Gears of War 4

Gears of War 4

Reduce da una beta che potremmo definire imbarazzante, Gears of War 4 è diventato fonte di preoccupazione anche tra i fan più sfegatati della saga. Anche se non è la primissima uscita con il brand, i Coalition erano chiamati a rilanciare uno dei brand più importanti e famosi sulla console Microsoft dopo il mezzo passo falso di Judgment. Ed è forse questa l’ottica con cui si sono approcciati a questo quarto capitolo, ovvero quello di riprendere il percorso interrotto, senza snaturare uno stile di gioco ormai consolidato presso il grande pubblico e reimpostare la saga verso il suo naturale continuum narrativo.

Il che porta ad una considerazione di base abbastanza scontata: se vi piace lo stile di Gears, questa è la vostra Dysneyland, ma se le avventure di Marcus Fenix e compagnia non vi sono mai state gradite, allora questo non è il gioco che fa per voi. Puro e semplice. Coalition infatti non rischia nemmeno una riga di codice nel proporre qualcosa di veramente nuovo nel contesto dell’universo Gears e quando lo fa, sbaglia. Intendiamoci, niente di particolarmente grave, però è evidente che il sottile equilibrio su cui si basa il gioco non può essere rinnovato con elementi così deboli.

In ordine. Gears of War 4 si posiziona esattamente 25 anni dopo la sconfitta delle locuste. La vita su Sera è profondamente cambiata e la carenza di energie a cui attingere e gli sconvolgimenti climatici hanno costretto i pochi sopravvissuti a vivere all’interno di vere e proprie città stato costruite all’interno di strutture fortificate. Per impedire ai cittadini di oltrepassare le mura, i COG assumono il potere e dichiarano una legge marziale che fa rispettare attraverso l’utilizzo di forze robotizzate che controllano la popolazione. Ovviamente non tutti sono favorevoli a questo stato di cose e preferiscono trovare posto all’esterno delle mura, abbracciando uno stile di vita da fuggiaschi, meno sicuro e in totale clandestinità.

A parte un piccolo preambolo, che permette anche ai non giocatori abituali di Gears, di capire le meccaniche di gioco attraverso la rivisitazione di alcune battaglie storiche avvenute sul pianeta Sera, arriviamo proprio a vedere uno scorcio di questa nuova vita, prendendo i comandi di J.D., il nuovo protagonista dell’avventura, in perenne contrasto con i COG che da protettori del pianeta si sono trasformati in una vera e propria macchina di controllo e oppressione.

Come detto anche in precedenza il nuovo corso è rappresentato da robot dalle fattezze umane che hanno il solo merito di introdurre nel gioco diverse nuove tipologie di armi, alcune delle quali davvero molto interessanti. Per il resto, dal design all’intelligenza artificiale, fino ad arrivare alle animazioni, risultano piuttosto anonimi e destinati a non lasciare il segno all'interno dell'economia di gioco. E questo per tutto il primo capitolo e parte del secondo. Per fortuna le cose migliorano quando la trama si infittisce e ritroviamo alcuni “vecchi ma nuovi” avversari di cui ovviamente non vogliamo e possiamo dirvi molto di più.

Fatto sta che una volta che una volta ritrovata la vecchia via, il gioco migliora in modo esponenziale e diventa davvero divertente e avvincente, anche se si nota una certa riluttanza nel voler muovere un solo passo oltre il sentiero già percorso. Se si eccettua la nuova possibilità di poter utilizzare il coltello per gli attacchi corpo a corpo, i vecchi giocatori di Gears of War si sentiranno a casa in pochi minuti. Di sicuro la volontà è stata quella di riprendere le fila del discorso giocando sul facile per poi, ci si augura, cercare magari di variare la formula alla ricerca di nuove soluzioni di gameplay, ma quello che GOW 4 vi offre è un “bigger and better” di tutti i GOW finora apparsi sulla piattaforma Microsoft.

Trailer fazioni

La formula è sempre quella dello “spara e ripara” con i due schieramenti che si affrontano faccia e faccia, dandovi comunque modo di intraprendere strade alternative per cercare di aggirare l’avversario e sorprenderlo alle spalle. Ovviamente, in caso di necessità, potrete fare affidamento sui vostri compagni di squadra per rianimarvi, praticamente al volo, ogni qualvolta sarete colpiti in modo particolarmente violento. Stando così le cose, potrete morire solo se subirete una “fatality” dai vostri nemici oppure se l’intero team si ritroverà a terra, ferito. Due eventualità che nell’arco delle otto/nove ore di gioco, a modalità normale, è capitata davvero raramente.

A proposito di squadra, questa volta al comando delle operazioni non ci sarà Marcus Fenix, ma suo figlio James. Ovviamente Marcus avrà comunque un ruolo importante nella storia, ma vi lasciamo il piacere di scoprirlo voi stessi. E Marcus non sarà il solo della “vecchia” guardia ad avere un ruolo più o meno attivo ma ritroveremo in modo più o meno incisivo diverse vecchie glorie dei COG accorrere in nostro aiuto.

Approfondendo il discorso del level design, possiamo dire che l’impostazione classica dei Gears è riproposta senza particolari varianti, completamente subordinato al classico stile di gameplay. Troveremo quindi i soliti corridoi, qualche rara biforcazione dove scegliere il percorso da intraprendere e tanti, tantissimi ripari. Se la domanda che vi state facendo è: “Ma questa volta i ripari si potranno distruggere interamente?” la risposta è ovviamente “NO”, a parte quei rari casi dove sarà piuttosto evidente la precarietà del riparo.

Una scelta si sposa con lo stile di gioco originale e con un ritmo che non prevede un continuo movimento dei protagonisti, scelta che sarebbe stata probabilmente penalizzata dalla consueta legnosità delle animazioni di James e compagni. Come di consueto saranno presenti livelli che presenteranno qualche variante di gameplay, come quello più volte pubblicizzato delle moto o quello ottimamente realizzato all’interno delle miniere. A questi si affiancano quelli dove dovrete gestire le difese delle vostre postazioni e affrontare le ondate di avversari che si susseguiranno fino al compimento del livello. Insomma, una sorta di invasione della modalità “orda” all’interno del normale single player.

Gears of War 4

Dunque, nessuna novità davvero eclatante ma il dolce ritorno a casa per un gioco che aveva sofferto la banalità e la piattezza di un capitolo sperimentale come Judgment che poco era riuscito a convincere anche i meno “addicted” di Gears of War. E questo ci è piaciuto davvero tanto, perché al di là del riconoscere il poco coraggio dei Coalition e un inizio un po' troppo lento, dobbiamo ammettere che il resto del gioco ci ha davvero convinto tantissimo. Ecco, forse il boss finale poteva essere gestito un po' meglio, ma tutto sommato l’intera produzione di Gears of War 4 ci ha trasmesso il piacere di prendere il pad in mano e gettarci nella mischia, come ai vecchi tempi. E, si, in puro stile Gears, la trama saprà riservarvi anche momenti toccanti e “bastardi”. Non come GOT, ma quasi.

Di notevole fattura tutto il comparto tecnico, soprattutto dal secondo capitolo in avanti. Quando il gameplay decolla, anche l’aspetto estetico del gioco lo accompagna di pari passo. Pochissime le sbavature, frame rate stabilissimo, texture di altissimo livello e modellazione poligonale a cui forse possiamo solo imputare qualche caduta di stile nel design di alcune tipologie di avversari. Per il resto, tanto di cappello, con alcune scene davvero da applausi e livelli che sembrano essere stati ispirati direttamente dai migliori incubi post-Doom. E se possedete un televisore che supporta l'HDR, allora potrete godere della produzione Coalition davvero al suo meglio. Di buon livello anche l’audio grazie ad un doppiaggio efficace ed una colonna sonora che accompagna e sottolinea, senza mai però raggiungere l’epicità di altre produzione interne di Microsft (ok, mi avete sgamato, sto parlando di Halo…).

L’avventura principale ci ha tenuto impegnati per almeno nove, senza perdere troppo tempo nella ricerca dei collezionabili sparsi per le mappe (questa volta il loro numero è stato drasticamente ridotto). Come sempre il single player di Gears è solo una parte dell’esperienza di gioco. Una parte che si espande in modo esponenziale con le varie modalità multiplayer, a cominciare ovviamente da una rinnovata modalità Orda, fino ad arrivare ad una modalità Versus ancora più adrenalinica e con le carte in regola per affacciarsi anche alle platee degli sport elettronici. A proposito di carte, una delle aggiunte alla modalità multigiocatore, prevede proprio l'impiego di carte bonus conquisitabili nel corso delle partite, che possono dare la possibilità al giocatore di godere di particolari vantaggi o, più semplicemente, di poter agghindare al meglio il proprio protagonista, grazie anche ad una personalizzazione ancora più completa e variegata.

Quindi, al termine di queste 1100 parole che tanto non avrete letto, vale la pena di impegnarsi in Gears of War 4? Si, senza nemmeno troppe remore. Ecco, potete associare questo GOW 4 al nuovo Guerre Stellari (precisiamo: la geniale intuizione è di chi vi scrive, se la ritrovate in altri lidi è solo per colpa di Roberto Vicario :D ): gioca sul sicuro, non prende nuove strade, e nemmeno pretende di innovare, ma riporta la saga sulla retta via, pronto per essere spinto ancora più in là. E in più è davvero divertente.

Gears of War 4

Gears of War 4
9

Voto

Redazione

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Gears of War 4

Fan di Gears of War, le vostre preghiere sono state ascoltate e quello che vi aspetta tra qualche giorno nei negozi è un ritorno alle origini, dopo il passo falso di Judgment. Azione continua, ottimi video d’intermezzo, tanto sangue e una trama bene allineata e pronta a rilanciare la saga come meglio non si potrebbe. A questo unite anche un comparto grafico davvero di altissimo profilo, soprattutto se siete dotati di una tv HDR e una componente multigiocatore che sarà capace di tenervi alla console davvero per tantissimo tempo. Ovviamente se siete impermeabili al fascino di Gears, il lavoro dei Coalition potrebbe non fare al caso vostro, ma se ancora non vi siete affacciati alla saga, non preoccupatevi, perché avrete comunque modo di avere ben chiaro il triste destino del pianeta Sera e dei suoi abitanti grazie ad un ottimo lavoro di narrazione.