Ghost Recon Advanced Warfighter

di Luca Gambino
Ne consegue che il clima che si respira durante tutto l'arco del gioco è quello di un coerente realismo che a fronte di una difficoltà ragionevolmente elevata, mette il giocatore al centro di un sistema di gioco coinvolgente e concreto. Questo anche grazie ad una puntigliosa realizzazione tecnica capace non solo di lasciare senza fiato, ma che contribuisce a trascinare di peso il giocatore al centro dell'azione. Gli scenari di gioco, illuminati a giorno da ottimi effetti HDR (High Dynamic Range) e riccamente dettagliati contribuiscono a rendere gli ambienti credibili e incredibilmente "vivi", tanto che in alcuni frangenti ci si ritrova a scambiare quanto presente su monitor con vere e proprie cartoline di assolate località turistiche. Certo, tirando fuori la lente d'ingrandimento e andando ad analizzare il singolo pixel si potrebbe notare come il dettaglio di alcune texture potrebbe non essere il massimo di quanto ci si potrebbe attendere da una macchina come Xbox 360, ma basterebbe anche solo rendersi conto della vastità degli ambienti, degli effetti di luce utilizzati e dei poligoni utilizzati per riprodurre ogni singola scena per capire come i grafici Ubisoft siano dovuti scendere a qualche (e sottolineiamo qualche) compromesso. Un compromesso che non riguarda in alcun modo molte delle strutture presenti e meno che mai il trattamento poligonale riservato al nostro personaggio e ai nostri commilitoni, mentre dobbiamo invece registrare come sarebbe stato meglio regalare ai nostri nemici di turno una maggiore varietà di fisionomie. Anche il sistema audio gode di tutti i privilegi riservati ad una console Next-Gen. Ottimi campionamenti, effetti che sfruttano la decodifica Dolby Digital e un doppiaggio in italiano esente da difetti e capace di incrementare quella sensazione di "esserci" su cui i tactical shooter basano molto del proprio fascino.

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Purtroppo però, a chiudere questi ottomila caratteri di meraviglie tecniche e di contenuti non possiamoci esimerci che tutto questo bel gioco, come da copione, duri effettivamente poco. Otto ore per portare a termine la modalità principale sono veramente troppo poche, soprattutto perché Advance Warfighter sembra chiudersi proprio quando ormai pensavate di avere tutto sotto controllo e che da quel momento in poi la strada sarebbe stata finalmente in discesa. Fortuna vuole che ad allungare la longevità del titolo sia stata predisposta una modalità multigiocatore che da sola vale ampiamente il prezzo del biglietto. Sebbene non ci si discosti dai vari teamplay o dai capture the flag a cui abbiamo ormai fatto l'abitudine in anni di multiplayer online è da elogiare lo sforzo profuso da Ubisoft nella cura nella realizzazione delle mappe di gioco, abilmente realizzate per permettere tanto gli scontri a fuoco di massa, quanto la sottile arte del cecchinaggio, nel sapiente bilanciamento delle armi e nell'introduzione in gioco degli elementi tecnologici visti anche in single player. Ci riferiamo nella fattispecie ad un piccolo drone dotato di microtelecamera, capace di volteggiare al di sopra del campo di battaglia e in grado di rilevare e segnalare la presenza e la posizione dei nemici. Uno strumento utilissimo, che riesce a dare maggiore profondità al gameplay. Così come tradizioni nel multiplayer di stampo militaresco, ogni giocatore potrà scegliere la classe da interpretare all'interno del campo di battaglia. Una scelta che lo porterà a diverse dotazioni nell'arsenale e nell'approccio alla battaglia.

E' da segnalare infine come il server di gioco possa essere oggetto di un setup molto accurato, che permetterà di abilitare o meno alcune features importanti come il già citato drone piuttosto che la visuale alle spalle del giocatore o quella, storica, in prima persona senza visualizzare però l'arma posseduta. Fondamentale citare anche l'ottima fluidità di gioco riscontrata in tutte le nostre prove. Sedici giocatori che scorrazzano allegramente in enormi mappe di gioco e che comunicano tra loro attraverso l'headphone set di Xbox Live sembrano non mettere sotto stress il sistema messo in piedi da Ubisoft e viste le prestazioni multiplayer di alcuni titoli di recente produzione, questa rappresenta una piacevole novità.

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