Granblue Fantasy: Versus Rising: recensione di un picchiaduro che lascia il segno

Granblue Fantasy: Versus Rising l'ultima raccolta del titolo realizzato da Cygames e Arc System

Granblue Fantasy Versus Rising recensione di un picchiaduro che lascia il segno

Se il mondo dei picchiaduro sta finalmente prendendo piede nel popolo videoludico mondiale (anche per chi non sceglie di fare una vita monostico-dedicata all’impresa delle super performance), è anche e soprattutto grazie ad Arc System che in tempi non sospetti ha (da sempre) lavorato bene nel cesellare la difficoltà di esecuzione delle mosse per venire incontro a chi non vuole necessariamente sfondare un pad per effettuare una super o una combo, ma dando sempre importanza alla calibrazione dei personaggi e alla “tatticità” dei combattimenti.

Granblue Fantasy: Versus Rising, il roster che ci piace

Granblue Fantasy: Versus Rising è la versione che tutti volevamo, ancora di più per coloro che fino ad oggi sono rimasti alla finestra di Versus, attendendo un’edizione che fosse la summa cum laude. L’elefante nella stanza di Rising è ovviamente un roster omni-comprensivo dei personaggi usciti nel corso del tempo, ma sotto il cofano batte un cuore che muove tutti i fili degli eroi, ed è stato visibilmente rimaneggiato, segno che comunque la via di ogni picchiaduro è quella di dover necessariamente attendere del tempo per poter vedere una versione definitiva, non è marketing, ma puro lavoro di feedback, al netto di esserci una quantità così smodata di elementi da considerare.

Certamente per chi non conoscesse la saga questo rientra – come la maggior parte dei giochi Arc System – tra i titoli più semplici da apprendere, dato che bastano pochi comandi da combinare (quasi sempre un paio per la maggior parte) per effettuare le relative mosse. Questo non debba farvi storcere il naso, semplicità non fa rima con banalità, dato che ogni personaggio andrà compreso al meglio e non tutti eseguono le stesse mosse (ovviamente), quindi non è un fattore di estetica, ma di combinazione di fattori che vanno inanellati al meglio e di conoscenza del modo in cui l’eroe agisce al top e l’avversario di turno reagirà di conseguenza.

Granblue Fantasy: Versus Rising: recensione di un picchiaduro che lascia il segno
Chi scegliete?

Il Raging Strike è sicuramente protagonista – al pari del copioso numero dei protagonisti – di questa edizione, ovvero un’esecuzione da aggiungere ad una combo effettuata che spara l’avversario nei cieli e grazie ad esso massimizzare i danni, ma non solo, può anche essere sfruttato per spezzare l’attacco nemico, quindi sì, va padroneggiato con una certa cura e cambia molto l’approccio alla battaglia. Come vi dicevo appena sopra, la strategia è importante, e bisogna sempre ricordare non solo le mosse da eseguire e da concatenare, ma anche il cooldown relativo a quelle da effettuare, naturalmente l’impatto e la logica restano gli stessi in tutte le edizioni del gioco, minor impatto, maggior la velocità di ricarica e viceversa per le mosse più forti.

Tutto questo però non finisce unicamente con la tradizione o il sistema di cui sopra, che comunque rende unico questo gameplay, ma con tutta una serie di escamotage atti ad evitare gli stalli ad area, aree molto ampie per altro, quindi c’è chi avrà una certa forza in aria, nell’eliminare la distanza a terra o evitare di mettere qualcuno all’angolo, ecc.

Picchiaduro, sì... a scorrimento, no!

L’unico aspetto che fa un po’ storcere il naso, e non è quello per il quale acquistate questo medium, è certamente lo story mode. Per quanto io abbia amato la storia in sé, che comunque offre uno spaccato intrigante sulla lore di una saga che meriterebbe maggior enfasi e una quantità di titoli variegato per dare spazio a tutto l’immaginario del brand, la parte che meno funziona è il gameplay in sé. Lo scopo iniziale è quello di farvi prendere confidenza con i comandi e questo ci sta, ma l’epidermico accenno ad un picchiaduro a scorrimento che viene sfiorato, ma non parte mai del tutto, è anche peggio di non averlo avuto del tutto.

Ci sono una pletora di nemici e soldati da asfaltare, ma sono quasi sempre tutti uguali nel loro modo di agire ed interagire con il giocatore, peccato. Le animazioni son fantastiche, le abilità dei protagonisti ci sono e nessuno si aspetta un novello Dragon’s Crown, ma almeno qualcosa che si possa avvicinare ad una felice intuizione che c’è stata ad esempio con la modalità a latere di Street Fighter 6. La speranza è che tutte queste modalità extra che vengono ora “regalate” agli utenti, oltre alla logica classica del torneo, arcade mode, ecc., possano diventare un orpello di spessore nelle produzioni future.

Granblue Fantasy: Versus Rising: recensione di un picchiaduro che lascia il segno

Nel complesso è quasi impossibile restare delusi, questo è un picchiaduro realizzato in modo eccellente, con un combat system solido, particolare, differente dagli altri e nonostante trovi che DNF Duel il gioco (semi) di nicchia della software house abbia più cose da dire, l’immaginario di Granblue è uno dei più interessanti ed originali, quindi per ora va benissimo così, ma dalla prossima volta ci si deve aspettare una bomba!

Mi prendo solo un momento, sul finire della recensione, per chiedere a gran voce ad Arc System di farci nuovamente solleticare le estremità delle dita con quel capolavoro indiscusso dei primi anni 2000 con il picchiaduro della saga di Kenshiro che resta una pietra miliare che purtroppo è relegata unicamente nei cabinati dell’epoca e su disco per PlayStation 2, però…

 

Granblue Fantasy Versus: Rising

Versione Testata: PS5

8.5

Voto

Redazione

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Granblue Fantasy Versus: Rising

Stiamo tutti attendendo l’arrivo di Relink, ma nel frattempo per compensare l’attesa nessuno dei fan di Granblue Fantasy potrà dirsi insoddisfatto di Rising, dato che questo oltre ad essere un grandissimo picchiaduro ha anche un invidiabile roster che vi terrà incollati allo schermo per una montagna di ore. Peccato solo per l’occasione sfumata dello story mode, che per quanto abbia una trama tutto sommato intrigante, avrebbe potuto rappresentare un’eccellenza con un picchiaduro a scorrimento come extra super gradito e invece resta un tutorial sui generis e poco profondo.

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