Gene Troopers

di Alessandro 'Alenet' Cossu
UN REMOTO FUTURO LONTANISSIMO.
"Era il 14 Ottobre del 4008, quando la Earthliner cessò le comunicazioni radio, mentre si trovava in orbita attorno al pianeta Eidon, nel sistema Agino-VI. Partita cinquantaquattro giorni prima dalla stazione spaziale Europe, giunse a destinazione...com'e' che si diceva un tempo...ah, si, in perfetto orario. Ricordo la gioia ed il tripudio per il viaggio inaugurale di quella meraviglia tecnologica : la sua nascita fu il frutto di anni di intenso e serrato lavoro ed il suo nome era già leggenda, una leggenda ancora più radicata della sua predecessora, l'astronave Titan, la prima che riuscì a raggiungere quanto tempo fa, ormai, non lo ricordo più Nuova Marte. L'euforia generale ed il classico, innato desiderio di guadagno misero a tacere le voci degli esperti dell' ISF (la Federazione Intergalattica di Sicurezza), che raccontavano strane storie riguardo a misteriosi campi elettromagnetici che spazzavano l'orbita attorno a Eidon. Nessuna sonda era mai tornata e nessuna nave aveva mai esplorato la zona...ma a nessuno importava. La Earthliner era una realtà ed un nuovo mondo, anzi nuovi mondi, aspettavano di essere scoperti e conquistati.


Ma quella meravigliosa nave, con il suo carico di coloni e di speranza, non giunse mai a destinazione. Ricordo che a cinquantadue ore dall'ora prevista per lo sbarco tutte le comunicazioni cessarono. Forse un collasso di tutti i sistemi, forse un attacco tanto violento quanto inaspettato, forse ambo le cose. Fatto sta che la nave scomparve dai radar, per non farvi più ritorno.
Eidon...il Nuovo Mondo, come era stato ribattezzato quel pianeta. Così simile alla nostra amata Terra, prima degli indicibili sconvolgimenti climatici e territoriali che furono diretta conseguenza della Guerra delle Ceneri. Irraggiungibile. La Natura aveva forse letto nelle nostre menti, sapendo cosa saremmo stati in grado di fare a quel Paradiso, qualora fossimo riusciti a colonizzarlo...e ce lo hai impedito. E' il lato romantico a cui mi piace pensare, mentre sono qui a chiedermi dove si trovi, adesso, mia figlia. Piccolo genio. Sua madre,Joan, è morta dandola alla luce ed io mi sono dedicato anima e corpo a lei. Ho cercato di tenerla lontana dall'Impero Galattico e dalle sue maledette Gene Trooper. Armate di mutanti, sottoposti a indicibili esperimenti genetici, potenziati e migliorati per divenire perfette macchine da guerra, assassini senza anima e senza pietà. Ma Mareen, mia figlia, era...è...un genio dell'Informatica e le reti neurali sembrano talvolta parlarle, tanta è la sua empatia con le macchine. I capi delle GT la volevano. E se la sono presa. Ora tocca a me liberarla e poca importa se ho dovuto adattare il mio corpo a ricevere il DNA alieno. Ora sono uno di loro, ma non sono come loro. Questa è la mia vita. La mia maledizione. Ed io diverrò la loro".

Preambolo autobiografico per il protagonista di Gene Troopers, Johannson Bridger, sparatutto in prima persona dei signori della Cauldron patrocinati da PlayLogic che conosciamo per il recente Knight of the Temple 2, recensito per voi sulle pagine di Gamesurf. Mentre nel titolo action appena citato ci trovavamo in un ambiente intriso di elementi dark fantasy, con questo nuovo giochino viaggeremo quasi duemila anni nel futuro, per viaggiare attraverso sei enormi mondi, alla ricerca della nostra figlia perduta. Gene Troopers è uno sparatutto assolutamente classico, dove saremo chiamati, essenzialmente, a sparare a tutto ciò che si muove, sia esso umano o alieno, ed a incamerare il relativo DNA dei nostri avversari, al fine di potenziare le nostre peculiarità biologiche e tecnologiche (come si può non pensare ai Borg? Ah...che nostalgia) e diventare così sempre più potenti, in attacco e in difesa.


Il nostro prode Johannson infatti, oltre a disporre di un arsenale di tutto rispetto, potrà infatti contare sulle sue abilità mutate, che si divideranno in due macro categorie : Abilità GT e Poteri GT. Grazie alle prime, potremo, per esempio, produrci in letali Prese Mortali, oppure rigenerare le nostre ferite. Con le seconde, invece, disporremo di poteri quali la visuale notturna, oppure la Deriva Neurale (una sorta di Slow-Motion, dove noi saremo più veloci di Harry Potter sulla sua scopa e gli avversari si muoveranno come lumache) o, ancora, la classica Furia Guerriera, che non necessita di altre spiegazioni.

Il parco armi meccaniche è piuttosto vasto, anche se non originalissimo. Si va dai fucili Raff al plasma, alle pistole Grimmer a colpi perforanti, passando per il Domin8or una sorta di Sniper Rifle fino al Mass, una devastante mitragliatrice a nastro. In totale, contando anche le varie tipologie di "bombe & micciette", potremo contare sulla bellezza di diciassette strumenti di morte.
Nel girovagare nei sei mondi messi a nostra disposizione, di quando in quando potremo anche bearci di brevi sessioni a bordo di un veicolo detto "Contrabbandiere".
Insomma, GT nonostante la trama più o meno elaborata, non si discosta minimamente dagli altri titoli affini in generale e dagli sparatutto in prima persona in particolare.
Sul fronte tecnico, l'engine che abbiamo avuto modo di provare non ci ha particolarmente convinto. Nonostante le grandi locazioni e i buoni effetti di luce, alla fine i vari luoghi parevano tutti uguali fra loro; le esplosioni particellari evocavano titoli di un anno fa o giù di li e le texture non vantavano la medesima cura dei titoli Cauldron. Anche il sonoro non ci ha pienamente convinti, con soundfx tutto sommato gradevoli ma non stupefacenti e musiche forse troppo invasive e poco adatte all'atmosfera intrinseca del gioco. Piacevole la conversione nella lingua del BelPaese e un plauso all'ottimo manuale a corredo del gioco.
Si segnala in ultimo la presenza di una buona sezione multigiocatore in LAN o sulla grande rete che prevede le classiche modalità, come il Deathmatch a squadre o il Capture the Flag.
Prima di analizzare il DNA del commento, si ricorda che GT è già sugli scaffali.