nemici a schermo. Le animazioni dei personaggi sono spesso rigide, con movimenti poco naturali che ricordano più un titolo mobile di dieci anni fa che un action-RPG moderno.
Le cutscene, che dovrebbero dare respiro alla narrazione e rendere epici i momenti chiave della trama, risultano invece incredibilmente basilari. I volti appaiono inespressivi, la sincronizzazione labiale è approssimativa e la regia manca di mordente. In molti casi, ci si ritrova davanti a dialoghi statici che sembrano messi lì solo per fare da ponte tra una missione e l’altra, piuttosto che per coinvolgere emotivamente il giocatore.
In un gioco che ambisce a fondere narrativa e azione, questa superficialità nella presentazione dei momenti cinematografici è un difetto difficile da ignorare.
La recensione di Game of Thrones: Kingsroad, conclusione
Game of Thrones: Kingsroad è un’opera ambiziosa che vuole rendere giustizia a una delle saghe più importanti del panorama fantasy, ma inciampa proprio là dove dovrebbe brillare: nel gameplay e nella narrazione. Pur mostrando un grande amore per l’universo creato da George R.R. Martin, si presenta come un titolo tecnicamente arretrato, narrativamente fiacco e minato da pratiche di monetizzazione aggressive. Un’occasione sprecata che, forse, troverà una seconda vita nel mondo mobile.
Su PC, invece, il Trono resta vuoto.
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