Ghostbusters: The Video Game
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“A. A. A. Acchiappafantasmi cercasi”, é ad un annuncio simile a questo che l'anonimo protagonista di “Ghostbusters: The Video Game” deve aver risposto prima di salvare New York dall'ennesima, terribile, minaccia paranormale. L'anno é il 1991, i Ghostbusters sono all'apice del successo, e proprio non riescono a soddisfare tutte le richieste di intervento che l'instancabile Janine raccoglie in ufficio. Decidono così di assumere una giovane recluta, da addestrare alla “dura” vita dell'Acchiappafantasmi, ed a cui affidare il collaudo di nuovi e potenzialmente pericolosi dispositivi. Quella giovane recluta siamo noi, ed i nuovi e potenzialmente pericolosi dispositivi affidatici ci torneranno quanto mai utili per completare questo omaggio, che i ragazzi di Terminal Reality hanno voluto dedicare ad una pellicola di culto come “Ghostbusters”, in occasione del venticinquesimo anniversario dalla sua prima proiezione.
Il gioco, pur destando da subito il sincero interesse di critica e pubblico, ha vissuto una fase di sviluppo piuttosto lunga e travagliata, per poi trovare posto nella line up Atari, che in collaborazione con Sony, lo ha recentemente pubblicato in esclusiva Playstation 3. La forma scelta dalla software house texana per riportare gli Acchiappafantasmi su console é quella dello sparatutto in terza persona, anche se le origini cinematografiche della licenza hanno suggerito l'introduzione di interessanti variazioni sul tema. Prima di occuparci approfonditamene del gameplay però, vogliamo spendere qualche carattere in più sulla trama.
Quello che abbiamo anticipato in apertura di recensione, infatti, non é altro che l'antefatto di una nuova avventura degli Acchiappafantasmi, scritta dagli autori di Terminal Reality in collaborazione con Dan Akroyd e Harold Ramis, attori e sceneggiatori di entrambi i capitoli della saga cinematografica. Inutile dire che apprezzeremo i frutti di questa collaborazione per tutta la durata della campagna in singolo giocatore, che proporrà continuamente location, situazioni e battute tratte dalle pellicole originali, in un crescendo ricco di citazioni, che ci porterà col sorriso sulle labbra al cospetto di vecchi “amici”, come Stay Puft, Ivo Shandor e la divinità sumera Gozer. Come abbiamo anticipato poco più in alto, “Ghostbuster: The Video Game” si presenta come uno sparatutto in terza persona caratterizzato da meccaniche di gioco atipiche.
Nei panni della recluta senza nome dovremo esplorare una decina di livelli, lunghi, ma sostanzialente lineari, in compagnia di uno o più membri della squadra di specialisti più strana di sempre. Protagonista assoluto del gameplay, il mitico zainetto protonico integrerà, oltre alle armi, l'interfaccia di gioco, costituita da una serie di spie e lucette di facile lettura, ed il pk meter, un rivelatore di energia psicocinetica in grado di individuare spettri, oggetti maledetti e passaggi segreti. L'azione di gioco si dividerà quindi in due fasi, una esplorativa, nella quale individuare con il pk meter le aree più importanti del livello, ed una action, nella quale catturare le entità paranormali che ostacoleranno il nostro cammino. Ottenute le informazioni necessarie alla cattura di ogni spiritello, effettuando un paio di scansioni con il pk meter, dovremo quindi armare lo zainetto e dirigere il raggio protonico verso il nemico più vicino, per indebolirlo.
Raggiunta questa condizione potremo utilizzare lo stesso raggio protonico come un lazzo e condurre il malcapitato verso le trappole precedentemente piazzate in zone strategiche dell'area di gioco. Per rendere la cattura il più coinvolgente possibile, i ragazzi di Terminal Reality hanno pensato di assegnare la gestione del lazzo al sensore di movimento integrato nel Sixaxis, che dovremo inclinare nella giusta direzione e con la giusta intensità per guidare gli spiriti vicino alle trappole attive. Sebbene questo sistema, opzionale e quindi disattivabile, ci sia parso poco sensibile, e quindi scomodo durante gli scontri più concitati, segnaliamo con piacere la volontà degli sviluppatori di implementare una feature dedicata esclusivamente al poco sfruttato controller Playstation 3. Accanto al classico raggio protonico trovano poi posto tre nuove modalità di fuoco, frutto degli studi del geniale Egon, che ci permetteranno di stordire, rallentare od immobilizzare gli spettri, al fine di agevolarne la cattura.
Ogni entità paranormale sarà, infatti, più o meno sensibile a queste nuove armi, che dovremo gestire con accortezza sopratutto nelle battute finali del gioco, quando gli scontri si riveleranno particolarmente ostici anche a livelli di difficoltà piuttosto bassi. L'inedita modalità di fuoco che ci ha convinto di più é sicuramente quella che Venkman e soci chiamano affettuosamente “laccio melma”, che potremo utilizzare per collegare più oggetti tra di loro tramite un sottile filo di slime verdognolo. Potremo sfruttare questa particolare arma per collegare gli spiriti, ovviamente dopo averli storditi, ad una trappola, catturandoli così all'istante, ma soprattutto per risolvere elementari puzzle basati sul buon motore che gestisce la fisica di gioco. La cattura di ogni spirito od il raggiungimento di determinati obbiettivi di missione ci farà incassare del denaro, che potremo spendere per migliorare il nostro equipaggiamento. Questo aspetto, pur non aggiungendo una vera e propria componente ruolistica al titolo, condizionerà le primissime fasi di gioco, quando la scelta del giusto potenziamento potrebbe rivelarsi determinante per la buona riuscita di alcune missioni. Accanto alla campagna in singolo giocatore, i ragazzi di Terminal Reality hanno allestito una divertente modalità multiplayer.
Accedendo al menù online di “Ghostbusters: The Video Game”, potremo infatti affrontare le missioni che compongono la campagna principale in compagnia di tre amici connessi online, oppure dedicarci ad una delle tante specialità, cooperative e competitive, disponibili. Il buon numero di utenti che ogni giorno popolano il server e la qualità del codice di rete, snello ed efficiente, rendono questa modalità una valida alternativa all'avventura in single player, la cui durata complessiva non dovrebbe superare la decina di ore di gioco intenso. Nonostante la qualità grafica non sia uno dei suoi punti forti, l'engine proprietario utilizzato per confezionare “Ghostbusters: The Video Game” si é fatto apprezzare per la buona gestione della fisica, di cui abbiamo già parlato, e per il livello di interattività dello scenario, che i ragazzi di Terminal Reality hanno intelligentemente messo al servizio del gameplay. In sostanza ogni oggetto presente nel gioco potrà essere distrutto con un colpo ben assestato di fucile protonico; i detriti che si andranno così a formare assumeranno in diverse occasioni le fatteze di golem, tanto belli da vedere quanto difficili da sconfiggere.
Un altro aspetto apprezzabile, sopratutto in un gioco di questo tipo, riguarda la tecnologia utilizzata per l'animazione dei personaggi che reciteranno ottimamente, sia le numerose cut scenes disenate in computer grafica, sia le esilaranti scenette di intermezzo tra una missione e l'altra, realizzata con il motore di gioco. Come avrete capito dalle immagini che colorano questo articolo, tutti i personaggi sono stati riprodotti fedelmente e godono del doppiaggio dei rispettivi attori e doppiatori, sia nella versione inglese, sia in quella italiana. Annotiamo con un certo rammarico l'assenza di Dana, storica fidanzata del dottor Venkman, interpretata in entrambi i film da Sigourney Weaver. Il cuore del donnaiolo del gruppo sarà comunque consolato dalla misteriosa Ilyssa Shandor, interpretata per l'occasione dalla magnifica Alyssa Milano.
Il gioco, pur destando da subito il sincero interesse di critica e pubblico, ha vissuto una fase di sviluppo piuttosto lunga e travagliata, per poi trovare posto nella line up Atari, che in collaborazione con Sony, lo ha recentemente pubblicato in esclusiva Playstation 3. La forma scelta dalla software house texana per riportare gli Acchiappafantasmi su console é quella dello sparatutto in terza persona, anche se le origini cinematografiche della licenza hanno suggerito l'introduzione di interessanti variazioni sul tema. Prima di occuparci approfonditamene del gameplay però, vogliamo spendere qualche carattere in più sulla trama.
Quello che abbiamo anticipato in apertura di recensione, infatti, non é altro che l'antefatto di una nuova avventura degli Acchiappafantasmi, scritta dagli autori di Terminal Reality in collaborazione con Dan Akroyd e Harold Ramis, attori e sceneggiatori di entrambi i capitoli della saga cinematografica. Inutile dire che apprezzeremo i frutti di questa collaborazione per tutta la durata della campagna in singolo giocatore, che proporrà continuamente location, situazioni e battute tratte dalle pellicole originali, in un crescendo ricco di citazioni, che ci porterà col sorriso sulle labbra al cospetto di vecchi “amici”, come Stay Puft, Ivo Shandor e la divinità sumera Gozer. Come abbiamo anticipato poco più in alto, “Ghostbuster: The Video Game” si presenta come uno sparatutto in terza persona caratterizzato da meccaniche di gioco atipiche.
Nei panni della recluta senza nome dovremo esplorare una decina di livelli, lunghi, ma sostanzialente lineari, in compagnia di uno o più membri della squadra di specialisti più strana di sempre. Protagonista assoluto del gameplay, il mitico zainetto protonico integrerà, oltre alle armi, l'interfaccia di gioco, costituita da una serie di spie e lucette di facile lettura, ed il pk meter, un rivelatore di energia psicocinetica in grado di individuare spettri, oggetti maledetti e passaggi segreti. L'azione di gioco si dividerà quindi in due fasi, una esplorativa, nella quale individuare con il pk meter le aree più importanti del livello, ed una action, nella quale catturare le entità paranormali che ostacoleranno il nostro cammino. Ottenute le informazioni necessarie alla cattura di ogni spiritello, effettuando un paio di scansioni con il pk meter, dovremo quindi armare lo zainetto e dirigere il raggio protonico verso il nemico più vicino, per indebolirlo.
Raggiunta questa condizione potremo utilizzare lo stesso raggio protonico come un lazzo e condurre il malcapitato verso le trappole precedentemente piazzate in zone strategiche dell'area di gioco. Per rendere la cattura il più coinvolgente possibile, i ragazzi di Terminal Reality hanno pensato di assegnare la gestione del lazzo al sensore di movimento integrato nel Sixaxis, che dovremo inclinare nella giusta direzione e con la giusta intensità per guidare gli spiriti vicino alle trappole attive. Sebbene questo sistema, opzionale e quindi disattivabile, ci sia parso poco sensibile, e quindi scomodo durante gli scontri più concitati, segnaliamo con piacere la volontà degli sviluppatori di implementare una feature dedicata esclusivamente al poco sfruttato controller Playstation 3. Accanto al classico raggio protonico trovano poi posto tre nuove modalità di fuoco, frutto degli studi del geniale Egon, che ci permetteranno di stordire, rallentare od immobilizzare gli spettri, al fine di agevolarne la cattura.
Ogni entità paranormale sarà, infatti, più o meno sensibile a queste nuove armi, che dovremo gestire con accortezza sopratutto nelle battute finali del gioco, quando gli scontri si riveleranno particolarmente ostici anche a livelli di difficoltà piuttosto bassi. L'inedita modalità di fuoco che ci ha convinto di più é sicuramente quella che Venkman e soci chiamano affettuosamente “laccio melma”, che potremo utilizzare per collegare più oggetti tra di loro tramite un sottile filo di slime verdognolo. Potremo sfruttare questa particolare arma per collegare gli spiriti, ovviamente dopo averli storditi, ad una trappola, catturandoli così all'istante, ma soprattutto per risolvere elementari puzzle basati sul buon motore che gestisce la fisica di gioco. La cattura di ogni spirito od il raggiungimento di determinati obbiettivi di missione ci farà incassare del denaro, che potremo spendere per migliorare il nostro equipaggiamento. Questo aspetto, pur non aggiungendo una vera e propria componente ruolistica al titolo, condizionerà le primissime fasi di gioco, quando la scelta del giusto potenziamento potrebbe rivelarsi determinante per la buona riuscita di alcune missioni. Accanto alla campagna in singolo giocatore, i ragazzi di Terminal Reality hanno allestito una divertente modalità multiplayer.
Accedendo al menù online di “Ghostbusters: The Video Game”, potremo infatti affrontare le missioni che compongono la campagna principale in compagnia di tre amici connessi online, oppure dedicarci ad una delle tante specialità, cooperative e competitive, disponibili. Il buon numero di utenti che ogni giorno popolano il server e la qualità del codice di rete, snello ed efficiente, rendono questa modalità una valida alternativa all'avventura in single player, la cui durata complessiva non dovrebbe superare la decina di ore di gioco intenso. Nonostante la qualità grafica non sia uno dei suoi punti forti, l'engine proprietario utilizzato per confezionare “Ghostbusters: The Video Game” si é fatto apprezzare per la buona gestione della fisica, di cui abbiamo già parlato, e per il livello di interattività dello scenario, che i ragazzi di Terminal Reality hanno intelligentemente messo al servizio del gameplay. In sostanza ogni oggetto presente nel gioco potrà essere distrutto con un colpo ben assestato di fucile protonico; i detriti che si andranno così a formare assumeranno in diverse occasioni le fatteze di golem, tanto belli da vedere quanto difficili da sconfiggere.
Un altro aspetto apprezzabile, sopratutto in un gioco di questo tipo, riguarda la tecnologia utilizzata per l'animazione dei personaggi che reciteranno ottimamente, sia le numerose cut scenes disenate in computer grafica, sia le esilaranti scenette di intermezzo tra una missione e l'altra, realizzata con il motore di gioco. Come avrete capito dalle immagini che colorano questo articolo, tutti i personaggi sono stati riprodotti fedelmente e godono del doppiaggio dei rispettivi attori e doppiatori, sia nella versione inglese, sia in quella italiana. Annotiamo con un certo rammarico l'assenza di Dana, storica fidanzata del dottor Venkman, interpretata in entrambi i film da Sigourney Weaver. Il cuore del donnaiolo del gruppo sarà comunque consolato dalla misteriosa Ilyssa Shandor, interpretata per l'occasione dalla magnifica Alyssa Milano.