GODS - Le terre dell'infinito
di
Alessandro Cossu
FANTASY, QUESTO CONOSCIUTO
Il genere "fantasy", inutile negarlo, ha da sempre catturato l'attenzione delle folle. Film, libri, giochi cartacei e digitali, hanno reso e continuano a rendere il loro tributo a quel mondo meraviglioso fatto di Elfi, Fate, Draghi, Cavalieri e Maghi. Anche i signori della Blue Label Entertainment devo essere stati colpiti dalla magia del mondo portato agli onori della cronaca da Tolkien, tanto da partorire il gioco in esame. "Gods Le Terre dell'Infinito" è un ibrido fra un titolo d'azione in soggettiva (vale a dire, in prima persona, NDAleNet) e uno strategico a turni, con qualche elemento proprio dei giochi di ruolo. Sfortunatamente, però, questo mix non è venuto fuori per niente bene e il frullato di generi risulta piuttosto difficile da digerire...ma partiamo dall'inizio, che è sempre la cosa migliore.
Come da migliore tradizione fantasy, il mondo in cui ci muoveremo, Bellarion, dopo secoli di pace e prosperità, inizia ad essere avvolto dai primi sintomi di decadenza. Guerre civili, malattie, siccità e Morte, viaggiano, lentamente ma inesorabilmente, in tutti i territori del regno. In particolare, la colpa di tali, funesti eventi, è da attribuirsi a Mortagon il quale, a dispetto del nome, non è un salumiere, ma un ferocissimo dio della Morte.
Allora, la divinità padrona del fuoco, tale Arswaargh (e anche qui ci sarebbe da discutere sul nome, ma transeat), invia la sua paladina, lady Vivian. Ma, giusto per facilitarle il compito, prima di mandarla su Bellarion, la priva di quasi tutti i suoi poteri...ed è qui che entreremo in scena noi : nei panni troppo coprenti di Vivian, saremo chiamati dapprima a cercare i Maghi per recuperare il nostro potere magico, poi qualcuno che ci insegni a menar fendenti & affondi e, al termine di questa faticaccia, metterci sulle tracce di Mortagon.
Questa è, in buona sostanza, la trama che si cela dietro il lavoro della BLE, un lavoro che, sfortunatamente, non siamo proprio riusciti a farci piacere.
Quello che ci ha lasciato basiti, in G-LTDI, è stato in primo luogo, il comparto video. Facendo un salto a ritroso nel tempo, uno dei videogame che meglio si avvicinano alla sezione grafica di "Gods Le terre dell'Infinito", è "Heretic 2" della Raven. Questo, purtroppo per il titolo Blue Label, non è un buon paragone, perché stiamo parlando di un videogame di ben sette anni fa. Anche alzando al massimo la risoluzione, e attivando i pochi effetti "speciali" disponibili, il giochino in questione è coperto da una patina di vecchio, di vetusto, che ci è parsa davvero inconcepibile, per un titolo appena uscito e venduto a prezzo pieno. Se si esclude qualche effetto relativamente ben realizzato, come ad esempio alcuni effetti di luce e la rifrazione delle immagini sull'acqua (dovreste vedere delle foto qui in giro che meglio esplicitano di cosa stiamo parlando), tutto il resto, a partire dal conteggio dei poligoni e finendo con una avvilente ridondanza delle texture, è davvero da dimenticare.
Poiché, però, un titolo non è solo "grafica", è doveroso parlare anche del settore audio e del gameplay, dove ahinoi il gioco in esame, per usare una termologia davvero abusata, non vince e non convince. Il parlato, in lingua Inglese, nei rari casi in cui le conversazioni sono doppiate e non scritte, pare poco ispirato e per nulla suggestivo; la localizzazione nella lingua del Bel Paese, soffre di qualche pecca a livello di ortografia, con errori banali che, comunque, non inficiano la comprensione dei dialoghi a risposta multipla, trasposti a video. Gli effetti sonori, sono risicati ed anch'essi ridondanti, con un mortificante senso di dejà-vu che ci accompagnerà per tutta la missione. Piccolo plauso alla colonna sonora, tutto sommato gradevole e mai invasiva.
L'aver aggiunto, con il proseguo dell'avventura, la possibilità di guidare un piccolo party di avventurieri, non giova ad un gameplay statico e monotono, specialmente per quanto concerne i combattimenti; in G-LTDI è stato implementato un sistema a turni che farà sbadigliare anche gli afecionados del genere. Quando "toccherà a noi", saremo chiamati a scegliere se usare un incantesimo o la spada...et-voilà, la nostra eroina si produrrà in una legnosa animazione d'attacco verso il malcapitato di turno. Poi, toccherà al nostro avversario cercare di farci la festa, senza che noi si possa fare alcunché. Insomma, una sorta di partita a dadi in pieno stile D&D, ma senza il carisma del capostipite dei giochi di ruolo. Tuttavia, la cosa che proprio non siamo riusciti a capire è il perché saremo obbligati a tenere premuto il tasto destro del mouse per far muovere lo sguardo alla nostra protagonista. Immaginatevi la stessa cosa in Doom III e capirete lo sgomento che ci ha attanagliato durante le nostre prove. In definitiva, non riusciamo davvero a trovare un motivo valido per suggerire l'acquisto del titolo BLE. Peccato, perché qualche idea, ci sembrava proprio carina.
Il genere "fantasy", inutile negarlo, ha da sempre catturato l'attenzione delle folle. Film, libri, giochi cartacei e digitali, hanno reso e continuano a rendere il loro tributo a quel mondo meraviglioso fatto di Elfi, Fate, Draghi, Cavalieri e Maghi. Anche i signori della Blue Label Entertainment devo essere stati colpiti dalla magia del mondo portato agli onori della cronaca da Tolkien, tanto da partorire il gioco in esame. "Gods Le Terre dell'Infinito" è un ibrido fra un titolo d'azione in soggettiva (vale a dire, in prima persona, NDAleNet) e uno strategico a turni, con qualche elemento proprio dei giochi di ruolo. Sfortunatamente, però, questo mix non è venuto fuori per niente bene e il frullato di generi risulta piuttosto difficile da digerire...ma partiamo dall'inizio, che è sempre la cosa migliore.
Come da migliore tradizione fantasy, il mondo in cui ci muoveremo, Bellarion, dopo secoli di pace e prosperità, inizia ad essere avvolto dai primi sintomi di decadenza. Guerre civili, malattie, siccità e Morte, viaggiano, lentamente ma inesorabilmente, in tutti i territori del regno. In particolare, la colpa di tali, funesti eventi, è da attribuirsi a Mortagon il quale, a dispetto del nome, non è un salumiere, ma un ferocissimo dio della Morte.
Allora, la divinità padrona del fuoco, tale Arswaargh (e anche qui ci sarebbe da discutere sul nome, ma transeat), invia la sua paladina, lady Vivian. Ma, giusto per facilitarle il compito, prima di mandarla su Bellarion, la priva di quasi tutti i suoi poteri...ed è qui che entreremo in scena noi : nei panni troppo coprenti di Vivian, saremo chiamati dapprima a cercare i Maghi per recuperare il nostro potere magico, poi qualcuno che ci insegni a menar fendenti & affondi e, al termine di questa faticaccia, metterci sulle tracce di Mortagon.
Questa è, in buona sostanza, la trama che si cela dietro il lavoro della BLE, un lavoro che, sfortunatamente, non siamo proprio riusciti a farci piacere.
Quello che ci ha lasciato basiti, in G-LTDI, è stato in primo luogo, il comparto video. Facendo un salto a ritroso nel tempo, uno dei videogame che meglio si avvicinano alla sezione grafica di "Gods Le terre dell'Infinito", è "Heretic 2" della Raven. Questo, purtroppo per il titolo Blue Label, non è un buon paragone, perché stiamo parlando di un videogame di ben sette anni fa. Anche alzando al massimo la risoluzione, e attivando i pochi effetti "speciali" disponibili, il giochino in questione è coperto da una patina di vecchio, di vetusto, che ci è parsa davvero inconcepibile, per un titolo appena uscito e venduto a prezzo pieno. Se si esclude qualche effetto relativamente ben realizzato, come ad esempio alcuni effetti di luce e la rifrazione delle immagini sull'acqua (dovreste vedere delle foto qui in giro che meglio esplicitano di cosa stiamo parlando), tutto il resto, a partire dal conteggio dei poligoni e finendo con una avvilente ridondanza delle texture, è davvero da dimenticare.
Poiché, però, un titolo non è solo "grafica", è doveroso parlare anche del settore audio e del gameplay, dove ahinoi il gioco in esame, per usare una termologia davvero abusata, non vince e non convince. Il parlato, in lingua Inglese, nei rari casi in cui le conversazioni sono doppiate e non scritte, pare poco ispirato e per nulla suggestivo; la localizzazione nella lingua del Bel Paese, soffre di qualche pecca a livello di ortografia, con errori banali che, comunque, non inficiano la comprensione dei dialoghi a risposta multipla, trasposti a video. Gli effetti sonori, sono risicati ed anch'essi ridondanti, con un mortificante senso di dejà-vu che ci accompagnerà per tutta la missione. Piccolo plauso alla colonna sonora, tutto sommato gradevole e mai invasiva.
L'aver aggiunto, con il proseguo dell'avventura, la possibilità di guidare un piccolo party di avventurieri, non giova ad un gameplay statico e monotono, specialmente per quanto concerne i combattimenti; in G-LTDI è stato implementato un sistema a turni che farà sbadigliare anche gli afecionados del genere. Quando "toccherà a noi", saremo chiamati a scegliere se usare un incantesimo o la spada...et-voilà, la nostra eroina si produrrà in una legnosa animazione d'attacco verso il malcapitato di turno. Poi, toccherà al nostro avversario cercare di farci la festa, senza che noi si possa fare alcunché. Insomma, una sorta di partita a dadi in pieno stile D&D, ma senza il carisma del capostipite dei giochi di ruolo. Tuttavia, la cosa che proprio non siamo riusciti a capire è il perché saremo obbligati a tenere premuto il tasto destro del mouse per far muovere lo sguardo alla nostra protagonista. Immaginatevi la stessa cosa in Doom III e capirete lo sgomento che ci ha attanagliato durante le nostre prove. In definitiva, non riusciamo davvero a trovare un motivo valido per suggerire l'acquisto del titolo BLE. Peccato, perché qualche idea, ci sembrava proprio carina.