Ghost Recon: Desert Siege

di Simone 'BoZ' Zannotti

IL FENOMENO GHOST RECON
Nel 2001, Ghost Recon è stato il gioco che, insieme a Operation Flashpoint, ha fatto conoscere alla grande massa il genere degli "stealth-tactical game", tutto questo grazie al giusto connubio tra giocabilità e strategia, divertimento e realismo, immediatezza e longevità, uniti ad un aspetto grafico-sonoro sopra la media e a un multiplayer più che accattivante. Ma di cosa tratta, esattamente, questo oramai celebre videogioco? In pratica, in Ghost Recon bisogna guidare un gruppo di sei soldati americani super-addestrati, divisi in tre squadre (A, B e C), in una serie di missioni ad alto rischio in terra straniera, con diversi obiettivi che vanno dal recupero di ostaggi al piazzamento di cariche di esplosivo, alla ricerca di oggetti o più semplicemente all'eliminazione totale degli accampamenti nemici. Questi valorosi soldati sono parte della famosa squadra dei Berretti Verdi, in forze all'esercito statunitense, e oltre ad essere particolarmente addestrati sono anche dotati delle armi più sofisticate in circolazione; per la loro capacità di rendersi invisibili fino al momento di entrare in azione sono conosciuti con il nome di "The Ghosts", e mai nome fu più appropriato! Infatti, in Ghost Recon non bisogna limitarsi a scovare il nemico e ad aprire il fuoco (altrimenti ci troveremmo di fronte ad un qualsiasi First Person Shooter) ma è necessario muoversi silenziosamente e con circospezione, studiare sulla mappa il percorso ideale per ciascuno dei tre gruppi in modo ad esempio da circondare il nemico per sorprenderlo in più punti, oppure da coprirsi a vicenda lungo una strada scoperta per evitare di cadere in qualche imboscata o vittima dei cecchini nemici. Ogni mossa deve essere studiata sulla mappa (richiamabile in qualsiasi momento in sovraimpressione sullo schermo) e il gioco di squadra è essenziale ed è ciò che differenzia questo titolo da, ad esempio, un Operation Flashpoint delle prime missioni, nel quale vige la regola del "ognuno per se e Dio con tutti".
Bene, il bello di Ghost Recon è che in qualsiasi momento si può accantonare qualsiasi strategia per lasciare la parola alle armi e alla "forza bruta", oltrechè alla propria mira e bravura nello sparare: infatti, niente vieta di selezionare tutto il team e portarlo direttamente al prossimo obiettivo sulla mappa, senza preoccuparsi di percorsi o tattiche di alcun genere; aggiungete un briefing striminzito, un numero di armi a disposizione estremamente limitato e, dulcis in fundo, la possibilità di salvare la partita in qualsiasi momento (e quante volte si vuole) e capirete da una parte perché il gioco ha riscosso i favori della massa, e dall'altra perché i più radicali estimatori del genere stealth tactical shooter lo hanno un po' snobbato in favore, ad esempio, di un Rainbow Six o di un Rogue Spear.



DESERT SIEGE
Dopo questa doverosa introduzione al gioco, passiamo subito a descrivere le caratteristiche della sua prima espansione ufficiale, curata dagli stessi Red Storm Entertainment, che dovrebbe essere sugli scaffali dei negozi nel momento in cui leggerete queste righe.
Esattamente come l'originale, il cuore di Desert Siege consiste nelle missioni da giocare in modalità singleplayer: otto nuove missioni ambientate in Africa, nel 2009, in aiuto di un Paese (l'Eritrea) che si trova a dover fronteggiare l'invasione dello stato Etiope. Per un analisi approfondita delle nuove missioni vi rimando al commento, mentre per il momento mi preme rassicurare gli amanti del gioco originale: la Red Storm ha fatto un ottimo lavoro, e anche stavolta ci sarà da sudare per portare a casa la pellaccia senza troppi buchi.
Oltre a queste missioni, sono state introdotte due nuove modalità multiplayer, Siege e Domination, per incrementare il divertimento nelle partite on-line o in rete locale (LAN); nella modalità Siege ci si divide in due gruppi, attaccanti e difensori: come si può intuire, il primo dei due deve riuscire a raggiungere la base avversaria, rappresentata da una colonna di fumo uscente dal terreno, mentre l'altro ha il solo scopo di difenderla dall'invasione nemica. Nella Domination, invece, non esiste chi attacca o chi difende ma solo una serie di postazioni che devono essere "conquistate" tutte quante dalla propria squadra per portarla alla vittoria. Naturalmente, queste nuove modalità sono a disposizione anche per tutte le vecchie mappe di Ghost Recon, e altrettanto naturalmente oltre alla Siege e alla Domination, è possibile provare con le nuove mappe di Desert Siege tutte le altre modalità multiplayer a disposizione, tra le quali la Last Man Standing ma anche le missioni singole si distinguono per il divertimento che sono in grado di regalare: ore e ore di sangue e sudore sono assicurate, complici le solite mappe enormi, il grande numero di percorsi possibili e la grande varietà di morfologie che rendono possibili appostamenti e imboscate di vario tipo.
Per finire, i Red Storm ci "regalano" quattro nuove arene espressamente dedicate al multiplayer e nove nuove armi, sempre da utilizzare nel multi, tra le quali spiccano il fucilone da cecchino M-98 e la mitragliatrice M-60.