GT Advance Championship Racing

GT Advance Championship Racing
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Con l'avvento sul mercato del nuovo Game Boy Advance, le forze profuse dalle varie software house si sono concentrate, oltre che in un'evidente propensione per i remake di storici e indimenticabili titoli, anche nella realizzazione di giochi dedicati al mondo della velocità: F-Zero for Game Boy Advance coniuga in un solo titolo le due caratteristiche sopracitate, Super Mario Kart Advance mostra il meglio di sé sul lato ilare delle quattro ruote mentre il mediocre All Japan GT ha tentato un approccio più serioso senza troppo successo. GT Advance Championship Racing incarna invece l'ambizioso progetto THQ di ricreare, in versione portatile, le magiche sensazioni già proposte con successo su altre piattaforme dalla serie di Gran Turismo. Un'impresa impossibile?

PICCOLO E' BELLO
Il menù di selezione che si presenta all'accensione della console offre le classiche opzioni presenti nella maggior parte dei giochi di guida: una sezione dedicata alla pratica, per impadronirsi al meglio del sistema di controllo, studiare ogni traiettoria nei minimi particolari e dare un primo sguardo veloce alle piste inizialmente disponibili; dopo aver preso confidenza con i meccanismi basilari del gioco si può già tentare una prima sortita nell'immancabile Time Attack, con buone probabilità di poter incidere il proprio nome nella classifica dei piloti più veloci di sempre
GT Advance Championship Racing
La Honda S2000, così come le altre auto, è personalizzabile nel colore al momento di salire a bordo

Practice e Time Attack rimangono però due surrogati rispetto a quello che dovrebbe rappresentare il vero cuore del gioco, ossia la modalità Championship. La prima scelta da operare sarà riguardante al tipo di "classe" cui poter partecipare... Beginner Class, Middle Class, High Speed Class e Professional Class: a ognuno di questi campionati appartengono auto di differente potenza e cilindrata oltre che, ovviamente, un diverso grado di difficoltà di tracciati ed avversari. La strada iniziale é però obbligata, e non vi é altro modo se non quello di chinare il capo ed approcciarsi al gioco da umili principianti
Arriviamo quindi al momento che ogni fan di Gran Turismo aspetta sempre con trepidazione: l'acquisto della prima vettura. Purtroppo, per il gioco sviluppato da MTO, é tempo delle prime (mezze) delusioni: fra le quattordici auto in cui scegliere inizialmente non vi é alcuna restrizione monetaria, così come il fattore economico non comparirà anche nel resto del gioco: la vittoria e i piazzamenti nelle varie gare non sono gratificati da alcun premio in denaro e, di conseguenza, le macchine non si comprano... si scelgono semplicemente. Sempre con riferimento al capolavoro Poliphony, uno degli aspetti più apprezzati dal videogiocatore é sicuramente costituito dalla possibilità di recarsi in officina per acquistare pezzi di ricambio e potenziare a piacimento il proprio bolide. Anche nel titolo THQ troviamo una buona gamma di "power-up" meccanici, ma nessuno di essi é acquistabile direttamente: i pezzi di ricambio vengono assegnati dal gioco, in maniera piuttosto casuale invero, solo a seguito di una vittoria... il problema é che, una volta collezionati tutti, i vari gadget sono tranquillamente inter-scambiabili fra una macchina e l'altra senza bisogno di ripetere le prove, cosa che impedisce di affezionarsi alla propria "creazione" a quattro ruote e pone un limite di tempo alla durata complessiva del divertimento
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GT Advance Championship Racing

GT Advance Champioship Racing è indubbiamente un ottimo inizio per il genere classico dedicato alla velocità sul nuovo Game Boy Advance. E' anche vero che i limiti elencati in sede di recensione ci sono tutti e fin troppo presto lasciano trasparire la loro influenza negativa: non si è certo così pazzi da pretendere una riproduzione perfetta in miniatura di Gran Turismo, ma qualche variabile in più non avrebbe fatto male. Più in generale, un ottimo comparto tecnico non è stato adeguatamente supportato da un gameplay forse un po' stantio e da una longevità che ha risentito di un livello di difficoltà mal calibrato. Il titolo THQ rimane comunque nel complesso un buon videogioco, forse un gradino sotto le aspettative create, ma che permette comunque di portarsi un pezzo del capolavoro Poliphony sempre con se. Sarà per la prossima volta.

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