Geist
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A più di due anni dall'apparizione in Italia di Metroid Prime, forse il miglior gioco per Gamecube, e a quasi un anno dal seguito, Nintendo si riaffaccia sul panoramana degli FPS. E questo ritorno porta il nome di Geist, titolo che condivide con il capolavoro dei Retro Studios la ricerca di un approccio diverso al genere, tanto da far risultare stretta la qualificazione di shooter.
In Geist infatti si è chiamati ad immedesimarsi nel fantasma di John Raimi, scienziato inviato con una squadra d'assalto nella sede della Volks Corporation. Fatto prigioniero, John è vittima di un esperimento che lo riduce ad un'entità eterea. Varie vicende si intrecceranno sulla strada del recupero del proprio corpo e della fuga dagli stabilimenti Volks. Inutile aggiungere che, nel perseguire i suoi obiettivi, il protagonista dovrà vedersela con schiere di reparti armati, oltre che con dei mostri, provenienti da chissà dove.
Il controllo dello spirito, capace di incarnarsi a proprio piacimento nei corpi di uomini o animali e di prendere possesso di oggetti, rappresenta il cuore pulsante di Geist. In principio il giocatore, sotto forma di fantasma, fluttua per gli scenari nella sua condizione immateriale, in cerca di un essere da possedere. L'unico requisito richiesto per l'incarnazione in creature animate è che esse provino spavento; viene dunque fornita la possibilità di terrorizzarle, ricorrendo a svariati puzzle da risolvere. I malcapitati saranno soggetti a specchi che rendono orribile la figura umana, rubinetti che versano sangue, strumenti meccanici impazziti e così via (chi ha detto poltergeist?). Le possibilità di impersonificazione sono ampie: si va dal canonico soldato, all'inserviente incontrato casualmente, ma perfino al ratto che si insinua nei più stretti anfratti, o al carillon sonante una dolce melodia. Tutto questo giova sulla varietà d'azione: negli scontri a fuoco ci si può avvalere della componente spirituale per controllare bombole di gas o cataste di munizioni, e farle esplodere in prossimità del nemico; si potrà persino ritorcere contro un boss i suoi sottoposti. Va aggiunto che il tempo in modalità spiritica è molto più dilatato (lo spazio circostante appare in slow-motion), in modo da facilitare la pianificazione di una tattica anche durante le fasi più frenetiche del gioco. Di più: si arriva a prescindere dal combattimento stesso, magari possedendo un membro della Volks, insomma qualcuno (o qualcosa) libero di circolare per la base senza che i soldati identifichino in lui un pericolo. Diverse componenti del gioco caratterizzate da elementi action e adventure, alla luce delle quali risulta ancor più inappropriata la nomea di semplice shooter, citata ad inizio recensione.
Il metodo di controllo sfrutta felicemente la natura del controller cubico. I movimenti vengono compiuti agevolmente con i due analogici, il tastone posteriore "R" è adibito allo sparo. Anche gli altri pulsanti si prestano bene allo svolgimento del gioco. E' inoltre possibile scegliere una seconda configurazione dei comandi.
Purtroppo, in un titolo che offre una possibilità di interazione con l'ambiente circostante tanto articolata, la linearità delle situazioni da affrontare rappresenta un grave punto a sfavore. Con un ampio numero di entità controllabili a disposizione, l'opportunità di scegliere fra diverse soluzioni per il raggiungimento di uno scopo renderebbe l'esperienza di gioco molto più godibile e longeva. Invece si ha spesso l'impressione di essere costretti lungo il percorso deciso dai programmatori. Nello spaventare un personaggio, ad esempio, vi è una sequenza di azioni da compiere, e una volta scoperta non vi è più sfida, quindi interesse, per il giocatore. L'unica alternativa allo sviluppo dell'avventura principale sta nella ricerca di contenuti extra, nascosti nei livelli.
Esaminando solo le dinamiche prettamente "da FPS", viene a considerazione uno dei lati meno convincenti di Geist. Come sparatutto manca di quella concitazione tipica dei migliori esponenti del genere, e lo svolgimento degli scontri è piuttosto semplice. Quest'ultimo punto è seriamente minato dalla scarsa intelligenza artificiale, in quanto gli avversari di turno si preoccupano solo di venire incontro alla morte e sparare, oppure di appostarsi prevedibilmente nei pressi di contenitori esplosivi. Spesso inoltre, pur di mantenere la posizione, i combattenti della Volks si espongono al fuoco nemico senza riparo e senza possibilità di opporre resistenza.
Oltre che della modalità principale, Geist si compone anche di una modalità multiplayer, da due a quattro giocatori umani (usufruibile però anche in singolo), portati ad otto con la CPU. Le peculiarità del controllo spirituale sono trasposte anche in questo contesto.
Nei classici deathmatch, attraverso lo spettro, si potranno gestire militari o mitragliatrici (ma anche "guerrieri" atipici come conigli o pipistrelli, inseriti come extra da sbloccare nella campagna singleplayer, assolutamente innocui) per abbattere le incarnazioni altrui. Sono previste altre due modalità: nella prima si devono condurre più uomini possibili fino ad una piattaforma, posta generalmente al centro della mappa, mentre l'altra consiste in una sanguinosa caccia reciproca fra umani e fantasmi. La divisione dello schermo in quattro riduce sicuramente l'impatto del multiplayer, ma è il prezzo da pagare vista l'assenza del supporto online.
In conclusione, Geist è nato partendo da uno spunto molto buono, con tutte le premesse affinché il team n-Space potesse ottenere un risultato davvero importante. Uno sviluppo approssimativo della componente FPS, unito ad alcune discutibili scelte restrittive della libertà di azione, fanno di Geist un titolo non eccelso, ma che si dimostra sicuramente un'esperienza originale da provare.
In Geist infatti si è chiamati ad immedesimarsi nel fantasma di John Raimi, scienziato inviato con una squadra d'assalto nella sede della Volks Corporation. Fatto prigioniero, John è vittima di un esperimento che lo riduce ad un'entità eterea. Varie vicende si intrecceranno sulla strada del recupero del proprio corpo e della fuga dagli stabilimenti Volks. Inutile aggiungere che, nel perseguire i suoi obiettivi, il protagonista dovrà vedersela con schiere di reparti armati, oltre che con dei mostri, provenienti da chissà dove.
Il controllo dello spirito, capace di incarnarsi a proprio piacimento nei corpi di uomini o animali e di prendere possesso di oggetti, rappresenta il cuore pulsante di Geist. In principio il giocatore, sotto forma di fantasma, fluttua per gli scenari nella sua condizione immateriale, in cerca di un essere da possedere. L'unico requisito richiesto per l'incarnazione in creature animate è che esse provino spavento; viene dunque fornita la possibilità di terrorizzarle, ricorrendo a svariati puzzle da risolvere. I malcapitati saranno soggetti a specchi che rendono orribile la figura umana, rubinetti che versano sangue, strumenti meccanici impazziti e così via (chi ha detto poltergeist?). Le possibilità di impersonificazione sono ampie: si va dal canonico soldato, all'inserviente incontrato casualmente, ma perfino al ratto che si insinua nei più stretti anfratti, o al carillon sonante una dolce melodia. Tutto questo giova sulla varietà d'azione: negli scontri a fuoco ci si può avvalere della componente spirituale per controllare bombole di gas o cataste di munizioni, e farle esplodere in prossimità del nemico; si potrà persino ritorcere contro un boss i suoi sottoposti. Va aggiunto che il tempo in modalità spiritica è molto più dilatato (lo spazio circostante appare in slow-motion), in modo da facilitare la pianificazione di una tattica anche durante le fasi più frenetiche del gioco. Di più: si arriva a prescindere dal combattimento stesso, magari possedendo un membro della Volks, insomma qualcuno (o qualcosa) libero di circolare per la base senza che i soldati identifichino in lui un pericolo. Diverse componenti del gioco caratterizzate da elementi action e adventure, alla luce delle quali risulta ancor più inappropriata la nomea di semplice shooter, citata ad inizio recensione.
Il metodo di controllo sfrutta felicemente la natura del controller cubico. I movimenti vengono compiuti agevolmente con i due analogici, il tastone posteriore "R" è adibito allo sparo. Anche gli altri pulsanti si prestano bene allo svolgimento del gioco. E' inoltre possibile scegliere una seconda configurazione dei comandi.
Purtroppo, in un titolo che offre una possibilità di interazione con l'ambiente circostante tanto articolata, la linearità delle situazioni da affrontare rappresenta un grave punto a sfavore. Con un ampio numero di entità controllabili a disposizione, l'opportunità di scegliere fra diverse soluzioni per il raggiungimento di uno scopo renderebbe l'esperienza di gioco molto più godibile e longeva. Invece si ha spesso l'impressione di essere costretti lungo il percorso deciso dai programmatori. Nello spaventare un personaggio, ad esempio, vi è una sequenza di azioni da compiere, e una volta scoperta non vi è più sfida, quindi interesse, per il giocatore. L'unica alternativa allo sviluppo dell'avventura principale sta nella ricerca di contenuti extra, nascosti nei livelli.
Esaminando solo le dinamiche prettamente "da FPS", viene a considerazione uno dei lati meno convincenti di Geist. Come sparatutto manca di quella concitazione tipica dei migliori esponenti del genere, e lo svolgimento degli scontri è piuttosto semplice. Quest'ultimo punto è seriamente minato dalla scarsa intelligenza artificiale, in quanto gli avversari di turno si preoccupano solo di venire incontro alla morte e sparare, oppure di appostarsi prevedibilmente nei pressi di contenitori esplosivi. Spesso inoltre, pur di mantenere la posizione, i combattenti della Volks si espongono al fuoco nemico senza riparo e senza possibilità di opporre resistenza.
Oltre che della modalità principale, Geist si compone anche di una modalità multiplayer, da due a quattro giocatori umani (usufruibile però anche in singolo), portati ad otto con la CPU. Le peculiarità del controllo spirituale sono trasposte anche in questo contesto.
Nei classici deathmatch, attraverso lo spettro, si potranno gestire militari o mitragliatrici (ma anche "guerrieri" atipici come conigli o pipistrelli, inseriti come extra da sbloccare nella campagna singleplayer, assolutamente innocui) per abbattere le incarnazioni altrui. Sono previste altre due modalità: nella prima si devono condurre più uomini possibili fino ad una piattaforma, posta generalmente al centro della mappa, mentre l'altra consiste in una sanguinosa caccia reciproca fra umani e fantasmi. La divisione dello schermo in quattro riduce sicuramente l'impatto del multiplayer, ma è il prezzo da pagare vista l'assenza del supporto online.
In conclusione, Geist è nato partendo da uno spunto molto buono, con tutte le premesse affinché il team n-Space potesse ottenere un risultato davvero importante. Uno sviluppo approssimativo della componente FPS, unito ad alcune discutibili scelte restrittive della libertà di azione, fanno di Geist un titolo non eccelso, ma che si dimostra sicuramente un'esperienza originale da provare.