Grand Theft Auto: Liberty City Stories
di
Portable City
Dopo San Andreas, episodio che segna la maturazione massima della serie, Grand Theft Auto approda sui lidi portatili del tecnologicamente avanzato Sony PSP: il parco-giochi urbano a completa disposizione del videogiocatore prende ancora una volta il nome di Liberty City, nel segno di un evidente ritorno al passato. I capisaldi del più celebre franchise di Rockstar non solo sono riproposti nella loro interezza, ma sono ora miniaturizzati nel palmo di una mano. Ben poco è stato tralasciato. Il territorio metropolitano da esplorare è proprio quello di GTAIII, con il suo inconfondibile dedalo di strade, vicoli ed edifici; i passanti ne accalcano i marciapiedi ignari della propria condizione di "bersagli mobili", conservando la bizzarra tendenza ai salti acrobatici sotto le ruote delle auto in transito; le decine e decine di veicoli immessi nel traffico, sia a quattro che a due ruote, attendono solo di essere rubati e lanciati a folle corsa in contromano.
Si respira aria di casa anche per quanto concerne la figura del protagonista (o forse meglio chiamarlo anti-eroe...), un vero duro di origine italiana sulla falsariga del mitico Tommy Vercetti: Toni Cipriani lavora nell'anno di grazia 1998 per il boss mafioso Don Leone, punta a diventare il suo braccio destro ed ha tutta l'intenzione di continuare a scalare i ranghi della malavita. Come gli aficionados ben sapranno, la via per soddisfare le proprie ambizioni di potere ed entrare a far parte del club di quelli che contano è una sola, e passa necessariamente per il completamento di specifiche missioni; una scorsa all'onnipresente mappa stradale e l'obbiettivo da perseguire, evidenziato da segnalini colorati, diventa subito ben chiaro. Che si tratti di regolamenti di conti a suon di mazzate, di problemi legati alla riscossione del pizzo o di semplici sessioni di guida, sporcarsi le mani sarà una cosa inevitabile; la struttura e la durata delle missioni risultano decisamente ridimensionate rispetto a quanto visto recentemente in San Andreas, ma pur peccando nella varietà offrono abbondanti dosi di divertimento.
Armarsi pesantemente con pistole, fucili mitragliatori e lanciarazzi, dedicarsi ad un opera di demolizione indiscriminata e poi vedersela contro le forze dell'ordine al gran completo rimane una delle concessioni più gratificanti per il giocatore; i limiti hardware di PSP rendono l'attività più scalmanata di GTA un po' meno roboante, vista la ritrosia del motore grafico nella gestione di una quantità eccessiva di volanti ed elicotteri: in realtà non si sarebbe potuto chiedere di più, come dimostrano anche gli sporadici cali di fluidità.
Il sistema di controllo è stato ripreso finchè possibile dal modello adottato su Playstation2, e consente una buona padronanza di movimento ed azione; in particolare le sensazioni di guida sono rimaste invariate, così come la differenziazione del comportamento su strada delle varie tipologie di veicoli. Qualche riserva sorge dal punto di vista della gestione della visuale e conseguentemente delle scene di combattimento; la mancanza di un secondo analogico ha comportato l'eliminazione dell'aggiustamento manuale dell'inquadratura e l'implementazione di un sistema di lock-on degli avversari: il risultato è una maggior confusione nei momenti critici, che può generare moti di frustrazione.
L'estensione dell'area di gioco è notevole, come numerose sono le missioni principali da portare a compimento, gli ulteriori extra completabili e le gare clandestine da vincere; complessivamente si può parlare di quasi 20 ore di gioco per lo sviluppo cardine dell'avventura, alle quali si andrà a sommare il tempo dedicato all'approfondimento degli sviluppi secondari e al semplice bighellonare privo di una finalità pratica che non sia il mero svago.
Se ad un quadro longevità già solido si affianca una modalità multiplayer wireless fino a 6 giocatori contemporaneamente, l'interesse nei confronti di Liberty City può protrarsi ulteriormente; le sessioni di gruppo prevedono diverse modalità di sfida e concedono di spaziare nell'intera mappa di gioco, fattore che concede ampie libertà di movimento e strategia.
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Technical Orizon
Osservare il mondo poligonale di Liberty City dal monitor cristallino di PSP suscita una certa impressione, anche nello spettatore di passaggio; le differenze rispetto agli episodi su Playstation 2 risultano in prima analisi quasi impercettibili. Ad onor del vero, una simile constatazione potrebbe non essere interpretata in senso completamente positivo: il motore grafico di Grand Theft Auto non ha mai destato particolare enstusiasmo. E' un piacere essere rasserenati dalla realtà dei fatti; nell'edizione portatile, l'estetica di GTA fa davvero bella mostra di se, sfoggiando un comparto animazioni riveduto in meglio ed un framerate sorprendentemente solido (che conosce inevitabili cali solo in qualche rovinoso incidente o nel caso di situazione "poligonalmente affollate"). Il resto lo fanno la brillante palette cromatica, i tocchi di classe come le luci riflesse e gli agenti atmosferici ed il solito character design, poco dettagliato ma dal'efficace espressività; anche i caricamenti (forse ad esclusione di quello iniziale, abbastanza consistente) colpiscono positivamente per la scarsa intrusività.
I difetti più significativi sono quelli di natura tecnica storicamente legati al franchise: aliasing, pop-up (dovuto in parte ad una distanza all'orizzonte ridotta) e qualche bug sono all'ordine del giorno, ma non intaccano in alcun modo la generale godibilità dell'esperienza visiva, encomiabile per gli standard del gioco portatile.
Magagna "proprietaria" di Liberty City è invece lo spiacevole effetto di "ghosting", che traccia i movimenti più repentini degli elementi su schermo; dopo un pò di tempo si riesce comunque a farci l'abitudine.
L'accompagnamento sonoro si attesta come al solito su livelli altissimi; le varie stazioni radio sintonizzabili offrono una selezione musicale (in gran parte risalente agli anni '90) così diversificata da saper accontentare tutte le orecchie. Se da un lato si può rimpiangere l'incomprensibile assenza di un'emittente dedicata al grande rock, e si nota una generica mancanza di artisti di grosso calibro, la new entry Double Cleff FM introduce un inedito repertorio lirico, in un affascinante accostamento di sacro e profano; fuggire a rotta di collo da una pattuglia della polizia con il sottofondo de "I pagliacci" può regalare grosse soddisfazioni...
Anche il dopiaggio non delude; la combinazione tra abilità recitativa ed ironia delle battute garantisce dialoghi imperdibili e humor a non finire.
Dopo San Andreas, episodio che segna la maturazione massima della serie, Grand Theft Auto approda sui lidi portatili del tecnologicamente avanzato Sony PSP: il parco-giochi urbano a completa disposizione del videogiocatore prende ancora una volta il nome di Liberty City, nel segno di un evidente ritorno al passato. I capisaldi del più celebre franchise di Rockstar non solo sono riproposti nella loro interezza, ma sono ora miniaturizzati nel palmo di una mano. Ben poco è stato tralasciato. Il territorio metropolitano da esplorare è proprio quello di GTAIII, con il suo inconfondibile dedalo di strade, vicoli ed edifici; i passanti ne accalcano i marciapiedi ignari della propria condizione di "bersagli mobili", conservando la bizzarra tendenza ai salti acrobatici sotto le ruote delle auto in transito; le decine e decine di veicoli immessi nel traffico, sia a quattro che a due ruote, attendono solo di essere rubati e lanciati a folle corsa in contromano.
Si respira aria di casa anche per quanto concerne la figura del protagonista (o forse meglio chiamarlo anti-eroe...), un vero duro di origine italiana sulla falsariga del mitico Tommy Vercetti: Toni Cipriani lavora nell'anno di grazia 1998 per il boss mafioso Don Leone, punta a diventare il suo braccio destro ed ha tutta l'intenzione di continuare a scalare i ranghi della malavita. Come gli aficionados ben sapranno, la via per soddisfare le proprie ambizioni di potere ed entrare a far parte del club di quelli che contano è una sola, e passa necessariamente per il completamento di specifiche missioni; una scorsa all'onnipresente mappa stradale e l'obbiettivo da perseguire, evidenziato da segnalini colorati, diventa subito ben chiaro. Che si tratti di regolamenti di conti a suon di mazzate, di problemi legati alla riscossione del pizzo o di semplici sessioni di guida, sporcarsi le mani sarà una cosa inevitabile; la struttura e la durata delle missioni risultano decisamente ridimensionate rispetto a quanto visto recentemente in San Andreas, ma pur peccando nella varietà offrono abbondanti dosi di divertimento.
Armarsi pesantemente con pistole, fucili mitragliatori e lanciarazzi, dedicarsi ad un opera di demolizione indiscriminata e poi vedersela contro le forze dell'ordine al gran completo rimane una delle concessioni più gratificanti per il giocatore; i limiti hardware di PSP rendono l'attività più scalmanata di GTA un po' meno roboante, vista la ritrosia del motore grafico nella gestione di una quantità eccessiva di volanti ed elicotteri: in realtà non si sarebbe potuto chiedere di più, come dimostrano anche gli sporadici cali di fluidità.
Il sistema di controllo è stato ripreso finchè possibile dal modello adottato su Playstation2, e consente una buona padronanza di movimento ed azione; in particolare le sensazioni di guida sono rimaste invariate, così come la differenziazione del comportamento su strada delle varie tipologie di veicoli. Qualche riserva sorge dal punto di vista della gestione della visuale e conseguentemente delle scene di combattimento; la mancanza di un secondo analogico ha comportato l'eliminazione dell'aggiustamento manuale dell'inquadratura e l'implementazione di un sistema di lock-on degli avversari: il risultato è una maggior confusione nei momenti critici, che può generare moti di frustrazione.
L'estensione dell'area di gioco è notevole, come numerose sono le missioni principali da portare a compimento, gli ulteriori extra completabili e le gare clandestine da vincere; complessivamente si può parlare di quasi 20 ore di gioco per lo sviluppo cardine dell'avventura, alle quali si andrà a sommare il tempo dedicato all'approfondimento degli sviluppi secondari e al semplice bighellonare privo di una finalità pratica che non sia il mero svago.
Se ad un quadro longevità già solido si affianca una modalità multiplayer wireless fino a 6 giocatori contemporaneamente, l'interesse nei confronti di Liberty City può protrarsi ulteriormente; le sessioni di gruppo prevedono diverse modalità di sfida e concedono di spaziare nell'intera mappa di gioco, fattore che concede ampie libertà di movimento e strategia.
Technical Orizon
Osservare il mondo poligonale di Liberty City dal monitor cristallino di PSP suscita una certa impressione, anche nello spettatore di passaggio; le differenze rispetto agli episodi su Playstation 2 risultano in prima analisi quasi impercettibili. Ad onor del vero, una simile constatazione potrebbe non essere interpretata in senso completamente positivo: il motore grafico di Grand Theft Auto non ha mai destato particolare enstusiasmo. E' un piacere essere rasserenati dalla realtà dei fatti; nell'edizione portatile, l'estetica di GTA fa davvero bella mostra di se, sfoggiando un comparto animazioni riveduto in meglio ed un framerate sorprendentemente solido (che conosce inevitabili cali solo in qualche rovinoso incidente o nel caso di situazione "poligonalmente affollate"). Il resto lo fanno la brillante palette cromatica, i tocchi di classe come le luci riflesse e gli agenti atmosferici ed il solito character design, poco dettagliato ma dal'efficace espressività; anche i caricamenti (forse ad esclusione di quello iniziale, abbastanza consistente) colpiscono positivamente per la scarsa intrusività.
I difetti più significativi sono quelli di natura tecnica storicamente legati al franchise: aliasing, pop-up (dovuto in parte ad una distanza all'orizzonte ridotta) e qualche bug sono all'ordine del giorno, ma non intaccano in alcun modo la generale godibilità dell'esperienza visiva, encomiabile per gli standard del gioco portatile.
Magagna "proprietaria" di Liberty City è invece lo spiacevole effetto di "ghosting", che traccia i movimenti più repentini degli elementi su schermo; dopo un pò di tempo si riesce comunque a farci l'abitudine.
L'accompagnamento sonoro si attesta come al solito su livelli altissimi; le varie stazioni radio sintonizzabili offrono una selezione musicale (in gran parte risalente agli anni '90) così diversificata da saper accontentare tutte le orecchie. Se da un lato si può rimpiangere l'incomprensibile assenza di un'emittente dedicata al grande rock, e si nota una generica mancanza di artisti di grosso calibro, la new entry Double Cleff FM introduce un inedito repertorio lirico, in un affascinante accostamento di sacro e profano; fuggire a rotta di collo da una pattuglia della polizia con il sottofondo de "I pagliacci" può regalare grosse soddisfazioni...
Anche il dopiaggio non delude; la combinazione tra abilità recitativa ed ironia delle battute garantisce dialoghi imperdibili e humor a non finire.