Ghost Recon Advanced Warfighter 2

Ghost Recon Advanced Warfighter 2
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Rieccoci qui. A parlare, sviscerare e giudicare l'ennesimo capitolo di un franchise che ha fatto la storia del tactical shooter per PC e, a partire da qualche anno, per console. I marchi Rainbow Six e Ghost Recon, accompagnati da nome e cognome del noto e stimato scrittore Tom Clancy, autore di alcuni dei migliori techno-thriller militari degli anni Novanta, hanno scritto fino ad oggi, sotto la sperimentata egida Ubisoft, pagine gloriose in termini di giocabilità, qualità tecnica e livello elevato di realismo e divertimento. Per questo motivo, proviamo una punta d'imbarazzo, dopo un decennio di recensioni entusiaste, nel manifestare in questa sede qualche dubbio sincero sulla qualità complessiva di questo nuovo capitolo della serie. Tenendo presente, come se non bastasse, che il primo GRAW ha ricevuto, sia nella versione per PC che in quella per Xbox 360 ( a nostro giudizio la migliore), un plauso unanime della critica.



Cartolina da Ciudad Juarez. Molto "cool" il teschio sullo spallaccio!
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Questa città è un inferno. La prossima volta scelgo la Florida...
Questa città è un inferno. La prossima volta scelgo la Florida...
Coraggio amico. Un cerottino e sarai come nuovo!
Coraggio amico. Un cerottino e sarai come nuovo!

Nel provare questo atteso numero 2, però, preceduto di alcuni mesi dalla versione dedicata alla macchina next-gen di Microsoft, ci viene spontaneo e immediato manifestare qualche dubbio sul futuro di un marchio che sembra aver completato il suo percorso evolutivo, ritornando paradossalmente in qualche modo indietro fino a quel primo Rainbow Six di parecchi anni fa. Nei confronti del quale in molti manifestammo perplessità a causa dell'eccessivo tecnicismo che soffocava l'azione vera e propria sotto un'eccessiva dose d'impegno di pianificazione tattica, pane squisito per i denti di un operatore professionista di controterrorismo ma decisamente ostica per lo studente e l'impiegato, acquirente di videogiochi, che si mette davanti al computer con l'unico scopo di dedicare parte del suo tempo libero ad un passatempo divertente.



GRAW 2, infatti, somiglia un po' troppo, per i nostri gusti abituati all'azione, all'adrenalina e al coinvolgimento immediato di tanti FPS bellici, ad un simulatore tecnico di squadra, dove ogni mossa del nostro alter ego e dei suoi gregari va pianificata con precisione millimetrica, ogni passo studiato, ogni campo di tiro analizzato, ogni mappa satellitare studiata e mandata a memoria pena il tragico fallimento della missione commissionataci dai nostri superiori.


Se questa senza dubbio è la realtà nuda e cruda con la quale si confrontano da decenni tutti gli operatori delle forze speciali, interpreti professionali dotati di doti di freddezza e capacità improvvisativa ben al di sopra della media, nel confrontarsi con le difficili realtà di missioni di controterrorismo e di conflitto bellico asimmetrico, viene fatto di pensare che, invece, chi compra un videogioco abbia voglia di qualcosa di più "potabile", magari più simile ad un telefilm o ad un lungometraggio cinematografico che lo ponga fin da subito al centro dell'azione senza costringerlo a studiare meticolosamente e ad imparare le tecniche moderne della fanteria leggera dell'esercito più sofisticato del mondo.



Un po' come chi acquista un simulatore di volo non prova nessun desiderio, al di fuori di una ristretta cerchia di affezionati piloti virtuali professionali, di familiarizzare con tutti i comandi d'assetto, volo e combattimento di un aviogetto contemporaneo, impiegando ore soltanto a capire come staccare il carrello dalla pista senza infilarsi dopo qualche istante dritto nella recinzione che delimita il sedime aeroportuale di partenza.


Il destino dei simulatori di volo supersofisticati lo conosciamo tutti. Spariti dagli scaffali dei negozi da un decennio, hanno lasciato il posto a titoli immediati e coinvolgenti come Blazing Angels o Ace Combat, tanto per fare due nomi, dove alla cloche può mettersi anche un adolescente che non saprebbe mettere in moto nemmeno un ciclomotore, senza per questo privarlo del gusto di aggiudicarsi subito qualche succoso risultato nelle missioni aria-aria e aria-superficie.


Non vorremmo pertanto che l'eccessivo amore per il realismo e per i tecnicismi finisse per disamorare il pubblico da uno dei nostri franchise preferiti, oltretutto da sempre affidati ad una delle software house più blasonate del panorama mondiale.


Il rischio, però, esiste.



GRAW 2, che ancora una volta ci permette d'indossare la tuta mimetica e la panoplia di armi supertecnologiche del futuristico sistema IWS, prossimamente in dotazione alla fanteria americana, raggiunge infatti l'apoteosi del realismo, regalando al giocatore un'esperienza che, probabilmente, rappresenta al momento la più simile possibile a quella di un fante delle forze speciali impegnato in un'operazione di controterrorismo e controinsurrezione.




Quanti sono! La situazione si fa bollente!
Quanti sono! La situazione si fa bollente!
Si mette male. Cento metri da fare e nessuna copertura. Fumogeno!
Si mette male. Cento metri da fare e nessuna copertura. Fumogeno!
Come mi sta questo completino, tesoro?
Come mi sta questo completino, tesoro?

La dotazione è quella nota a chi ha giocato al primo GRAW, incluso in mini UAV Cypher, pronto a sbirciare oltre gli angoli pericolosi in cerca di minacce nemiche in agguato e un'innovativa mappa satellitare in bianco e nero che permette di studiare prima dell'azione i campi di tiro degli operatori amici e nemici coinvolti nello scontro, a scanso di sorprese. Anche stavolta saremo al comando di una squadra di quattro "fantasmi", elite della fanteria leggera statunitense, impegnati di nuovo sul "caliente" fronte messicano nel tentativo di prevenire un attacco nucleare terroristico al territorio metropolitano degli Stati Uniti.



Il sistema di gioco, oltre a permetterci di scegliere tra diverse combinazioni d'armamento individuale, ci consente di impartire ordini d'azione a tutti i nostri uomini, sfruttandoli per creare concentrazioni di fuoco o accerchiamenti che rendano possibile il completamento delle diverse missioni della campagna.


Il primo problema spunta fuori proprio dall'analisi dell'implementazione dell'IA. Se non possiamo che congratularci con gli sviluppatori per aver programmato i nostri accoliti virtuali in modo che non si lancino in proditorii assalti suicidi, o si posizionino inopportunamente proprio al centro del nostro settore di fuoco, siamo anche costretti a lamentare una certa "rigidità" nei loro comportamenti. Simili a gelidi androidi, i "fantasmi" al nostro comando limiteranno i dialoghi tra loro ad una serie di monosillabi ripetitiva e poco realistica agli occhi di chiunque abbia seguito una forza armata in un luogo diverso dal terreno di parata. Lo stesso dicasi per il loro modo di effettuare le azioni ordinate, rigido e senza nessun tipo di variabile di adattamento, nemmeno fossero radiocomandati. L'IA nemica, invece, altalena purtroppo tra un modello hezbollah che si lancia dritto sulla nostra linea di mira pronto ad incontrare, che so io, le antiche divinità azteche, ad uno "one shot one kill", infallibile cecchino anche se spara con un'arma notoriamente imprecisa come l'AK-74, anche da distanze impossibili.



I livelli di difficoltà, poi, non ammettono mezze misure. Quello facile sembra fatto per dei boy scout alla loro prima gita fuori porta, troppo alla portata per garantire alla corta campagna in single player un livello di longevità accettabile. Quello difficile, di contro, l'unico che meriti di essere giocato da chi ha completato, in passato, anche un altro soltanto dei capitoli della serie Ghost Recon, ci costringe a trasformarci in vere "teste di cuoio", con il rischio di guadagnarsi un biglietto di prima classe per gli USA, dentro una bara d'alluminio, ogni volta che sporgiamo la testa da dietro un angolo senza le dovute cautele.


Sulla grafica, invece, poco da dire. Le caratteristiche tecniche del gioco sono davvero elevatissime, a livello fotorealistico, migliorando ancora ciò che nel primo capitolo era già stato in grado di lasciarci a bocca aperta. Se non avete un monitor di grandezza adeguata e una scheda grafica di elevata caratura, però, qualche rinuncia in termini di prestazioni sarà indifferibile. Come già il primo GRAW, anche questo numero 2 pretende parecchio in termini di hardware ma ripaga l'utente spendaccione con una qualità visiva che rappresenterà per un bel pezzo un vero e proprio benchmark di settore.


Molto meno bene il sonoro, però. A parte i succitati dialoghi tra soldati, più limitati delle battute di Jean Claude Van Damme in un vecchio film d'azione degli anni Ottanta, la colpa maggiore va attribuita al sonoro delle armi. Chiariamo un punto fondamentale, però. Nella realtà, lo scrive chi ne ha esperienza diretta, le armi automatiche e le granate producono rumori secchi, scoppiettanti, del tutto simili a quelli che gli sviluppatori Ubisoft hanno riprodotto nel gioco e molto diversi dai ruggiti pieni di bassi cui il cinema hollywoodiano ci ha abituato. Il problema è però che l'utente medio compra un gioco proprio per vivere un'esperienza cinematografica.

La somiglianza tra il suono dello sparo di una carabina M4 (autentica) e lo scoppiettio di una castagnola di Capodanno, in un contesto di intrattenimento videoludico, penalizza non poco il coinvolgimento in quella che, in ogni caso è e rimane un'esperienza di fantasia, costringendoci a rimpiangere il ringhio possente del BAR di Call of Duty 3. Se poco fa ci siamo lamentati della brevità della campagna in solitario, è altrettanto doveroso riconoscere la validità di un comparto multiplayer particolarmente ricco. Il gioco supporta qualsiasi headset compatibile con Windows e ci permette, oltre che giocare la campagna in cooperativo con altri tre amici, di scontrarci su mappe particolarmente vaste ed accurate fino ad un numero massimo di 32 giocatori, fino a 16 giocatori. Per la prima volta, inoltre, sarà possibile per una delle squadre indossare le uniformi e imbracciare le armi dei guerriglieri messicani.

Grazie al satellite, il nemico non ha più segreti!
Grazie al satellite, il nemico non ha più segreti!
Radunarsi al punto Alpha! Muoversi, non è una scampagnata!
Radunarsi al punto Alpha! Muoversi, non è una scampagnata!


Ghost Recon Advanced Warfighter 2
8

Voto

Redazione

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Ghost Recon Advanced Warfighter 2

Il troppo, forse, stroppia. E come accadde anni fa con i simulatori di volo, assurti ad un livello tecnico e di realismo tali da dissuadere dall'acquisto chiunque non avesse un brevetto militare da pilota di aviogetti, l'evoluzione tecnica dei tactical shooter, che qui raggiunge il suo apice evolutivo sia dal punto di vista grafico che di gamplay, corre seriamente il pericolo di scoraggiare con il suo eccessivo realismo e tecnicismo chiunque non sia appena uscito dalla US Army Infantry School di Fort Benning. Pur comprendendo il desiderio del team di sviluppo, affiancato dal noto scrittore di techno-thriller Tom Clancy, si rendere l'esperienza videoludica il più possibile simile a vere azioni di fanteria leggera, sarebbe decisamente il caso, a questo punto, di chiedersi quanta voglia abbia chi, dopo una giornata di studio o di lavoro si mette davanti al suo PC per un'oretta di svago, di cimentarsi in un'esperienza a volte frustrante, e spesso e volentieri fredda e distaccata, che, se è senz'altro vero che rappresenta in modo preciso le reali dinamiche, assai poco cinematografiche, di uno scontro a fuoco condotto da una forza armata ipertecnologica, lascia però insoddisfatto chi si siede davanti al monitor con uno scopo preciso: giocare.