Ghost Recon 2
di
Luca 'Lord Axl' Gambino
Dopo aver approfonditamente parlato di Ghost Recon 2 in sede di preview, siamo finalmente pronti per esprimere i nostri giudizi definitivi sulla versione finale del gioco, appena uscito in tutti i negozi italiani. Come già accennato anche nella nostra anteprima, il secondo capitolo del tactical shooter parallelo al Team Rainbow sposta il centro dell'azione nella Corea del Nord, dove il Generale Jung (già co-protagonista della versione PS2), ha di fatto preso il comando di una nazione profondamente segnata dalle ingenti spese militari sostenute dallo stesso generale, che hanno portato la popolazione sull'orlo della carestia. Il pericolo arriva quando Jung comincia a muovere il potenziale nucleare della nazione, con l'intento non dichiarato di usarlo contro le nazioni vicine, prima tra tutte la Cina (già nel mirino anche nella versione Sony). A questo punto entreremo in gioco noi, al comando del team dei Ghost Recon, pronti a sovvertire questo pericoloso stato di cose.
Ghost Recon 2 riprende, senza stravolgerlo, il gameplay introdotto dalla versione Xbox di Rainbow Six 3, alternando missioni in cui dovremo comandare al meglio un team di 3 elementi (mossi da una IA a tratti altalenante), ad altre dove saremo invece noi gli unici protagonisti dell'azione. La nostra morte segnerà il termine della missione stessa, al contrario di quanto accadrà per la prematura fine dei nostri uomini, evidentemente meno importanti per il fine ultimo delle operazioni. La perfetta mappatura del Joypad Xbox ci permetterà di muoverci agevolmente all'interno degli ambienti di gioco, dandoci la possibilità di affrontare nel migliore dei modi i numerosi scontri a fuoco previsti e di comandare al contempo il nostro team. Attraverso semplici comandi impartiti tramite il pad o, meglio ancora, attraverso l'headphone set di xbox live, potremo in qualsiasi momento dispiegare al meglio i compagni d'avventura e impartire loro le giuste direttive di attacco o di difesa delle postazioni strategiche. Ancora una volta, purtroppo, i comandi vocali sono stati predisposti per la sola lingua inglese, ed è capitato più di una volta che, malgrado il nostro perfetto accento del Nord Carolina, i nostri uomini abbiano bellamente ignorato i nostri ordini. Niente di particolarmente irritante, sia intesi, ma sarebbe anche ora, soprattutto dopo le pacate proteste susseguite a Rainbow Six 3, che questa affascinante e coinvolgente feature godesse di maggiori attenzioni tecniche e che venisse, soprattutto, resa maggiormente fruibile ai giocatori italiani. Tanto più che in GR2, oltre ai comandi al team, sono stati inseriti anche i normali comandi di gioco che dovrebbe permettere in modo semplice e soprattutto veloce di consultare la preziosa mappa di gioco, switchare le armi, ricaricarle e impostare o meno la visuale notturna.
Come dicevamo poc'anzi, gli shooter tattici di casa Ubisoft, almeno su console, sembra abbiano perso quell'alone di esasperato tatticisimo che avevano caratterizzato le controparti PC, in favore di una maggiore quantità di scontri a fuoco, pur rimanendo prudentemente a distanza dalla nomea più dispregiativa di "sparatutto". La maggiore quantità degli scontri, infatti, non sottintende una minore qualità degli stessi, che richiederanno la stessa prudenza e la stessa pianificazione da sempre utilizzata negli shooter tattici. Provate infatti ad affrontare uno scontro a fuoco impostando i vostri movimenti come in un qualsiasi altro third person, e vi ritoverete a sparare al nulla, data l'assoluta precisione con il cui il vostro reticolo di tiro aumenterà o diminuirà la vostra precisione in base ai movimenti del personaggio. Malgrado tutto ciò, nemmeno questo rinnovato Ghost Recon si discosta dalla logica adottata da Ubisoft in tutti gli episodi di GR e Rainbow Six, utilizzando per l'ennesima volta i fastidiosi "trigger" che attiveranno, al passaggio del nostro personaggio in un determinato punto, una determinata reazione degli avversari. Così, dopo un tentativo andato male, sapremo che oltrepassando un determinato punto dello scenario, dall'angolo destro ci verranno incontro due avversari e che eliminati quelli e percorsi altri 10 metri, dovremo fare fuori il cecchino appostato sul campanile. E così via, in un "Try & Error" che meriterebbe dopo anni di onorato servizio, di essere messo meritatamente in pensione. Fortuna vuole che, come detto qualche riga sopra, che la qualità dello scontro a fuoco sia decisamente buona, con avversari mossa da una IA più che dignitosa e dotati, finalmente di una potenza di fuoco quantomeno paritaria alla nostra. Ottima anche la varietà delle missioni che ci porteranno ad assaltare convogli nemici, così come a difendere strenuamente postazioni strategiche e confini geografici, potendo contare anche sull'utilizzo di postazioni di fuoco fisse che ci permetteranno di risparmiare le preziose munizioni delle nostre armi che, per la prima volta nella serie, potremo ricaricare allorché troveremo sul nostro cammino delle particolari casse con gli approvvigionamenti. Basterà avvicinarsi, premere il tasto azione, e il gioco sarà fatto.
Ma far parte del team Ghost, come ben sappiamo, significa anche entrare in possesso di tutti gli ultimi ritrovati dell'ingegneria bellica in fatto di armi e gadgets tecnologici che tendono a facilitare la vita dei nostri soldati e, soprattutto, tendono ad allungarne l'esistenza. Così, ad aggiungersi ai classici radar atti a rilevare i nemici e i visori ad infrarossi (il cui effetto grafico è stato completamente ridisegnato), adesso i nostri soldati potranno disporre anche di una telecamere montata direttamente sull'arma, che ci darà modo di puntare gli avversari stando prudentemente dietro un muro o riparati dietro un albero o un masso. Grazie alla particolare visuale offerta dalla telecamera, potremo individuare i bersagli e fare fuoco senza scoprirci troppo al fuoco avverso. Comodo, sicuramente, ma non del tutto senza pericoli, perché sarete sempre, di fatto, individuabili dai vostri nemici.
Ghost Recon 2 riprende, senza stravolgerlo, il gameplay introdotto dalla versione Xbox di Rainbow Six 3, alternando missioni in cui dovremo comandare al meglio un team di 3 elementi (mossi da una IA a tratti altalenante), ad altre dove saremo invece noi gli unici protagonisti dell'azione. La nostra morte segnerà il termine della missione stessa, al contrario di quanto accadrà per la prematura fine dei nostri uomini, evidentemente meno importanti per il fine ultimo delle operazioni. La perfetta mappatura del Joypad Xbox ci permetterà di muoverci agevolmente all'interno degli ambienti di gioco, dandoci la possibilità di affrontare nel migliore dei modi i numerosi scontri a fuoco previsti e di comandare al contempo il nostro team. Attraverso semplici comandi impartiti tramite il pad o, meglio ancora, attraverso l'headphone set di xbox live, potremo in qualsiasi momento dispiegare al meglio i compagni d'avventura e impartire loro le giuste direttive di attacco o di difesa delle postazioni strategiche. Ancora una volta, purtroppo, i comandi vocali sono stati predisposti per la sola lingua inglese, ed è capitato più di una volta che, malgrado il nostro perfetto accento del Nord Carolina, i nostri uomini abbiano bellamente ignorato i nostri ordini. Niente di particolarmente irritante, sia intesi, ma sarebbe anche ora, soprattutto dopo le pacate proteste susseguite a Rainbow Six 3, che questa affascinante e coinvolgente feature godesse di maggiori attenzioni tecniche e che venisse, soprattutto, resa maggiormente fruibile ai giocatori italiani. Tanto più che in GR2, oltre ai comandi al team, sono stati inseriti anche i normali comandi di gioco che dovrebbe permettere in modo semplice e soprattutto veloce di consultare la preziosa mappa di gioco, switchare le armi, ricaricarle e impostare o meno la visuale notturna.
Come dicevamo poc'anzi, gli shooter tattici di casa Ubisoft, almeno su console, sembra abbiano perso quell'alone di esasperato tatticisimo che avevano caratterizzato le controparti PC, in favore di una maggiore quantità di scontri a fuoco, pur rimanendo prudentemente a distanza dalla nomea più dispregiativa di "sparatutto". La maggiore quantità degli scontri, infatti, non sottintende una minore qualità degli stessi, che richiederanno la stessa prudenza e la stessa pianificazione da sempre utilizzata negli shooter tattici. Provate infatti ad affrontare uno scontro a fuoco impostando i vostri movimenti come in un qualsiasi altro third person, e vi ritoverete a sparare al nulla, data l'assoluta precisione con il cui il vostro reticolo di tiro aumenterà o diminuirà la vostra precisione in base ai movimenti del personaggio. Malgrado tutto ciò, nemmeno questo rinnovato Ghost Recon si discosta dalla logica adottata da Ubisoft in tutti gli episodi di GR e Rainbow Six, utilizzando per l'ennesima volta i fastidiosi "trigger" che attiveranno, al passaggio del nostro personaggio in un determinato punto, una determinata reazione degli avversari. Così, dopo un tentativo andato male, sapremo che oltrepassando un determinato punto dello scenario, dall'angolo destro ci verranno incontro due avversari e che eliminati quelli e percorsi altri 10 metri, dovremo fare fuori il cecchino appostato sul campanile. E così via, in un "Try & Error" che meriterebbe dopo anni di onorato servizio, di essere messo meritatamente in pensione. Fortuna vuole che, come detto qualche riga sopra, che la qualità dello scontro a fuoco sia decisamente buona, con avversari mossa da una IA più che dignitosa e dotati, finalmente di una potenza di fuoco quantomeno paritaria alla nostra. Ottima anche la varietà delle missioni che ci porteranno ad assaltare convogli nemici, così come a difendere strenuamente postazioni strategiche e confini geografici, potendo contare anche sull'utilizzo di postazioni di fuoco fisse che ci permetteranno di risparmiare le preziose munizioni delle nostre armi che, per la prima volta nella serie, potremo ricaricare allorché troveremo sul nostro cammino delle particolari casse con gli approvvigionamenti. Basterà avvicinarsi, premere il tasto azione, e il gioco sarà fatto.
Ma far parte del team Ghost, come ben sappiamo, significa anche entrare in possesso di tutti gli ultimi ritrovati dell'ingegneria bellica in fatto di armi e gadgets tecnologici che tendono a facilitare la vita dei nostri soldati e, soprattutto, tendono ad allungarne l'esistenza. Così, ad aggiungersi ai classici radar atti a rilevare i nemici e i visori ad infrarossi (il cui effetto grafico è stato completamente ridisegnato), adesso i nostri soldati potranno disporre anche di una telecamere montata direttamente sull'arma, che ci darà modo di puntare gli avversari stando prudentemente dietro un muro o riparati dietro un albero o un masso. Grazie alla particolare visuale offerta dalla telecamera, potremo individuare i bersagli e fare fuoco senza scoprirci troppo al fuoco avverso. Comodo, sicuramente, ma non del tutto senza pericoli, perché sarete sempre, di fatto, individuabili dai vostri nemici.
Ghost Recon 2
8.5
Voto
Redazione
Ghost Recon 2
Se stessimo parlando di un film, potremo definire Ghost Recon 2 come una "splendida prova d'autore". Invece stiamo parlando di un signor videogame e ci limiteremo a definirlo un ottimo esempio di come lato tecnico e gameplay possano tranquillamente andare di pari passo a formare un prodotto bello da vedere e da giocare. Con questo non stiamo dicendo che Ghost Recon 2 sia perfetto, tutt'altro. Ha i suoi bei difetti, alcuni dei quali fin troppo "storici" e Ubisoft dovrà lavorare a fondo per migliorare una serie ottimamente avviata verso l'eccellenza. Non possiamo però esimerci dal dire che GR2 ci ha favorevolmente colpiti per come ha saputo cambiare le carte in tavola senza snaturarsi, fondendo al meglio la componente tattica tipica della serie, con un lato più arcade che strizza l'occhio all'utenza console, vorace di situazioni più frenetiche e immediate. E il risultato finale dà ragione ai cugini d'oltralpe. Brava Ubi.