GrimGrimoire OnceMore, la recensione del ritorno della strategia Vanillaware!
Strategia in tempo reale in questo grandioso remastered di Vanillaware
La magia del tempo ci riporta una perla del passato
Vanillaware è un nome che porta alla mente di molti gamer ricordi piacevolissimi: Odin Sphere, Dragon’s Crown, 13 Sentinel: Aegis Rim, questi sono tra i maggiori successi del team di sviluppo nipponico ma non ci si deve dimenticare di GrimGrimoire che nel 2007 arrivò su PlayStation 2 e seppe mostrare le grandi qualità dei “Vanilla”. Il gioco in questione torna oggi su Switch, PlayStation 4 e PlayStation 5 e abbiamo deciso di testarlo per voi proprio sull’ammiraglia Sony: benvenuti alla recensione di GrimGrimoire OnceMore! Tranquilli, non siete davanti all’ennesima remastered di un glorioso titolo del passato, questa volta arriva nelle nostre console una edizione realmente riveduta e corretta, dove le tante aggiunte al gameplay riescono a migliorarne svariati lati , quantomeno nei limiti del possibile. GrimGrimoire ci porta in un mondo che prende palesemente spunto dalla saga di Harry Potter che, non per nulla, stava terminando esattamente nell’anno di uscita del gioco in questione. La nostra protagonista si chiama Lillet Blan ed è una maghetta che si appresta a frequentare la scuola di magia Silver Star, dove troverà un interessante cast composto di studenti e insegnanti, naturalmente tutti perfettamente incorniciati in una ambientazione fantasy dove non mancano elfi, demoni, leoni antropomorfi (ovviamente con una storia alle spalle) e via dicendo.
Lillet è sicuramente dotata di un gran talento per la magia e sin da subito sembra integrarsi con la vita della scuola e con i suoi ritmi, ma dopo solo cinque giorni tutto inizia a collassare su se stesso a causa di una terribile minaccia in grado di annientare ogni forma di vita dentro l’accademia, compresa Lillet: il malvagio arcimago Calvaros. Lei, però, si risveglia da quello che sembra essere stato un semplice brutto sogno e si trova nuovamente al primo giorno alla Silver Star, ma dopo poco capisce di essere prigioniera di un loop temporale in stile "Giorno della Marmotta" (se non avete vissuto gli anni '90 urge recuperare il film "Ricomincio da Capo") in cui rivive a ripetizione i primi cinque giorni di lezioni sino al solito triste epilogo che però, grazie all'esperienza raccolta di loop in loop, inizia a sembrare in qualche modo evitabile. La trama di GrimGrimoire OnceMore è quindi interessante, nonostante utilizzo un tema abbastanza abusato, ma è impreziosita da un buon cast di personaggi, per quanto i richiami al mondo di Harry Potter siano forti nonostante elaborati in stile nipponico.
Il gameplay di GrimGrimoire OnceMore, come nell'originale, è quello di uno strategico in tempo reale, ma riletto in una chiave bidimensionale che si sviluppa in verticale. I livelli son ambientati in una torre magica e la nostra visuale sarà frontale, come se fossimo in grado di vedere dentro la torre da fuori attraverso i muri. Le meccaniche di gioco sono molto tradizionali e si rifanno a sistemi che abbiamo già visto in titoli come Age of Empires o Starcraft. Avremo delle risorse da raccogliere per poter creare strutture e evocare truppe ai nostri ordini. Ovviamente tutto è declinato in termini magici e via a via che passeranno i giorni la nostra protagonista imparerà a padroneggiare le diverse arti disponibili. Ogni arte ha i propri pregi e altrettanti difetti e con le prime partite impareremo a capire che serve un saggio bilanciamento. Elfi, fate, fantasmi, demoni, draghi e via dicendo: ogni milizia risulta efficace in alcune occasioni ma molto fragile in altre. Un drago è un potente strumento per dispensare morte, ma prima dovremo farne schiudere il delicato l'uovo, senza considerare che alcuni teneri gattini sono in possesso di un incantesimo in grado di fare addormentare il lucertolone.
Tante aggiunte, ma per i controlli non basta la magia
Abbiamo fatto solo un semplice esempio, ma sappiate che gli equilibri di GrimGrimoire si basano su questi intriganti meccanismi che consegnano al giocatore un RTS profondo e soddisfacente. Completando le varie missioni, legate alla trama o opzionali, acquisteremo valuta per evolvere il potere delle nostre evocazioni su specifici skills three, fattore che nell’episodio originale non c’era e che porta ulteriore spessore al gameplay. C’è anche un nuovo livello di difficoltà dedicato a chi cerca una sfida davvero estrema (non che il gioco sia facilissimo) e il fatto si bilancia con l’arrivo delle Grandi Magie, incantesimi letteralmente in grado di cambiare il corso di una missione e che talvolta sembreranno davvero troppo forti al punto di rovinare il senso di sfida: tra queste magie e il nuovo livello si è dato il classico colpo alla botte e colpo al cerchio.
Andando ad analizzare i controlli, da sempre il tallone d’Achille per gli strategici su console, i Vanillaware si sono impegnati tantissimo per cercare di riportare ogni funzionalità sul controller, ma oggi come ieri i risultati non sono particolarmente soddisfacenti, per quanto sufficienti. Tramite le varie combinazioni dei tasti riusciremo più o meno a fare tutto, ma permane una certa difficoltà a creare gruppi del numero di unità realmente desiderate dal giocatore. Nei momenti di grande “traffico”, quando si vuole interagire con le strutture per creare nuovi aiutanti o guerrieri, si fa fatica a puntare sul punto desiderato e spesso abbiamo premuto svariate volte su elfi, famigli e demonietti vari prima di riuscire nel nostro intento.
Si è però corsi ai ripari riguardo ad un altro problema dell’edizione PlayStation 2, cioè al ritmo che a volte risultava davvero troppo compassato. Adesso tramite il grilletto destro è possibile aumentare repentinamente la velocità del gioco e modulare a piacimento tra scorrere classico o velocizzato, rendendo molto più dinamiche le battaglia in cui si può passare più velocemente il tempo dedicato alla raccolta per poi tornare ai canoni originali con l’arrivo dei nemici o quando si deve partire alla conquista del territorio avversario: davvero una aggiunta funzionale. Il comparto tecnico/artistico è ovviamente sempre di alto livello, come da tradizione Vanillaware, e la grafica di GrimGrimoire OnceMore si bea di una direzione artistica da favola che guadagna nella risoluzione e nell’immagine in 16:9, anche se a volte si persa una certa brillantezza e qualche particolare risulta un po’ sfocato.
Andando avanti nel gioco sbloccherete delle bellissime immagini che formeranno un vero e proprio artbook virtuale di qualità, come di qualità sono le musiche e il nuovo doppiaggio nipponico, mentre purtroppo i testi sono tutti in inglese, ma non si tratta di uno scoglio insormontabile. Il nostro giudizio finale su GrimGrimoire OnceMore non poteva che essere positivo visto che siamo davanti a una operazione che si è rivelata davvero un modo per recuperare un gioco del passato e migliorarlo per quanto possibile. Certo, alcuni difetti erano quasi impossibili da eliminare, ma il risultato finale è un chiaro invito a unirsi a Lillet e iscriversi all'accademia di magia più prestigiosa di tutte!