Gran Turismo PSP

di Francesco Romagnoli
Dopo un'estenuante attesa, finalmente Sony ha deciso di deliziarci con la versione portatile di uno dei suoi gioielli più scintillanti, Gran Turismo.
La curiosità nei riguardi di questa prima versione handheld di questo brand é tanta ed é forse esplicativa la prima domanda che mi é stata rivolta in redazione dopo i primi test: “ma é davvero un Gran Turismo?”.
Da questo interrogativo si intuiscono le aspettative che ricadono sul gioco. Gli appassionati della serie, ma anche gli altri gamers, vogliono sapere se questo gioco sarebbe in grado di soddisfarli e se meriterebbe davvero la spesa.
Calmieriamo subito gli animi dicendo che una risposta univoca non c'é, e che solo a seconda del modo di ogni videogiocatore di intendere e fruire i giochi, si potrà dare una risposta netta e precisa.
Per sapere quindi se si tratta di un Gran Turismo che fa per le vostre tasche, continuate a leggere.



Per schiarirci le idee partiamo dagli aspetti più oggettivi di questo gioco, dicendo due parole sull'aspetto grafico. Il lavoro svolto da Polyphony é di notevole caratura. Ovviamente é fuori luogo aspettarsi la perfezione fotografica raggiunta da GT5 su PS3 su PSP, ma il risultato finale della realizzazione di auto e tracciati é molto buono.
Il design é rivolto ad una precisione di stampo tipicamente simulativo, rinunciando a texture in alta risoluzione, ad effetti di luce e riflessi elaborati, pur di mantenere la fluidità ancorata ai 60 frame, che come sappiamo sono di estrema importanza in un gioco che fa del realismo e della sensibilità alla guida uno dei suoi punti cardine.
Così non si mancherà di notare qualche piccolo glitch (come la scomparsa di qualche poligono, specialmente su dettagli secondari come quelli mostrati nello specchietto retrovisore) e bisognerà fare l'occhio ad una discreta dose di aliasing. Insomma, non bisogna aspettarsi lo stile spettacolare e pieno di effetti speciali di altre produzioni più arcade. Il gioco punta chiaramente alla concretezza ed il risultato in questo senso é più che soddisfacente.


Anche il lato fisico del gameplay non si discosta dalla filosofia che ha sempre caratterizzato la serie in passato. Il gioco non é stato arcadizzato, e la fisica, sebbene “compressa” per girare su psp, é credibile e ricalca a grandi linee quella espressa in Gran Turismo 4.
Più di un dubbio era stato sollevato circa la possibilità di fruire di un gioco come Gran Turismo senza una seconda levetta analogica, ma va riconosciuto a Polyphony di aver fatto un buon lavoro di conversione. Usare i tasti non permette di avere, ovviamente, una sensibilità pari a quella di volante e pedali o al joypad, ma consente di guidare le auto in maniera pulita, e di percepire con qualche pressione eccessiva, quando si sta esagerando. Forse ci si stupisce di più nel vedere quante difficoltà si hanno nel dosare a dovere lo sterzo con lo stick di sinistra, di quanto non si faccia con i tasti per acceleratore e freno.
Certo, non avere la massima sensibilità in un gioco come GT può sembrare una contraddizione, ma volendo confrontare il gioco con le altre produzioni portatili, non vi é ombra di dubbio che chi cerca una simulazione automobilistica, incentrata sulla precisione di guida, debba rivolgersi a questo Gran Turismo.


Che si tratti di un gioco di guida, più che di un gioco di corse (rispettando quindi in pieno l'eterna filosofia di qualsiasi Gran Turismo), lo dimostrano anche i difetti che invece hanno sempre afflitto la serie e che vengono qui riproposti in modo piuttosto plateale.
Pertanto vi é la totale assenza di danni, le collisioni tra le auto (ma lo stesso vale per i guard rail) sono assolutamente artificiali e perlopiù ininfluenti nella dinamica del gameplay e l'intelligenza artificiale non mostra segni particolari di vivacità oltre a non rappresentare una sfida particolarmente coriacea, anche per via delle suddette collisioni.
A questi difetti, tipici della serie, si aggiungono quelli di questa versione per psp, che andranno ad infastidire in particolare coloro che ricercano più un gioco che uno strumento.
In pratica in questa versione manca una carriera o una qualsiasi modalità itinerante che renda l'idea di una qualche progressione nel gioco.



Una volta completate una serie di sfide, strutturate con la solita maniera delle patenti a medaglie, non vengono proposti altri obiettivi da portare a termine, se non quella di gareggiare su ogni circuito del gioco, partendo da un livello di difficoltà basso a quello più alto, ma avendo piena libertà di scegliere qualsiasi vettura acquistata e se gareggiare o meno contro vetture simili ma di marche diverse, oppure con tutte auto uguali.
Si tratta quindi di lasciare il tutto nelle mani del giocatore, facendogli scegliere l'auto che preferisce e facendogli customizzare la gara che vuole fare a proprio piacimento.
Se a questo si aggiunge che la gara in sé si presenta piuttosto asettica, non solo per l'IA blanda, ma anche per il numero di vetture presenti, ora ridotto a 4 (compresa la nostra), é facile intuire come la semplificazione possa spiazzare l'utente medio e risultare difficilmente assimilabile per chi di tante auto (circa 800) e tante piste (35 più le varianti) non sa che farsene in assenza di obiettivi specifici da raggiungere.


E quindi eccoci tornare al discorso proposto ad inizio articolo, in cui citavamo il modo di fruire i videogiochi di ognuno di noi.
Il sottoscritto, ad esempio, va a nozze con giochi di questo tipo, e si diletta nel provare le varie auto sui vari tracciati, sbizzarrendosi con statistiche e classifiche, utilizzando quindi questi “contenitori” e sfruttando gli strumenti che vengono messi a disposizione.
Tuttavia, il comune videogiocatore di solito desidera essere condotto, desidera un fine da raggiungere e non un semplice contenitore che, in mancanza di stimoli autoregolati, rimarrebbe vuoto. Quindi si fa sentire in questo senso la mancanza di un qualcosa a sostegno della longevità del titolo, che per alcuni potrebbe ridursi al completamento delle sfide e poco altro.

Inoltre, l'idea bislacca di concedere il parco auto in piccole porzioni, ovvero rendendone disponibili all'acquisto solo alcune per volta, e dovendo far scorrere i “giorni” nel videogioco facendo qualche gara o portando a termine qualche sfida, più che un espediente utile a protrarre la longevità del gioco, ci é sembrato un sistema frustrante per aumentare la navigazione tra i menù.
Nemmeno la parte multiplayer, connettendo 4 psp tramite rete wireless, riesce a prolungare più di tanto la longevità, anche avendo a portata di mano 3 amici con cui condividere l'esperienza, mentre si fa sentire pesantemente l'assenza di un supporto effettivo on-line, soprattutto per quanto riguarda le classifiche dei tempi sul giro che, in una struttura di gioco come questa, avrebbero sicuramente giovato nell'incentivare i videogiocatori a cimentarsi a fondo nella guida.


Come si é potuto facilmente intuire, Gran Turismo per PSP si presenta come un gioco a tratti incompleto. Pieno di contenuti ma senza una regia a predisporli in modo da renderli appetibili per tutti, dimostrandosi così un prodotto di qualità sotto il profilo della realizzazione tecnica, ma limitato dal punto di vista della fruibilità del grande pubblico. Solo una parte di questo troverà in Gran Turismo il gioco ideale con il quale riempire le proprie sessioni di gioco portatile, tutti gli altri farebbero bene a considerare la filosofia insita nel gioco prima di buttarsi ad occhi chiusi nell'acquisto di questo prodotto.