Gli Incredibili
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Gli Incredibili è allo stesso tempo l'ennesima conferma che la madre dei tie-in realizzati superficialmente è sempre incita, e il malinconico riscontro che per ogni The Chronicles of Riddick o Golden Eye (leggasi licenze sfruttate in modo decoroso) esistono venti prodotti sottotono. La THQ non fa nulla per migliorare questo stato di cose, gioca con mano sicura accaparrandosi una licenza famosa e svolge in tempo il compitino per proporre un titolo la cui durata massima, anche per un piccolo cucciolo di uomo, supera a stento le cinque ore totali. Troppo poco.
Il tie-in è il luogo geometrico delle parti costituenti un titolo avente le stesse discutibili proprietà e caratterizzato da dubbie qualità ludiche, il cui successo commerciale è solitamente da ricercarsi nella licenza. Il passaggio dalla pellicola cinematografica al videogioco è ancora una volta doloroso, traumatico. L'inventiva manca, e con essa un tasso di sfida che possa rendere il titolo degli Heavy Iron Studios una degna avventura, non un tutorial di cinque ore; nessuna traccia dell'umorismo dilagante nelle sale, latitano le scene d'azione capaci di incollare lo spettatore\giocatore allo schermo, mentre nella mente gli si comincia a cristallizzare l'idea che gli sviluppatori abbiano iniettato massicce quantità di quella dose che i più considerano noia videoludica. Il gameplay, che a un occhio poco attento potrebbe apparire come il trionfo del citazionismo, è invece il patetico copia-incolla di sezioni qua riproposte nella peggiore delle salse ludiche, un rigurgito di generi e situazioni trite e ritrite, abbozzate e gettate nella mischia senza alcun criterio.
È cinismo puro quello che i programmatori montano su schermo: la presenza di miriadi di nemici con le identiche fattezze fisiche ci riporta alla mente "la guerra dei cloni", la presenza di miriadi di nemici con le medesime limitazioni mentali, il cui potenziale offensivo rasenta lo zero, a "vieni avanti cretino". Peccato per l'assenza di Billy Mack nella soundtrack con "superficialità is all around", altrimenti il quadro sarebbe stato completo.
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Gli Incredibili è riconducibile al genere action, adotta la formula dei vari personaggi con specifiche abilità per variegare l'esperienza di gioco e pone, com'è ovvio che sia, l'accento su scontri la cui banalità stupirebbe chiunque e in cui l'unica difficoltà per uscirne indenni è la celere pressione di un tasto. La descrizione di un attimo: nei panni di elastigirl siamo davanti a una struttura da cui spuntano valanghe di nemici (tutti rigorosamente identici), pigiamo il tasto B per prenderne uno e rilanciarlo addosso agli altri, ripetendo più volte la stessa operazione stando rigorosamente fermi. Tutto troppo facile.
Venendo meno aspetti importanti come un grado di difficoltà ben calibrato, Gli Incredibili assume i lineamenti di un lungo tutorial alla cui fine il giocatore è portato a domandarsi quando cominci l'avventura vera, mentre i crediti che lo glorificano per esser riuscito a completare un gioco in una sola sera, lo gettano nello sconforto. Dopo aver apprezzato Devil May Cry, difficilmente ricorderà le sezioni con Mister Incredibile dove prendere a pugni beoti in giacca e cravatta, dopo un overdose di Sonic Heroes, le sezioni nei panni di Flash gli parranno al cospetto un menù di mac donalds mentre il ritmo vertiginoso del pargolo Am-2 sapeva di filetto al pepe verde. E' proprio questo il problema del titolo THQ, il proporre formule trite e ritrite su cui pesano troppe superficialità. Davvero un peccato considerato un reparto grafico onesto che propone una discreta cura nella realizzazione dei livelli di gioco, con strutture architettoniche discretamente complesse. Pesa l'assenza di giochi di luce o un maggior impegno nelle animazioni, ma la pulizia visiva unita a una buona distruttibilità del fondale sono aspetti che ci permettono di chiudere benevolmente un occhio. Anche il comparto audio svolge discretamente bene il suo lavoro, avvalendosi dei doppiatori del film durante i dialoghi. Frasi ironiche delizieranno l'esperienza di gioco insieme a buoni effetti sonori, ma è davvero troppo, troppo poco.
Il tie-in è il luogo geometrico delle parti costituenti un titolo avente le stesse discutibili proprietà e caratterizzato da dubbie qualità ludiche, il cui successo commerciale è solitamente da ricercarsi nella licenza. Il passaggio dalla pellicola cinematografica al videogioco è ancora una volta doloroso, traumatico. L'inventiva manca, e con essa un tasso di sfida che possa rendere il titolo degli Heavy Iron Studios una degna avventura, non un tutorial di cinque ore; nessuna traccia dell'umorismo dilagante nelle sale, latitano le scene d'azione capaci di incollare lo spettatore\giocatore allo schermo, mentre nella mente gli si comincia a cristallizzare l'idea che gli sviluppatori abbiano iniettato massicce quantità di quella dose che i più considerano noia videoludica. Il gameplay, che a un occhio poco attento potrebbe apparire come il trionfo del citazionismo, è invece il patetico copia-incolla di sezioni qua riproposte nella peggiore delle salse ludiche, un rigurgito di generi e situazioni trite e ritrite, abbozzate e gettate nella mischia senza alcun criterio.
È cinismo puro quello che i programmatori montano su schermo: la presenza di miriadi di nemici con le identiche fattezze fisiche ci riporta alla mente "la guerra dei cloni", la presenza di miriadi di nemici con le medesime limitazioni mentali, il cui potenziale offensivo rasenta lo zero, a "vieni avanti cretino". Peccato per l'assenza di Billy Mack nella soundtrack con "superficialità is all around", altrimenti il quadro sarebbe stato completo.
Gli Incredibili è riconducibile al genere action, adotta la formula dei vari personaggi con specifiche abilità per variegare l'esperienza di gioco e pone, com'è ovvio che sia, l'accento su scontri la cui banalità stupirebbe chiunque e in cui l'unica difficoltà per uscirne indenni è la celere pressione di un tasto. La descrizione di un attimo: nei panni di elastigirl siamo davanti a una struttura da cui spuntano valanghe di nemici (tutti rigorosamente identici), pigiamo il tasto B per prenderne uno e rilanciarlo addosso agli altri, ripetendo più volte la stessa operazione stando rigorosamente fermi. Tutto troppo facile.
Venendo meno aspetti importanti come un grado di difficoltà ben calibrato, Gli Incredibili assume i lineamenti di un lungo tutorial alla cui fine il giocatore è portato a domandarsi quando cominci l'avventura vera, mentre i crediti che lo glorificano per esser riuscito a completare un gioco in una sola sera, lo gettano nello sconforto. Dopo aver apprezzato Devil May Cry, difficilmente ricorderà le sezioni con Mister Incredibile dove prendere a pugni beoti in giacca e cravatta, dopo un overdose di Sonic Heroes, le sezioni nei panni di Flash gli parranno al cospetto un menù di mac donalds mentre il ritmo vertiginoso del pargolo Am-2 sapeva di filetto al pepe verde. E' proprio questo il problema del titolo THQ, il proporre formule trite e ritrite su cui pesano troppe superficialità. Davvero un peccato considerato un reparto grafico onesto che propone una discreta cura nella realizzazione dei livelli di gioco, con strutture architettoniche discretamente complesse. Pesa l'assenza di giochi di luce o un maggior impegno nelle animazioni, ma la pulizia visiva unita a una buona distruttibilità del fondale sono aspetti che ci permettono di chiudere benevolmente un occhio. Anche il comparto audio svolge discretamente bene il suo lavoro, avvalendosi dei doppiatori del film durante i dialoghi. Frasi ironiche delizieranno l'esperienza di gioco insieme a buoni effetti sonori, ma è davvero troppo, troppo poco.
Gli Incredibili
5
Voto
Redazione
Gli Incredibili
Pur dotato di una realizzazione tecnica onesta e alcune soluzioni ludiche interessanti, Gli Incredibili trova nella sua semplicità di fondo un ostacolo troppo grande per essere ignorato da buona parte dell'utenza Xbox. Il gameplay, intriso e inzuppato di dèjà vù, vestito di superficialità e con un grado di difficoltà prossimo allo zero, lo rende allo stesso tempo un'avventura completabile in cinque ore e un prodotto consigliabile a quei marmocchi che, specie di questi tempi, si mostrano più capaci dei giocatori navigati.