God of War Collection Volume 2

di Davide Ottagono
Forse non tutti ricorderanno che é stato proprio God of War a far nascere il trend delle Collection. In occasione dell'uscita del terzo episodio, infatti, furono ri-editate per l'HD le prime due apparizioni di Kratos, quelle in cui lo spartano combatteva ancora su PS2. La Collection che tratteremo oggi, però, contiene i lavori della mini-saga nata e cresciuta su portatile. La coppia di capitoli PSP é stata un po' un esperimento, quasi un azzardo, per Sony. Del resto, non se n'é occupata neanche Santa Monica, storica sviluppatrice del brand, e di certo rimpicciolire le gesta del nerboruto guerriero in un apparecchio non proprio al top (soprattutto per quanto riguarda i tasti a disposizione) era una sfida più ardua di quanto poteva sembrare.



Ad oggi, con l'annuncio di Vita, é abbastanza chiaro che la “grande S” voglia trasferire tutti i suoi sforzi su quest'ultima, lasciando PSP a quelli che sembrano ormai essere i suoi ultimi mesi di vita. Il successo della vecchia portatile non é mai stato esteso come quello delle console casalinghe, e buttare titoli meritevoli come questi spin-off di God of War era sicuramente un peccato. Per colmare lo spreco, Sony ha così pensato di dare un ultimo saluto alla sua piccola, regalando un ultimo sprazzo di notorietà a dei titoli che normalmente sarebbero stati destinati al dimenticatoio. Chain of Olympus e Ghost of Sparta, partoriti dalla mente dei talentuosi Ready at Dawn (già famosi per Daxter), sono un sorprendente esempio di come un franchise del calibro di GoW possa ridimensionarsi senza troppi problemi, pur mostrando il fianco a qualche magagna in più.

Il gameplay spettacolare ed intuitivo é rimasto invariato, così come la base generale che vede varie arene da liberare dai nemici e rompicapi ambientali (anche se mai troppo complessi) da risolvere. Non sono stati dimenticati neanche i Quick Time Events, spettacolari sequenze che tanto hanno contribuito alla cinematograficità della saga. Violenza, regia e senso di potenza, i tre baluardi che hanno consacrato le avventure di Kratos, riescono ad entrare nelle limitate capacità hardware della PSP senza perdere troppo smalto. I risultati hanno visto questi due spin-off tra i migliori action-game della piccolina di casa Sony, ora pronti ad essere emulati anche su PS3.

Chains of Olympus si posiziona cronologicamente prima rispetto a tutti gli altri e vede Kratos, appena arruolato come servo di Ares, sbalzato nei più sperduti angoli della Grecia. La trama in sé non appassiona più di tanto, ma ha qualche interessante risvolto segreto sul protagonista, oltre che personaggi ed eventi che verranno poi ripresi nell'ultimo capitolo (come la moglie di Ade, o il particolare rapporto che Kratos ha con Elio). Affiancate alle classiche Spade del Caos, vediamo armi e magie create da zero per l'occasione, ma bene o male le novità al gameplay si fermano qua. L'avventura in sé é abbastanza breve (parliamo di massimo 5 ore), ma é abbastanza carica perché possa interessare.

Voto: 7




Ghost of Sparta, invece, é un bel salto in avanti rispetto al predecessore. Pur non raggiungendo le vette della trilogia casalinga, riesce a sotterrare Chains of Olympus sotto praticamente ogni aspetto, dalla spettacolarità alla durata, senza dimenticare quello che é - in verità - il suo elemento cardine: la trama. Forse pochi se lo aspettavano, ma Ghost of Sparta é forse uno dei capitoli più importanti dell'intera serie, sotto questo aspetto. Non solo é un grande excursus sull'oscura infanzia del protagonista, ma é anche l'unico capitolo a spiegare le vere intenzioni di Atena nei confronti di Kratos e degli Dei. L'apparizione di Deimos, fratello da tempo scomparso, aggiunge solo carne al fuoco, e si ricollega perfettamente anche con i piani di vendetta dei Titani nei confronti dell'Olimpo. Insomma, nonostante sia ambientato a cavallo tra GoW1 e GoW2, svela retroscena imperdibili per chiunque voglia comprendere appieno tutte le sfaccettature dell'opera originale di Santa Monica, non mancando di lasciare qualche indizio per il futuro.

La longevità si attesta attorno alle 8 ore (circa il doppio del prequel portatile, praticamente) e anche qui possiamo notare qualche simpatica novità, come l'attacco in carica e un miglioramento delle sezioni subacquee.

Voto: 8


In definitiva, é lecito dire che - in quanto a spettacolarità e violenza - non si raggiungono mai le vette della trilogia originale. Per quanto Ready at Dawn abbia colto al meglio atmosfera e carattere del protagonista, Kratos non é mai violento e crudele come ci si aspetterebbe. In linea generale, l'intera regia é piuttosto ridimensionata. Il concetto a cui vogliamo arrivare é questo: se su PSP questi due capitoli hanno ottenuto un enorme successo é dovuto anche al fatto che non avevano concorrenza. Su PS3 dovranno invece scontrarsi con i fratelli maggiori, oggettivamente messi meglio su svariati aspetti, e che quindi rischiano di essere oscurarti più di quanto meriterebbero.

La conversione HD, però, é epocale. Graficamente non siamo ai livelli del terzo episodio, ma dobbiamo pur tenere a mente che si tratta di titoli portatili, non solo sviluppati su un hardware molto meno prestante di PS3, ma anche pensati per essere goduti su uno schermo infinitamente più piccolo. Date le premesse, ammettiamo che ci aspettavamo infinitamente di peggio. La fluidità é da Oscar, così come é ben riuscita la smussatura dei bordi (che di norma sarebbero stati sgranati) e l'upgrade delle texture. Ovviamente, ci sono aspetti che una semplice conversione non può andare a toccare, come la mole poligonale e il design generale delle ambientazioni, in alcuni punti piuttosto basico. Ma a questo prezzo, poi, non chiedevamo chissà quanto di meglio. Il sonoro in Dolby 5.1 e il supporto ai Trofei completano il quadro di quella che sicuramente é una delle migliori conversioni esistenti sul mercato.