Gran Turismo 4: Prologue

di Simone 'C.D.' Bianchini

Da un lato il distratto casual gamer improvvisatosi pilota della domenica verrà facilmente strabiliato dalla qualità quasicatodica del comparto grafico e dalle lusinghe della controparte sonora. Quindi, grosso modo accontentato.
Dalla parte opposta l'appassionato di giochi di guida per il quale si spalancano le porte di un rutilante parco giochi, dove testare in prima persona (o con un'altra delle tre visuali disponibili se si desidera) l'incidenza del bloccaggio delle ruote sullo spostamento del carico durante una curva al limite è sempre un'esperienza appagante. Paradossalmente, ma anche no, GT4 P si dimostra all'osservatore attento come la metafora videoludica della capacità di sintesi in luogo all'opulenza scarsoqualitativa e fordiana che caratterizza (l'affollato) panorama videoludico odierno.
La sua forza consiste nell'offrire al giocatore predisposto un'esperienza nella quale ad agire da propellente è il piacere di guida. Puro e semplice.
Con buona pace dell'ennesima competizione da vincere o della pokemonica ossessione rappresentata dalla trentesima versione della medesima auto, ancora là da sbloccare.
Non a 40 euro però, intendiamoci.

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L'incremento percentuale dell'incidenza del prezzo dell'ultimo progetto Polyphony sul reddito mensile dell'onesto videogiocatore riesce inevitabilmente a far pendere l'ago della bilancia, anzi del contachilometri, verso una valutazione mediocre, forse qualcosina in più.
Fatte le debite premesse ed inquadrato il target d'utenza per cui questo titolo potrebbe bastare almeno per altri cinque anni (leggasi chi fino a ieri l'altro era ancora impegnato in furiosi time trials sulla Grand Valley Speedway, rigorosamente organizzati online su qualche forum in lingua tedesca), si può tranquillamente affermare che il gioco valga la candela, ma fino ad un certo punto.
Ritrovarsi fra le mani un titolo che ha detto tutto ciò che doveva dire, dopo solo un paio d'ore, potrebbe stranire i più.
Ed è a quei "più", abituati a centoquaranta tracciati (reverse esclusi), un milione di macchine ed infinite combinazioni spoiler posteriore/adesivo fluorescente, che mi rivolgo.
Fateci un giro in qualche postazione al supermercato e attendete la release finale che auspicabilmente accontenterà tutti.
Parlando della conversione non si può fare a meno di tributare a Sony un applauso a scena aperta per la magistrale (mi pare proprio il caso di dirlo) opera di traduzione di tutto il testo presente all'interno del gioco, e della elevatissima qualità delle tonnellate di parlato digitalizzato disponibile in svariate lingue compreso l'italiano.
Si sarebbe potuto soprassedere, vista la natura intermedia del titolo. Si è deciso di non farlo nel rispetto del consumatore e questo e bene. Anzi benissimo.

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