Grandia 2
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Ecco arrivare, dopo Crazy Taxi, Virtua Tennis ed altri titoli minori, un'altra conversione di un gioco originariamente nato su Dreamcast e convertito sulla Playstation 2: questa volta il titolo è Grandia 2, un gioco di ruolo dall'impostazione tipicamente Giapponese in grado di riservare parecchie sorprese agli appassionati.
Una piccola introduzione la merita senz'altro la storia che fa da filo conduttore all'avventura. Infatti raramente ci siamo imbattuti in un racconto così piacevole, i cui dialoghi (persino le impostazioni dei toni utilizzati dal protagonista Ryudo in alcune occasioni) si pongono davvero una spanna al di sopra di quanto siamo abituati a vedere in titoli simili. Anche il sistema di combattimento, a turni, è estremamente piacevole e ottimamente realizzato. Tuttavia, come scopriremo nel corso della recensione tutti questi lati positivi siano in realtà minati da un'unica grande pecca: il titolo è una conversione mal riuscita, che non sfrutta per nulla le caratteristiche dell'hardware su cui gira ma che al contrario risulta decisamente peggiore, sotto il lato puramente tecnico, della versione Dreamcast (che, vale la pena ricordarlo, ha quasi due anni sulle spalle). Ma, procediamo con ordine.
Ryudo, il protagonista della storia, è un avventuriero al quale viene assegnato un compito piuttosto comune: accompagnare una sacerdotessa presso un luogo sacro, dove la stessa è chiamata a compiere un rito il cui fine è quello di imprigionare per sempre il Dio dell'oscurità, chiamato Valmar. Come è lecito attendersi in questi casi, non tutte le cose funzionano per il verso giusto, e durante il tragitto molti colpi di scena trasformeranno quello che sembra un piacevole viaggio in un incubo tremendo dal quale saremo chiamati ad uscire.
Come accennato prima il sistema di combattimento, il vero cuore di Grandia 2, è una variante particolare del sistema a turni già visto nel primo episodio della serie (apparso esclusivamente per il lontanissimo Saturn Sega). Per chi di voi ha avuto la possibilità di giocare ad un titolo della serie di Final Fantasy, basta dire che questa volta non ci sono nemici casuali, ma gli stessi sono sempre visibili sulla mappa di gioco: addirittura è possibile, a volte, evitare gli scontri prendendo strade diverse.
Una delle novità di questo sistema è legato proprio alla scelta del giocatore chiamato ad effettuare la prima mossa di gioco: quando infatti ci troviamo nel raggio di visuale del nemico, questo ci può vedere e cambiare colore. A questo punto ci può rincorrere e se non riusciamo a sfuggirli, il primo turno del combattimento sarà a suo vantaggio: vale il discorso opposto se siamo noi i primi a raggiungerlo mentre si trova in una posizione dalla quale non ci può vedere.