Ghost of Tsushima Director’s Cut – La Via del Samurai – Recensione PC
Segui le gesta dello Spettro di Tsushima in un'avvincente battaglia per l'onore e la libertà.
Dicono che il Giappone sia nato da una spada. È molto facile iniziare una recensione così, rubando una citazione di un film cult degli anni 2000, quel “L’Ultimo Samurai” diretto da Zwick in cui un giovane (nemmeno troppo, ma lui lo sembra anche oggi) Tom Cruise vestiva i panni del capitano Nathan Algren.
Il Giappone è stato forgiato da una manciata di uomini coraggiosi. Questi guerrieri, i samurai, continuano a ispirare i sogni di molti non solo per le loro gesta, ma soprattutto per la loro profonda dedizione al concetto complesso dell'onore.
Ed è proprio l’onore ad alimentare la storia di Ghost of Tsushima, una storia che racconta di un conflitto e di come pochi uomini cercarono di opporsi al destino, proteggendo l’isola omonima dall’invasione dell’esercito mongolo guidato da Khotun Khan. Quella di Sucker Punch è un’opera complessa e interessante, un prodotto che consegna all’utenza PC l’ennesimo porting confezionato in maniera esemplare sempre da Nixxes, soprattutto a così stretto giro dall’uscita di Horizon Forbidden West.
Ghost of Tsushima Director’s Cut – Così Diceva Sun Tzu
Nel cuore del racconto del videogioco sviluppato da Sucker Punch si svolge un conflitto epico che vede l'isola di Tsushima invasa dai Mongoli, segnando l'incalzante avvio della loro ambiziosa campagna di conquista del Giappone. Tsushima, posta strategicamente a metà strada tra la penisola coreana e l'isola principale di Honsh, assume un ruolo fondamentale come ponte per le imponenti forze mongole che si radunano sulle sue coste in preparazione all'assalto.
Siamo catapultati nell'anno 1274, in un'epoca di fervente conflitto che non solo mette in gioco la sovranità delle terre giapponesi, ma sottolinea anche le profonde disparità culturali e belliche tra le due fazioni coinvolte. Da un lato, vediamo i valorosi samurai, custodi del loro rigido codice d'onore e della loro tradizione millenaria, combattere strenuamente per difendere le proprie terre e preservare l'essenza della loro cultura. Dall'altro, i Mongoli, con le loro tattiche di guerra avanzate e un'invasione massiccia, minacciano di schiacciare l'isola e piegare la sua popolazione sotto il loro dominio.
In questo scenario di crescente tensione e imminente conflitto, il nostro alter ego, Jin Sakai, si trova ad affrontare una sfida titanica. Sarà in grado di salvare la sua terra natale e respingere l'invasione mongola, oppure sarà costretto a compiere sacrifici dolorosi per proteggere il suo popolo?
L'imponente avanzata dei Mongoli esercita una pressione implacabile sul protagonista, spingendolo verso una metamorfosi interiore. Consapevole della necessità di evolversi e di adottare nuove strategie di fronte a un nemico così spaventoso, Jin intraprende un viaggio di crescita personale che lo trasforma in quello che viene chiamato lo Spettro di Tsushima, risoluto nel liberare la sua terra dagli invasori con ogni mezzo possibile.
Ghost of Tsushima Director’s Cut – Non Solo Samurai
Non si vive solo d'onore e non si vive solo seguendo la via della spada. Questo concetto, radicato nel codice dei samurai, potrebbe sembrare una eresia agli occhi di coloro che considerano la spada come l'unico strumento degno di un guerriero. Tuttavia, Jin si trova ad affrontare una realtà molto diversa. Costretto dalle circostanze a confrontarsi con una minaccia senza precedenti, Jin si rende conto che non può permettersi il lusso di seguire ciecamente il codice del samurai.
Questo espediente narrativo diventa il giusto compromesso alle spalle della costruzione del gameplay di Ghost of Tsushima, praticamente un connubio che si traduce in un sistema di combattimento variegato e appagante, soprattutto considerando la pericolosità a cui il gioco ci sottopone durante ogni scontro.
Nel titolo sviluppato da Sucker Punch, sia Jin che i suoi avversari sono estremamente vulnerabili, e questo crea un senso palpabile di sfida data l'inferiorità numerica in cui spesso ci troveremo durante i combattimenti.
Ecco perché l’unico modo per farla franca è quello di far leva sulle nostre abilità di spadaccino, selezionando tra quattro forme di combattimento all'arma bianca per superare le difese nemiche e infliggere colpi rapidi e precisi. Se ciò non bastasse, possiamo sfruttare la distanza, usando l'arco con destrezza per colpirli prima che si avvicinino, o approfittare delle abilità ninja apprese per attaccare di sorpresa.
Il salvataggio degli abitanti di Tsushima e la liberazione dei territori dall'occupazione mongola non solo ci permettono di difendere la popolazione locale, ma ci consentono anche di guadagnare preziosa esperienza da investire per espandere il nostro repertorio di mosse, apprendere nuove tecniche letali o affinare le arti ninja appena apprese.
Il sistema di combattimento di Ghost of Tsushima si distingue proprio per il rispetto dei principi del bushido, il codice etico seguito dai samurai. Invita i giocatori a non farsi trascinare dalla foga dello scontro, poiché anche il più piccolo errore può costare la vita in pochi attimi.
Tra l’altro nel gioco troviamo delle chicche da non sottovalutare, soprattutto quando pensiamo alle attività che il protagonista potrà svolgere durante l’esplorazione del mondo di gioco, che presenta una vasta gamma di elementi che traducono perfettamente il gameplay in un contesto mai banale e molto evocativo.
Le terme sparse per l'isola di Tsushima offrono a Jin un luogo di riflessione e rigenerazione, consentendogli di meditare e recuperare la salute fisica e mentale. L'esercizio del taglio del bambù rappresenta un'opportunità per Jin di mettere alla prova la sua determinazione e la sua forza, rafforzando così il suo carattere e la sua resistenza.
I templi nascosti dedicati ai kami, le divinità shintoiste, sono luoghi sacri in cui Jin può chiedere la loro benedizione e ottenere abilità speciali uniche che lo aiuteranno nei combattimenti. Questa pratica riflette la profonda connessione del protagonista con la spiritualità e la natura, e aggiunge un elemento di misticismo al suo viaggio.
Inoltre, Jin può arricchire il suo arsenale raccogliendo l'eredità dei caduti e creando nuovi elementi estetici, come armature e armi, che riflettono la sua crescita e il suo sviluppo come guerriero.
Ghost of Tsushima Director’ Cut – L’Ottimo Porting di Nixxes
L'esperienza di giocare a Ghost of Tsushima Director's Cut sulla nostra configurazione base casalinga è stata estremamente positiva e gratificante. Grazie alla potenza della Nvidia RTX 4060Ti, accompagnata da 16 GB di RAM e dal processore AMD Ryzen 7 3700X, il gioco è stato in grado di mantenere una fluidità costante oltre i 60 fps, anche con le impostazioni grafiche quasi tutte al massimo.
Questo risultato testimonia la grande ottimizzazione del gioco e la sua capacità di sfruttare appieno le risorse hardware disponibili, elemento che possiamo confermare anche su laptop e con una scheda video una generazione indietro (ovvero la 3060). La qualità visiva e la fluidità dell'esperienza di gioco sono state eccezionali, consentendo ai giocatori di immergersi completamente nell'incantevole mondo di Tsushima senza -quasi nessun- compromesso.
Chiaramente qualche sacrificio va considerato, soprattutto quando si sale di risoluzione e si cerca di raggiunge standard più elevati con il 4K, situazione che non sempre offre un margine di manovra ampio come si vorrebbe (a meno che non si sia in possesso di postazioni ultra-performanti).
Grazie a questa performance stabile, i giocatori possono godere appieno di tutti gli elementi visivi e del gameplay del gioco, dalle spettacolari scene di combattimento alle suggestive ambientazioni, senza preoccuparsi di cali di frame o rallentamenti. Questo è particolarmente evidente quando si seleziona il filtro cromatico ispirato allo stile di Kurosawa, che aggiunge un tocco cinematografico unico all'esperienza di gioco.
Durante le nostre prove, l'unica nota negativa è stata la mancanza di un controller DualSense. La sua assenza ha privato l'esperienza di gioco di alcuni elementi immersivi, come i grilletti adattivi e il feedback aptico, che avrebbero arricchito ulteriormente l'esperienza, come richiamare il vento con il semplice scorrere delle dita sul touchpad.