Gran Turismo 4

di Francesco Romagnoli
Capitolo 3 Voce del verbo incantare
Se in casa Polyphony hanno avuto la pensata di introdurre una così approfondita e redditizia modalità fotografica, un motivo ci sarà. Il tripudio di grafica e sonoro che avvolge il titolo è sempre stato tra i fattori determinanti del successo della saga. Lo splendore ottico si dirama in tutte le direzioni. Quella tecnica ad esempio. Il numero di poligoni, la qualità e il dettaglio delle texture formano un connubio oggettivamente inattaccabile. Il tutto poi è condito con degli effetti di luce, degli scenari, che donano un fascino particolare a questo videogame, oltre che assecondare l'occhio al fotorealismo. Anche in movimento i difetti grafici sono davvero rari e, ad aiutare nel trasmettere una buona impressione di velocità, viene incontro la nuova visuale da sopra il tettuccio (quasi dal cofano, più ravvicinata e meno stordente rispetto al Prologue). Di nuovo, non si può pretendere di confrontarlo con titoli come Burnout 3.
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Per quanto quest'ultimo sappia ricreare sensazioni incomparabili di velocità, altrettanto è limitato nel trasmettere le effettive emozioni riguardanti la guida di un veicolo a quattro ruote nel senso realistico del termine. Guidare un'auto di Gran Turismo alle velocità di Burnout sarebbe impossibile e già una Toyota Supra da gara, guidata in quella sottile traccia d'asfalto disseminata di curve che è il Nurburgring, richiede il suo notevole impegno. Per quanto riguarda il comparto audio, di nuovo tanto di cappello per l'ottima riproduzione degli effetti sonori riguardanti le auto. Il ruggito di alcune merita il Dolby Sorround, con buona pace dei vicini.
Anche per quanto riguarda il contorno musicale niente da eccepire: Sony mette di nuovo in campo i suoi contratti discografici e, scorrendo la lista, di nomi se ne trovano davvero di interessanti e pregevoli (rimando all'apposito box per la lista dei più famosi).

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Epilogo Voce del verbo incoronare
Nonostante il mare di caratteri profusi sin qui, ancora sentiamo che di Gran Turismo 4 non abbiamo parlato a sufficienza. Questa volta il limite però dobbiamo imporcelo noi e lasciare un minimo di esplorazione a chi il titolo deciderà di comprarselo. E' tempo quindi di fare i conti. Ora che il Signore degli asfalti si è ripresentato alle porte dobbiamo decidere se sia lecito inchinarsi o meno. Non si può prescindere dalle aspettative che l'estenuante attesa ha creato, tenendo sulle spine i videogiocatori, a volte illudendoli, altre facendoli sospirare. Era lecito in questo senso aspettarsi di più. Se alla modalità on-line ci si era rassegnati, trovarsi di fronte ad un'IA inebetente indispone alquanto. Così anche delude la mancanza di una certa severità nell'etica di guida (tramite l'assenza di danni e penalizzazioni), per un titolo che si professa come il signore dei simulatori. Tuttavia, pur sommando tutti i difetti di questo titolo, ancora non si può evitare di assoggettarsi al suo fascino, alla sua magnificenza grafica, al suo sfarzo e alla sua opulenza quantitativa, al suo potere di assuefare i sensi del cultore della simulazione automobilistica. Per tutti i fedeli sudditi del reame dei videogiochi di guida che popolano il pianeta console è giunta l'ora di prendere la corona e restituirla al legittimo sovrano, attualmente incontrastato.
Un'indistinta minaccia di nome Enthusia si scorge all'orizzonte, ma questo è un altro capitolo, nel frattempo lasciamoci soggiogare piacevolmente dall'attuale monarca.

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