Grand Theft Auto: Chinatown Wars
di
Heavenly Sword
Un'antica spada, simbolo di una lunga tradizione di famiglia. Un padre morto, ucciso dai rivali di sempre e un figlio che deve riportare la spada al paese d'origine per consegnarla a chi potrà custodirla per le generazioni future. Giappone feudale? Macché, Liberty City nell'anno del signore 2009. Rockstar riporta, e di peso, le sue e le nostre terga laddove il mito di GTA ha conquistato i cuori di milioni di giocatori. Questa volta il mezzo di trasporto é affidato al doppio schermo del piccolo Nintendo DS. Un insolito tramite, soprattutto per la nota avversità del gigante nipponico per i contenuti “adulti” che sono invece il cuore pulsante di tutte le produzioni Rockstar. Nintendo ha però fatto bene i suoi calcoli, mettendosi in tasca i buoni principi e badando solo a portarsi a casa una nuova (potenziale) fetta d'utenza e i proventi che sicuramente un masterpiece come GTA potrà portare alle casse di Kyoto.
Chinatown Wars é un cosa tra “musi gialli”. Antiche tradizioni e faide sono state trasportate all'interno degli stretti vicoli che Liberty City ha destinato alla comunità orientale. Spazi dove Huang Lee, protagonista del gioco, vivrà per vendicare la morte del padre e per consegnare la “Yu Jian” (ovvero la spada di famiglia) allo zio, grazie alla quale spera di poter acquisire prestigio (e quindi rispetto e denaro) nei confronti dei vertici della Triade. Poco importano le tradizioni di famiglia, quindi, e del resto la spada di famiglia altro non é che una lama di poco valore vinta a poker dal padre di Lee. Ma basta chiacchiere. Si Gioca.
Grand Theft China
Chinatown Wars vuole essere (e ci riesce) un ideale punto di congiunzione tra il passato e il presente della saga. Un giusto mix tra la visuale a volo d'uccello dei primi due capitoli (fondamentali nel creare il “mito” di GTA) e le successive produzioni che grazie al passaggio al 3d hanno creato anche un sottobosco tecnologico/concettuale che ha avuto non poca influenza in questi ultimi anni di videogames. Ovviamente far rientrare tutti i concetti degli ultimi episodi non era cosa facile e Rockstar é scesa inevitabilmente a qualche compromesso, tagliando qualche elemento qua e là ma mantenendo vivo lo spirito e il concetto alla base del gioco. Il gameplay di Chinatown Wars é quindi un puzzle di missioni di varia natura ma tutte inevitabilmente collegate all'ascesa malavitosa del giovane protagonista.
Ovviamente quando si pensa al DS é difficile non immaginare qualche mini gioco da realizzare con l'ausilio di touch screen e pennino, ed anche i ragazzi di Rockstar Games non hanno resistito alla tentazione di implementarne qualcuno nella loro ultima creazione. Quello che caratterizza i mini giochi di “Grand Theft Auto: Chinatown Wars”, però, é il loro carattere contestuale. Nella sequenza dell'imboscata ad esempio, Huang cadrà in acqua con l'auto, unica via d'uscita il lunotto posteriore, che dovremo infrangere colpendolo ripetutamente con il pennino. Fuori dall'acqua il nostro “eroe” deciderà di inseguire i suoi assalitori a bordo di un'auto, naturalmente dopo averla rubata. Ecco quindi che il pennino si trasformerà in un arnese da scasso con cui forzare la serratura, per entrare nell'abitacolo, e collegare i fili sotto al cruscotto, per accendere il motore e partire a tutto gas.
Molte di queste attività secondarie saranno fondamentali per la corretta risoluzione delle quest. Per fronteggiare una banda rivale, dovremo ad esempio preparare delle bottiglie molotov. Presso uno dei tanti distributori di Liberty City, utilizzeremo quindi il pennino per impugnare la manichetta e riempire delle bottiglie di benzina, per poi sigillarle con uno straccetto facile da incendiare. Questi sono solamente alcuni esempi delle molteplici applicazioni pensate da Rockstar Leeds per lo stilo, che utilizzeremo costantemente anche per consultare il palmare. Il PDA sarà il primo regalo che riceveremo dello zio Wu e ci permetterà di ricevere gli aggiornamenti sulle missioni, gestire la posta ed i contatti, ma anche selezionare i gateway del navigatore e le stazioni radio. Una delle pagine più interessanti del palmare sarà quella che ci permetterà di consultare le quotazioni raggiunte dalle varie sostanze stupefacenti presso le numerose bande di Liberty City.
Potremo infatti utilizzare queste informazioni per gestire lo spaccio di droga in città, che ci permetterà di finanziare le missioni della trama principale. Le meccaniche di gioco principali sono quelle classiche della serie e colpisce il fatto che tutto quello che era disponibile su Xbox 360 e Playstation 3, lo sarà anche su Nintendo DS, nonostante le ovvie limitazioni della differente potenza hardware messa a disposizione dal portatile della casa giapponese. Il sistema di controllo non sfrutterà solamente il pennino ed il touch screen, ma tutti tasti messi a disposizione dal Nintendo DS. Durante gli spostamenti, che ovviamente avverranno a bordo dei mezzi più disparati, un sistema di autoallineamento ci aiuterà a mantenere la giusta traiettoria, e di assaporare il diverso modello di guida che gli sviluppatori hanno realizzato per ogni mezzo, marchio di fabbrica del sandbox games made in Rockstar.
Durante i combattimenti, invece, un sistema di auto targeting guiderà i nostri colpi verso il nemico selezionato o quello più vicino. Questa caratteristica ci permetterà di concentrare la nostra attenzione sull'aspetto tattico degli scontri, che saranno frenetici e ben realizzati, anche grazie all'ottima resa delle armi da fuoco. Il gioco é stato confezionato con un potente motore completamente tridimensionale, frutto di quelle ottocento mila righe di codice, che rendono questo gioco il più complesso titolo attualmente previsto su DS.
Tecnica a due schermi
Ottocentomila righe di codice. Tante ne sono state richieste dal motore grafico che Rockstar ha ideato e realizzato per portare l'universo di GTA nel piccolo DS. Il risultato, a prova di pennino, é strabiliante. Come detto in apertura di recensione, Chinatown Wars é il punto d'incontro tra il vecchio concetto di GTA e il più recente approccio tridimensionale della serie. Un'idea rappresentata al meglio da una visuale isometrica che raffigura una Liberty City riconoscibilissima nei suoi quartieri popolati da personaggi che vivono e interagiscono con l'ambiente circostante, con macchine che trafficano le strade e poliziotti che vigilano sui cittadini. Ovviamente Rockstar é dovuta scendere a qualche compromesso ed ecco quindi che i personaggi rappresentati sullo schermo non possono definirsi come meravigliosi esempi di perfezione grafica, ma l'insieme degli ambienti e del complesso umano che vi si muove all'interno, permette di guardare con rinnovato ottimismo alle potenzialità del due schermi Nintendo.
L'engine proprietario ci permetterà di apprezzare, oltre alle bellissime tavole in stile grafic novel con cui verrà raccontata la trama, la cittadina di Liberty City a più livelli di zoom, e nonostante l'impostazione fissa a volo d'uccello, ci permetterà di ruotare il punto di vista dietro qualunque ostacolo. La cosa che stupisce é la grande fluidità garantita dal motore, che pur mettendo alla frusta l'hardware Nintendo, non mostra alcuna incertezza anche nelle situazioni più dense e popolate. Non é da sottovalutare, come da tradizione, l'aspetto audio del gioco che si avvale, oltre al normale pacchetto di effetti sonori di rito, anche di una colonna sonora che se anche non raggiunge le vette dei “fratelli maggiori”, riesce comunque a dare quel pizzico in più di “GTA Style” che é un immancabile biglietto da visita per qualsiasi produzione Rockstar che si rispetti.
Un'antica spada, simbolo di una lunga tradizione di famiglia. Un padre morto, ucciso dai rivali di sempre e un figlio che deve riportare la spada al paese d'origine per consegnarla a chi potrà custodirla per le generazioni future. Giappone feudale? Macché, Liberty City nell'anno del signore 2009. Rockstar riporta, e di peso, le sue e le nostre terga laddove il mito di GTA ha conquistato i cuori di milioni di giocatori. Questa volta il mezzo di trasporto é affidato al doppio schermo del piccolo Nintendo DS. Un insolito tramite, soprattutto per la nota avversità del gigante nipponico per i contenuti “adulti” che sono invece il cuore pulsante di tutte le produzioni Rockstar. Nintendo ha però fatto bene i suoi calcoli, mettendosi in tasca i buoni principi e badando solo a portarsi a casa una nuova (potenziale) fetta d'utenza e i proventi che sicuramente un masterpiece come GTA potrà portare alle casse di Kyoto.
Chinatown Wars é un cosa tra “musi gialli”. Antiche tradizioni e faide sono state trasportate all'interno degli stretti vicoli che Liberty City ha destinato alla comunità orientale. Spazi dove Huang Lee, protagonista del gioco, vivrà per vendicare la morte del padre e per consegnare la “Yu Jian” (ovvero la spada di famiglia) allo zio, grazie alla quale spera di poter acquisire prestigio (e quindi rispetto e denaro) nei confronti dei vertici della Triade. Poco importano le tradizioni di famiglia, quindi, e del resto la spada di famiglia altro non é che una lama di poco valore vinta a poker dal padre di Lee. Ma basta chiacchiere. Si Gioca.
Grand Theft China
Chinatown Wars vuole essere (e ci riesce) un ideale punto di congiunzione tra il passato e il presente della saga. Un giusto mix tra la visuale a volo d'uccello dei primi due capitoli (fondamentali nel creare il “mito” di GTA) e le successive produzioni che grazie al passaggio al 3d hanno creato anche un sottobosco tecnologico/concettuale che ha avuto non poca influenza in questi ultimi anni di videogames. Ovviamente far rientrare tutti i concetti degli ultimi episodi non era cosa facile e Rockstar é scesa inevitabilmente a qualche compromesso, tagliando qualche elemento qua e là ma mantenendo vivo lo spirito e il concetto alla base del gioco. Il gameplay di Chinatown Wars é quindi un puzzle di missioni di varia natura ma tutte inevitabilmente collegate all'ascesa malavitosa del giovane protagonista.
Ovviamente quando si pensa al DS é difficile non immaginare qualche mini gioco da realizzare con l'ausilio di touch screen e pennino, ed anche i ragazzi di Rockstar Games non hanno resistito alla tentazione di implementarne qualcuno nella loro ultima creazione. Quello che caratterizza i mini giochi di “Grand Theft Auto: Chinatown Wars”, però, é il loro carattere contestuale. Nella sequenza dell'imboscata ad esempio, Huang cadrà in acqua con l'auto, unica via d'uscita il lunotto posteriore, che dovremo infrangere colpendolo ripetutamente con il pennino. Fuori dall'acqua il nostro “eroe” deciderà di inseguire i suoi assalitori a bordo di un'auto, naturalmente dopo averla rubata. Ecco quindi che il pennino si trasformerà in un arnese da scasso con cui forzare la serratura, per entrare nell'abitacolo, e collegare i fili sotto al cruscotto, per accendere il motore e partire a tutto gas.
Molte di queste attività secondarie saranno fondamentali per la corretta risoluzione delle quest. Per fronteggiare una banda rivale, dovremo ad esempio preparare delle bottiglie molotov. Presso uno dei tanti distributori di Liberty City, utilizzeremo quindi il pennino per impugnare la manichetta e riempire delle bottiglie di benzina, per poi sigillarle con uno straccetto facile da incendiare. Questi sono solamente alcuni esempi delle molteplici applicazioni pensate da Rockstar Leeds per lo stilo, che utilizzeremo costantemente anche per consultare il palmare. Il PDA sarà il primo regalo che riceveremo dello zio Wu e ci permetterà di ricevere gli aggiornamenti sulle missioni, gestire la posta ed i contatti, ma anche selezionare i gateway del navigatore e le stazioni radio. Una delle pagine più interessanti del palmare sarà quella che ci permetterà di consultare le quotazioni raggiunte dalle varie sostanze stupefacenti presso le numerose bande di Liberty City.
Potremo infatti utilizzare queste informazioni per gestire lo spaccio di droga in città, che ci permetterà di finanziare le missioni della trama principale. Le meccaniche di gioco principali sono quelle classiche della serie e colpisce il fatto che tutto quello che era disponibile su Xbox 360 e Playstation 3, lo sarà anche su Nintendo DS, nonostante le ovvie limitazioni della differente potenza hardware messa a disposizione dal portatile della casa giapponese. Il sistema di controllo non sfrutterà solamente il pennino ed il touch screen, ma tutti tasti messi a disposizione dal Nintendo DS. Durante gli spostamenti, che ovviamente avverranno a bordo dei mezzi più disparati, un sistema di autoallineamento ci aiuterà a mantenere la giusta traiettoria, e di assaporare il diverso modello di guida che gli sviluppatori hanno realizzato per ogni mezzo, marchio di fabbrica del sandbox games made in Rockstar.
Durante i combattimenti, invece, un sistema di auto targeting guiderà i nostri colpi verso il nemico selezionato o quello più vicino. Questa caratteristica ci permetterà di concentrare la nostra attenzione sull'aspetto tattico degli scontri, che saranno frenetici e ben realizzati, anche grazie all'ottima resa delle armi da fuoco. Il gioco é stato confezionato con un potente motore completamente tridimensionale, frutto di quelle ottocento mila righe di codice, che rendono questo gioco il più complesso titolo attualmente previsto su DS.
Tecnica a due schermi
Ottocentomila righe di codice. Tante ne sono state richieste dal motore grafico che Rockstar ha ideato e realizzato per portare l'universo di GTA nel piccolo DS. Il risultato, a prova di pennino, é strabiliante. Come detto in apertura di recensione, Chinatown Wars é il punto d'incontro tra il vecchio concetto di GTA e il più recente approccio tridimensionale della serie. Un'idea rappresentata al meglio da una visuale isometrica che raffigura una Liberty City riconoscibilissima nei suoi quartieri popolati da personaggi che vivono e interagiscono con l'ambiente circostante, con macchine che trafficano le strade e poliziotti che vigilano sui cittadini. Ovviamente Rockstar é dovuta scendere a qualche compromesso ed ecco quindi che i personaggi rappresentati sullo schermo non possono definirsi come meravigliosi esempi di perfezione grafica, ma l'insieme degli ambienti e del complesso umano che vi si muove all'interno, permette di guardare con rinnovato ottimismo alle potenzialità del due schermi Nintendo.
L'engine proprietario ci permetterà di apprezzare, oltre alle bellissime tavole in stile grafic novel con cui verrà raccontata la trama, la cittadina di Liberty City a più livelli di zoom, e nonostante l'impostazione fissa a volo d'uccello, ci permetterà di ruotare il punto di vista dietro qualunque ostacolo. La cosa che stupisce é la grande fluidità garantita dal motore, che pur mettendo alla frusta l'hardware Nintendo, non mostra alcuna incertezza anche nelle situazioni più dense e popolate. Non é da sottovalutare, come da tradizione, l'aspetto audio del gioco che si avvale, oltre al normale pacchetto di effetti sonori di rito, anche di una colonna sonora che se anche non raggiunge le vette dei “fratelli maggiori”, riesce comunque a dare quel pizzico in più di “GTA Style” che é un immancabile biglietto da visita per qualsiasi produzione Rockstar che si rispetti.