God of War Collection

di Davide Ottagono
Chi non muore, si rivede. Quando pensi che il Fantasma di Sparta abbia ormai appeso Lame del Caos ed istinti omicidi al chiodo, eccolo rispuntare ancora una volta. Nonostante si sia perso il conto di tutti i lifting ricevuti dai primissimi due episodi, Sony ripropone le avventure PS2 in una nuova salsa dal retrogusto indubbiamente riscaldato. Non é di certo una novità vedere lo statuario Kratos rimpicciolirsi per entrare su console portatile. Chain of Olympus e Ghost of Sparta sono degli spin-off, anche piuttosto validi, apparsi tempo addietro su PSP. PSVita, dal canto suo, ancora non é stata raggiunta dalle sanguinose battaglie del god-killer di Santa Monica. Almeno, non fino ad oggi. Signori e signore, potete gioire! Kratos é ufficialmente approdato anche sulla nuova - e più prestante - portatile. Ma ne valeva davvero la pena?

Cronache di un dio caduto



Per chi non la conoscesse, la God of War: Collection é un'edizione che racchiude gli originali capitoli PS2, ritoccati e adattati all'alta definizione. Parliamo quindi di quegli eventi che hanno dato il via ad una delle guerre più epiche della storia dei videogiochi, un tassello immancabile per chiunque miri a recuperare la saga ma che al contempo non vuole perdersi i suoi passaggi più importanti. Del resto, se Kratos - nel terzo capitolo - é riuscito addirittura a conquistare un trono sull'Olimpo e a spazzare via la più spietata concorrenza di sempre, il merito é anche delle infinite sfide che l'hanno temprato.

Prima di veder crollare lo strapotere di Zeus, infatti, il generale spartano ha prima dovuto allearsi con gli dei per redimere i suoi peccati, poi é stato costretto ad affrontare Ares - il Dio della Guerra in persona - per porre fine ai ricordi che lo lancinavano, e ha finito per sfidare più volte la morte stessa, riuscendo sempre a sfuggire dalle sue grinfie. Il tutto decapitando, squartando e mandando al creatore nei modi più fantasiosi possibili creature mitologiche di ogni genere, dall'Idra a Medusa, dal Kraken alle Parche, passando per fanteria "di seconda mano" del calibro di Centauri, Minotauri e non-morti di ogni tipo o grandezza.
Kratos é il proverbiale "uomo che non deve chiedere mai". Si prefigge un obiettivo e, in un modo o nell'altro, lo raggiunge.

Kratos é il proverbiale "uomo che non deve chiedere mai". Si prefigge un obiettivo e, in un modo o nell'altro, lo raggiunge. Chiunque gli si metta sulla strada, mortale o divinità che sia, ne esce sempre con le ossa rotte (nel migliore dei casi) ed é proprio questo a fare di lui un vero e proprio esempio da seguire. Non si ferma davanti a nulla, non si lascia intimorire dai commenti di nessuno e continua a credere nelle sue capacità anche quando ormai non sembra esserci più speranza.

Incarna perfettamente il concetto del "self-made man", di quell'eroe che - partito da zero - riesce a volare verso vette apparentemente irraggiungibili solo grazie ad un ferreo allenamento e ad un'incrollabile forza di volontà. Proprio come una cipolla, Kratos é un nerboruto guerriero che nasconde un'inaspettata personalità sotto numerosi strati di rabbia e desideri maligni. La classica persona che, magari, ha pur amato qualcuno, ma che é stata costretta a trasformarsi in una bestia a causa di un inaspettato corso degli eventi.
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Tutto quello che ha sancito il successo della saga su PS2, lo ritroviamo intatto - o quasi - anche in questa versione portatile. Le due avventure di Kratos si dipanano attraverso fantasiosi ed immediati combattimenti all'arma bianca, spesso intramezzati da sezioni platform ed enigmi ben congegnati e mai proibitivi; il tutto contornato da ambientazioni e colonne sonore in "salsa greca" validissime ancora oggi. I più grandi cavalli di battaglia di God of War sono da sempre il ritmo incalzante e la regia sopra le righe. Il gameplay alla base - immediato e chiaro fin dal principio - si é infatti sempre rivelato adatto a tutte le fasce di videogiocatori. God of War é un'esperienza da vivere con il fiato sospeso e che non si concede mai un attimo di pausa, fantasiosa e diversificata il giusto perché non possa mai annoiare. I continui scontri in Quick Time Event vanno poi a siglare il successo di un prodotto che, nel bene e nel male, é stato il principale motivo per cui queste scene pre-renderizzate sono tornate di moda. L'action/adventure di Santa Monica, nonostante il peso degli anni, si rivela essere ancora oggi godibilissimo e appassionante in ogni sua sfaccettatura. Purtroppo, PSVita non dà il massimo di sé per rendergli onore.

Fantasma di Sparta, ti ricordavo più muscoloso...



Arriviamo quindi al punto caldo della questione. La God of War: Collection ha davvero senso d'esistere, su PSVita? Categoricamente, no. Sembra quasi assurdo, ma nel 2014 siamo ancora di fronte a conversioni che - più che migliorare qualcosa - riescono solo ad intaccare l'oggettiva qualità del prodotto originale. Quello che ci siamo ritrovati davanti é un lavoro svogliato, pieno di difetti e che, in alcuni casi, ci ha fatto venir voglia di rispolverare direttamente la PS2. Nonostante una Collection PS3 indubbiamente ben impacchettata e difficile da eguagliare (a tal proposito, sottolineamo come venga rilasciata gratuitamente con ogni copia PSVita acquistata), non ci aspettavamo di certo degli svarioni di tali dimensioni.

Niente che vada ad oscurare eccessivamente l'opera originaria, sia chiaro, ma alcuni passi indietro sono fin troppo palesi.
PSVita é ufficialmente la peggior piattaforma su cui godersi le prime due perle della saga.

Partendo dalla grafica, la prima cosa che salta all'occhio é un leggero dowgrade tanto nei modelli dei personaggi quanto nelle texture ambientali. Ora é tutto più slavato e meno definito e, anche se su uno schermo più piccolo la differenza potrebbe risultare impercettibile ai più, non mancherà di far storcere il naso ad un occhio più allenato. Persino gli effetti speciali - come esplosioni, magie o anche solo le "famose" scie luminose delle Spade del Caos - sono stati sensibilmente semplificati. Addirittura, per quanto sembri assurdo, il gioco non é stato nemmeno ridimensionato per rispettare la grandezza dello schermo di PSVita, risultando "schiacciato" e adattato con eccessiva sbrigatività.

Fa doppiamente sorridere come i filmati - seppur lasciati in una tristissima bassa definizione - appaiano invece in grandezza originale, con tanto di anti-estetiche bande nere piazzate ai lati. Ma la cosa più fastidiosa di tutte é in realtà il frame-rate. Tra tutti i modi per infangare il buon nome della saga, intaccarne la fluidità ed offrirne un frame-rate a singhiozzo é forse quello peggiore di tutti. Nonostante i numerosi downgrade grafici, infatti, nessuno dei due God of War riesce comunque a girare al meglio. Siamo quindi di fronte a delle semplici versioni "troncate" dei capolavori originali. Sebbene le fasi d'esplorazione filino via piuttosto lisce, non si può certo dire lo stesso dei vari combattimenti.